Cattolici ribelli. Storie della Resistenza nel Mantovano: il 19 ottobre a Commessaggio la presentazione del libro di don Giovanni Telò
Nel pomeriggio di domenica 19 ottobre, alle 17, al Torrazzo di Commessaggio, sarà presentato il libro “Cattolici ribelli. Storie della Resistenza nel Mantovano (1943-1945)”, di don Giovanni Telò. Dialogherà con l’autore Paola Longari, dell’Anpi viadanese. L’evento è promosso dal Centro culturale “A passo d’uomo” di Sabbioneta insieme all’associazione culturale Il Torrazzo di Commessaggio, il Comune di Commessaggio e Anpi.
Con “meticolosità”, come scrive Frediano Sessi nella prefazione, e una narrazione coinvolgente, don Giovanni Telò ricostruisce i drammatici anni vissuti dalla diocesi di Mantova durante la Seconda guerra mondiale. Attraverso carte d’archivio, spesso inedite, emergono personaggi e avvenimenti poco noti, di grande interesse. Il vescovo Domenico Menna è su posizioni filofasciste, ma dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 un gruppo di preti partecipa alla Resistenza. A Mantova, il Comitato di Liberazione nazionale si costituisce il 7 luglio 1944 nella casa di don Costante Berselli, che pagherà con la deportazione nel Lager di Dachau la sua lotta per la libertà. Un buon numero di cristiani laici aderisce alla Resistenza nelle Fiamme verdi, formazioni di partigiani che i nazifascisti definiscono “ribelli”. Ricevono un forte impulso dal parroco di Bozzolo, don Primo Mazzolari, e a Gazoldo degli Ippoliti sono addirittura capitanate da un prete, don Emilio Donelli.
«Questo libro – spiegano gli organizzaoti – inizia a colmare un vuoto, si potrebbe definire cosmico: il contributo di una parte del Clero alla Resistenza. È importante riempire questo vuoto e questa ricerca di don Telò, appena pubblicata, nell’ 80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, persegue questo obiettivo. Così come è stato necessario, il 23 aprile di questo anno, porre 6 pietre d’inciampo per don Costante Berselli, Spartaco Spaggiari, Giovanni Ferraiolo, Luigi Boselli, Franco Finetti, Aldo Salvadori, tutti deportati nel campo di concentramento di Dachau, da cui solo i primi due fecero ritorno, per ricordare il gruppo che, nato dall’iniziativa di Felice Barbano, con una radio ricetrasmittente posta nella canonica della chiesa dei Ss. Gervasio e Protasio, aveva creato un collegamento radio con gli alleati».
La Resistenza è “di ogni tempo e di ogni luogo” perché “L’ uomo libero e consapevole è sempre un “resistente” qualunque siano i tempi e i regimi” (don Primo Mazzolari, 1955)