Diaconi permanenti, due giorni di spiritualità per cremonesi e cremaschi
Da sabato 31 maggio a lunedì 2 giugno i diaconi permanenti cremonesi e cremaschi, alcuni con le loro famiglie, hanno vissuto tre giorni di spiritualità presso la casa per ferie della diocesi di Cremona “Casa di Nostra Signora” a Marina di Pietrasanta, guidati da don Antonio Facchinetti e don Luciano Pisati, rispettivamente responsabili della formazione del Diaconato per le Diocesi di Cremona e Crema.
In una bella cornice naturale, tra le Alpi Apuane e il mare, e godendo della buona accoglienza dell’attento e disponibile personale dell’albergo, i diaconi hanno meditato e riflettuto sul tema “Diaconato e ministeri istituiti”.
Don Giuseppe Como, già rettore per la formazione al Diaconato permanente e dal 2023 Vicario episcopale della diocesi di Milano con l’incarico per l’Educazione e la Celebrazione della fede e per la Pastorale scolastica, ha guidato la riflessione partendo dalla considerazione che il tema del rapporto tra diaconato e ministeri istituiti è ancora molto “caldo” e in evoluzione, soprattutto sul versante dei ministeri istituiti, introdotti con i due Motu proprio di Papa Francesco nel 2021 Spiritus Domini e Antiquum Ministerium.
È difficile mettere a fuoco una materia così viva e attuale alla quale manca il confronto con la prassi ecclesiale che è solo all’inizio. In una Chiesa che cambia, una Chiesa in uscita e missionaria, come fortemente e frequentemente Papa Francesco richiamava, il legame fondamentale è quello del Battesimo e quindi tutti i battezzati sono partecipi della missione ecclesiale. I presbiteri, quindi, non assommano più in sé tutta la ministerialità; come esiste una ministerialità fondata sul sacramento dell’ordine, ne esiste anche una fondata sul battesimo, cioè sui sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Negli ultimi decenni, con la riduzione numerica dei presbiteri e la creazione di unità pastorali, risulta più difficile dare stabilità alle comunità cristiane e il diacono e i ministri istituiti possono in modo itinerante raggiungere e animare comunità disperse.
Per porre in forma stabile una persona in quel ministero è prevista l’istituzione attraverso un ”rito”, che conferisce anche un riconoscimento ufficiale, non perché sia aumentato il prestigio, ma l’autorevolezza del ministro in compiti, a volte, molto delicati; all’istituzione è legata, sempre per lo stesso motivo una formazione specifica, per qualificare i ministri nei servizi importanti per la comunità: annuncio della Parola, servizio all’altare e catechesi, secondo lo spirito di servizio a imitazione di Gesù.
Rispetto ai ministri “di fatto”, cioè coloro che abitualmente compiono servizi nella comunità, i ministri istituiti assumono una responsabilità e una stabilità che permette la collaborazione con la ministerialità di fatto per una migliore organizzazione e un respiro diocesano del servizio di tutti; l’istituzione di questi ministeri si origina da bisogni delle comunità ma anche da una vivacità dei carismi che non può che arricchire spiritualmente la Chiesa.
L’identità del diacono, aggiunge don Giuseppe, è data in primo luogo dalla sua appartenenza al ministero ordinato, grazie al sacramento dell’ordine che egli riceve; ne deriva che i diaconi partecipano al compito di garantire il fondamento apostolico della fede vissuta, soprattutto richiamando la diaconìa di Cristo nel loro essere custodi del “servizio” nella Chiesa.
I diaconi, in virtù anche della loro specifica “dimensione secolare”, partecipano di una vera e propria missione pastorale e di uno sguardo d’insieme sulla comunità cristiana, di una ministerialità più attenta alla globalità della vita della comunità, verso una stimolazione delle capacità e possibilità di servizio da parte di tutti; esprimono molto spesso capacità di mediazione, di comunione e di tessitura di buone relazioni anche rispetto al rapporto con i presbiteri.
I diaconi, inoltre, possono essere promotori del discernimento e dell’iniziativa dei battezzati e suscitare il desiderio di mettersi a servizio della comunità attraverso un ministero istituito.
Diacono, dunque, è colui che conserva l’autorità propria di chi serve, accompagna, suscita i carismi di servizio nella Chiesa e, quindi, anche quelli di accolito, lettore e catechista; il diacono partecipa alla vita liturgica della comunità, è uomo di preghiera e che insegna ad altri a pregare; come al vescovo e al presbitero anche al diacono spetta il compito di prendersi cura della fede del popolo di Dio, promuovendo la missione e la testimonianza dei laici.
diacono Mario Pedrinazzi