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Università Cattolica, con il Dies academicus inaugurati i festeggiamenti per i 40 anni di presenza a Cremona

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Con il dies academicus celebrato nella mattinata di mercoledì 20 marzo presso il campus di Santa Monica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha ufficialmente aperto le celebrazioni del quarantesimo anniversario di presenza a Cremona.

La mattina di festa in via Bissolati è iniziata alle 10 con la Messa presieduta dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni nella cappella del campus, un momento di preghiera concelebrato da don Maurizio Compiani, assistente dell’Università Cattolica di Cremona, don Luca Ferrari, assistente del campus di Piacenza, padre Scaria Thuruthiyil e don Matteo Tolomelli.

«Il rischio di non avere futuro fa soffrire, spinge a chiudersi ulteriormente in se stessi – ha detto Napolioni nell’omelia – ma i giovani sono capaci di intuizioni radicali, di bellezza, di slancio, di dono, di amore, di poesia, di musica, dove la musica non è evasione, ma canto dell’anima». Rivolgendo un augurio agli studenti, il vescovo ha spiegato che «la possibilità di rimanere nella prova, nel tempo che cambia davanti alle sfide, in compagnia della Parola che ci libera, che genera la vera libertà, è la grande notizia che certi nostri attaccamenti miopi non riescono ad accogliere, ma che il cuore di un giovane può sempre accogliere, specie se incontrano maestri e testimoni dello stesso percorso di ricerca di vera libertà».

Dopo la celebrazione è stata scoperta la targa dedicata di ringraziamento alla Fondazione Arevedi Buscini che ha reso possibile il restauro e la nascita del campus Santa Monica, nel contesto di un più ampio progetto universitario per la città del Torrazzo. Presente insieme alla moglie Luciana Buschini il cav. Giovanni Arvedi: «Il futuro è qui – ha detto al termine della breve cerimonia – facciamo sì che questi ragazzi trasformino l’energia in materia. Non abbiate paura di andare avanti e accettate le sfide».

 

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Quindi in aula magna il magnifico rettore Franco Anelli ha tenuto il discorso introduttivo dell’anno accademico, nel quale ha in più occasioni ricordato la generosità di chi ha reso possibile la creazione di questo Campus all’avanguardia sia dal punto di vista architettonico sia per quanto riguarda la proposta curricolare dei corsi di formazione. Il magnifico rettore ha ripercorso i momenti che nel corso degli anni hanno reso l’Università Cattolica di Cremona una delle realtà protagoniste del panorama innovativo e culturale di Cremona, sottolineando che «la creazione di questo ateneo nasce da un bisogno antico di formazione, di istruzione e di condivisione delle conoscenze che già si segnalava alla fine dell’Ottocento». La Cattolica di Cremona emerge per competenze e per qualità, infatti «lo sforzo dell’ateneo prosegue intensamente: abbiamo potenziato l’offerta formativa con l’aggiunta di tre corsi di studio magistrale e un altro arriverà il prossimo ottobre. Lo scopo è quello di formare protagonisti competenti e autorevoli nel mondo del mercato moderno».

Dopo il saluto del sindaco Gianluca Galimberti, la mattina è proseguita con la prolusione del professor Lorenzo Morelli, professore di Microbiologia agraria sul tema “Studiare l’invisibile per la salute: dalla microflora al microbiota” e la lectio di Ettore Bologna dal titolo !Active and Healthy Aging: 40 anni di esperienza della Fondazione Ferrero”.

 

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Comunione e Liberazione, Paolo Siboni nuovo responsabile diocesano

Lo scorso gennaio gli aderenti alla fraternità di Comunione e Liberazione di Cremona hanno designato come nuovo responsabile diocesano Paolo Siboni: classe 1983, sposato con due figli, vive a Cremona dal 2009 e attualmente lavora come dirigente tra Piadena (CR) e Prevalle (BS).

La nomina, di durata triennale, è stata accolta con favore da monsignor Antonio Napolioni. Siboni succede all’avvocato Paolo Mirri che per molti anni, con passione e sempre in comunione con la Chiesa locale, ha guidato la comunità cremonese del movimento fondato da don Luigi Giussani.

«Mi auguro che questo cambiamento, nella ricorrenza dei 70 anni del movimento, sia occasione di conversione, letizia, unità e pace, non solo per noi, ma per il mondo intero», ha scritto Mirri.

“Mi auguro di diventare sempre di più figlio: solo così potrà accadere di ritrovarsi ad abbracciare tutto il bene che sempre si incontra sul cammino. Sono grato di come Paolo abbia vissuto in prima persona lo stupore per ciò che, accadendo tra noi, ci supera sempre, e ce lo abbia indicato. Domandiamo a Dio, che è fedele, di ravvivare sempre la nostra affezione per crescere insieme nella responsabilità e aiutarci a camminare verso di Lui. Il Papa ci ha raccomandato di avere cura della nostra unità: desiderandola, la chiederemo a Dio e saremo testimoni di come «essa sola, nella sequela ai pastori della Chiesa, potrà essere nel tempo custode della fecondità del carisma che lo Spirito Santo ha donato a don Giussani».  Con queste parole Siboni ha voluto salutare tutti gli amici di CL che vivono in diocesi di Cremona, mettendosi al servizio della Fraternità di CL e della Chiesa tutta.




Itinerario di arte e spiritualità, a Santa Monica presentata “Fragili rive” di Ettore Favini

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«Bisogna stare con gli occhi aperti e le orecchie tese per ascoltare il fiume, da sempre fonte di vita per il nostro territorio, ma anche per l’intero Paese». Con queste parole l’artista cremonese Ettore Favini racconta il significato della sua ultima opera, installata tra le aule del campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona, dove un tempo scorrevano le acque del Grande Fiume. Fragili rive, questo il nome dell’installazione, una scultura realizzata in cemento e sabbia, nata dall’abilità dell’artista e valorizzata grazie all’impegno di alcuni studenti della Cattolica che, in occasione della terza edizione del progetto Itinerario di arte e spiritualità, si sono interrogati su quali fossero i legami che uniscono il vivere in città con l’ambiente naturale delle campagne.

Alla presentazione, giovedì mattina nella sede cremonese dell’Ateneo, è intervenuto il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Insieme a lui l’autore dell’opera e la co-curatrice della mostra, Monica di Matteo, il preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti e Michela Valotti, docente del Dipartimento di Storia dell’arte, alla presenza anche del vescovo di Cremona.

 

L’iniziativa culturale

Eutopia – città, ambiente, comunità è il titolo che caratterizza l’edizione di quest’anno del progetto Itinerari di arte e spiritualità, ormai consolidato e da alcuni anni presente anche a Cremona. Un’idea che prende spunto dagli scritti dell’umanista inglese Tommaso Moro, che nelle sue opere parlava di una città ideale, solamente un’utopia. Nel titolo di questa manifestazione la «e» privativa di Eutopia dimostra come dall’idea si possa passare alla realizzazione del sogno, ammettendo che vivere in sintonia tra fratelli è davvero un futuro plausibile.

«Itinerario di Arte e Spiritualità – sottolinea il vescovo Giuliodori – è un’esperienza attuale e consapevole. Gli studenti hanno scelto un tema intrigante, un tema antico ma proiettato nel futuro. Le opere d’arte di quest’anno, infatti, si caratterizzano a partire da una convivenza tra le persone negli ambienti e nei luoghi, come le città, che possono essere ispirate da valori come la solidarietà, la fraternità, la stima reciproca e la collaborazione. Valori di cui abbiamo davvero bisogno».

 

L’opera d’arte

«Fragili Rive – spiega Ettore Favini, artista e creatore dell’opera – racconta di un fiume sofferente e debole: quello che vediamo è solamente una sindone del fiume, un calco delle sue sponde realizzato con la sua acqua e la sua sabbia. Le forme che il fiume crea con il suo flusso sono un racconto delle acque, flutti ricchi di storia e conoscenza, che vanno rispettati e ascoltati con attenzione».

Per realizzare l’opera è stata usata l’acqua del Po e la sua sabbia. «Ho aggiunto cemento e ossidi per conferire alla composizione il colore giallo della sabbia – racconta l’artista Ettore Favini –. Le forme dell’opera rappresentano le anse che il fiume crea lungo le sue sponde, in questo caso la sponda nord, quella cremonese».

E ancora: «Ciò che si vede è semplicemente quello che il cemento ha letto durante l’indurimento, avvenuto dopo che è stato messo nella sabbia del Po. Il fiume è come se fosse una corrente immobile, il tempo e lo spazio si condensano in un tutt’uno con l’acqua, le sponde e il cielo, creando così l’idea dell’infinito».

La decisione di creare Fragili rive è nata durante una secca, quando non si riusciva a vedere l’acqua, per immortalare con il cemento «la sofferenza del Po».




Deceduto don Pierluigi Pizzamiglio, venerdì alle 10 i funerali a Cristo Re

È deceduto nella mattinata di mercoledì 13 marzo all’hospice delle Ancelle della Carità, a Cremona, don Pierluigi Pizzamiglio, 79 anni. Alle spalle una lunga carriera nell’insegnamento in ambito scientifico e accademico all’Università Cattolica di Brescia e un intendo impegno in ambito missionario, con l’esperienza da “fidei donum” in Bangladesh e come direttore della sezione Asia-Oceania del CUM (Centro Unitario Missionario) di Verona.

La camera ardente è allestita presso la Fondazione La Pace, dove ha risieduto negli ultimi anni: nel pomeriggio di giovedì 14 marzo alle 17 ci sarà la recita del Rosario. I funerali, presieduti dal vescovo Antonio Napolioni, si terranno alle 10 di venerdì 15 febbraio a Cremona, nella chiesa parrocchiale di Cristo Re, sua parrocchia d’origine e dove risiedeva.

Don Pizzamiglio nasce a Cremona il 26 maggio del 1945. Originario della parrocchia di San Sigismondo, con la famiglia si trasferisce presto nella parrocchia di Cristo Re, dove celebra la sua Prima Messa all’indomani dell’ordinazione sacerdotale del 28 giugno 1969: è il primo sacerdote della giovane comunità sorta nel quartiere Po.

Prete novello, desideroso di iniziare la sua attività pastorale in parrocchia, viene invece inviato dal vescovo Danio Bolognini a Bologna per proseguire gli studi presso la Facoltà di Fisica. Inizia così il proprio ministero sacerdotale a Bologna, e poi a Parma, dove ha modo di frequentare preti e laici di notevole levatura, sia nel Collegio Missionario Internazionale Giovanni XXIII sia nelle parrocchie urbane di S. Croce e di S. Leonardo, soprattutto in località Case Nuove.

Rientrato in diocesi nel 1974, è scelto come vicario proprio della sua Cristo Re, sotto la guida del parroco don Aldo Cozzani.

Insegnante di Matematica per una decina d’anni nel Seminario diocesano, dal 1981 al 1989 è docente di Storia delle Matematiche e Introduzione alla Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Anni di insegnamento nei quali tanto si spende per dimostrare, anche a studenti e colleghi, che scienza e fede non sono antitetiche. Oltre 300 le sue pubblicazioni e una quindicina i libri.

In questi anni è anche cappellano del Collegio della Beata Vergine e del Movimento Apostolico Ciechi, seguendo poi il Gruppo Missionario a livello diocesano. Qui nasce il lui il desiderio di partire come “Fidei donum”. Su suggerimento del vescovo Enrico Assi, anche a fronte delle partenze di altri confratelli per l’America Latina, la sua attenzione si rivolge all’Asia, favorita anche dalla sua conoscenza della lingua inglese. Così dal 1989 al 1993 è in Bangladesh, con l’incarico di insegnante di Filosofia e Teologia presso il Seminario Nazionale Maggiore e svolgendo nello stesso tempo il suo servizio pastorale a Dhaka, nella parrocchia urbana di S. Cristina dove operava i padri del Pime, il Pontificio Italiano Missioni Estere.

Richiamato in diocesi dal vescovo Giulio Nicolini, riprende l’insegnamento all’Università di Brescia (dal 1994 al 2013), dove dirige la Biblioteca di Storia delle Scienze “C. Viganò” e il Museo scientifico storico-didattico “A. Zammarchi”. Inoltre, per “La Scuola Editrice” è per cinque anni direttore della rivista “Didattica delle Scienze e Informatica nella Scuola”.

Nel frattempo ricopre anche l’incarico di direttore della Sezione Asia-Oceania del CUM (Centro Unitario Missionario) di Verona, che si occupa della preparazione dei “fidei donum” per quei continenti. Per alcuni anni, inoltre, nel periodo di vacanza dell’Università, si reca all’estero per tenere corsi teologici nei Seminari di alcuni Paesi asiatici, come la Cambogia e la Birmania.

Lasciato l’insegnamento si ritira presso la sua parrocchia d’origine, Cristo Re, dove collabora per le necessità pastorali della comunità. Successivamente il trasferimento presso la Fondazione La Pace di via Massarotti, fino al peggiorarsi delle sue condizione che l’hanno costretto a un ricovero in ospedale e al trasferimento in altre strutture.




“Chiacchiere in cortile” la sera del 9 marzo all’oratorio di Persico

Sabato 9 marzo, alle 19.30 presso la sala dell’oratorio di Persico, in piazza Mons. Avosani, si svolgerà la quarta tappa di “Chiacchiere in cortile”, un’occasione di incontro e confronto nata in seno al desiderio di due famiglie di vivere in comunità tra di loro secondo lo stile delle comunità dell’Associazione Mondo di Comunità e Famiglia.

“Chiacchiere in cortile”, evento gratuito proposto dalla neonata associazione Casa di Persico APS insieme a Mondo di Comunità e Famiglia APS, prevede sempre un momento conviviale all’inizio e successivamente l’ascolto di un testimone privilegiato con cui confrontarsi.

Per quanto riguarda il momento conviviale, un tratto distintivo di tutte le serate è l’invito alle persone di venire alla cena portando qualcosa da mangiare da condividere insieme al proprio piatto e bicchiere, per non impattare sull’ambiente con altri rifiuti.

L’intervento protagonista della serata racconterà una proposta di comunità particolare, quella vissuta da molti anni dai coniugi Giusi Amore e Tullio Manca che appartengono, con la loro numerosa famiglia allargata e aperta al mondo, all’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, nel centro di Parma.




Gli auguri a Francesco nell’11° anniversario dell’elezione al Soglio pontificio

“Buonasera, gioia, Vangelo, misericordia, amore, famiglia, giovani, fratellanza, Creato, riforma, Chiesa”: sono le “undici parole con cui vogliamo rileggere i suoi undici anni di pontificato e rivolgerle gli auguri delle Chiese in Italia”. È quanto si legge nel messaggio di auguri della Presidenza della Cei al Santo Padre in occasione dell’undicesimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio.

“Buonasera – spiega il messaggio – è il primo saluto rivolto al mondo intero, segno di immediatezza e familiarità. Gioia è invito costante a testimoniare con il sorriso la radicalità della fede. Vangelo è incontro, ancora oggi e sempre, con il Signore che si dona. Misericordia è esperienza continua del perdono di Dio. Amore è il punto di congiunzione del nostro rapporto con Dio e con gli altri. Famiglia è il luogo dove s’impara ad amare e a uscire da sé stessi. Giovani: non una categoria, ma il presente della nostra storia. Fratellanza è la via da seguire per un futuro di pace e convivenza. Creato è la nostra Casa comune da salvaguardare contro le logiche predatorie. Riforma è la conversione missionaria cui siamo tutti chiamati. Chiesa è la comunità dei discepoli missionari che vivono il Vangelo”.

La Presidenza della Cei evidenzia: “Beatissimo Padre, ogni anniversario è occasione preziosa per testimoniare l’affetto verso le persone care, ma anche il momento in cui esprimere la propria gratitudine per i doni ricevuti nel tempo. Nel fare memoria di quel 13 marzo 2013 rinnoviamo dunque l’impegno ad annunciare il Vangelo in questa nostra storia. Siamo convinti che questo sia il regalo più bello che possiamo donarle: Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo!”.

I vescovi italiani assicurano: “Vogliamo essere, con la sua paterna guida, sempre più una Chiesa sinodale che cammina ‘in compagnia del Risorto, preoccupata non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale’”. Il messaggio della Presidenza della Cei si conclude così: “RinnovandoLe la gioia della nostra disponibilità, Le assicuriamo la preghiera delle Chiese che sono in Italia. Auguri, Santità”.

Gigliola Alfaro (AgenSir)




Il Vescovo in visita nelle comunità di Soncino e Casaletto

Al via nella serata di giovedì 29 febbraio, alle 20.30, con una preghiera in San Giacomo con i collaboratori e i volontari della parrocchia, la visita pastorale del vescovo Antonio alle parrocchia di Soncino e Isengo, insieme anche a quelle di di Casaletto di Sopra e di Melotta.

Una realtà importante quella soncinese, formata dalle parrocchie di Santa Maria Assunta e San Giacomo apostolo (Pieve), dalla quella di San Pietro apostolo e quella della piccola frazione di Isengo intitolata a San Bartolomeo apostolo. «Proprietà – spiega il parroco don Giuseppe Nevi – la parrocchia ne ha in abbondanza, dalle chiese alla scuola materna e all’oratori. Ciò, dal punto di vista amministrativo, richiede parecchio impegno. A proposito di immobili, in questi anni abbiamo sistemato tante cose. Il prossimo obiettivo è la ristrutturazione dell’oratorio che ha bisogno di spazi. Proprio perché si tratta di un ex monastero, fondato dalla beata Stefana Quinzani, gli spazi a disposizione sono abbastanza piccoli per le esigenze odierne. C’è anche un teatro dismesso che vorremmo sistemare, ma il desiderio è di realizzare anche un nuovo salone. Non è un caso che l’oratorio risenta parecchio, in inverno, di questa situazione. Diciamo che in primavera, con la possibilità di sfruttare l’area all’aperto, rinasce quanto ad attività».

Dal punto di vista religioso anche Soncino – che può contare sulla presenza di un vicario parrocchiale, don Gabriele Barbieri – non è immune dal calo di presenze che ovunque gli eventi liturgici fanno registrare, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19. «Abbiamo puntato molto – continua don Nevi – sulla liturgia, intesa come riscoperta dell’incontro domenicale, e anche feriale per certi aspetti, che è sempre preparata nei particolari così come curiamo il canto, affidato a una piccola schola cantorum». «Purtroppo c’è l’assenza totale, domenicale, non solo di adolescenti e giovani, ma anche dalle fasce d’età che arrivano ai 45-50 anni. Proprio per questo, dopo la visita pastorale sarà conferito un mandato ai missionari Passionisti per tenere una serie di incontri e di visite alle famiglie nel tentativo di riavvicinarle alla liturgia. L’appuntamento sarà dal 10 al 24 marzo prossimi. Il loro mandato continuerà anche il prossimo anno, puntando sulle giovani famiglie per concludersi poi con una missione popolare rivolta a tutti i parrocchiani».

Quanto al programma della visita pastorale, sia la giornata di venerdì che quella di sabato saranno fitte di appuntamenti per il vescovo, che concluderà ufficialmente la sua presenza a Soncino domenica mattina, con la messa solenne delle 11 nella chiesa della Pieve trasmessa in diretta tv su Cremona1 e i canali web e social della Diocesi.

Venerdì 1 marzo Napolioni inizierà la giornata incontrando i bambini dell’asilo Santa Cerioli (alle 9) e proseguirà con la visita ad alcune realtà lavorative del borgo (che avrà una coda martedì 5 marzo con la visita alla Cieffe Milano). Alle 12.30 incontrerà ragazzi e docenti del Cfp della cooperativa InChiostro, mentre alle 15 sarà all’asilo San Martino. A seguire, presiederà nella chiesa di San Giacomo la Via crucis con i bambini e i ragazzi della catechesi e poi incontrerà, alle 17,30 i bambini della scuola dell’infanzia in oratorio.

Sabato il vescovo celebrerà la Messa alle 9 a Isengo, dopodiché sarà alla Fondazione Soncino Onlus e, alle 11.30 nella sala consiliare del Municipio per l’incontro con gli amministratori comunali. Nel pomeriggio, alle 18.30 in oratorio guiderà la preghiera con i ragazzi delle scuole superiori e il conferimento del mandato ai missionari della missione adolescenti. In serata, alle 20.30, ancora in oratorio, incontrerà i genitori dei ragazzi delle scuole superiori.

Ma la visita pastorale toccherà anche le parrocchie di Casaletto di Sopra e di Melotta. Qui il vescovo vivrà sabato pomeriggio, alle 15.30, nella sala Fantasy di Casaletto di Sopra, un incontro coi parrocchiani, cui farà seguito la celebrazione della Messa alle 17 in chiesa parrocchiale. «Siamo una comunità piccola – afferma don Massimo Cortellazzi, che dopo essere stato collaboratore parrocchiale, da settembre è diventato parroco insieme a anche Romanengo –. Sommando Casaletto e Melotta arriva forse a 600 abitanti, alcuni dei quali non originari del posto. La visita del nostro vescovo, per noi figura essenziale e punto di riferimento, è un evento che ci siamo preparati a celebrare degnamente».




#cosebelle, da Caritas Cremonese tante proposte per valorizzare l’estate

La Caritas diocesana di Cremona organizza e coordina diverse iniziative estive per ragazzi e ragazze all’insegna del progetto #cosebelle, l’insieme delle offerte di volontariato proposte da diversi realtà della Diocesi nell’ottica di una crescita personale e spirituale. Un elenco di numerose esperienze significative per destinatari e preferenze personali, per le quali è stato richiesto un contributo alla Caritas italiana tramite i progetti CEI 8xMille, e trovare così l’opportunità più adatta nel mettersi al servizio di realtà di sostegno o cura delle persone. Dopo Pasqua usciranno poi ulteriori proposte per quanti desiderano fare servizio individualmente nelle opere segno di Caritas Cremonese. 

Nel mese di luglio, dal 13 al 21, c’è l’opportunità di svolgere servizio di supporto agli operatori professionali dell’ostello di Termini a Roma: la proposta è rivolta a quanti hanno già compiuto i 16 anni. I posti sono limitati e le iscrizioni chiuderanno il 10 marzo. «La struttura ha tantissimi accessi e richiede parecchio lavoro di assistenza», spiega Andrea Cariani, referente Caritas per le proposte estive. I partecipanti si dedicheranno alla sistemazione e pulizia del refettorio, all’accoglienza e anche all’organizzazione e alla distribuzione dei pasti. «L’alloggio sarebbe da recuperare in autonomia; come Caritas abbiamo trovato la sistemazione a mezz’oretta di distanza. Se c’è qualche gruppo parrocchiale di adolescenti interessato, come Caritas Cremonese accompagniamo anche nel cammino formativo e di preparazione prima della partenza», precisa Cariani.

Il secondo pacchetto di proposte della Caritas per l’estate si sviluppa invece sulla rotta dei Balcani, tra Trieste e la Serbia, per porre l’attenzione su un argomento delicato quale è la migrazione di persone verso l’Europa e sperimentare il volontariato in case d’accoglienza. Una serie di proposte organizzate insieme all’associazione Drum Bun, che da circa vent’anni ha esperienza di servizio, ascolto e animazione delle comunità locali in Romania e Albania, continuata nel tempo con importanti risultati e di ricambio generazionale nei territori. «Nonostante le partenze mancate durante il Covid si è cercato di valorizzare e dare uno spazio di crescita per i giovani – racconta Cariani – e di promozione delle realtà locali e dei loro diritti. La collaborazione con noi è forte per l’intensità delle finalità reciproche».

Dal 20 al 27 luglio, insieme a Caritas Trieste, si offre per le famiglie la possibilità di aiutare i professionisti a gestire in lodo la casa di accoglienza per donne fragili con figli. Non solo. «A Trieste si è sviluppato l’interesse sulle strutture di ricezione di migranti e senza fissa dimora, alcune sul confine altre in città, perciò abbiamo declinato l’esperienza di servizio a livello personale dal 27 luglio al 7 agosto» spiega ancora il referente Caritas. Le iscrizioni scadono entro il 10 marzo e possono parteciparvi i giovani dai 18 anni. «L’esperienza che proporremo sarà la conoscenza di questi luoghi e le azioni di relazione, cura del guardaroba e mensa degli ospiti; sarà prevista anche una breve formazione itinerante insieme agli operatori della struttura». 

Dal 2 al 10 agosto, invece, è previsto il viaggio all’estero in Serbia, nell’esperienza di incontro, relazione, servizio e animazione della comunità locale. La proposta, organizzata insieme a Drum Bun con Caritas Bergamo, si tratta di una novità. «Vorremmo costruire un’esperienza che veda sia l’incontro con i migranti – perché interessata dalle rotte balcaniche dei profughi in cammino – e su una delle comunità locali che lavorano sul territorio», afferma Cariani.

C’è infine anche uno sguardo alternativo su Cremona: dal 19 al 25 agosto, per i gruppi parrocchiali giovanili, si trascorrerà un breve periodo residenziale da progettare insieme e si andrà alla scoperta dei servizi caritativi quali associazioni o cooperative sociali. Una prospettiva unica di vedere Cremona e le sue realtà più a contatto con le esigenze della popolazione più bisognose ed entrare in relazione con esse. «L’invito è aperto anche a gruppi di persone fuori dalla città o anche fuori dalla diocesi di Cremona desiderose, comunque, di vivere giornate insolite e in un territorio nuovo» conclude il referente. Le adesioni scadono entro il 17 maggio. 

Al termine di ognuna di queste esperienze sarà poi previsto un percorso di rielaborazione delle giornate vissute, dal quale ogni partecipante potrà ritrovare ulteriori significati di riflessione per capire la distinzione volontariato, servizio e carità, oltre a mettersi in relazione e ascolto con coloro che frequentano questi ambienti.

 

#Cosebelle, tante proposte per vivere al meglio l’estate 2024




Rivolta d’Adda, il 17 marzo nella parrocchiale la prima della Cantata per sant’Alberto Quadrelli

Una prima esecuzione assoluta in onore di sant’Alberto Quadrelli, vissuto nel XII secolo, prima parroco di Rivolta, di cui è patrono, poi vescovo di Lodi. Si terrà domenica 17 marzo, alle 21, nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, la Cantata per soli, coro ed orchestra dal titolo “Riparatore di brecce, sarai chiamato”, composta dal maestro cremonese Fulvio Rampi su testo curato da monsignor Dennis Feudatari, parroco di Rivolta d’Adda. Si tratta di un’opera appositamente commissionata dalla Parrocchia in occasione delle celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli, che ne esalta le virtù attingendo alle Sacre Scritture e alla liturgia. La presentazione alla stampa è avvenuta martedì 5 marzo nella sala Giunta del Comune.

«Proseguono le celebrazioni per l’850° anniversario della salita al cielo di aant’Alberto che sono iniziate lo scorso anno – ha detto la vicesindaco Marianna Patrini – e che si concluderanno all’inizio di luglio. Questo coinvolgimento attorno al programma evidenzia l’importanza che Rivolta vuole restituire al suo patrono».

Diocesi di Cremona, Comune e Consulta della cultura di Rivolta d’Adda patrocinano l’evento.

«Con l’aiuto del maestro Ivan Losio (musicista, direttore di coro e presidente della Consulta comunale della cultura), il coinvolgimento in precedenza dell’ex vicario don Michele Martinelli e in parte dell’attuale vicario don Francesco Gandioli – ha spiegato mons. Dennis Feudatari – continuiamo con le attività culturali pensate per l’850° dalla nascita al cielo di sant’Alberto aprendo quelle di quest’anno con la musica (com’era stato anche nel 2023) della Cantata che ho commissionato al maestro Rampi». E prosegue: «Per la sera del 19 maggio abbiamo invece in previsione una conferenza in oratorio, dal titolo “Dal simbolico al narrativo, dal mistero contemplato al mistero narrato. Passaggi teologici, liturgici ed artistici fra X e XII secolo” con don Luca Girello, docente di Patristica presso la facoltà teologica di Lugano, in veste di relatore. Concluderanno il programma le celebrazioni liturgiche che seguiranno un apposito calendario dal 3 all’8 luglio. In quest’ambito, la sera del 4 luglio, alle 21, in basilica, il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti celebrerà la Messa solenne».

Sulla Cantata si è soffermato Ivan Losio precisando che i solisti saranno un tenore, un soprano e un basso, mentre la parte corale sarà a cura di un coro favorito di sei cantori e di un coro formato da una sessantina di elementi appartenenti alle formazioni “Sicardo” di Cremona e “Santa Cecilia” di Concorezzo. In totale saranno quarantacinque i brani proposti, fra parti corali, recitative, arie solistiche e intermezzi strumentali. Dirigerà lo stesso Fulvio Rampi.

Per il sindaco del borgo rivierasco Giovanni Sgroi «Questa è una grandissima dimostrazione di una comunità capace d’integrare chiesa, amministrazione e cultura attorno ad un evento storicamente importante, ricamato da un’opera alla prima esecuzione in assoluto».




«Siamo piccoli, ma con tanta voglia di futuro». Le parrocchie di Malagnino si preparano ad accogliere il Vescovo

La presenza del Vescovo come punto di partenza per (ri)creare un senso di comunità ecclesiale e civile. Questo è l’auspicio con il quale don Paolo Fusar Imperatore, parroco dell’Unità Pastorale di Malagnino, presenta il programma della Visita Pastorale di monsignor Antonio Napolioni che dal 15 al 17 marzo incontrerà le parrocchie di San Michele Sette Pozzi e di San Giacomo Lovara. «La nostra è una realtà molto piccola, giovane sia come comune sia come parrocchia, eppure con possibilità da scoprire» racconta don Paolo.

Il sacerdote, arrivato nel settembre del 2022, ha sottolineato come questi tre giorni in compagnia del vescovo saranno utili per conoscere meglio la realtà e le sue potenzialità. «All’interno della parrocchia c’è tanta cultura ma anche tante isole; essendo paese da neanche 25 anni c’è uno sforzo comune di provare a renderlo vivo e abitabile e non un semplice “dormitorio”» spiega il parroco. La vicinanza di Cremona influisce sulle relazioni che ci sono tra gli abitanti e sulle loro scelte di vita, «perché comunque ci sono persone che escono la mattina e tornano la sera e non hanno tempo di vivere effettivamente la comunità». 

La sfida, dunque, è provare a far emergere quale potrebbe essere la direzione che il paese potrebbe prendere per il proprio futuro e dare risalto alle sue qualità e sondare le potenzialità di aggregazione. «L’incontro con tutte le associazioni del paese sarà appunto l’occasione di creare una rete di collegamento reciproco e cercare una spinta alla collaborazione anche grazie al vescovo» ha detto don Paolo. I segnali sembrano essere positivi. «La macchina organizzativa si sta muovendo in maniera frenetica; si vede la voglia e la gioia di questo momento negli sforzi che si stanno facendo per preparare tutto al meglio» afferma il parroco.

Un passaggio ripreso anche nella lettera di don Paolo nella presentazione della visita pastorale: «Così andremo avanti più speditamente, consapevoli dell’esperienza vissuta e dell’Altro che resta, diverso dalle solite cose che accompagnano la routine della nostra vita, da accogliere, da custodire, capace di cambiarci il cuore e non soltanto la superficie».

Il vescovo sarà a Malagnino venerdì 15 dalle 15.30, con la partecipazione alla Via Crucis e alla Santa Messa. A seguire, a San Michele, il vespro e condivisione della Parola insieme ai membri del Consiglio Pastorale, i catechisti e tutti i collaboratori parrocchiali. Alla sera, infine, al Centro Ricreativo, l’atteso incontro con le associazioni del territorio. Sabato 16, di nuovo a Malagnino, al mattino monsignor Napolioni incontrerà l’amministrazione comunale e poi tutti i ragazzi del catechismo. Nel pomeriggio farà visita agli ammalati e celebrerà la Messa al Centro Parrocchiale alle 18.30. In serata, invece, cena con adolescenti e giovani e il successivo incontro con i rispettivi genitori. Domenica 17, alle 11 a San Giacomo, la Santa Messa di Chiusura della Visita Pastorale presieduta dal vescovo nella chiesa di San Giacomo Lovara e trasmessa in streaming sui canali ufficiali diocesani (diocesidicremona.it, Youtube e Facebook) e in diretta televisiva su Cremona 1.