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Il Vescovo: «La preghiera di intercessione ci fa uscire dall’individualismo e dalla solitudine»

 

Il canto della Salve Regina ha aperto e chiuso la scuola di preghiera vissuta martedì 22 ottobre a Cremona, in Cattedrale. E le “lacrime” hanno caratterizzato questa quarta serata dell’itinerario promosso nei martedì di ottobre in occasione dell’Anno della Preghiera e a conclusione del IV Centenario del Santuario lauretano di Cremona. È stata l’occasione per imparare da Maria quella «sollecitudine per i fratelli» che si traduce in una cura «da avere con i gesti e con le preghiere», ha sottolineato da subito il vescovo Antonio Napolioni, che ha guidato la serata.

Proprio come fece Maria alle nozze di Cana, il brano evangelico proposto durante la serata e richiamato in modo evidente da sei anfore poste in presbiterio a condurre idealmente all’immagine della Madonna Nera. Anfore che i presenti hanno riempito con le proprie “lacrime”, intenzioni di preghiera per le quali intercedere guardando in modo particolare ai bisogni della città.

«Maria insegnaci a intercedere – ha invocato monsignor Napolioni – ma prima ancora insegnaci ad accorgerci. E ancora prima a esserci!». Esserci «con occhi attenti e amorevoli», da mamma e con quel «santo impicciarci» che il vescovo ha tradotto nel «noi ci impegniamo e non gli altri» di don Primo Mazzolari, mettendo anche in guardia dalla «tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore», come Papa Francesco scrive in Evangelii Gaudium. E ha aggiunto: «Quanto dobbiamo imparare dalle donne!».

Le meditazioni del vescovo hanno guidato la serata, caratterizzata ancora una volta da un alternarsi dei canoni di Taizé e momenti di silenzio per la preghiera personale.

Il pensiero del vescovo è andato anche a quando, nove anni fa, «mi affidai proprio qui alle parole di Maria». Colei che «si pone nel mezzo e fa da mediatrice», come una madre che proprio perché tale «può, e anzi ha “il diritto”, di far presente al Figlio i bisogni degli uomini», ha detto citando l’enciclica mariana di Giovanni Paolo II nel giorno in cui si celebrava la memoria liturgica di questo santo papa.

«La preghiera di intercessione – ha sottolineato Napolioni – ci fa uscire dall’individualismo e dalla solitudine, ci fa pregare per i fratelli unendoci alla preghiera di Cristo e di Maria, con la loro stessa compassione. La preghiera di intercessione porta in questo mondo l’immagine del mondo che verrà, il compimento della giustizia più alta nel primato della carità».

Una intercessione che fa bene anche a chi prega se, come afferma Bonhoeffer, «non posso giudicare o odiare un fratello per il quale prego».

È stata «una preghiera di poveri a vantaggio di altri poveri, contribuendo alla crescita dell’unità nell’umanità», ha detto il vescovo prima di soffermarsi su un passaggio del messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale dei poveri, che si celebrerà il 17 novembre e che in diocesi chiuderà come sempre la tradizionale Settimana della carità.

Dopo che ciascuno ha posto nelle sei anfore le proprie “lacrime” con un’intenzione di preghiera scritta sui foglietti messi a disposizione, la decina del Rosario si è alternata a invocazioni di Grazia in particolare per la città di Cremona, chiudendo la serata con la recita corale della preghiera alla Vergine del XXXIII canto del Paradiso.

L’ultimo appuntamento della scuola di preghiera sarà martedì 29 ottobre mettendosi sotto la Croce come Maria. Mentre il pomeriggio del 31 ottobre, alle 18, il IV Centenario lauretano si concluderà ufficialmente con la Messa in Cattedrale presieduta dall’arcivescovo Delpini e la processione che, al termine, riaccompagnerà “a casa” a Sant’Abbondio la statua della Madonna Nera.