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Trent’anni fa il martirio di Fabio Moreni. Il Vescovo alla Messa di suffragio: «Un amore grandissimo, che non può morire»

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«Voi siete qui per tanti motivi, tra cui i frutti che misteriosamente la morte e la testimonianza di Fabio hanno lasciato nel tempo: questa cascina, le opere di solidarietà e quanto altro si tenta di fare per andare incontro ai bisogni di chi soffre». Con queste parole del vescovo Antonio Napolioni si è aperta la Messa in suffragio di Fabio Moreni, celebrata il 29 maggio a Cascina Moreni, a Cremona, a trent’anni dalla sua uccisione nell’attuale Bosnia, per mano del comandante Paraga, mentre portava il suo aiuto alle popolazioni colpite dalla guerra.

E mentre a Cremona si ricordava la figura di Fabio Moreni e degli altri ragazzi assassinati con lui, anche a Gornij Vakuf, sul luogo delle uccisioni, si celebrava l’anniversario della loro scomparsa, con la Messa presieduta dall’arcivescovo emerito di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljić, a cui era presente il presidente della Fondazione Fabio Moreni, Gianluca Arata, accompagnato dal vice presidente, Fabrizio Zanoni, e dal sacerdote diocesano don Ernesto Marciò.

A presiedere la Messa cremonese, celebrata nella festa della Beata Vergine Madre della Chiesa, il vescovo Napolioni, affiancato da alcuni sacerdoti concelebranti, tra cui don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas Cremonese e consigliere della Fondazione Moreni.

«Sono certo che anche voi abbiate colto quanto questa memoria di Maria Madre della Chiesa è provvidenziale per illuminare questo ricordo della morte di Fabio, di Sergio (Lana) e di Guido (Puletti)», ha detto il vescovo nella sua omelia, riallacciandosi al Vangelo di Giovanni, che racconta della morte di Cristo, sulla croce, davanti a Maria. «Ciò che spicca è una morte che coinvolge una madre, che dilata questa madre la famiglia, il cui unico figlio le muore così davanti agli occhi, senza fare nulla, se non obbedire a lui». Così come ha detto Gesù “Non c’è cosa più bella che dare la vita per i propri amici”, il vescovo ha aggiunto: «Figuriamoci allora darla per gli sconosciuti, o addirittura per i nemici. Un amore grandissimo, che non può morire lì, che deve continuare ed esplodere: esplode in Maria e anche qui, dove continua a portare frutto».

Da qui il riferimento alla prima lettura, tratta dal libro della Genesi: «Se Eva fu la madre dei viventi, Maria è la madre dei risorti. Se in Eva noi tutti ci riconosciamo fratelli per il destino umano, in Maria ci riconosciamo figli, chiamati a servirci gli uni gli altri, a prenderci cura gli uni degli altri, a fare dell’umanità una famiglia nuova, il popolo di Dio, che non è cattolico o musulmano, non è di destra o di sinistra. È il popolo di Dio, il popolo dei figli che Maria ha ricevuto in consegna dalla morte di Gesù». Ha quindi concluso: «Lodiamo il Signore per chi lo ha capito almeno un po’, per chi si è sintonizzato con questa apertura di cuore, per chi ha speso la sua vita totalmente, perché questo esempio non ci lasci indifferenti, ma ci spinga a fare altrettanto». «E allora benedico chi si rimbocca le maniche e anche oggi testimonia solidarietà e vicinanza. Questo è il modo migliore per fare memoria di Fabio e degli altri, questo è il modo migliore per ripartire, con coraggio, sulla strada che ora è tracciata per noi. Non sarà Sarajevo, saranno altre le frontiere, i luoghi di incontro, magari ce le abbiamo sotto casa, nel condominio, nel quartiere…e anche lì possiamo osare a essere testimoni di accoglienza, di condivisione e di fraternità, quella dei figli di Dio, dei figli di Maria e persino quella dei figli di Eva».

 

Ascolta l’omelia integrale del vescovo Napolioni 
Al termine della celebrazione, il vescovo e i sacerdoti concelebranti hanno portato il loro saluto e la loro preghiera sulla tomba di Fabio Moreni, le cui spoglie sono custodite all’interno della cappella della cascina che porta il suo nome.

 

 

Applausi e commozione alla finale del premio letterario intitolato a Fabio Moreni, nel 30° della sua uccisione




Azione Cattolica, il 17 giugno a Caravaggio l’incontro unitario. Sarà donato al Santuario il pastorale che l’Ac regalò al vescovo Assi

Sabato 17 giugno l’Azione Cattolica Diocesana vivrà un momento di incontro unitario presso il Santuario di Caravaggio. L’appuntamento vuole essere sia un pellegrinaggio, sia un momento di festa, sia un’occasione di riflessione circa il servizio dell’Azione Cattolica nella nostra Diocesi.

Il camminare verso il Santuario da tutta la diocesi vuole essere per l’AC un atto di affidamento a Maria. «Sul suo esempio anche noi abbiamo bisogno di rinnovare il nostro “si” e il nostro impegno per la Chiesa e per il mondo – sottolinea il presidente diocesana Emanuele Bellani – . In questi anni dominati spesso da troppo individualismo crediamo sia importante ricordarci come AC che esistiamo principalmente per il servizio. Si tratta per noi di un servizio che coinvolge, che non misura dare e avere, ma si dona. Non è facile oggi trovare le ragioni del dono se non nella preghiera e nella cura della propria vita spirituale che si rinnova grazie ai sacramenti e alla grazia del Signore. Con molta semplicità il nostro camminare sull’esempio di Maria vuole essere proprio questo». «Come segno tangibile del nostro affidarci a Maria – prosegue ancora Bellani – abbiamo deciso di donare alla Diocesi, e di portare quindi presso il santuario, il pastorale che l’AC regalò al Vescovo Enrico Assi nel 1986. Il pastorale, opera dello scultore Maurizio Zurla, riporta nell’estremità ricurva proprio l’apparizione della Beata Vergine di Caravaggio. Su suggerimento di don Giandomenico Pandini, che ringraziamo per l’intuizione, abbiamo deciso di regalare quindi quest’importante opera artistica alla nostra Diocesi in modo che possa essere utilizzato nelle celebrazioni del Santuario Regionale quale è recentemente stato proclamato quello di Caravaggio».

L’incontro del 17 giugno sarà anche un momento di festa di tutta l’AC e non di chiusura dell’anno associativo. «Riteniamo infatti che sia giunto anche il tempo di non considerare il nostro agire ricalcando l’anno scolastico – precisa il presidente diocesano dell’Azione Cattolica –. Le nostre attività non si fermano e non si chiudono. Quest’estate ci vedrà impegnati in prima battuta nell’incontrare i presidenti parrocchiali delle diverse zone per definire il futuro dell’AC nelle nostre parrocchie. Il prossimo anno associativo sarà infatti per noi un anno assembleare durante il quale rinnoveremo, attraverso l’atto delle votazioni, le cariche associative dalle parrocchie fino al consiglio e alla presidenza nazionale. Nel mese di giugno il Consiglio diocesano di AC si riunirà per progettare il prossimo anno associativo alla luce della fase sapienziale del Sinodo».

La festa quindi si configura come un momento di passaggio in vista dei campi estivi e delle attività estive che l’AC propone ad associati e non. I primi a partire per le esperienze estive di AC saranno i ragazzi dell’ACR per il campo di settore, il cui tema sarà la figura biblica di Mosè, dal 12 al 19 agosto a Lavarone (Tn). Seguiranno poi i giovanissimi dal 20 al 27 agosto a Castione della Presolana (Bg). Concluderanno gli adulti e le famiglie con il weekend dall’1 al 3 settembre a Cesenatico (FC). Il 17 giugno a Caravaggio sono invitati tutti i partecipanti ai campi estivi per un ritrovo in vista proprio dei campi.

Nei mesi di settembre e ottobre l’AC cremonese vivrà due momenti interzonali di festa, ritrovo dei partecipanti ai campi estivi e di lancio dell’anno associativo 2023-2024 nelle zone. Nell’ultimo weekend di settembre è in progetto il campo diocesano dei giovani di AC.

«Il ritrovo diocesano – aggiunge Bellani – sarà anche occasione di ripensamento e di rinnovo dell’esperienza associativa nella nostra Diocesi. Molti sono i progetti in cantiere: l’avvio delle esperienze di cammini differenziati per l’ACR laddove possibile, la costituzione di nuove associazioni interparrocchiali, la partenza – speriamo – dell’esperienza del Movimento Studenti di AC anche nella nostra Diocesi, lo spostamento della sede diocesana AC al piano terra del centro pastorale a Cremona, la sistemazione dell’archivio storico di AC, …».

Il ritrovo al Santuario di Caravaggio del prossimo 17 giugno assume quindi molti significati per il cammino dell’associazione.

«Invitiamo tutti gli associati, dai bambini agli adulti, ad essere presenti – conclude il presidente diocesano Emanuele Bellani – per dare ognuno il proprio importante ed essenziale contributo. Il tema dell’anno associativo in corso è “Andate, dunque!”. È un invito che non perde la sua eloquenza nemmeno in estate».




A Cassano con l’Acr la solidarietà è spesa bene

Sabato 4 e domenica 5 marzo i ragazzi dell’Acr di Cassano d’Adda si sono attivati per sostenere il Solidarmarket presente in città: un servizio gestito dal Forum delle associazioni di volontariato sociale cassanese che si rivolge alle famiglie bisognose del territorio. Il servizio, infatti, prevede l’assegnazione di una tessera a punti, con un valore definito in base a una valutazione tecnica del gruppo di coordinamento delle associazioni e del servizio sociale, che permette di ritirare il cibo e gli altri prodotti a seconda delle proprie necessità.

In questo periodo stanno scarseggiando le scorte di alcuni generi alimentari, quindi, dopo aver contattato i responsabili, i ragazzi dell’Acr insieme ai propri animatori a fine febbraio sono scesi in campo con un volantinaggio capillare nei condomini e nei negozi.

Quindi nel primo fine settimana di marzo sono stati allestiti quattro punti di raccolta, sparsi sul territorio. Un buon numero di persone ha risposto all’appello donando pasta, passata di pomodoro, farina bianca, tonno, carne e legumi in scatola. Alimenti che gli acierrini hanno suddiviso per genere di prodotto negli oltre 50 scatoloni che sono quindi stati consegnati nel magazzino di via Pascoli.

L’entusiasmo dei ragazzi è stato coinvolgente anche per i loro educatori e per l’intera comunità cittadina, che si è dimostrata interessata all’iniziativa.

Questa esperienza, semplice e nello stesso tempo forte, ha permesso di sperimentare la solidarietà di cui tanto si sente parlare e che permette davvero di fare “squadra”.




Incontro con gli autori, don Paolo Scquizzato il 10 maggio alle Paoline

Mercoledì 10 maggio, alle 18.30, don Paolo Scquizzato presenterà alla libreria Paoline di Cremona (in via Decia 1) il suo ultimo libro, “Se non lo cerchi lo trovi. Introduzione alla meditazione silenziosa”.

In tempo di crisi come quello odierno meditare è necessario: questa l’idea di fondo che l’autore sostiene con forza. Meditare è tornare alla propria origine, a ciò che siamo, alla nostra autentica natura; meditando facciamo esperienza della matrice, al di là del nostro ego. E allora, come fosse un prezioso vademecum, il lettore viene accompagnato in un cammino di scoperta della meditazione come arte della resa, come attesa senza oggetto, imparando a rimanere aperti a ciò che può giungere e non a ciò che si è previsto, desiderato, chiesto. Meditazione diventa allora l’esperienza mistica del distacco da sé, dalle attese, dai desideri, ma soprattutto da Dio. Dall’immagine di un Dio fatto a propria immagine e somiglianza. Nel libro l’autore offre anche indicazioni pratiche per la postura, il respiro, la gestione dei pensieri e delle distrazioni, e in appendice alcuni brani da valorizzare nella conduzione di momenti di meditazione.

Per maggiori informazioni contattare la libreria allo 0372-20457 o scrivere a libreria.cr@paoline.it.




Dal 22 al 25 maggio anche il vescovo Napolioni in Vaticano per la 77ª Assemblea generale della CEI

Anche il vescovo Antonio Napolioni prenderà parte, dal 22 al 25 maggio, alla 77ª Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana. L’Assemblea, che si terrà in Vaticano presso l’Aula del Sinodo, si aprirà e si concluderà con due interventi di Papa Francesco: lunedì 22, infatti, è in programma l’incontro riservato con i Vescovi e giovedì 25 quello aperto ai referenti del Cammino sinodale. A quest’ultimo evento, che si terrà in Aula Paolo VI, per la Diocesi di Cremona prenderanno parte anche il diacono permanente Walter Cipolleschi e Diana Afman, delegati diocesani per il Sinodo.

Martedì 23, alle 9, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, aprirà i lavori con la sua Introduzione. In mattinata i Vescovi eleggeranno un vicepresidente della CEI, mentre nel pomeriggio si provvederà all’elezione dei rappresentanti della CEI alla XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (primo periodo 4-29 ottobre 2023; secondo periodo ottobre 2024). All’ordine del giorno anche una serie di adempimenti di carattere giuridico-amministrativo.

La giornata di mercoledì 24 sarà dedicata a un focus sul tema principale dell’Assemblea – “In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento” – e al confronto nei gruppi sinodali.

L’attenzione a mettersi in ascolto di tutti e, in particolare, degli ultimi è esplicitata anche dalla scelta di consegnare ai Vescovi una borsa “Made in Carcere”, realizzata con materiali di recupero: il segno concreto dell’impegno a offrire una seconda possibilità a persone in stato di detenzione e una nuova vita a tessuti e oggetti, all’insegna dell’inclusione sociale e della tutela dell’ambiente.

Giovedì 25 il card. Zuppi presiederà alle ore 8.30 la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro. Quindi un secondo incontro dei Vescovi con il Santo Padre (previsto alle ore 11 in Aula Paolo VI), cui prenderanno parte anche i referenti diocesani del Cammino sinodale che proprio il 25 e 26 maggio a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel, vivranno l’assemblea nazionale.




Il 18 giugno al Maristella “Un Po di racconti attorno al Po”

Domenica 18 giugno alle 18 presso la chiesa Immacolata Concezione (via Agreste 11), nel quartiere Maristella di Cremona,  saranno realizzate letture drammatizzate “Un Po di racconti attorno al Po” a cura di Primadonne in collaborazione con l’associazione CCSVI (Insufficienza venosa cerebro spinale cronica nella sclerosi multipla) tratte dai libri di Sandro Talamazzini, cremonese doc, regista, documentarista, fotografo, insegnante, scrittore, storico e volto televisivo.

Lo stile dei racconti è sobrio, leggero, lineare, con descrizioni esemplari che testimoniano una grande abilità narrativa. Esempi di argomenti sono: la città di Cremona, via del Sale, la scuola, gli amici, mestieri di un tempo e i giochi di una volta tutti centrati nella memoria di Sandro Talamazzini, della sua infanzia, con dovizia di particolari.

Le lettrici Bartoli Maria Angela, Enza Latella e Laura Dalla Noce e i commenti ed aneddoti di Lilluccio Bartoli cattureranno la curiosità del pubblico presente. Un tuffo nel passato per apprezzare meglio il presente.




Mcl, con servizio civile universale, alternanza scuola-lavoro e stage una scommessa sul futuro

Continuano nelle strutture del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl) del territorio le esperienze di servizio civile universale, alternanza scuola-lavoro e stage, che vedono impegnati quotidianamente ragazze e ragazzi che prestano il loro impegno nell’associazione. Mcl, oramai da qualche anno, ha consolidato il rapporto con le scuole, gli istituti professionali e le aziende garantendo la disponibilità all’accoglienza dei giovani che si interfacciano al mondo del lavoro integrandoli e rendendoli partecipi e protagonisti del lavoro quotidiano che si sviluppa nelle sedi operative.

Sono sei i giovani che, fino al prossimo settembre, stanno svolgendo il servizio civile universale con Mcl: cinque nella struttura operativa di Crema e uno in quella di Spino d’Adda. L’opportunità sarà riproposta anche per il prossimo anno a 9 giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni che hanno fatto domanda per prestare l’anno di servizio civile agganciando due progetti specifici del Movimento: “Assistiamo per il benessere collettivo” e “Insieme si può”. Sei di loro lo vivranno nella struttura operativa di Crema, due in quella di Spino d’Adda e uno in quella di Cremona. I colloqui con le selezioni avverranno nelle prossime settimane.

Intanto continuano i percorsi di stage e di alternanza scuola-lavoro, necessari agli studenti per ottenere i crediti formativi che consentono di completare il ciclo di studi o per approcciarsi al mondo del lavoro. I tutor e gli organizzatori locali di progetto (OLP) che di volta in volta il Movimento mette a disposizione dei giovani sono felici di poter mettere la loro esperienza nel percorso quotidiano di affiancamento.

«Siamo molto contenti – afferma il presidente Mcl di Cremona, Crema e Lodi, Michele Fusari – di continuare a ospitare nelle nostre strutture ragazze e ragazzi del territorio che continuano a scegliere di venire a contatto con la nostra realtà associativa, frutto di un lavoro di partnership e di varie sinergie con le agenzie educative, portato avanti in questi anni, che sta dando ottimi risultati e che ci onora davvero molto. Anche così Mcl conferma sul territorio la sua quotidiana efficacia operativa a servizio delle persone e, nello specifico, il suo essere fattivo punto di riferimento per le giovani generazioni che ci scelgono e che stanno con noi per un tratto della loro crescita umana e scolastica. Ringrazio, anche a nome di tutto il nostro comitato esecutivo dirigenziale, per la serietà con cui svolgono il loro impegno e per la collaborazione che offrono a tutta la nostra struttura permettendo inoltre quel reciproco scambio di culture di provenienza e quell’arricchimento intergenerazionale che riempie di entusiasmo e di vitalità tutta la nostra rete associativa».

In foto i ragazzi con il presidente Mcl territorio Michele Fusari e l’amministratore Riccardo Barbaglio nella sala presidenza della sede




A San Sigismondo la veglia di preghiera per le vocazioni guardando alla Gmg insieme ai giovani

«Io vi ascolterò. Non capita spesso che il vescovo presieda una preghiera, una messa, portandosi la penna. Perché dovrò scrivere quello che mi direte, e in base a questo proverò a restituirvi qualche traccia per il cammino». Con queste parole il vescovo di Cremona Antonio Napolioni si è rivolto ai giovani che in estate partiranno alla volta di Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù. L’occasione è stata la veglia di preghiera che ha vissuto con loro in preparazione alla 60ᵃ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni nella serata di venerdì 28 aprile nella chiesa monastica di San Sigismondo, a Cremona.

E proprio la comunità claustrale domenicana, nelle parole della priora, madre Caterina Aliani, ha voluto dare il benvenuto ai tanti giovani giunti dalle diverse parti della diocesi, esprimendo il desiderio delle monache a «unirci in preghiera con voi e per voi, perché l’esperienza a cui vi disponete sia bella e fruttuosa per la vostra crescita umana e cristiana». E precisando il carisma di un monastero di clausura ha auspicato che questo possa essere «il luogo ideale dove mettere le radici di un’esperienza che non è solo vostra, ma di tutta la Gmg», ricordando anche che «La vocazione alla preghiera dà alla nostra vita di monache un respiro grande quando il mondo». «Andare e restare» i due verbi che esprimono il modo con cui i giovani e le monache, nei rispettivi carismi, vivranno la prossima Gmg e la missione da discepoli. Divisi da centinaia di chilometri di distanza ma uniti da una forte comunione di fede.

Veri protagonisti della serata i pellegrini cremonesi pronti alla partenza (ma non solo), raccolti in una preghiera a misura di giovane, seguita dagli schermi degli smartphone e caratterizzata dalla collaborazione e dal confronto.

La vocazione è la linea che guiderà il viaggio verso la città portoghese, e a portarne la testimonianza è stata suor Michela Consolandi, giovane religiosa originaria di Cumignano sul Naviglio entrata nelle Figlie di Maria Ausiliatrice dopo averne conosciuto il carisma durante la Gmg del 2011 a Madrid. «Alla Gmg ho trovato una familiarità che mai avrei immaginato, un sentirmi a casa. – ha raccontato –. Da quel momento “il bambino sussultò di gioia nel suo grembo”, sussultò di gioia nel mio grembo e il magnificat da lì è sgorgato, da lì la mia vita non ha più potuto mettere fra parentesi questa esperienza della Gmg e questa esperienza di incontro con il carisma a cui ho aderito».

«Questa serata ha il sapore della gratitudine – ha affermato la religiosa salesiana –. Gratitudine per la Chiesa che mi ha generato alla fede, e porto la mia testimonianza togliendomi i sandali come ha fatto Mosè. Avevo da poco compiuto 20 anni quando per la prima volta sono andata in Gmg, insieme ai ragazzi e alle ragazze del movimento giovanile salesiano. Quanti giovani hanno intuito qual è il disegno di Dio nella loro vita grazie alla Gmg! Dobbiamo farci cercatori del disegno di Dio su ognuno di noi. A 20 anni il tempo che passavo tra le mura della chiesa non era mai abbastanza, ma cercavo da me la risposta alle mie inquietudini e ai miei dubbi. Mi sono proposta di vivere la Gmg pronta ad accogliere tutto quello che sarebbe venuto, e per la prima volta, tra i giovani che volevano solo far del bene, mi sono sentita veramente a casa. I gemiti del mio cuore avevano trovato il loro senso nello spendersi per gli altri, e la cosa più importante è diventata il “per chi” avrei vissuto da quel momento».

Ascolta la testimonianza di suor Michela

 

I giovani sono stati chiamati quindi a riflettere insieme in gruppi di lavoro, confrontandosi su alcuni dei temi che intendono affrontare nel loro viaggio, scrivendo e appuntando i propri pensieri. Per questo i bachi della chiesa monastica erano stati riordinati quasi a formare un cerchio che unisse la comunità claustrale e i presenti

Riflessioni che poi sono state condivise con il resto dei presenti e con il Vescovo, che armato di carta e penna, ha ascoltato con attenzione le questioni e le speranze espresse dai giovani: «La vostra vita è fatta di esperienze, speranze, momenti belli, momenti difficili, ma ognuno di questi istanti fa parte di un percorso – ha detto il Vescovo –. Fondamentale rimane avere il programma un progetto di vita, un traguardo che ci spinga a fare del bene, un traguardo che si pone il prossimo come obiettivo e non come mezzo. E proverete, per chi va in Gmg per la prima volta, che cosa significa condividere ogni momento con i propri compagni di viaggio».

Riferendosi poi alla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, il Vescovo ha preso in mano la lettera di papa Francesco per la Giornata mondiale della gioventù sintetizzandone alcuni passaggi, sottolineando che «la via della vocazione, la strada che porta a conoscere Dio, è composta da due parti, bisogna avvicinarsi e poi bisogna toccare». E ha proseguito: «Il viaggio che porta all’amore per il Signore è fatto di esperienze, di tanti momenti che ci fanno avvicinare, fino ad arrivare al punto in cui lo si tocca con mano, Lui ci tocca con mano, rendendoci testimoni della Parola».

Seguiranno altri momenti zonali in preparazione alle Gmg, fino alla partenza, preceduta da un altro momento diocesano promosso dalla Pastorale giovanile insieme al vescovo che conferirà ai pellegrini pronti a mettersi in viaggio il mandato.

 

“Non c’è vocazione senza missione“




Con il Consorzio Solco due progetti contro la povertà educativa

Contrastare la povertà educativa minorile. Questo l’obiettivo dei due nuovi progetti che il Consorzio Solco Cremona sta avviando sul territorio. Uno, Ritornare ad allenarsi, selezionato insieme ad altri 7 su 98 progetti presentati nelle regioni Lombardia e Veneto, si è aggiudicato il finanziamento di 499mila euro da parte dell’Agenzia per la Coesione Territoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri; il secondo, Parlarsi, ha vinto il Bando “Comunità educanti” di Impresa sociale Con i Bambini ed è sostenuto con il contributo di 99mila nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

I due progetti, fortemente connessi tra loro, sono stati presentati nel pomeriggio di martedì 7 marzo nella sala conferenze del Civico81 alla presenza del presidente del Consorzio Solco Cremona Davide Longhi, della consigliera con delega ai minori Paola Merlini e di tutta la rete coinvolta: in totale 7 cooperative, 9 istituti comprensivi, 8 associazioni o enti del territorio, Azienda sociale cremonese con i comuni del distretto, Comune di Cremona e Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona.

«Il nostro paese sta invecchiando – ha affermato il presidente Longhi – e ogni giovane che non ce la fa è una energia in meno per tutti. Qui si gioca il nostro futuro. Oggi si è parlato di tanti linguaggi diversi per lavorare con i giovani ed è bellissimo perché ciò consente di rapportarsi con loro al di là della lingua, di scoprire talenti, di parlare col mondo e di sviluppare l’apprendere ad apprendere. La parola comune a tutti è ‘insieme’: su questa scia, abbiamo lanciato SolcoCrEdu, incubatore a disposizione delle istituzioni, delle scuole, della comunità». «Per contrastare la povertà educativa minorile e aumentare le competenze di bambini e ragazzi – ha aggiunto Paola Merlini –  occorre integrare la parte pedagogico-sociale e la parte sanitaria, mettere al centro il territorio d’ambito con attenzione all’accesso ai servizi del welfare da parte anche delle periferie, intervenire sui beneficiari e sulle comunità educanti intese come contesti capacitanti. Grazie a questi due progetti finanziamo azioni e processi. Con l’obiettivo ultimo della modellizzazione: creare progetti pilota, leggerli insieme e farli diventare modalità di intervento da spendere anche in altri territori».

Nel caso di Ritornare ad allenarsi, i destinatari sono ragazzi e ragazze dagli 11 ai 17 anni e le loro famiglie, con una particolare attenzione ai giovani a rischio dispersione o in abbandono scolastico. Il progetto prevede percorsi individualizzati e in gruppo, a scuola e fuori dalla scuola, che consentano loro di ‘ritornare ad allenarsi’ alla socialità e all’inclusione. Come? Introducendo presidi educativi nelle scuole a favore di studenti, classi, genitori e insegnanti, proponendo cantieri espressivi o sportivi e laboratori di seconda opportunità (come ciclofficina, falegnameria, sartoria e cuoio, agricoltura sociale e servizi turistici), promuovendo la didattica digitale e la web radio come strumenti di apprendimento e di cittadinanza. A questo proposito, all’Istituto Stradivari di Cremona, nell’ambito del progetto e con il coordinamento della Coop. Open Group di Bologna, viene implementata la web radio STradio, attraverso un percorso di costruzione e diffusione di contenuti su opportunità educative extrascolastiche e utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media.

Il target si abbassa per il progetto Parlarsi, coinvolgendo bambini e bambine, ragazzi e ragazze da 0 a 14 anni di età. Due i focus: sviluppare competenze di base dei minori, cognitive e non, e rafforzare la rete della comunità educante, soprattutto nei piccoli comuni, più scoperti sul versante del welfare strutturato per minori e famiglie. Come? Ripartendo dalle scuole e coinvolgendo tutti gli attori dell’educazione, formale e non formale, che agiscono sui territori, in un progetto comune. Le azioni previste sono la realizzazione di laboratori di pensiero su temi cruciali, la sperimentazione di presidi educativi nelle scuole, la valutazione di impatto, la riappropriazione di luoghi sul territorio per attività dedicate a bambini e famiglie e l’apertura di spazi didattici alla comunità.

Nei progetti l’ambito di azione è quello del Distretto sociale cremonese e casalasco. I territori coinvolti, in uno o in entrambi i progetti, sono Cremona, Vescovato, Soresina, Pizzighettone, Sospiro, Casalmaggiore, Casalbuttano ed uniti e Castelverde.

I progetti rientrano in SolcoCrEdu, il nuovo “incubatore” del Consorzio Solco Cremona contro la povertà educativa minorile, sono funzionali all’approvazione di un piano integrato distrettuale in linea con l’obiettivo del Piano di Zona e vogliono essere il contributo costruttivo delle cooperative sociali a tutti i percorsi locali, di analisi e di pensiero, sui minori, anche in vista degli avvisi delle istituzioni scolastiche a valere sui fondi del Pnrr.

All’incontro di presentazione sono intervenuti l’assessore all’Istruzione del Comune di Cremona Maura Ruggeri, Il presidente Azienda sociale cremonese Giuseppe Tadioli, insieme ad Antonella Pia Bonfitto, vice dirigente, e Sara Gambarini, referente area alunni dell’Istituto Comprensivo G.B. Puerari di Sospiro, Andrea Franzini, educatore di prossimità, Daniele Carlo Pitturelli, dirigente, e Roberto Lana, docente web radio STradio Istituto Stradivari di Cremona, Nicola Cardillo, educatore della Falegnameria Sharewood. Ha moderato Giovanni Rossi, giornalista di Cremona1.

 

I partner di Ritornare ad allenarsi

  • Consorzio Solco Cremona
  • Azienda sociale cremonese
  • Comune di Cremona
  • Cosper S.C.S. Impresa Sociale
  • Soc. Coop. Soc. Nazareth
  • Soc. Coop. Soc. Gruppo Gamma
  • Il Cerchio
  • Sentiero Società Coop. Sociale Onlus
  • Istituto Comprensivo G.B. Puerari (Sospiro)
  • Istituto Comprensivo Cremona Tre (Cremona)
  • Istituto Comprensivo U. Foscolo (Vescovato)
  • Istituto Comprensivo G. Diotti (Casalmaggiore)
  • Istituto di Istruzione Superiore G. Romani (Casalmaggiore)
  • Istituto di Istruzione Superiore A. Stradivari (Cremona)
  • Scuole Diocesi Coop. Cittanova – Liceo M.G. Vida (Cremona)
  • Uisp Comitato Territoriale Cremona APS
  • Open Group Società Cooperativa Sociale

 

 

I partner di Parlarsi

  • Consorzio Solco Cremona
  • Azienda sociale cremonese
  • Cosper S.C.S. Impresa Sociale
  • Soc. Coop. Soc. Nazareth
  • Soc. Coop. Soc. Gruppo Gamma
  • Il Cerchio Società Cooperativa Sociale
  • Il Cortile Società Cooperativa Sociale Onlus
  • Sentiero Società Coop. Sociale Onlus
  • Auser Volontariato Comprensorio di Cremona ODV
  • Centro sportivo italiano – Comitato Territoriale C.S.I. di Cremona
  • Consultorio Ucipem Cremona
  • Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona Onlus
  • I due Navigli ODV
  • Il Laboratorio Aps Asd
  • Istituto Comprensivo U. Ferrari (Castelverde)
  • Istituto Comprensivo G. B. Puerari (Sospiro)
  • Istituto Comprensivo di Casalbuttano
  • Noi Cremona Associazione – Aps
  • Società di San Vincenzo De’ Paoli – Consiglio Centrale di Cremona
  • Uisp Comitato Territoriale Cremona APS

 

 

Il progetto Parlarsi è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo na­sce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org.




Beata Vergine, “La mia scuola” nei disegni degli studenti

In occasione del 413° anniversario dell’Istituto Beata Vergine di Cremona (6 maggio 1610), la scuola di via Cavallotti ha realizzato il concorso di disegno dal titolo “La mia scuola”, che ha sortito un particolare successo per la partecipazione e per gli esiti positivi, i cui elaborati sono esposti nella chiesa di San Marcellino.

Nata dall’idea di festeggiare l’anniversario di fondazione dell’Istituto e della scuola Beata Vergine, la proposta del concorso di disegni è stata accolta con favore da tutti e l’impegno profuso ha soddisfatto il corpo docente e tutti i simpatizzanti. Gli alunni si sono impegnati, attraverso il disegno, a rappresentare l’idea di scuola che hanno maturato e vissuto nel concreto dell’esperienza quotidiana. I colori vivaci e le varie sfumature hanno dipinto una realtà gioiosa in cui, accanto all’impegno nello studio, si evince il desiderio di rispondere positivamente agli stimoli volti alla crescita come persone responsabili e aperte al futuro.

Molti bambini hanno disegnato l’edificio scolastico quasi a ricordare l’abbraccio sicuro e protettivo delle sue antiche pareti. Altri hanno rivelato la gioia delle relazioni nate nel contesto della classe con cuori e fiori variamente distribuiti. Qualcuno ha immaginato la scuola come un binario che guida verso il futuro o come un albero che protende le sue chiome verso il cielo a sua volta figura di un ideale da raggiungere.

Insomma i disegni non sono altro che la raffigurazione delle acquisizioni realizzate e delle mete da raggiungere “risvegliando i neuroni” secondo l’azione educativa che la Scuola persegue fin dal 1610, come afferma un alunno con un’ottima capacità grafica nel rendere l’idea del tessuto “neuronale”. L’autore, con il disegno descritto, si è aggiudicato pertanto il terzo posto ex equo con l’autore di un possibile logo della scuola. Disegno astratto, ben eseguito in particolare nella saturazione del colore di fondo.

Al secondo posto figura l’interpretazione della scuola come un albero le cui parti indicano le finalità educative raggiunte e sintetizzate dall’espressione “essere felice”. Ben eseguita la forma dell’albero e gestione corretta di colore e spazio.

Si aggiudica il primo premio l’artista che propone la figura di un ragazzo che, su una pila di libri, raggiunge la luce di una stella comparsa su un ramo sospeso tra cielo e terra, quasi a suggerire che la cultura, frutto di letture e studio, ti fa cogliere la luce della sapienza e ti aiuta a gestire la vita anche nelle scalate più impervie. Gli spazi sono distribuiti con equilibrio, il colore è ben steso, le proporzioni curate e coerenti. L’artista riesce a portare lo spettatore nella dimensione del disegno.

Tutta la Scuola si complimenta con gli alunni partecipanti, con i vincitori e con la giuria per le note di merito espresse con puntualità e garbo.

La mostra dei lavori degli alunni, nella chiesa dei santi Marcellino e Pietro, è un’espressione di gioia che si intende condividere con i genitori, ricordando la fondatrice della scuola, madre Lucia Perotti, che riposa proprio in questo luogo sacro, a lei tanto caro. Nel segno di una gioiosa continuità, la sua opera educativa prosegue con vivacità, tra la bellezza dei colori e delle intuizioni dei giovani artisti che ne festeggiano i 413 anni di storia.

 

La storia

Il 6 maggio 1610 madre Lucia Perotti si ritirò in una piccola casa presso la chiesa di Sant’Omobono, a Cremona, con le prime compagne, le tre sorelle Reina: Costanza, Teodora e Ottavia. Rispose così con sensibilità e coraggio all’ispirazione divina, sostenuta dal gesuita  padre Giovanni Mellino, che seguì l’Istituzione sin dal suo sorgere e l’accompagnò nei primi lustri di vita, contribuendo in modo notevole alla stesura delle prime Regole nel 1618. Madre Perotti, con fine intuito educativo e con sapienza evangelica, tracciò così i segni fondamentali della “sua pedagogia”, ancora oggi assolutamente attuale e valida.

Per ricordare e festeggiare le origini, nella mattinata di giovedì 4 maggio gli studenti della Scuola hanno partecipano alla Messa celebrata presso la vicina chiesa di Sant’Agostino.