Inaugurata a La Pace la nuova casa dell’associazione CondiVivere, per dare un futuro di autonomia alle persone con disabilità

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«Oggi non solo inauguriamo fisicamente una nuova sede: questo è il segno tangibile di un progetto che è partito due anni fa, grazie alla volontà di familiari caregiver, persone con disabilità e operatori. Questo incontro ha reso possibile l’attivazione di un percorso volto alla realizzazione di un progetto di vita autonomo, indipendente, con l’obiettivo dell’abitare». Ha aperto così il discorso inaugurale della nuova sede di CondiVivere la presidentessa Tiziana Cappiello, sorella di Alessia, utente della nuova struttura, e moglie di Marco, artigiano che si è speso infaticabilmente per la ristrutturazione dell’ambiente in cui sono ospitate le attività.

Nella mattinata di mercoledì 1° ottobre, alla presenza del vescovo Antonio Napoleoni e dell’assessora del Comune di Cremona Marina Della Giovanna, è stata inaugurata nel parco della Fondazione La Pace di via Massarotti la nuova sede dell’associazione CondiVivere, pensata e realizzata per rafforzare i progetti che già da tempo vedono coinvolti familiari, caregiver, operatori e persone con disabilità. Un impegno condiviso e congiunto per promuovere inclusione e nuove opportunità di vita.

Dopo la benedizione del vescovo, affiancato dal cappellano de La Pace don Luigi Mantia, e il taglio del nastro, con la possibilità di visitare la casa e di parlare con i volontari dell’associazione e gli operatori, la cerimonia si è spostata all’esterno.

«Qualcuno dirà che di iniziative come questa ce ne sono già – ha detto la Cappiello – ed è vero, ma noi vogliamo avere un ruolo più operativo, essere in trincea, ancora più indietro, dove la persona con disabilità comincia a dire al proprio familiare “Beh, però io voglio fare delle cose da solo, voglio uscire con i miei amici, voglio provare a fare un weekend con i miei amici”… una cosa che si chiama autonomia».

È questa la chiave di tutto. Le famiglie possono dare affetto, sostegno, cura, ma le persone con disabilità hanno diritto alla propria autonomia, a fare le proprie esperienze, ad avere amicizie, affetti e relazioni che non possono limitarsi all’ambito familiare. Indipendentemente dal livello che le singole persone possono raggiungere, l’autonomia è un obiettivo fondamentale, perfettamente descritto dal motto dell’associazione “coltiviamo autonomia, raccogliamo indipendenza”.

In pochi anni l’associazione CondiVivere ha già realizzato grandi progetti in questa direzione. Grazie alla generosità della famiglia che ha messo a disposizione una casa, è già nata la prima esperienza di cohousing che ha permesso ad Alessia Cappiello di convivere con le amiche conosciute in associazione. Ma questo è solo l’inizio. L’autonomia di cui hanno bisogno e diritto le persone con disabilità è un concetto molto più ampio.

A La Pace, che la presidentessa ha ringraziato per aver creduto nel progetto ambizioso di una giovane associazione, le ragazze e i ragazzi di CondiVivere trovano un ambiente aperto e inclusivo, che favorisce la costruzione di relazioni, lo sviluppo di competenze e la progettazione di un futuro più libero e condiviso.

«Siamo attenti a rendere protagonista la persona con disabilità – ha proseguito la presidentessa – ma ci preoccupiamo anche di accompagnare i suoi familiari. Io sono una familiare caregiver e quando la persona che accudisci ti dice “Sono pronta ad andare” è bellissimo, certo. Però da lì inizia tutta un’altra emozione. Come si fa? Chi lo farà al posto mio? Cos’è cos’è che farà da sola?».

La casa di CondiVivere a La Pace serve anche a questo, perché non solo i familiari delle persone con disabilità che si aprono a queste nuove esperienze devono essere rassicurate, ma devono anche essere aiutate a compiere un cambiamento enorme, che consiste nel lasciare andare e nel mettersi a fianco.

«È bellissimo – ha detto l’assessore Della Giovanna – vedere che si attivano dal basso, direttamente dalle persone interessate, dai giovani con disabilità e dai loro familiari ancora prima che dai dispositivi regionali. Perché è vero che la normativa ha finalmente aperto ai progetti di vita autonoma, indipendenti, individualizzati, ma è dal basso che si costruiscono nella maniera più spontanea ed efficace. Poi ovviamente le istituzioni sono lì, per sostenerli e per andare avanti».

Durante la cerimonia sono anche intervenuti familiari, operatori e utenti, cui ha fatto seguito il breve intervento di Giorgio Cabrini, gestore Terzo settore di Intesa Sanpaolo, che ha annunciato che «stiamo lavorando ad una raccolta fondi che prossimamente uscirà sulla sulla nostra piattaforma, alla quale si potrà contribuire per sostenere i progetti di CondiVivere».

Anche Arnaldo Ghisotti, presidente di Credito Padano, ha voluto testimoniare la sua soddisfazione: «Conosco bene La Pace, che ha una caratteristica di fondo: dare risposta a tante necessità diverse. Abbiamo una RSA che è un’eccellenza, abbiamo i mini appartamenti per creare un’autonomia e abbiamo anche un laboratorio, una palestra per chi questa autonomia se la deve costruire. Trovo che questo sia un progetto di grande originalità e valore».

In chiusura l’educatrice Luana Amato, responsabile della progettazione dell’associazione, ha spiegato alcune delle scelte fatte per la casa, tra le quali anche l’individuazione di alcuni particolari colori per la decorazione degli interni. «La nostra sede – ha detto – sarà un luogo di incontro per tutti, aperto alla comunità, dove svolgeremo attività, laboratori, momenti conviviali. Ringraziamo tantissimo la Fondazione La Pace e la direttrice Silvia Galli per l’accoglienza e la disponibilità, oltre ai volontari Ilenia, Cinzia, Marco, Domenico, Andrea, Mario e tantissimi altri».

Tra i ringraziamenti più sentiti quello a Marco, marito di Tiziana Cappiello, che «ha messo in secondo piano il suo lavoro, ha trascorso qui i sabati, domeniche, i suoi momenti liberi per contribuire concretamente alla ristrutturazione della sede», alla famiglia Rossini, con la quale è stata sottoscritta una convenzione che consente a CondiVivere di andare mensilmente alla fattoria Sole Terra a Gerre de’ Caprioli per svolgere attività e laboratori, così come al Piccolo caffè Torriani, che spesso ha ospitato momenti di incontri con i ragazzi mentre la nuova sede veniva allestita. Il ringraziamento è anche andato alla famiglia di Elisa Valsecchi, la giovane di Sospiro recentemente scomparsa in seguito a un malore, che ha sostenuto l’associazione indicendo una raccolta fondi in sua memoria.

Il primo lunedì di ogni mese la mattinata la sede sarà aperta per chiunque desideri visitare gli spazi e scoprire i progetti dell’associazione.

Prima di lasciare spazio al buffet e alla visita libera della sede, Silvia Galli ha concluso gli interventi ricordando che la «Fondazione La Pace è, per statuto e per volontà esplicita, aperta alle esigenze del territorio cittadino e della provincia. L’attenzione che abbiamo verso la nostra fragilità non esclude l’attenzione alle altre fragilità. Ciò che abbiamo visto oggi è un punto di partenza per creare autonomia per tutti».