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Non abbiamo più nessuna voglia di ridere




Ridere, ginnastica per l’anima




“Le relazioni pericolose”, venerdì sera a Viadana incontro sul necleare

A quarant’anni di distanza dalle lotte antinucleari nella Bassa Viadanese contro l’installazione della centrale nucleare, tornano in campo i protagonisti di allora per fare il punto della situazione, aggiornandola all’attualità, di fronte all’ipotesi del nucleare come forma di energia e nell’attuale scenario mondiale, con le connessioni tra il nucleare e l’ambito militare.  Se ne parlerà la sera di venerdì 15 dicembre, alle 20.45, presso l’Auditorium “F.Gardinazzi” di Viadana (piazzetta Orefice).

L’evento è promosso da Tavola della Pace OglioPo, Comunità Laudato si’ Oglio Po e l’associazione “Noi Ambiente Salute” con l’adesione di Tavola della Pace e Pax Christi di Cremona, Crea futuro per le energie rinnovabili (alternative al Nucleare), Associazione Persona Ambiente di Casalmaggiore, Amici di Emmaus OdV, Lipu di Canneto sull’Oglio e Comitato antinucleare Cr-Mn-Re.

Interverranno Mario Agistinelli ed Elio Pagani. Agostinelli è ricercatore chimico-fisico presso ENEA, attuale presidente dell’Associazione “Laudato si’ – Un’Alleanza per il clima, la cura della Terra e la giustizia sociale” di cui è promotore dal 2015, portavoce del Contratto mondiale per l’energia e il clima, che ha pubblicato vari testi sulle energie rinnovabili. Pagani è presidente del Centro documentazione “Abbasso la guerra OdV” di Venegono (Va) e attivista di Pax Christi e del Forum Contro la Guerra, nonché esperto di riconversione industriale.

Nel corso della serata saranno proiettati alcune brevi video-testimonianze di attivisti antinucleari scomparsi negli ultimi anni e il video promozionale della mostra multimediale, interattiva e gratuita allestita dal Comitato nazionale Senzatomica a Brescia, inaugurata in occasione dell’annuale Festival della Pace e visitabile dal 24 novembre al 14 gennaio 2024.




Visitare luoghi belli in compagnia: prosegue il progetto “Anziani custodi di speranza” di Caritas Cremonese

Che sia a Cremona, a Casalmaggiore o a Vailate, cambiano le persone, ma non cambia il senso: visitare luoghi belli in compagnia, per sentirsi meno soli. Proseguono le iniziative del progetto “Anziani custodi di speranza” di Caritas Cremonese, supportato all’interno della co-progettazione tra Caritas Italiana e Intesa San Paolo con l’obiettivo di creare una rete solidale per la terza età sui territori diocesani. Accanto alle azioni di consegna domenicale dei pasti a domicilio nel periodo di Avvento e al raccordo con le assistenti familiari, sono entrate nel vivo le iniziative di animazione e aggregazione. 

In zona pastorale 3, ad esempio, è stato coinvolto il “Gruppo incontro” che fa riferimento alle parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto. Da alcuni anni il gruppo, composto da oltre una decina di anziani, guidati da don Vilmo Realini, si ritrova ogni mercoledì pomeriggio in oratorio per stare insieme, condividendo buone chiacchiere e qualche preghiera. All’interno del progetto “Anziani custodi di speranza”, il “Gruppo incontro” ha visitato il Museo Archeologico e il Museo del Violino di Cremona.

«Al Museo Archeologico – racconta una delle anziane coinvolte – una appassionata e preparatissima guida con le sue spiegazioni ci ha portato nella Cremona Romana e ha risposto alle nostre domande. Al Museo del Violino abbiamo apprezzato le meravigliose opere esposte dei nostri liutai così ben illustrate dalla guida: il tutto ci ha emozionato e affascinato».

Al termine delle due visite, gli anziani sono stati ospitati nella sede di Caritas Cremonese, in Casa dell’Accoglienza, per una merenda preceduta da una descrizione della Casa, una riflessione su vecchie e nuove povertà e una preghiera insieme.

«Grazie di cuore alla Caritas e ai nostri sacerdoti che per i prossimi mesi hanno già organizzato altre iniziative che ci offrono anche l’occasione di conoscere persone di altre parrocchie della città e di continuare il cammino iniziato e vissuto con grande entusiasmo da parte di tutti», il commento di un’altra signora del “Gruppo incontro”.

Grande entusiasmo anche a Casalmaggiore dove, in collaborazione con la Cooperativa Nazareth, il centro diurno della Casa di riposo Busi, il Centro sociale Primavera e alcune professoresse e studentesse del Polo Romani, alla presenza di don Claudio Rubagotti, si sono radunate oltre 45 persone anziane per un pomeriggio di cultura e di socializzazione. Hanno visitato in piccoli gruppi il Duomo di Santo Stefano, il Palazzo Abbaziale e la Biblioteca. Al termine, merenda in musica al Centro Primavera con il gruppo Los Caballeros.

Per Vailate la gita a Cremona con visita al Museo Diocesano, l’eroica salita al Torrazzo e la merenda insieme presso la Caritas diocesana è stata una delle iniziative di un percorso di gruppo che ha realizzato anche laboratori di decorazioni natalizie, tombolate, visite a mostre e iniziative locali, come l’esposizione di presepi e pomeriggi musicali. Tra le proposte anche il pranzo condiviso con ospite un esperto di vini e il “Caffè di compleanno”, un’occasione mensile per ritrovarsi e festeggiare le persone che compiono gli anni in quel mese. «Siamo tornati a Vailate soddisfatti – il commento di una partecipante dopo la trasferta a Cremona – con nel cuore tanta dolce serenità e un grazie al nostro Signore Gesù».

«I nonni e gli anziani sono il pane che alimenta le nostre vite, sono saggezza nascosta di un popolo, custodi di speranza»

ricorda Papa Francesco.

E proprio per questi “custodi di speranza” vengono realizzate queste iniziative: momenti di gioiosa serenità che alimentano l’interesse per la cultura e per il bello che apre mente e cuore e aiutano a coltivare relazioni buone per sentirsi ancora vivi e protagonisti di questo nostro mondo che ha ancora tanto bisogno della loro saggezza, della loro delicatezza, del loro prezioso contributo alla comunità.




Iniziato il grest a Salvador de Bahia: giochi, preghiera e gite sulle orme di Carlo Acutis

 

È tempo di Grest a Salvador de Bahia. È iniziata infatti l’annuale esperienza della colonia de ferie della parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, che giunge alla sua tredicesima edizione, sempre con grande partecipazione di ragazzi e giovani del quartiere, coinvolti dalle iniziative proposte da don Andrea Perego, suor Renata e Nilzete (la coordinatrice dei giovani animatori della parrocchia). Un’esperienza di incontro e relazione che animerà gli ambienti della parrocchia guidata dal parroco cremonese don Davide Ferretti e terminerà il 20 gennaio.

La mattina i più piccoli e il pomeriggio i più grandi, con l’aiuto di 30 animatori, divisi in 4 squadre circa 200 ragazzi si sfidano tra giochi, canti e danze… e come nel loro stile tanta gioia. Non mancheranno le gite, tanto attese e ancor più partecipate. Così come la proposta di momenti di preghiera e comunità.

Come ogni anno, si è scelto un personaggio da conoscere e approfondire durante le settimane della colonia. Quest’anno è il beato Carlo Acutis, il giovane studente milanese morto a soli 15 anni a causa di una forma di leucemia e riconosciuto beato da papa Francesco nell’ottobre del 2020.




Spazi e servizi per gli universitari. Presentata la Consulta degli studenti al taglio del nastro della nuova aula studio all’Informagiovani

 

Cremona percorre, con sempre maggior determinazione, la strada per diventare una città universitaria. Il Tavolo Allargato, che da tempo unisce Comune di Cremona, Fondazione Arvedi Buschini, le università e la Diocesi, ne è una lampante dimostrazione.

Un passo significativo, anche alla luce delle numerose personalità presenti, è stata l’inaugurazione della nuova aula studio. Nel pomeriggio di venerdì 12 dicembre, il sindaco Galimberti ha ringraziato “per la passione e la competenza” tutti coloro che hanno collaborato e voluto lo spazio ricavato negli ambienti dell’Informagiovani di Via Palestro 17. Con immutato entusiasmo ha concluso l’intervento lodando la presa di responsabilità degli studenti e lanciando un appello: “Cremona è una città universitaria, tanto è stato fatto ma tanto è ancora da fare”.

Come sottolineato dall’assessore Maura Ruggeri e poi dalla responsabile del Servizio Carmen Russo, l’aula è la risposta ad una richiesta nata dai giovani universitari all’interno del progetto, finanziato da Regione Lombardia e presentato dal Comune di Cremona insieme ad un’ampia rete di partner, Ci sto. Molteplici sono le azioni poste in essere e presentate al folto pubblico presente: da un raccordo tra la generazione Z e le imprese, ai podcast e videopodcast, dall’orientamento alle attività laboratoriali realizzate in collaborazione con il terzo settore.

Francesca, rappresentante della neonata Consulta Interuniversitaria, ha spiegato il processo di formazione del gruppo degli studenti per poi sottolineare: “Cremona è una bella città ma, per gli universitari, potrebbe fare ancora di più”. Ha chiuso l’intervento ringraziando per le molteplici possibilità fornite, in particolare per lo sportello di supporto psicologico, particolarmente prezioso in questo momento storico.

L’aula studio sarà aperta il sabato e la domenica, dalle 10 alle 17, a tutti gli studenti maggiorenni che si saranno prenotati attraverso il portale www.cremonauniversity.it. Negli ampi spazi, luogo di studio ma anche di socializzazione, saranno a disposizione 25 postazioni, la connessione wi-fi e un operatore di supporto.




Riapre a Cremona l’ambulatorio dell’Opera Pia “Casa della Divina Provvidenza”

L’ambulatorio Opera Pia “Casa della Divina Provvidenza” si prepara a riprendere la sua attività con la nuova inaugurazione in programma per sabato 13 gennaio 2024 alle ore 11.00 presso la sede in via Gerolamo da Cremona 39.

Per l’ambulatorio della Fondazione Opera Pia “Casa della Provvidenza” si tratta di una nuova partenza. Il servizio, infatti, era stato inaugurato a Cremona già nel 1998 ed è sorto grazie alla generosa azione di molti volontari cremonesi con lo scopo di offrire un’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. In particolare ha da sempre perseguito finalità di solidarietà sociale, con peculiare attenzione alla terza età.

I volontari (medici, infermieri professionali e crocerossine) si sono sempre presi cura della persona offrendo un servizio medico ed infermieristico con prestazioni gratuite, fino alla chiusura forzata avvenuta a causa di problemi organizzativi interni e alla incombente pandemia da Covid.

Ora però l’ambulatorio riprende il suo prezioso servizio sul territorio.

«Alla luce dell’attuale scenario socio-sanitario – spiegano dalla Fondazione Opera Pia “Casa della Provvidenza” – la condivisa riflessione tra i volontari ci ha portato a capire che, ancor di più ora, tale Opera debba rivolgersi ad accogliere le fatiche dei molti cittadini cremonesi, in particolare anziani, che vivono una condizione di solitudine e isolamento. Tale condizione li porta spesso ad essere smarriti circa la gestione della propria quotidianità di persone fragili che, assai frequentemente, vivono con difficoltà e senza adeguato supporto le incombenze e le necessità legate a vari problemi sanitari che devono affrontare».

Per questo nello studio infermieristico di via Gerolamo da Cremona sarà possibile sentirsi accolti competenti e disponibili per porsi in ascolto di ansie e difficoltà pratiche, trovare supporto per le prenotazioni di richieste di accertamenti diagnostici (esami ematici, esami strumentali, visite specialistiche, ritiro referti…), di attività terapeutiche ambulatoriali e di ricoveri ospedalieri. I volontari della Fondazione accoglieranno le necessità legate ad accertamenti diagnostici di base (controllo della PA, frequenza cardiaca, SPO2 e glicemia), all’esecuzione tamponi per ricerca di virus respiratori, alla attività di ginnastica dolce, informazione e Formazione di base in ambito sanitario e di corretta gestione della cura della propria persona.

Presidente della Fondazione è don Maurizio Lucini, responsabile diocesano della Pastorale della Salute; il direttore sanitario è il dott. Gianluigi Perati e Daniele Omodei è responsabile infermieristico, con un ruolo di coordinamento del team degli infermieri, tutti volontari.

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione è composto da due Consiglieri nominati dal Vescovo, don Maurizio Lucini e il commercialista Filippo Fedi; Marco Olzi come consigliere dall’Amministrazione Provinciale di Cremona; Margherita Oneta per l’Amministrazione Comunale di Cremona; Raimonda Filippone come Consigliere dalla Prefettura di Cremona.




Matteo Truffelli è il nuovo presidente della Fondazione Mazzolari: «Portiamo ai giovani il cuore di don Primo»

La Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo ha un nuovo presidente. Matteo Truffelli raccoglie il testimone dalla presidente uscente, Paola Bignardi, e inizia il suo incarico dopo la riunione di sabato 2 dicembre a Bozzolo del Consiglio di amministrazione dell’ente. Esce rinnovato il Consiglio di amministrazione della Fondazione Mazzolari. Il nuovo assetto prevede, oltre al presidente Matteo Truffelli, don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, Daniele Dall’Asta, rappresentante della parrocchia di Bozzolo, Simone Coroni, rappresentante della parrocchia di Cicognara, Massimo Passi, rappresentante della famiglia di don Mazzolari, don Giovanni Telò, don Umberto Zanaboni, Silvia Corbari e Marisa Rosa.

Classe 1970, Truffelli è un nome noto agli ambienti cattolici per essere stato dal 2014 al 2021 presidente nazionale dell’Azione Cattolica, oltre ad aver diretto l’Istituto per lo studio dei problemi politici e sociali Vittorio Bachelet. Laureato in Filosofia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Storia dell’Italia Contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre. Oggi è professore ordinario di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma e membro dell’Associazione italiana degli Storici delle dottrine politiche.

Presidente, con quali obiettivi e progetti inizia il suo mandato?

«Inizio nel segno della continuità, perseguendo quegli obiettivi che lo statuto della Fondazione don Mazzolari indica: conservare e custodire la memoria di don Primo. Intendo valorizzare la ricerca del don Primo storico al di là degli stereotipi positivi o negativi, riportando l’attenzione sulla figura reale. E poi, altro obiettivo della Fondazione, vorrei continuare a farlo conoscere come figura significativa che parla alla società del nostro tempo e alla Chiesa di oggi. Don Primo aveva e ha una grande capacità di sfidarci come credenti».

Parla a tutti, anche ai giovani?

«Vorrei proprio che quelle generazioni che non lo hanno conosciuto o non ne hanno sentito parlare dai familiari per questioni anagrafiche, lo conoscessero. A loro dobbiamo raccontare questa figura davvero appassionata».

Ha qualcosa in comune don Mazzolari con i giovani?

«Ha in comune una grande passione per la realtà. I giovani spesso appaiono disinteressati a quello a cui gli adulti vorrebbero che si ponesse attenzione. Ma in realtà si interessano di altro rispetto agli adulti, hanno prospettive diverse, ma quando prendono a cuore un problema sfoderano grande capacità creativa, di provocare, capacità di trasformare le cose. In comune con i giovani don Primo aveva la passione. Bisogna far avvicinare il cuore giovane di don Mazzolari con il cuore dei giovani».

Come fare per raggiungere queste generazioni? Sta pensando a progetti e strategie?

«Si può far conoscere don Mazzolari ai giovani attraverso altri giovani. Mi piacerebbe formare alcuni ragazzi sul territorio, ma anche in tutt’Italia, sulle parole, gli scritti, il pensiero di Mazzolari. Questo perché poi lo possano raccontare ai coetanei creando una sorta di conoscenza per contagio. Bisogna passare attraverso gli oratori ma anche l’associazionismo e le attività ordinarie della pastorale giovanile. Ha parlato di tanti temi come la pace, la giustizia, il creato, l’incontro con gli altri…»

E lei lo ha conosciuto da giovane?

«Ho incontrato don Mazzolari da bambino nei libri che giravano in casa mia. La Fondazione invece l’ho conosciuta una ventina di anni fa e da allora sono iniziate le collaborazioni, gli interventi ai convegni. Ho conosciuto lentamente molti di coloro che ci lavorano e fanno parte del Comitato scientifico».

E ne ha conosciuto talmente bene gli scritti da curane una edizione critica…

«Mi sono occupato del pensiero politico di don Mazzolari. Ho curato l’edizione critica degli scritti politici. Per Mazzolari la politica era il mestiere dell’uomo. Ciascuno doveva e deve assumersi la responsabilità del bene della società. La politica è vista come passione dell’umano per il proprio tempo. La politica è capacità poi di confronto con tutti. Confronto che non è remissione ma dialogo con tutte le posizioni, questione oggi particolarmente urgente».

Altri temi toccati da don Primo urgenti oggi?

«Il tema più che mai attuale della pace. Don Primo parla di ostinazione per la pace. Non dobbiamo arrenderci alla guerra. Poi il tema dell’altro che un tempo aveva altri connotati rispetto ad oggi. Gli ultimi – diceva il parroco di Bozzolo – sono coloro che sono messi ai margini. Società e Chiesa vanno ripensati a partire dagli ultimi, le persone che dovrebbero occupare i primi banchi delle nostre chiese. E non da ultima la passione per il Vangelo che va letto, raccontato, vissuto e condiviso».

La parola condivisione rimanda all’idea di sinodalità, di Sinodo…

«La Chiesa che sognava ed aveva iniziato a costruire don Primo Mazzolari era una Chiesa in ascolto di tutti, di chi sta dentro e chi sta fuori, di chi sta sulla soglia. Una Chiesa dove ciascuno cresce nella sua responsabilità».




Capodanno di preghiera per la pace al Santuario di Caravaggio

Un capodanno di preghiera e silenzio per la pace. È questa la proposta del Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio che nella notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, ospiterà la Veglia per la pace. Un momento aperto a tutti, proprio all’alba del nuovo anno, in comunione con Papa Francesco che ai cristiani e a tutti gli uomini e le donne chiede di pregare per il dono della pace, per la deposizione delle armi e la promozione del dialogo e della concordia tra i popoli.

La veglia di preghiera per la pace inizierà alle 23 del 31 dicembre per concludersi all’1.00 del 1° gennaio 2024.




Torna nel refettorio di San Pietro al Po la tradizionale mostra dei presepi

 

Lo scorso 9 dicembre è stata inaugurata la “Mostra di Presepi” nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po di via Cesari. Una tradizione che da 12 anni non manca di sancire l’inizio del periodo natalizio a Cremona, soprattutto grazie all’impegno che gli artisti e i modellisti mettono nella creazione dei loro diorami, proponendo così ai visitatori un’esposizione sempre nuova ed innovativa. 

Veterana dell’arte del presepe ed appassionata della sua storia, Anita Diana, presidentessa dell’associazione Amici del Presepe di Cremona, è la principale responsabile dell’esposizione, e grazie all’aiuto incrollabile del marito da oltre un decennio riesce a collezionare ogni anno presepi diversi da esporre. Un pellegrinaggio quello della mostra di presepi che nacque con un carattere itinerante; infatti nel corso delle varie edizioni diverse chiese hanno fatto da sfondo all’esposizione,, fino ad arrivare in sede stabile nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po, dove il parroco don Antonio Bandirali ha voluto che si tenesse ogni anno la mostra.

«Ogni anno i presepi sono diversi – spiega Anita Diana –. L’idea della mostra nasce dalla passione mia e di mio marito, quando abbiamo conosciuto l’associazione Amici del Presepe abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con altri appassionati e da lì è nata l’idea di mettere in mostra i capolavori di questi artisti». E ogni anno la proposta espositiva si fa sempre nuova, infatti «si fa scambio di diorami con gli altri membri lombardi dell’associazione, in questo modo ognuno ha la fortuna di mostrare il suo progetto nelle varie città della regione, e tutto viene fatto a titolo gratuito, quasi a dimostrare l’amore che ognuno mette nel proprio lavoro».

Un anno quello del 2023 molto importanti per i presepisti, racconta infatti la presidentessa Diana che «ricorre quest’anno l’ottocentesimo anniversario dalla creazione del primo presepe, realizzato da San Francesco d’Assisi nel 1323. Il Santo ha raccolto persone ed animali in una stalla, così da rappresentare il miracolo della natività, e oggi noi ripercorriamo le sue orme, più in piccolo, certo, ma con lo stesso spirito di allora».

I presepi esposti alla mostra non si limitano solamente a copie da ammirare singolarmente, perché la novità sta nel percorso che i diorami raccontano. Messi uno di fianco all’altro, i presepi raccontano la storia della vita di Cristo, partendo dall’Annunciazione, soffermandosi all’incontro di Maria con la cugina Elisabetta, arrivando come da tradizione alla nascita del Salvatore, e concludendo l’excursus storico e tematico mostrando momenti della vita familiare di Gesù, come quelli che vive nella bottega insieme a San Giuseppe mentre impara l’arte della falegnameria. 

Sono presenti anche esposizioni di natura più inusuale, non tradizionali rappresentazioni della mangiatoia col bue e l’asinello, ma interpretazioni che collocano la natività in altri ambiti e contesti riproponendo il messaggio del Vangelo, che in questi casi viene letto ed analizzato sotto punti di vista completamente diversi da quelli più abitudinari. Un esempio è il diorama dal titolo Non ho né razza né colore, ascoltate solo la mia voce, che mostra la nascita di un bambino portato in braccio dalla madre, ma non c’è nessuna mangiatoia, tantomeno i magi. Al loro posto son presenti sullo sfondo elefanti, giraffe e leoni, animali tipici della savana centroafricana, regioni da cui intere famiglie partono affrontando viaggi pericolosi verso la promessa di una vita migliore.

La “Mostra di Presepi” sarà visitabile fino al 7 gennaio, con possibilità di accesso al sabato, dalle 15 alle 18, e nei giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Le visite saranno possibili anche a Natale e Capodanno, dalle 15.30 alle 18. Una sezione della mostra è invece allestita nel Salone dei Decurioni del Palazzo comunale di Cremona ed è accessibile dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18.