“E donale unità e pace”: il messaggio del Vescovo nei Percorsi pastorali 2025/26

“E donale unità e pace”: è questo passaggio, tratto dalla liturgia, ad indicare la direzione pastorale per la Chiesa cremonese nell’anno pastorale ormai alle porte.

A illustrare le priorità e lo spirito con cui la comunità diocesana si appresta a viverlo è il vescovo, con il suo consueto messaggio contenuto nel volume dei Percorsi Pastorali 2025/2026, da oggi disponibili online al seguente LINK e nelle prossime settimane in distribuzione in tutte le parrocchie in un fascicolo cartaceo con il calendario dell’anno pastorale e una scheda introduttiva alla lectio sulla Lettera di Paolo agli Efesini curata da don Marco D’Agostino.

 

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del messaggio per l’anno pastorale del Vescovo Napolioni:

E DONALE UNITÀ E PACE

Percorsi pastorali 2025/26

…secondo la Tua volontà

Lo diciamo in ogni Messa, perché questo è il criterio decisivo, la volontà di Dio, molto chiara: una Chiesa unita per essere lievito di pace nel mondo. Per questo Cristo ha pregato e ha dato la vita. Questo ci dice Papa Leone XIV sin dal primo giorno del suo ministero a guida della Chiesa universale. Lo ha ribadito nel recente incontro con i Vescovi italiani, di cui vi propongo alcuni passi. Seguire il Papa ci fa seguire Cristo, oggi come ieri, come sempre. Ci educa ad un vivo senso di appartenenza a Cristo e alla Chiesa, che spalanca le porte sulla missione. In un giubileo di grazia che non si chiude mai. Davanti al bisogno di speranza che drammaticamente cresce ogni giorno intorno a noi.

Il Concilio Vaticano II lo ha proclamato con forza: “la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1). Sì, il popolo di Dio in cammino nel tempo non ha paura del mondo, ne condivide la storia e ne conosce la vita: “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (GS 1). Oggi si diffonde un’epidemia globale di solitudine ed egolatria. Il senso di partecipazione è gravemente in crisi nelle coscienze e nelle società, schiacciate sull’individualismo consumistico e spinte all’indifferenza. Il Vangelo invece chiama a scelte e stili di fraternità! Ad essere sempre evangelizzati, nel profondo del cuore e degli atteggiamenti, per evangelizzare, innanzitutto con la testimonianza, come ci insegnava S.Paolo VI nella Evangelii nuntiandi pubblicata l’8 dicembre 1975.

1700 anni fa si svolgeva il Concilio di Nicea, dove il mistero di Cristo rifulse in pienezza nella fede della Chiesa unita. 60 anni fa si chiudeva il Vaticano II, aprendo le vie della sinodalità, che oggi ci chiamano a più aperti orizzonti e coraggiosi passi, di radicamento in Cristo, per una fiduciosa iniziativa missionaria ed ecumenica, che ci tiri fuori dalla sterile attesa di improbabili ritorni. Noi, insieme alle Chiese che sono in Italia, abbiamo raccolto la sfida e vogliamo diventare una Chiesa discepola, sinodale ed estroversa. Alternando entusiasmo e fatica, ci apprestiamo a condividere attivamente i principali orientamenti che scaturiranno dalle assemblee ecclesiali del prossimo autunno. Imparando a crescere nell’unità senza mortificare le diversità costruttive.

Francesco ha scosso in tanti modi le nostre anime perché non si smarrisse la gioia del Vangelo, vera risorsa di salvezza per illuminare la cupezza dei nostri giorni. “Perché la gioia sia piena” (1Gv 1,4) occorre ora un esercizio di comunione locale e universale che, attingendo alla fede umile di ciascuno, si traduca in impegni di conversione permanente:

  • la conversione delle nostre comunità alla missione nello stile della vicinanza ad ogni realtà umana;
  • la conversione delle nostre persone attraverso una formazione più profonda e condivisa;
  • la conversione delle strutture nel segno di una effettiva corresponsabilità tra credenti adulti, ricchi delle loro diverse storie, vocazioni e ministerialità.
Egli è la nostra pace

Saremo “pellegrini di speranza” anche negli ultimi mesi del Giubileo, che già ci ha fatto sperimentare tanti doni di grazia, e vogliamo fissare lo sguardo su Gesù, docili al suo Spirito e alla sua Parola, per vivere seguendolo, maturando un più sentito “noi” ecclesiale e missionario.

La relazione con Cristo ci chiama a sviluppare un’attenzione pastorale sul tema della pace. Il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. Penso alle parrocchie, ai quartieri, alle aree interne del Paese, alle periferie urbane ed esistenziali. Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. L’apostolo Paolo ci esorta così: «Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità.

Auspico, allora, che ogni Diocesi possa promuovere percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro. Ogni comunità diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa.

– Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

Accogliendo questo chiaro invito del Papa, il Consiglio pastorale diocesano rifletterà su come proporre una “scuola di pace e di nonviolenza”.

Abbiamo tanto bisogno di rinnovare lo stupore per il disegno di Dio e la sua invincibile fedeltà nell’attuarlo, fino alla ricapitolazione di ogni cosa in Cristo (cfr. Ef 1,10). Ci aiuteranno le soste contemplative, i ritmi della preghiera, la bellezza e verità della liturgia. Riceveremo impulso ad una maggior cura delle relazioni interpersonali, dell’ascolto e del dialogo, con tutti. Perché tutti, nelle comunità cristiane, possano sentirsi in qualche modo partecipi e mai indegni, riconosciuti e sostenuti specie se arrancano. Così, con questa testimonianza di carità fraterna, le nostre frequenti preghiere per la pace profumeranno di onestà e non solo di paura.

Ci guiderà per tutto l’anno la meditazione della lettera di Paolo agli Efesini, soprattutto nei ritiri zonali e diocesani, quelli per tutti e quelli dedicati ai ministri ordinati. Perché questa scelta? Paolo si rivolge ad una comunità che ama e che è immersa anche nello spirito del mondo, e le offre una straordinaria sintesi della novità cristiana, alla quale è stato conquistato per grazia. Ma così offre alle Chiese di ogni tempo e luogo uno specchio in cui riconoscere l’essenziale da conoscere e vivere, da testimoniare e annunciare.

Ci aiuterà a riscoprire:

  • il disegno salvifico di Dio: ricapitolare in Cristo tutte le cose
  • la gratuità della salvezza e la nostra conversione
  • la riconciliazione con tutti: familiari di Dio
  • il ministero apostolico e la sua spiritualità
  • l’armonia tra unità e diversità nel corpo ecclesiale
  • la vita vera nel cammino della carità
  • la novità cristiana nella vita familiare e sociale
  • la lotta spirituale

Predisporremo semplici sussidi per facilitare l’accostamento al testo, la preghiera, e la conversazione nello Spirito, senza cui ogni discernimento pastorale rischia di essere affrettato e infondato. Lo faremo nei ritiri unitari e specifici, offrendo anche un percorso di lettura continuata accessibile a tutti.

 

I principali obiettivi pastorali

Nel solco del cammino fatto, con le sue luci e i suoi limiti, le priorità pastorali non mutano ma si chiariscono, e possono meglio concretizzarsi in incisivi processi di animazione e cambiamento. Con l’apporto appassionato dei Consigli pastorale e presbiterale, con le competenze offerte dagli uffici di Curia, senza dimenticare i carismi delle diverse aggregazioni laicali e della vita consacrata, possiamo riconoscerci in alcuni obiettivi, che cercheremo di far diventare metodo, stile e vita. Li identifichiamo con alcune parole-simbolo:

    1. DISCEPOLI MISSIONARI
    2. REALTÀE CULTURA
    3. GENERATIVITÀ
    4. PARROCCHIE NUOVE
    5. PRESBITERIO
    6. CHIESA CREMONESE

 

  1. DISCEPOLI MISSIONARI

Il battesimo ci rende tutti discepoli missionari, ma alcuni ne prendono coscienza, da giovani o da adulti, e si rendono più disponibili alla costruzione della comunità e al servizio del Regno di Dio nel mondo. Vogliamo continuare a crescere intorno all’ascolto della Parola di Dio, vogliamo sviluppare e qualificare le occasioni di formazione unitaria avviate in diocesi e nelle zone, soprattutto a sostegno delle équipe di presidenza dei consigli pastorali parrocchiali e di UP. Sono questi gli importanti passi di sinodalità praticata che abbiamo iniziato a condividere con soddisfazione, per imparare a progettare e animare insieme la vita delle comunità. Chiediamo alle comunità di iniziare il nuovo anno riprendendo il discernimento sull’opportunità di darsi dei ministri istituiti (lettori, accoliti, catechisti…), per i quali è iniziato il cammino formativo diocesano.

Innanzitutto, è necessario uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede. Si tratta di porre Gesù Cristo al centro e, sulla strada indicata da Evangelii gaudium, aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede, al kerygma. Questo è il primo grande impegno che motiva tutti gli altri: portare Cristo “nelle vene” dell’umanità (cfr Cost. ap. Humanae salutis, 3), rinnovando e condividendo la missione apostolica: «Ciò che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi» (1Gv 1,3). E si tratta di discernere i modi in cui far giungere a tutti la Buona Notizia, con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio.

Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

  1. REALTA’ E CULTURA

Dobbiamo incontrare maggiormente la realtà in cui viviamo, conoscere le sue variabili e i suoi mutamenti, smascherando manipolazioni e condizionamenti che attaccano la libertà della persona. Metterci in ascolto della vita (andando di più incontro agli altri nelle case e negli ambienti di studio, lavoro, sofferenza, svago…) e in dialogo con la cultura. Con coraggio evangelico nell’affrontare alcune drammatiche emergenze epocali: guerre, ambiente, povertà, lavoro e casa… senza deleghe frettolose alle istituzioni anche ecclesiali, ma suscitando il protagonismo dei laici e la collaborazione con tutti. Animando una promozione della partecipazione democratica nei nostri paesi e città. E’ tempo di superare diffidenze e creare occasioni di conoscenza reciproca con i “nuovi abitanti” delle nostre città e dei nostri paesi, imparando l’alfabeto del dialogo interreligioso e del cammino ecumenico con fratelli cristiani di altre culture. I consigli pastorali e i gruppi ecclesiali ne parlino e si confrontino su questo nei vari territori.

Ci sono poi le sfide che interpellano il rispetto per la dignità della persona umana. L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. In questo scenario, la dignità dell’umano rischia di venire appiattita o dimenticata, sostituita da funzioni, automatismi, simulazioni. Ma la persona non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero. Mi permetto allora di esprimere un auspicio: che il cammino delle Chiese in Italia includa, in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, la visione antropologica come strumento essenziale del discernimento pastorale. Senza una riflessione viva sull’umano – nella sua corporeità, nella sua vulnerabilità, nella sua sete d’infinito e capacità di legame – l’etica si riduce a codice e la fede rischia di diventare disincarnata.

…Abbiate cura che i fedeli laici, nutriti della Parola di Dio e formati nella dottrina sociale della Chiesa, siano protagonisti dell’evangelizzazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, negli ambienti sociali e culturali, nell’economia, nella politica.

– Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

  1. GENERATIVITA’

Non ci arrendiamo davanti al calo demografico, perché crediamo nella famiglia e nella vita, nei bambini e nei giovani, di ogni estrazione e religione. E perché anche un solo bambino ci interessa, come figlio di Dio, cui fare il dono del Vangelo di Gesù. Ci impegniamo ad alimentare la generatività educativa e vocazionale di famiglie, comunità, oratori, con un’attenzione speciale alle giovani coppie e famiglie. Avendo cura di fare proposte rispettose degli attuali ritmi di vita delle famiglie e delle persone. Offrendo occasioni di ascolto anche delle tante solitudini e delle vicende esistenziali più sofferte, perché nessuno resti emarginato. Con grande passione per i giovani, per ciascuno/a di essi ovunque crescano, studino o lavorino, vivano.

Raccomando, in particolare, di coltivare la cultura del dialogo. È bello che tutte le realtà ecclesiali – parrocchie, associazioni e movimenti – siano spazi di ascolto intergenerazionale, di confronto con mondi diversi, di cura delle parole e delle relazioni. Perché solo dove c’è ascolto può nascere comunione, e solo dove c’è comunione la verità diventa credibile. Vi incoraggio a continuare su questa strada!

– Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

  1. PARROCCHIE NUOVE

Introducendo la proposta pastorale diocesana dello scorso anno avevamo delineato un chiaro profilo del rinnovamento parrocchiale cui sono chiamate tutte le nostre realtà perché in esse brilli la luce della novità cristiana: lo terremo ancora ben presente, per curarne la comprensione e l’attuazione, senza ignorare le specificità di ogni situazione locale. Faremo i necessari passi di chiarificazione, sviluppo e accompagnamento delle Unità pastorali costituite o da avviare, riprendendo la Guida diocesana del 2017. Condivideremo le buone prassi che crescono in diversi contesti e studieremo i passaggi canonici e amministrativi per alleggerire il peso burocratico e dare futuro a tutte le comunità, anche le più piccole.

Andate avanti nell’unità, specialmente pensando al Cammino sinodale. Il Signore – scrive Sant’Agostino – «per mantenere ben compaginato e in pace il suo corpo, così apostrofa la Chiesa per bocca dell’Apostolo: Non può dire l’occhio alla mano: non ho bisogno di te; o similmente la testa ai piedi: non ho bisogno di voi. Se il corpo fosse tutto occhio, dove l’udito? Se il corpo fosse tutto udito, dove l’odorato?» (Esposizione sul Salmo 130, 6). Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire.

– Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

  1. PRESBITERIO

S.Giovanni Paolo II affermava che il ministero ordinato ha una radicale «forma comunitaria» e può essere assolto solo come «un’opera collettiva»” (PDV 17). Papa Leone XIV, nel suo recente messaggio ai sacerdoti per la festa del sacro Cuore ci dice: “siate costruttori di unità e di pace!”.

Grati al Signore per le vocazioni sacerdotali e diaconali che ha donato e dona alla nostra Chiesa, siamo chiamati a metterle a frutto in un’esperienza pastorale sempre più condivisa, sia a livello dell’intero presbiterio diocesano, sia nei gruppi di preti, che nelle équipe pastorali che si vanno formando, in un territorio non più sempre coincidente con la singola parrocchia. Non ci nascondiamo fattori di crisi e disagio e vogliamo investire ancora in una formazione permanente di qualità, in gesti e tempi di vita fraterna che ci rendano più contenti di operare insieme nella vigna del Signore: segnalo in particolare i tempi di esercizi spirituali offerti in febbraio e la gita del presbiterio a Napoli in aprile.

Nei nostri incontri 4 incontri plenari approfondiremo, con l’aiuto dei proff. Assunta Steccanella e don Andrea Toniolo, della Facoltà Teologica del Triveneto, cosa significa essere oggi Chiesa estroversa e missionaria e le sue conseguenze sull’identità del prete nel nuovo contesto.

Con l’aiuto di tutti, cercheremo di assicurare una cura attenta dei sacerdoti nelle diverse fasce di età e nelle situazioni bisognose di ascolto e sostegno.

Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose! Nessuno potrà impedirvi di stare vicino alla gente, di condividere la vita, di camminare con gli ultimi, di servire i poveri. Nessuno potrà impedirvi di annunciare il Vangelo, ed è il Vangelo che siamo inviati a portare, perché è di questo che tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici.

– Papa Leone XIV ai Vescovi italiani, 17 giugno 2025

  1. CHIESA CREMONESE

In diversi momenti di questo anno giubilare abbiamo sperimentato quanto ci fa bene vivere la diocesanità! Che è un dato teologico e non meramente funzionale: siamo la Chiesa di Dio che è in Cremona (anche se alcuni abitano in altre province!). La bella storia della nostra Chiesa locale ci sospinge in un cammino di speranza, che ha bisogno di attualizzazione, e di periodiche verifiche ed aggiornamenti. Alla luce degli orientamenti sinodali italiani e della nostra esperienza, ricercheremo una migliore armonia tra gli organismi e gli uffici diocesani, valorizzando le sensibilità di tutte le vocazioni e componenti del popolo di Dio riunito intorno al ministero del Vescovo.

 

Il calendario diocesano

Alla luce di quanto fin qui espresso, presentiamo il calendario diocesano per il prossimo anno pastorale, in modo che tutti ne tengano conto nel pensare alle proprie realtà locali, di comunità religiose, di aggregazioni ecclesiali, ecc. Unità e pace cresceranno anche in base alla scelta di non mancare ai principali appuntamenti della Chiesa cremonese, che sono ben evidenziati oltre che sostenuti dalla tradizione.

Abbiamo cercato di non moltiplicare eccessivamente le chiamate, magari privilegiando percorsi di approfondimento e scegliendo diversi ritmi e collocazioni per alcune proposte. Meglio fare meno eventi ma più partecipati, quando si tratta di convocazioni dal forte valore simbolico. Ricordando sempre che la vita reale, la vita nascosta, la vita umile e provata è luogo di incarnazione del Signore e del Suo Regno, prima e più di ogni programmazione ecclesiale.

Concludo questa presentazione con l’invito a tutti ai momenti di inizio anno, che vivremo in tre luoghi dal forte valore identitario e spirituale:

  • Il pellegrinaggio giubilare diocesano a Caravaggio: domenica 21 settembre pomeriggio.
  • Il convegno pastorale diocesano sul tema dell’anno: sabato 27 settembre ore 9.30-17, nel Seminario di Cremona, con la guida della prof.sa Rosanna Virgili.
  • La concelebrazione per le ordinazioni diaconali: domenica 28 settembre ore 20.30 nella cattedrale di Cremona.

Con tanta gratitudine al Signore e a tutti i fratelli e sorelle con cui condivido i passi, faticosi e gioiosi, della Sua sequela, vi saluto e benedico, sempre con l’augurio della sera di Pasqua: “La pace sia con voi”, soffrendo per le guerre e le violenze, ma confidando nella grazia di Dio e nella libertà di chi sa metterla a frutto.

+Antonio, vescovo


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