«In tema di fine vita», osserva Bebber con riferimento alla legge toscana, si va profilando una soluzione legislativa che tra le prestazioni sanitarie, «iscrive, tra l’altro» di «favorire la morte del paziente malato». Una soluzione finale che «rappresenta una sconfitta per tutti», afferma facendo proprie le parole del card. Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza episcopale Toscana: “Sancire con una legge regionale il diritto alla morte (non certo tra i diritti sanciti dalla Costituzione) non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”.

Bebber sottolinea inoltre «l’incongruenza di una legge che trasferisce i fondi erogati per dare sostegno alla disabilità, ad un percorso teso a procurare la morte della persona». Un richiamo anche al Papa che, «in più occasioni, parlando del fine vita si è augurato che “in seno alle società democratiche, argomenti delicati come questi siano affrontati con pacatezza: in modo serio e riflessivo, e ben disposti a trovare soluzioni – anche normative – il più possibile condivise…”». Dunque, conclude Bebber, «rispetto per tutti. Ma anche per le istituzioni sanitarie religiose che hanno diritto a mantenere fede alla missione affidata loro dal Cristo stesso: “Andate, predicate e curate gli infermi”. Non certo “procurate loro la morte”».