In Cattedrale una inedita jam session per la pace
La guerra, i conflitti e le divisioni sono un rumore assordante che diventa sempre più forte in tutto il panorama internazionale, per questo è necessario fare in modo che un suono più dolce e rasserenante ricordi a tutti qual è lo spartito che guida la musica che riconcilia, la melodia che riporta la tranquillità. Una sfida importante e necessaria per frapporsi ai conflitti che con troppa frequenza diventano consuetudine. Si tratta dell’idea del maestro Fausto Caporali, organista titolare della Cattedrale di Cremona, che con la sua influenza artistica e la grande abilità musicale ha saputo portare nella città del Torrazzo alcuni degli artisti più capaci della realtà italiana, coinvolgendoli in una performance carica di emozioni e sonorità che all’interno del Duomo, nella serata di domenica 5 novembre, ha donato momenti di inestimabile bellezza armonica.
L’evento ha segnato la conclusione dei “Vespri d’organo per la pace”, rassegna concertistica promossa dalla Cattedrale di Cremona con l’obiettivo di diffondere la cultura musicale sacra in connessione con l’attualità più stringente dei tempi nostri.
Primo ospite della serata, in ordine di esibizione, è stata Aurelia Macovei, violinista d’eccezione che collabora con l’Orchestra da Camera Italiana e insegna violino presso l’Accademia di Musica di Lodi. Nella sua performance ha eseguito brani della tradizione colta, partendo dal Prelude for a Hope di Emerson e concludendo con l’opera di Francis Poulenc Priez pour Paix.
È stato poi il momento del maestro Andrea Dulbecco, docente di strumenti a percussioni al Conservatorio G. Verdi di Milano e di vibrafono e improvvisazione presso l’Accademia del suono di Milano, che con il suo vibrafono ha proposto al pubblico alcuni dei propri brani, nati dall’esperienza diretta in Sudafrica con le discriminazioni e le sofferenze di un popolo perseguitato.
Il maestro Emilio Soana, prima tromba della Civica Jazz Band, ha portato nelle navate della Cattedrale il suono del suo ottone esibendosi in brani gospel presi dal repertorio afroamericano, immortalando un’atra volta il suo forte legame con la musica jazz e le sue sonorità roche e arrabbiate, quasi a rappresentare la sofferenza per le vittime di tutti i conflitti.
La scena è andata quindi a Luca Colombo, uno dei più grandi chitarristi italiani e internazionali da poco tornato al fianco di Gianni Morandi in occasione del suo ultimo tour. Con in mano la sua fedelissima Dgt ha mostrato al pubblico le sonorità che un artista del suo calibro può raggiungere insieme all’elasticità esecutiva che tocca brani provenienti da diverse tradizioni. Master of War di Bob Dylan è stata seguita da una reinterpretazione del capolavoro di Schubert Ave Maria, concludendo con un’auto produzione dal titolo Tema della pace.
Ad accompagnare ogni artista lungo tutta la durata dell’esibizione, l’immancabile melodia dell’organo Mascioni della Cattedrale, reso vivo grazie all’abilità del maestro Fausto Caporali. Un accompagnamento che ha saputo legare i diversi generi musicali attraverso le grandi possibilità del suono liturgico, generando un’atmosfera spiritualmente profonda e significativa.
La performance musicale si è conclusa con l’unione di tutti gli artisti in un’unica melodia. Si è trattato di una jam session fatta di melodie vecchie e nuove legate al tema della pace. A legare fra loro tutti gli strumenti sono state le voci dei solisti del Coro della Cattedrale unite nel canto gregoriano Da pacem Domine, a simboleggiare che si ha sempre bisogno di Qualcuno che ispiri la pace, è poi compito degli uomini realizzarla.
Al termine dell’esecuzione ha preso la parola il vescovo Antonio Napolioni, che ha voluto sottolineare come «il messaggio che ho sentito è quello dell’invito alla compassione: quella forte, quella che non ha limiti religiosi, quella che non ha altro se non il dovere di esprimersi per il cambiamento». Da qui un vero e proprio invito a diffondere il messaggio della pace, coltivandolo nella meditazione e nella preghiera.