A Cristo Re la prima Messa del vescovo Trevisi: «Mi piacerebbe non prendere le distanze»
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Sopra il portone della chiesa di Cristo Re, nel quartiere Po di Cremona, lo stemma episcopale è il segno evidente della novità: il parroco don Enrico Trevisi è diventato vescovo. All’indomani della solenne celebrazione di ordinazione in Cattedrale, quello di domenica 26 marzo per la parrocchia di piazza Cazzani è stato un giorno da passare in famiglia.
L’oratorio già di primo mattino gremito di lupetti, chiamati a raccolta per la consueta caccia. E la mattinata scandita, come ogni domenica, dalle celebrazioni. Tra queste la Messa delle 10, che ha assunto però un significato particolare: a presiederla il vescovo Enrico Trevisi. La sua prima Messa da vescovo.
Ancora presto per i commiati, visto che il congedo ufficiale sarà il 16 aprile, la domenica precedente l’insediamento a Trieste. Ma comunque l’occasione per esprimere il proprio affetto e anche la riconoscenza a don Enrico (perché per tutti è rimasto don Enrico) per i sei anni passati insieme. Anni di gioie e occasioni speciali, ma anche attraversati dalla pandemia che ha portato tanta solitudine e lutti, difficoltà lavorative ed economiche, fatica a riprendere e tornare alla normalità, resa ancor più complessa dallo scoppio della guerra che ha impegnato la parrocchia anche sul fronte dell’accoglienza.
Non sono stati anni facili per un parroco. «Venire qui è stato bello. Desideravo tanto diventare parroco e mi hanno fatto aspettare 29 anni», ha confidato, citando le parole di Papa Francesco al convegno diocesano di Roma del 2016: “Io voglio tanto bene ai sacerdoti, perché fare il parroco non è facile. È più facile fare il vescovo che il parroco! Perché noi vescovi sempre abbiamo la possibilità di prendere le distanze, o nasconderci dietro il ‘Sua Eccellenza’, e quello ci difende! Ma fare il parroco, quando ti bussano alla porta: ‘Padre, questo, padre qua e padre là…’. Non è facile! Quando ti viene uno a dire i problemi della famiglia, o quel morto, o quando vengono a chiacchierare le cosiddette ‘ragazze della caritas’ contro le cosiddette ‘ragazze delle catechesi’… Non è facile, fare il parroco! Ma voglio dire una cosa, l’ho detta un’altra volta: la Chiesa italiana è tanto forte grazie ai parroci!”.
«Voi continuate a voler bene ai vostri preti – ha chiesto alla comunità di Cristo Re –, ad accoglierli, ad accompagnarli, a collaborare. Siate generosi!». E ancora: «È bello camminare insieme!». Poi un primo obiettivo da vescovo: «Non so se sarà più facile o più difficile, sono responsabilità diverse: quello che mi piacerebbe è non prendere le distanze. Non prendere le distanze dalla gente, dai preti, dalla vita concreta con le ferite di tanta gente». Perché «se si condivide è un po’ più faciale. È questo l’essere Chiesa». Una condivisione fatta prima di tutto dallo stare insieme, anche nelle modalità più ordinarie, come si fa in oratorio. E qui l’invito ai più giovani: «Ragazzi, frequentate l’oratorio! Viviamo la comunità».
«Insieme» la parola d’ordine, con la comunità che può diventare segno compassionevole del Signore. Con questa convinzione il vescovo Trevisi ha voluto lasciare la parola al diacono don Jacopo Maiotti, perché leggesse i nomi di alcuni defunti da immaginette conservate nello studio parrocchiale. Solo qualche nome, ma nella certezza – presentata dalla pagina evangelica della quinta domenica di Quaresima – che sono vivi e non solo nei ricordi.
E se la vita non finisce sulla terra è necessario «osare»: il vescovo Trevisi l’ha chiesto con forza. «Liberi di vivere la propria vita, osando nel Signore scelte grandi e belle». «L’importante – ha detto – è che lì dove sei, e dove ti senti chiamato dal Signore, sapendo che abita in te e con la sua grazia ti accompagna, tu non ti tiri indietro. Magari non ti senti del tutto adeguato e capace. Però osate nel Signore». Cercando di rispondere sempre a ciò che chiede nel cuore di ciascuno.
Una celebrazione resa solenne dal servizio liturgico e dal coro parrocchiale, servita all’altare dal diacono don Jacopo Mariotti, giovane di Cristo Re che a giugno sarà ordinato sacerdote. Accanto al vicario don Pierluigi Fontana (che Trevisi ha voluto ringraziare pubblicamente) anche don Andrea Destadi parroco triestino della parrocchia S. Maria Assunta di Muggia (insieme ad alcuni fedeli della propria comunità) e il togolese don Paolo Emedetongnon della diocesi di Atakpamé fidei donum a Verona.
Al termine della celebrazione, svestiti i paramenti con la mitria e il pastorale di monsignor Bolognini dato per l’occasione dal Seminario, monsignor Trevisi si è fermato volentieri con la sua comunità. Prima sul sagrato e poi in oratorio.
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