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Gmg, il Papa alla cerimonia di accoglienza: «Non siete qui per caso. Siamo chiamati perché amati»

«Non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati per nome, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni». È il saluto del Papa alla folla immensa dei giovani che si è radunata nel tardo pomeriggio di giovedì 3 agosto nel Parque Eduardo VII, per il primo abbraccio con Francesco e l’inizio ufficiale della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, la quarta nel pontificato di Bergoglio, la prima dopo la pandemia da Covid-19.

Fin dalle prime ore del pomeriggio i giovani arrivati a Lisbona da ogni parte del mondo sono confluiti nel verde Parque Eduardo VII, teatro del primo incontro ufficiale dei giovani della Gmg con il Papa. Tra bandiere e cori, i giovani hanno atteso pazientemente in fila per entrare nell’area solo dopo il controllo sicurezza ai check-in. Papa Francesco ha utilizzato la papamobile per la prima volta in questa visita in Portogallo e ha salutato i pellegrini nei settori a loro riservati in Colina do Encontro, ma anche tutte le persone che sono venute qui lungo l’Avenida da Libertà per vederlo.

Un programma di musica e intrattenimento ha animato l’attesa, grazie ai membri di “Ensemble23”, un gruppo di 50 giovani di 21 nazionalità diverse. L’accompagnamento musicale è stato garantito, invece, dal coro e dall’orchestra della Giornata mondiale della gioventù 2023, composta da 210 cantanti e 100 musicisti provenienti da tutte le diocesi del Portogallo.

 

Siamo chiamati perché amati

«Nessuno è cristiano per caso, tutti siamo stati chiamati col nostro nome», ha detto Francesco: «Al principio della trama della vita, prima dei talenti che abbiamo, delle ombre e delle ferite che portiamo dentro, siamo chiamati», ha spiegato il Papa: «Chiamati perché amati. Agli occhi di Dio siamo figli preziosi, che egli ogni giorno chiama per abbracciare e incoraggiare; per fare di ciascuno di noi un capolavoro unico e originale, la cui bellezza riusciamo solo a intravedere».

«In questa Giornata mondiale della gioventù – ha detto ancora il Pontefice – aiutiamoci a riconoscere questa realtà essenziale», con l’invito di Francesco: «siano questi giorni echi vibranti della chiamata d’amore di Dio, perché siamo preziosi ai suoi occhi, nonostante quello che a volte vedono i nostri occhi, annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni. Siano giorni in cui il tuo nome, attraverso fratelli e sorelle di tante lingue e nazioni che lo pronunciano con amicizia, risuoni come una notizia unica nella storia, perché unico è il palpito di Dio per te. Siano giorni in cui fissare nel cuore che siamo amati così come siamo. Questo è il punto di partenza della Gmg, ma soprattutto della vita».

 

Quanti lupi si nascondono nelle illusioni del virtuale

«Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, bolle di sapone, cose superflue, cose che non servono e che lasciano il vuoto dentro». Non usa mezze misure, il Papa, con il popolo giovane che si è dato appuntamento a Lisbona.

«Se Dio ti chiama per nome significa che per Lui non sei un numero, ma un volto», spiega Francesco dal Parque Eduardo VVII rivolgendosi idealmente ad ogni singolo giovane: «Vorrei farti notare una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato». «Gesù no: lui ha fiducia in te, per lui tu conti», garantisce il Papa: «E allora noi, sua Chiesa, siamo la comunità dei chiamati: non dei migliori – no, assolutamente no – ma dei chiamati, così come siamo, con i problemi che abbiamo, con i limiti che abbiano, con la nostra gioia che trabocca, con la nostra voglia di essere migliori. Siamo la comunità dei fratelli e delle sorelle di Gesù, figli e figlie dello stesso Padre».

 

Nella Chiesa c’è posto per tutti, anche per chi sbaglia

«Nella Chiesa c’è posto per tutti». È l’appello del Papa ai giovani, che per natura sono «allergici alle falsità e alle parole vuote». «La Chiesa è, e dev’essere sempre di più, quella casa dove risuona l’eco della chiamata per nome che Dio rivolge ad ognuno», spiega Francesco. E ancora: «Il Signore non punta il dito, ma allarga le braccia: ce lo mostra Gesù in croce. Lui non chiude la porta, ma invita a entrare; non tiene a distanza, ma accoglie. In questi giorni inoltriamo il suo messaggio d’amore: “Dio ti ama, Dio ti chiama”».

 

Fare domande è meglio che dare risposte. Dio ci ama così come siamo

«Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta inquieto e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima». Ne è convinto il Papa, che dal Parque Enrique VII ha accorciato il suo discorso concludendolo con parole a braccio. «Dio ci ama così come siamo, con i difetti che abbiamo, con i limiti che abbiamo e con le voglie che abbiamo nella vita», ha annunciato Francesco: «Dio è padre, è un padre che ci vuole bene. E abbiamo anche una Madre che ci aiuta». «Non abbiate paura, abbiate coraggio, andate avanti, sapendo che siamo coinvolti tutti in questo amore di Dio», ha concluso ancora a braccio, ricordando che «Dio, quando chiama, ci sorprende, è il Dio delle sorprese».

 




L’acqua tra uso e abuso. Dialogo su un bene prezioso con Università, Padania Acque e Dunas

Sabato 23 settembre, alle 16, presso l’auditorium delle Acli di Cremona, si è svolto uno degli incontri promossi sul territorio diocesano nel contesto del Tempo del Creato dal titolo “Uso e abuso dell’acqua”.

Il pomeriggio è stato introdotto da Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, che ha inquadrato l’evento all’interno di un insieme di appuntamenti iniziati il primo settembre e che si concluderanno l’8 ottobre e dal tema: Che scorrano la giustizia e la pace.

Introdotto da un estratto del messaggio di Papa Francesco in occasione del Tempo del Creato 2023, l’incontro è stato moderato dall’ing. Nicola Borsella, del gruppo Laudato sì della zona pastorale 3 che ha presentato i relatori del momento di confronto.

Il professor Erminio Trevisi, direttore del dipartimento di Scienze animali, alimentazione e nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sviluppato il tema “L’acqua in agricoltura: il ruolo della ricerca”.

«L’agricoltura si è evoluta in un modo tale che il solo termine agricoltura non è più in grado di descrivere tutti gli argomenti di cui ci occupiamo» ha affermato il professor Trevisi. «È chiaro – ha quindi proseguito – che per noi cristiani è importante sapere che l’acqua è un simbolo sacramentale e quindi di per sé è sacra», nel suo legame con la purezza e con la forza del creato. Un elemento da studiare nella sua quantità, nella sua qualità e nella sua provenienza. Ed è questo che avviene nella facoltà di agraria alimentare e ambientale che affronta proprio il tema della produzione alimentare in un’ottica di efficienza ma anche sostenibilità, nella complessità del contesto sociale, economico, tecnologico, culturale.

Secondo relatore è stato l’amministratore delegato di Padania Acque Alessandro Lanfranchi che ha mostrato l’operato del gestore idrico e ha affermato: «L’acqua non è di nessuno ma è di tutti, quindi dobbiamo valutare l’accessibilità ad un servizio molto importante di comunità».

Lanfranchi ha poi spiegato l’attività di Fondazione Banca dell’Acqua, nata dalla sinergia fra Padania Acque, i comuni della provincia di Cremona e le realtà territoriali del terzo settore, che agisce come una “Società di Mutuo Soccorso” per persone che si trovano in situazioni di fragilità dovuta a disagio economico, lavorativo famigliare o personale. Queste ultime possono usufruire di “apertura di credito o conti corrente dell’acqua”, non di denaro, che onorano con ore di lavoro alla comunità attraverso la disponibilità ad effettuare servizi e progetti socialmente utili. «Così come si rigenera l’acqua, attraverso questo meccanismo abbiamo l’ambizione o la presunzione di dare una mano a rigenerare un po’ anche le persone» ha dichiarato Lanfranchi.

Ultimo intervento è stato quello del direttore del DUNAS (Consorzio di Bonifica dugali Naviglio Adda Serio) Paolo Micheletti che ha raccontato di cosa si occupa il consorzio che è «Ente pubblico a carattere associativo, fa parte del sistema regionale e si occupa di bonifica del territorio rurale ma anche della difesa del suolo del nostro territorio».

Nell’occasione, negli spazi dell’auditorium sono stati esposti alcuni lavori realizzati dagli studenti del centro di formazione professionale del corso di Operatori Agricoli presso l’Istituto S. Antonio Abate. Tra i lavori esposti un erbario, dei campioni di legno e uno studio sul terreno, che mostra come questo si comporta in base al territorio e di conseguenza come l’agricoltura deve essere sviluppata in base al tipo di terreno. Esposta anche una mostra a pannelli sulla Laudato si realizzata dalle Acli.

Ultimo appuntamento del percorso sul territorio diocesano sabato 7 ottobre quando gli scout del Masci propongono nel pomeriggio una camminata lungo il fiume Po (partenza ore 16) fino a raggiungere il Sales, presso Lido Ariston. L’iniziativa si concluderà con la Messa alle 17.30 nella chiesa di Brancere.




Il vescovo Napolioni ai cremonesi alla Gmg: «La bellezza di questi giorni sproni a continuare l’urgenza di cambiare il mondo»

La Gmg entra nel vivo dopo i giorni del «festival delle emozioni», come li ha definiti il vescovo Antonio Napolioni davanti al gruppo di giovani pellegrini cremonesi riunitesi come consueto alla Escola Pasque das Nacoes per gli ultimi momenti prima della grande veglia. Con la stanchezza, ma anche la soddisfazione di aver vissuto momenti come ricchi di emozioni, anche i giovani cremonesi si avviano così verso il culmine di un cammino che si concluderà domenica mattina con la Messa conclusiva presieduta da Papa Francesco al Parque Tejo.

Il vescovo Napolioni ha voluto proprio riepilogare tutti gli stati d’animo vissuti in questa settimana in occasione dell’incontro di condivisione e preghiera nella mattinata di sabato 5 agosto insieme a tutti i pellegrini della diocesi presenti a Lisbona.

Insieme a loro anche i brasiliani di Salvador de Bahia, guidati dal proprio parroco, il sacerdote “fidei donum” cremonese don Davide Ferretti. I ragazzi giunti da oltreoceano per la Gmg, che hanno anticipato le giornate portoghesi con una tappa in Italia e in diocesi di Cremona, hanno condiviso con i coetanei italiani la loro esperienza in Portogallo: «Per noi sono stati momenti unici, vedere il Papa dal vivo e ascoltare le sue parole sono stati il motivo della nostra presenza; questi giorni ci hanno aiutati a far risorgere la nostra fede».

Anche i ragazzi cremonesi – circa 500 accompagnati dai propri sacerdoti che hanno aderito alle diverse proposte dei viaggio della Federazione Oratori Cremonesi – hanno voluto condividere impressioni e sensazioni accumulate in questi giorni insieme al Vescovo, tra battute e momenti più seri: dalla «comodità delle relazioni nelle scomodità del dormire» al vento fastidioso durante le docce all’aperto, alle esperienze «esotiche» delle lunghe camminate notturne per rientrare a casa. Monsignor Napolioni ha definito tutto questo una «bellezza», auspicando che queste esperienze possano essere di sprono a continuare quella «urgenza di cambiare il mondo». E ha anche voluto precisare l’importanza delle Messe vissute ogni giorno, perché «è nell’Eucarestia che troviamo Gesù, il modo migliore per averlo qui con noi».

 

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Il gruppo cremonese ha quindi vissuto proprio l’Eucaristia insieme al Vescovo che, con poche e brevi parole, prendendo spunto dalle letture della celebrazione, ha invitato a rilanciare anche nella quotidianità comunitaria l’esperienza di questi giorni: «Siamo in preparazione verso il Giubileo, dove la Terra ha bisogno di essere restituita a tutti, come ha invitato il Papa. Sia perciò una festa della pace, della fraternità, della carità e di giustizia anche per chi è lontano da noi». Da qui l’invito coraggioso e forte di impegnarsi per questo programma, «a perdere la testa come Giovanni Battista per qualcosa di grande, per quel Dio fatto uomo di una speranza migliore per il mondo».

Quindi è iniziato il trasferimento verso il terreno del parco Tejo, a nord del lungo ponte Vasco da Gama sul fiume Tago, che accoglierà i ragazzi della Gmg per la veglia, per la notte tra il 5 e il 6 agosto e per la Messa finale con il Papa. Per la Gmg questo luogo prende il nome di “Campo della Grazia”, ispirato alle parole di Papa Francesco, che ha definito la Giornata «un evento di grazia».

 




A San Bassano festeggiati i 90 anni della cappella della Beata Vergine di Caravaggio

Per ricordare il 90° di fondazione della Cappella della Beata Vergine di Caravaggio, posta alla fine della via Roma a San Bassano, sabato 20 maggio alle ore 18.30 è stata celebrata la Messa presieduta da mons. Amedeo Ferrari, rettore del santuario di Caravaggio, concelebrata dal parroco don Daniele Rossi e del collaboratore don Mario Dellacorna, alla presenza di numerose famiglie e ragazzi a conclusione del cammino catechistico e sportivo svoltosi in questo anno pastorale.

Al termine della celebrazione si è svolta la processione verso la cappella della Beata Vergine di Caravaggio dove mons. Ferrari ha recitato una preghiera di affidamento a Maria perché accompagnasse il cammino delle famiglie dell’unità pastorale e dei ragazzi impegnati nelle prossime attività estive.

La Cappella della Beata Vergone di Caravaggio è stata inaugurata il 25 maggio 1933. Fu don Francesco Terletti, nativo di San Bassano, a voler trasformare una piccola edicola già proprietà dei Gramignola (come si legge in una lapide interna) in una cappella più grande. Si voleva così dotare il paese di una struttura religiosa più consona a ricordare le apparizioni della Vergine di Caravaggio di cui si era festeggiato l’anno prima il 500° anniversario delle apparizioni (26 maggio 1432).

L’edificio è costituito da un unico ambiente con soffitto a volta e altare addossato alla parete di fondo. Nell’ancona si trova il gruppo scultoreo della Vergine e della giovane Giannetta proprio come lo si vede nello speco del Santuario di Caravaggio che è stato qui dipinto sullo sfondo.

Negli anni sono stati fatti diversi lavori di ristrutturazione e restauro, l’ultimo dei quali nel 2014 con la posa del nuovo pavimento in marmo, il restauro dell’altare e il nuovo impianto di illuminazione. In quest’occasione, a seguito di atto formale e notarile di donazione, la cappella è divenuta definitivamente di proprietà della Parrocchia di San Bassano che ne cura il mantenimento e il culto, soprattutto in occasione della festa del 26 maggio.

Infatti proprio nel giorno dell’apparizione, alle 17, sarà recitato il Rosario e alle 20.30 sarà celebrata dal parroco la Messa davanti alla Cappella. Una tradizione che indica la devozione a Maria da parte della comunità di San Bassano, ed estesa a tutta l’unità pastorale con il pellegrinaggio organizzato il 21 giugno proprio al Santuario di Caravaggio.




Alle Cucine Benefiche della San Vincenzo le offerte delle proiezioni all’Arena Giardino

Ammonta a 1.000 euro il ricavato delle libere offerte fatte dalle persone che hanno partecipato alle tre proiezioni tenutesi all’Arena Giardino di Cremona nell’ambito della rassegna “Letture sul Po”, iniziativa nata dalla collaborazione tra il Comune di Cremona e i Comuni del Parco locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) del Po e del Morbasco, giunta alla sua quarta edizione. Nella mattinata di gioved’ 21 settembre, nella Sala Giunta di Palazzo comunale di Cremona, il vicesindaco Andrea Virgilio, insieme al gestore del cinema all’aperto Giorgio Brugnoli, ha consegnato la somma raccolta grazie alla generosità dei cittadini cremonesi al presidente della San Vincenzo de’ Paoli di Cremona, Massimo Fertonani, affiancato da Paola Azzoni, responsabile del Centro di ascolto.

Le Cucine Benefiche da anni sono impegnate in servizi alla cittadinanza in difficoltà, con dignità e rispetto per la persona. Un gesto di solidarietà davvero significativo a suggello di una rassegna che cerca di unire al ricco programma di eventi di carattere ambientale e culturale anche aspetti con un risvolto più sociale, valorizzando così il territorio sotto molteplici aspetti.

La rassegna “Letture sul Po” è infatti oramai un lungo viaggio che, partendo da Cremona, si è poi dipanato lungo il territorio del PLIS del Po e del Morbasco privilegiando le aree verdi, così come i luoghi più significativi e identificativi per i vari comuni che ne fanno parte: San Daniele Po, Pieve d’Olmi, Sesto ed Uniti, Castelverde, Bonemerse, Spinadesco e Stagno Lombardo, valorizzandone le caratteristiche naturalistiche e culturali. Un percorso che ha avuto come filo conduttore quest’anno la possibilità e la fruizione dei territori intorno al Po, elemento quest’ultimo di ispirazione per professionisti, autori, poeti e cittadini.

«La quarta edizione della rassegna “Letture sul Po”, tutt’ora in corso, – è il commento del vicesindaco Andrea Virgilio – ha il pregio di ripercorrere momenti di vita legati al Grande Fiume, presenti e passati, che segnano ancora oggi le sue sponde. Un vero e proprio racconto narrativo, con risvolti sociali, culturali, oltre che dedicati alla tutela e alla conoscenza dell’ambiente, capace di narrare con più linguaggi il nostro territorio in maniera coinvolgente, anche tramite la realizzazione di eventi in grado di promuovere l’aggregazione e la socializzazione, in particolare grazie alla collaborazione dei sindaci dei Comuni del Parco del Po e del Morbasco, che hanno dato il loro contributo per la buona riuscita della rassegna e di tutte le attività di promozione del PLIS».

In continuità con gli eventi di “Letture sul Po” e la rassegna proposta all’Arena Giardino, come comunicato a margine della consegna, è stato deciso di continuare questo percorso culturale con altre tre proiezioni che si terranno al Cinema Chaplin di Cremona nei prossimi mesi, sempre ad ingresso libero e gratuito.

Tra i primi titoli proposti spicca “Prima della rivoluzione”, regia di Bernardo Bertolucci con Adriana Asti (Italia 1964): ambientato nella natia Parma, il film segna la svolta artistica di Bernardo Bertolucci che fotografa e dà voce all’insoddisfazione di una generazione che, tra paure e desideri, in pochi anni verrà travolta dagli avvenimenti del ’68. Altro film in programma è “Centochiodi”, regia di Ermanno Olmi con Raz Degan (Italia 2007), una storia di amicizia, vita quotidiana e amore di un giovane professore di successo dell’Università di Bologna, che, a causa di una difficile indagine, si butta tutto alle spalle andando a vivere in una remota località sulle rive del fiume Po. Un viaggio tra le sponde del Po con risvolti storici, legati alle tradizioni delle popolazioni rivierasche oltre che alla cinematografia più e meno recente legata al Grande Fiume.




Festa della Madonna del Po, accolta in Cattedrale la statua di Brancere

Una tradizione cara a Cremona e ai suoi territori rivieraschi, che cade nella solennità dell’Assunta. Ma la “festa della Madonna del Po” in qualche modo è già iniziata nel pomeriggio di venerdì 11 agosto quando, accompagnata dai volontari della protezione civile di Stagno Lombardo, paese dal quale ha iniziato il suo pellegrinaggio, la statua della Madonna di Brancere è stata accolta nella Cattedrale di Cremona dal rettore mons. Attilio Cibolini.

Trasportata a spalla lungo tutta la navata centrale, è stata posta a fianco dell’altare. Intorno ad essa si sono subito raccolti i fedeli che non hanno perso l’occasione neppure per una fotografia dopo la preghiera personale, che ha lasciato spazio poi alla recita corale del Rosario. Al termine si è potuto accendere una candela, pregando di fronte alla statua della Madonna di Brancere, Regina e Patrona del Po. Lo si potrà fare fino a Ferragosto secondo gli orari di apertura della Cattedrale (dalle 7.30 alle12.30 e dalle 15 alle 19).

Martedì 15 agosto, nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, cui la Cattedrale di Cremona è intitolata, la Messa delle 11 segnerà il saluto della città alla statua della Madonna di Brancere. Al termine infatti della Messa (in diretta come tutte le domeniche e le solennità in tv su Cremona1 e sui canali web e social della Diocesi di Cremona) presieduta dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, e concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale, l’effigie della Madonna sarà portata in piazza. Da qui, con il supporto della Protezione civile, la statua sarà trasferita alla Canottieri Flora.

Nel pomeriggio è prevista la processione fluviale con i vogatori e le imbarcazioni. L’imbarco della statua della Madonna di Brancere avverrà alle 15 sul lungo Po di Cremona, presso la società canottieri Flora. Se le condizioni del fiume lo permetteranno, l’immagine sacra sarà caricata sulla motonave che condurrà a Lido Ariston anche le autorità. Durante la navigazione avverrà la consueta benedizione delle società canottieri presenti sul percorso.

L’arrivo a Brancere è previsto per le 16.30 presso la località Isola Provaglio. Prima dell’attracco avverrà il lancio di una corona di fiori in memoria dei defunti delle alluvioni del Po, proprio nel luogo in cui, secondo la tradizione, sorgeva l’antica chiesa, il cimitero e l’abitato di Brancere, distrutti dall’inondazione del 1756.

Una volta attraccata, la statua sarà portata in processione verso il luogo della celebrazione eucaristica, oltre l’argine, trasmessa in diretta su Cremona1 (canale 19).

L’evento è organizzato dalle parrocchie di Stagno Lombardo e Brancere con il patrocinio e la collaborazione di Provincia di Cremona e Comuni di Cremona e Stagno Lombardo, insieme a Protezione Civile e Società canottieri.

 

Scarica la locandina dell’evento




Al Santuario della Fontana di Casalmaggiore la solennità dell’Assunta chiude il Giubileo

Assume un particolare significato quest’anno la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore. Il 15 agosto, infatti, ricorrono i sessant’anni dell’Incoronazione dell’immagine della Beata Vergine da parte del vescovo Danio Bolognini, avvenuta il 15 agosto 1963 nel quinto centenario del santuario. Un anniversario che conclude il Giubileo aperto lo scorso 25 marzo in occasione della festa patronale, nella solennità dell’Annunciazione del Signore.

In questo contesto del pomeriggio di lunedì 14 agosto alle 17.30 è in programma la preghiera del Vespro e l’incoronazione dell’effige della Madonna e di Gesù, cui seguirà la Messa.

Martedì 15 agosto la celebrazione eucaristica delle 10.30 sarà per l’occasione presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

In serata, alle 21, la solennità dell’Assunta si chiuderà con la consueta processione cittadina con l’effige di Maria: partenza dalla chiesa di San Francesco e conclusione presso il santuario di Casalmaggiore.

Locandina delle celebrazioni del 14 e 15 agosto

 

Tra storia e devozione

Il Santuario della Fontana di Casalmaggiore, così come è oggi, fu completato nel 1463 ampliando un precedente santuario costruito sul luogo in cui fu costruita una cappella in ricordo del miracolo a un povero cieco nato che, secondo la tradizione, nel 1320 riacquistò la vista bagnandosi con “l’acqua della Madonna”. 

La tradizione parla di un affresco della Madonna allattante il Bambino Gesù, dipinto su un muro e di un pozzo di acqua freschissima cui la gente andava ad attingere acqua. Un luogo di grande devozione visto che a quella fonte erano attribuite virtù taumaturgiche. Sulla primitiva cappella, sorse verso l’anno Mille l’attuale cripta (come confermano alcuni scavi fatti alle fondamenta), che custodisce la Venerata Immagine della Madonna. Come fosse l’antichissimo affresco è difficile precisarlo. Nelle antiche stampe la Vergine è rappresentata seduta su uno sgabello, con nelle braccia il Bambino Gesù che sta allattando. La veste era di color rosso e un grande manto azzurro, filettato d’oro e trapuntato di stelle, copriva la persona. Anche l’Immagine che ancora si intravvede non è la primitiva. Dipinta rozzamente da un pittore ignoto alcuni secoli prima del Mille, è stata continuamente ridipinta. Da un esame fatto dal Prof. Mantovani, socio onorario della Regia Accademia Brera di Milano, il dipinto visibile risale al secolo XIV, con altri successivi ritocchi fatti da mani inesperte ogni volta che per l’umidità l’Immagine perdeva i lineamenti e la coloritura.

Nel 1957 furono eseguiti i lavori di restauro della cripta. La Sovrintendenza alle Belle Arti di Verona fece diversi tentativi di strappo dell’affresco per salvarlo dal totale deperimento. Non avendo dato esito positivo, si ricorse all’abile pennello del pittore Odoardo Gherardi di Panna che, nel 1957, ci diede l’attuale Immagine che tiene presenti le risultanze tradizionali dei colori e degli atteggiamenti e posta in cripta dinanzi all’antica Immagine (oggi si trova un una cappella laterale). Questa Immagine, entrata nella venerazione del popolo, fu incoronata il 15 Agosto 1963, nel V Centenario della Costruzione del Santuario, dal vescovo Danio Bolognini che l’ano successivo vi appuntò la stella d’oro, a ricordo della proclamazione della Beata Vergine della Fontana a Patrona del Casalasco.

Rimaneva però sempre vivo nei fedeli il desiderio di venerare l’antica immagine della Vergine. Così, nel dicembre del 1990, si rifecero numerosi tentativi per far ricomparire l’immagine antica, e dopo un lungo lavoro di consolidamento dell’intonaco, si è ripresentata alla devozione dei fedeli.

 

Il Giubileo del 2023

Dal 25 marzo al 15 agosto 2023, nella ricorrenza dei sessant’anni dell’Incoronazione, possono ottenere l’indulgenza plenaria (alle consuete condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) “tutti i fedeli che, motivati dal vero spirito di penitenza e carità, parteciperanno alle solenni celebrazioni oppure alle diverse funzioni”, potendo “applicarla anche come suffragio alle anime del Purgatorio, se visitando singolarmente o comunitariamente e partecipando devotamente alle celebrazioni giubilari, alla presenza dell’immagine esposta della Beata Vergine Maria, e chiamati al raccoglimento e alla preghiera per un periodo di tempo appropriato, concludendo con la Preghiera del Signore, con il Simbolo della Fede e con le invocazioni della Beata Vergine Maria”. Lo stabilisce il decreto della Penitenzieria Apostolica datato 13 febbraio 2023.

Leggi la traduzione del testo del decreto

 

Possono ugualmente conseguire l’indulgenza plenaria, “premesso distaccamento a qualsiasi peccato e l’intenzione di adempiere appena possibile le tre consuete condizioni, – si legge ancora nel decreto della Penitenzieria Apostolica – gli anziani malati e tutti coloro che, impossibilitati di uscire dalla propria casa per grave motivo, si uniranno spiritualmente alle funzioni sacre, offrendo al Dio Misericordioso le loro preghiere, dolori o sofferenze della propria vita”.

 

 

 

Santuario della Fontana, la celebrazione per la festa patronale ha aperto il Giubileo

Napolioni alla Fontana: «Al Santuario in questo tempo di grazia per attingere alla fonte la potenza della risurrezione»




Con un piede in Paradiso, a Cremona la testimonianza di don Luca Montini

Nell’aula magna dell’Ospedale Maggiore di Cremona cala il silenzio. I posti a sedere sono tutti occupati. Qualcuno è in piedi, sul fondo e ai lati della sala. Sono le 18 di venerdì 15 settembre e don Luca Montini, giovane sacerdote bresciano della Fraternità San Carlo Borromeo, inizia a raccontare la sua storia. Figlio di due genitori eccezionali, primo di cinque fratelli (alcuni adottati), da ragazzo è spericolato: ama correre, e correre forte, in bici, in moto, a piedi. E fa anche pugilato. Poi gli studi di filosofia alla Cattolica di Milano, gli anni trascorsi nel CLU (l’esperienza per universitari di Comunione e Liberazione) e la scelta di entrare in seminario a Roma. Diventato sacerdote, viene inviato in missione prima in Cile e poi in Africa, in Kenya, dove segue un ospedale. È qui che, nel maggio del 2021, gli accade un brutto incidente. Mentre è in moto con una donna del posto – si stanno recando a prendere un’ambulanza donata da alcuni amici italiani – un pickup balza fuori dal nulla e travolge la sua moto. La donna che è con lui è illesa. Don Luca, invece, capisce subito che le cose non vanno per il verso giusto. Trasportato in un ospedale da campo, curato alla bell’e meglio, contrae un’infezione gravissima alla gamba maciullata nell’impatto. Trasferito dopo molto tempo in Italia, si trova costretto a scegliere di amputare l’arto. Ha 35 anni.

«Ho avuto un incidente. Ho passato tre mesi in ospedale, subìto nove interventi e infine l’amputazione della gamba sinistra. Per rimettermi in sesto ci vorrà tempo. Di certo non tornerò quello di prima, ma io non desidero la vita di prima. Desidero vivere il presente, anche se forse non tornerò mai più in quell’Africa che amo tanto. All’ospedale, quando ne ho sentito il bisogno, ho scritto. Mi sono lasciato provocare da un versetto dei Salmi o da un passo della Scrittura che mi balzava all’occhio. La realtà appare meno confusa guardata alla luce della Parola. Verso la metà di ottobre ho conosciuto Giuliano. Aveva un tumore, si stava spegnendo. Abbiamo parlato, pregato, e qualche volta pianto assieme. Ora Giuliano è in cielo. In Kenya si usa ripetere quasi come un ritornello: “life is a journey”.  La vita è un viaggio, un viaggio di ritorno a Colui che ci ha creati. Solo in Cristo la vita, perlomeno la mia, vale la pena di essere vissuta. Siamo creati per il Paradiso. Io, un piede in paradiso, già l’ho messo». Afferma, con un richiamo esplicito al suo libro “Con un piede in Paradiso”.

In un’ora di incontro, promosso dal Centro culturale Sant’Omobono di Cremona, dalla Cappellania dell’Ospedale e dalla Pastorale della salute diocesana, don Montini ha raccontato della fatica, dei dialoghi con Dio nel dolore, degli incontri che gli hanno permesso di non perdere la testa quando il male si faceva sentire forte e insopportabile.

«Per natura noi uomini ci ribelliamo al dolore. Ci suscita tristezza, rabbia, angoscia. Così ho iniziato a offrire a Dio le mie sofferenze. Offrirle è un atto di abbandono alla Sua volontà che in quel momento, nella prova, è infinitamente concreta, tangibile e viscerale: che lo si voglia o no, Dio sta permettendo il dolore che soffriamo. L’offerta è la preghiera più bella: nell’immedesimazione con Cristo siamo investiti di speranza, pace e misericordia. Il senso della vita non è soffrire il meno possibile, ma lasciarsi abbracciare da Colui che ci ha amati di un amore eterno».




L’invito del Papa ai Giovani: prima di partire per la Gmg fate visita ai nonni

Che sia un abbraccio, che siano quattro chiacchiere insieme, che sia una semplice visita, l’importante è “fare qualcosa” per “onorare” i nonni e gli anziani e non farli sentire soli, abbandonati, insomma, “scartati”. Papa Francesco ancora una volta nel Messaggio per la III Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, da lui stesso istituita nel 2021 e che si celebrerà il prossimo 23 luglio, torna a ribadire l’importanza di allacciare o riallacciare i legami con coloro che sono memoria e radici della società e della vita personale di ognuno: i “vecchi”, come spesso li ha definiti senza alcun tono di spregio, ma, anzi, con la consapevolezza che non è certo una parola a scalfirne il valore.

Sì, sono gli anziani a trasmetterci l’appartenenza al Popolo santo di Dio. La Chiesa, così come la società, ha bisogno di loro. Essi consegnano al presente un passato necessario per costruire il futuro. Onoriamoli, non priviamoci della loro compagnia e non priviamoli della nostra, non permettiamo che siano scartati!

L’invito ai giovani che andranno a Lisbona 

“Non lasciamoli soli, la loro presenza nelle famiglie e nelle comunità è preziosa, ci dona la consapevolezza di condividere la medesima eredità e di far parte di un popolo in cui si custodiscono le radici”, insiste il Papa, reiterando un invito da anni rivolto ai più giovani negli incontri a loro dedicati. E pure nel Messaggio – pubblicato oggi, ma firmato il 31 maggio scorso, festa della visitazione della Beata Vergine Maria – il Pontefice si rivolge ai ragazzi, in particolare quelli che andranno a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù

 A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata Mondiale della Gioventù nei vostri luoghi, vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro.

 

Accompagnare i ragazzi con la preghiera

Anche agli anziani stessi il Pontefice avanza una richiesta: “Accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la Gmg. Quei ragazzi sono la risposta di Dio alle vostre richieste, il frutto di quel che avete seminato, il segno che Dio non abbandona il suo popolo, ma sempre lo ringiovanisce con la fantasia dello Spirito Santo”.

Incontro tra generazioni diverse

Francesco si sofferma poi sul tema della III Giornata Mondiale dei Nonni: “Di generazione in generazione la sua misericordia”, ovvero le parole di Maria nel Magnificat in risposta a quelle della sua anziana parente Elisabetta a cui fece visita. dalla giovane parente, esclama quella che oggi è la preghiera quotidiana di tutti i cattolici: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”.

“La misericordia del Signore si estende di generazione in generazione”, rimarca Papa Francesco nel suo Messaggio. “Lo Spirito Santo benedice e accompagna ogni fecondo incontro tra generazioni diverse, tra nonni e nipoti, tra giovani e anziani. Dio, infatti, desidera che, come ha fatto Maria con Elisabetta, i giovani rallegrino i cuori degli anziani, e che attingano sapienza dai loro vissuti”. Ma, anzitutto, ripete “il Signore desidera che non lasciamo soli gli anziani, che non li releghiamo ai margini della vita, come purtroppo oggi troppo spesso accade”.

Non appiattire la vita

“Il Signore spera che i giovani, incontrandoli, accolgano la chiamata a custodire la memoria”, sottolinea il Pontefice.

L’amicizia di una persona anziana aiuta il giovane a non appiattire la vita sul presente e a ricordarsi che non tutto dipende dalle sue capacità. Per i più anziani, invece, la presenza di un giovane apre alla speranza che quanto hanno vissuto non vada perduto e che i loro sogni si realizzino.

L’agire di Dio 

Insomma, l’uno ha bisogno dell’altro anche “per meglio accogliere lo stile dell’agire di Dio”, e cioè “che il tempo va abitato nella sua pienezza, perché le realtà più grandi e i sogni più belli non si realizzano in un attimo, ma attraverso una crescita e una maturazione”. “In cammino, in dialogo, in relazione”, dice il Papa.

Perciò chi si concentra solo sull’immediato, sui propri vantaggi da conseguire rapidamente e avidamente, sul “tutto e subito”, perde di vista l’agire di Dio

Guardare avanti

Il progetto di amore del Signore attraversa infatti passato, presente e futuro, “mette in collegamento” le generazioni e “va oltre noi stessi”. Tuttavia “ciascuno di noi è importante, e soprattutto è chiamato ad andare oltre” Per i più giovani si tratta di “andare al di là dell’immediato nel quale ci confina la realtà virtuale, la quale spesso distoglie dall’azione concreta”; per i più anziani si tratta di “non soffermarsi sulle forze che s’indeboliscono e di non rammaricarsi per le occasioni perse”.

Guardiamo avanti! Lasciamoci plasmare dalla grazia di Dio che, di generazione in generazione, ci libera dall’immobilismo nell’agire e dai rimpianti del passato!

Celebrare la Giornata

Il Papa invita quindi a “passare dall’immaginazione alla concretezza nel fare qualcosa per abbracciare i nonni e gli anziani”. Già la stessa Giornata del 23 luglio sarà un’occasione: “Vuol essere un piccolo segno delicato di speranza per loro e per la Chiesa intera”, scrive Francesco. L’invito, perciò, a diocesi, parrocchie, associazioni, comunità, è “a celebrarla, mettendo al centro la gioia traboccante di un rinnovato incontro tra giovani e anziani”.




Unitalsi, anche 75 cremonesi al pellegrinaggio regionale dall’8 agosto a Lourdes

Sono 75 i cremonesi che parteciperanno al pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi al santuario mariano di Lourdes dall’8 all’11 agosto. In tutto i lombardi saranno 300 provenienti oltre che dalla diocesi di Cremona, anche da Mantova e Como. A guidare spiritualmente la trasferta sarà don Maurizio Lucini, assistente della sottosezione cremonese, coadiuvato da don Claudio Rasoli, presidente della Fondazione Redentore di Castelverde che accompagnerà alcuni ragazzi disabili di Casa San Giuseppe, da don Giacomo Ghidoni, cappellano di Fondazione Sospiro, anch’esso con un gruppetto di ospiti, da don Mario Martinengo, veterano dei pellegrinaggi a Lourdes e dai quattro sacerdoti novelli: don Andrea Bani, don Alex Malfasi, don Jacopo Mariotti e don Claudio Mario Bressani. Saranno presenti diversi altri sacerdoti di altre diocesi.

«Quest’anno – spiega il presidente di Unitalsi cremonese, Tiziano Guarneri – non abbiamo gruppi oratoriani che vengono a fare servizio perché tutti hanno aderito alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona che si concluderà proprio nei giorni del pellegrinaggio. Tra barellieri e sorelle i volontari cremonesi saranno comunque una trentina che assisteranno altrettanti malati. La trasferta inizierà la sera del 7 agosto: raggiungeremo la cittadina dei Pirenei in pullman: arriveremo a Lourdes la mattina dell’8 agosto. Per gli infermi ci sarà un mezzo attrezzato che permetterà loro di viaggiare in tutta comodità e con l’assistenza adeguata: con noi, infatti, c’è sempre un medico».

Sabato 5 agosto, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, si terrà un incontro preparatorio. Alle 16 ci sarà il saluto del presidente Guarneri, quindi una riflessione dell’assistente don Lucini dal titolo “Compagni di viaggio”, a seguire una lezione su “relazione e mobilitazione con il malato e l’anziano” a cura di una educatrice e di una fisioterapista della Fondazione Opera Pia Ss. Redentore di Castelverde, infine, a cura dell’équipe organizzativa, saranno date tutte le informazioni tecniche necessarie per la trasferta in terra francese.

Il pellegrinaggio di agosto manterrà come tema quello scelto dal Santuario di Lourdes per l’anno pastorale 2022/2023: “Qui si costruisca una cappella”. Esso segue il tema dato per il 2022 che era “Andate a dire ai Sacerdoti…”. Queste espressioni sono la sintesi dei vari messaggi che l’Immacolata Concezione diede alla giovanissima Bernadette Soubirous durante le 18 apparizione avvenute nella grotta di Massabielle dall’11 febbraio al 16 luglio 1858.

«Per i cristiani – continua Guarneri – costruire significa edificare la propria vita sulla roccia che è Cristo, vuol dire riferirsi continuamente a lui in ogni scelta, soprattutto in quelle che caratterizzano in maniera permanente la nostra esistenza. Quest’anno a Lourdes la Chiesa ci invita a porre come fondamento di tutto Gesù e la sua Parola. E inoltre richiama la forte dimensione ecclesiale della nostra fede che è ben rappresentata dal pellegrinaggio! Non si va sparpagliati, ma insieme, come popolo: aiutando chi non ce la fa, spronando chi fa fatica a stare al passo, offrendo un po’ di luce ai dubbiosi e tanta misericordia a chi si sente sconfitto dal peccato. La fede non può essere vissuta individualmente: senza carità rischia di spegnersi o di sclerotizzarsi!».

Il programma è quello tra i più classici. Il pellegrinaggio avrà inizio alle 16.30 dell’8 Agosto con l’Eucaristia alla grotta, quel ricovero di animali che la Vergine elesse a luogo di tante grazie divine. Nei giorni seguenti ci sarà spazio per tanti appuntamenti di carattere spirituale e culturale come la sempre suggestiva Messa internazionale nella chiesa ipogea di San Pio X che può contenere oltre 10.000 persone, il gesto dell’acqua alle piscine per i malati, la via Crucis, le processioni eucaristica e quella aux flambeaux, la visita ai luoghi di nascita e di vita della giovane Bernadette. Ci sarà anche tempo per la preghiera e la meditazione personale e per ristorare il corpo e la mente.

«Il pellegrinaggio – conclude il presidente Guarneri – si concluderà venerdì 11 Agosto con il passaggio alla Grotta e il Santo Rosario. Poi, intorno, alle 15 ci sarà la partenza sempre in pullman, arriveremo a Cremona il giorno successivo, ci auguriamo, carichi umanamente e spiritualmente».

Claudio Rasoli