1

Le intenzioni di preghiera per il 21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

A quasi trent’anni di distanza dalla strage mafiosa di via Palestro a Milano, dove persero la vita cinque persone (27 luglio 1993), martedì 21 marzo si terrà a Milano la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti per combattere i fenomeni di criminalità organizzata e sostenere la giustizia sociale. L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune di Milano e di Regione Lombardia, ha il sostegno di tutte le Diocesi lombarde. Tutte le Chiese lombarde sono invitate a unirsi nella preghiera attraverso la preghiera fedeli qui scaricabile.




«Effondi ora sopra questo eletto il tuo Spirito che regge e guida», il rito di ordinazione di un vescovo

In preparazione all’ordinazione episcopale di don Enrico Trevisi, vescovo eletto di Trieste, in programma nel pomeriggio di sabato 25 marzo nella Cattedrale di Cremona, il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Daniele Piazzi, aiuta a capire i gesti e i segni del rito, che viene svolto all’interno di una celebrazione eucaristica e ha una struttura generale identica per i tre Ordini: episcopato, presbiterato, diaconato. Le diverse sezioni rituali offrono una lettura dei diversi ministeri ordinati propria di ogni grado attraverso testi, orazioni e gesti.

 

  1. Apertura del rito di ordinazione

Subito dopo il vangelo si invoca il dono dello Spirito con l’antico inno Veni, Creator. È la preghiera corale della comunità che chiede a Dio di agire in essa. Quindi viene presentato l’eletto: la presentazione ha lo scopo di coinvolgere l’intera Chiesa radunata per celebrare. La richiesta, infatti, è fatta a nome della Chiesa locale, nel caso di don Enrico dalla Chiesa di Trieste attraverso la voce e la presenza di due suoi presbiteri che lo assistono. Si vuole manifestare una Chiesa che riconosce i suoi ministri; inoltre viene richiesto il mandato del Papa, affinché la nomina sia in comunione con la Santa Sede.

 

  1. L’interrogazione davanti all’assemblea

Dopo l’omelia del Vescovo che presiede, l’eletto è interrogato sugli impegni che è chiamato ad assumere. Nel caso del vescovo il quadro generale di riferimento è quello della dinamica del pastore del popolo di Dio: predicazione, custodia della purezza e dell’integrità del dato della fede, edificazione del corpo di Cristo, fedeltà al Papa, cura del popolo di Dio, accoglienza dei poveri e dei bisognosi, in continua ricerca delle pecore smarrite, preghiera per il proprio popolo.

 

  1. L’ordinazione

Facciamo ancora come si legge negli Atti degli Apostoli: «Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono» (Atti 13, 2-3).

La preghiera della comunità si esprime nelle litanie dei santi. È uso tipico del rito romano invocare i fratelli e le sorelle maggiori quando si deve compiere un importante rito. Saranno invocati anche i patroni delle Diocesi di Trieste (i martiri Giusto, Sergio e Servolo) e di Cremona (Omobono, Imerio, Antonio Maria Zaccaria). È un grande momento corale di intercessione del popolo di Dio: tutti in ginocchio, l’eletto prostrato a terra.

La lunga e insistita supplica cantillata si chiude con il solenne e austero silenzio della imposizione delle mani da parte dei vescovi presenti: rito centrale che significa il dono dello Spirito e la “catena di mani” che ricollega agli apostoli al loro ministero.

La preghiera di ordinazione, durante la quale viene posto sopra il capo dell’eletto al ministero episcopale il libro dei Vangeli, per mettere meglio in luce come la fedele predicazione della parola di Dio sia il principale compito del vescovo. Il cuore della preghiera così si esprime: «Effondi ora sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida (Spiritum principalem   / Pνεῦμα ἡγεμονικόν  [Pnèuma heghemonikòn]): tu lo hai dato al tuo diletto Figlio Gesù Cristo ed egli lo ha trasmesso ai santi Apostoli, che nelle diverse parti della terra hanno fondato la Chiesa come tuo santuario a gloria e lode perenne del tuo nome».

 

  1. I riti esplicativi

Seguono diversi riti secondari che, ricevuti dalla antica tradizione liturgica romano-franca (secc. IX – XIII), in un certo senso “spiegano” il ministero del vescovo:

  • unzione crismale del capo, per significare la particolare partecipazione del vescovo al sacerdozio di Cristo;
  • consegna del libro dei Vangeli, per rimarcare quanto detto prima sulla preminenza della predicazione della parola di Dio;
  • consegna dell’anello, per esprimere la fedeltà alla Chiesa, sposa di Dio;
  • l’imposizione della mitria, per esprimere l’impegno nel cammino di santità;
  • la consegna del pastorale, per meglio esprimere il ruolo di guida e di pastore della Chiesa che gli è affidato;
  • l’abbraccio dei vescovi presenti, con cui si pone quasi il sigillo alla sua aggregazione al Collegio episcopale.

 

  1. La benedizione finale all’assemblea

C’è un ultimo rito, stranamente non spiegato nelle Premesse del libro liturgico, ma significativo. Proclamata la preghiera dopo le comunioni, due vescovi accompagnano il nuovo vescovo in mezzo all’assemblea mentre si canta l’antico inno di ringraziamento, il Te Deum, perché benedica i fedeli. Oggi è un vero e proprio “bagno di folla” che sembra fisicamente riunire vescovo e fedeli. Quasi “immerso” nella comunità il vescovo appena ordinato sembra ritrovare la più autentica dimensione dell’episcopato, così come scriveva Agostino e richiamata dalla Bolla di nomina di don Enrico: «Che tu sia un vescovo per i tuoi fedeli, ma anche un cristiano tra i tuoi fedeli (Agostino, Omelia 340,1).

 

  1. Concludendo

Il rito di ordinazione traduce in gesti e preghiere lo specifico ministero del vescovo, così riassunto nelle Premesse al libro rituale: «La missione del vescovo, conferita con il segno sacramentale dell’imposizione delle mani, che effonde su di lui la potenza che viene da Dio, lo Spirito che regge e guida, è anzitutto in funzione di edificazione della Chiesa. La grazia del servizio episcopale, attraverso l’effusione dello Spirito invocata nell’ordinazione e sacramentalmente operata, ripropone dunque la centralità del servizio umile e potente del Cristo capo».

 

Daniele Piazzi

 

 

Ordinazione episcopale di mons. Trevisi, sabato venti vescovi in Cattedrale




Il castelleonese don Daniele Tornelli ordinato diacono a Lugano

Nella mattinata di sabato 9 giugno nella Cattedrale di Lugano il castelleonese Daniele Tornelli, del Seminario diocesano missionario Redemptoris Mater di Lugano, uno dei centri di formazione teologica del Cammino Neocatecumenale voluti da Papa Giovanni Paolo II per raccogliere le vocazioni provenienti dal Cammino Neocatecumenale per formare presbiteri per la nuova evangelizzazione, è stato ordinato diacono.

Daniele ha visto nascere la sua vocazione nel Cammino Neocatecumenale, presso la parrocchia di Sant’Ilario in Cremona, e molti fratelli del Cammino, in particolare quelli della sua comunità, lo hanno accompagnato in questa giornata: un pullman è partito da Cremona e ha raggiunto la Svizzera. Per la comunità di Castelleone, insieme alla famiglia, erano presenti il parroco don Giambattista Piacentini, il vicario don Matteo Alberti e i due diaconi permanenti: Angelo Papa e Mario Pedrinazzi.

Con a don Daniele sono stati ordinati diaconi don Daniele Furlan e don Davide Santini, del Seminario diocesano San Carlo, e quattro diaconi permanenti: Davide Adamoli, Bruno Corsini, Claudio Marazzi e Luca Turlon. A presiedere la celebrazione è stato l’amministratore apostolico della Diocesi di Lugano, mons. Alain De Raemy.

Dopo la celebrazione, la festa è proseguita con un pranzo in un ristorante italiano. La giornata si è quindi proseguita con la celebrazione dell’Eucarestia, in cui don Daniele ha proclamato il Vangelo e tenuto la sua prima omelia. L’Eucarestia ha segnato il culmine della festa e ha visto la partecipazione corale dei presbiteri della diocesi di Lugano e di Cremona con le comunità di Lugano e di Sant’Ilario.

Per Castelleone questo 10 giugno resterà una data da ricordare. Infatti, dopo l’ordinazione diaconale di don Daniele, in serata un altro importante appuntamento: nella Cattedrale di Cremona l’ordinazione presbiterale di don Alex Malfasi, anch’egli originario di Castelleone, con la partecipazione anche del vescovo De Raemy, legato a uno degli ordinandi cremonesi.

 

Profilo biografico del diacono don Tornelli

Don Daniele Tornelli, 31 anni, è originario di Castelleone, dove ha condiviso con i coetanei il consueto percorso di esperienza cristiana in oratorio e parrocchia, a fianco del quale già da adolescente ha affiancato il percorso proposto dal Cammino neocatecumenale presso la parrocchia di Sant’Ilario, a Cremona. L’esperienza concreta di conversione e di missionarietà di molte famiglie e, tra il quarto e il quinto anno di studi superiori, l’occasione di un pellegrinaggio in Terra Santa, lo hanno spinto a prendere la decisione di diventare presbitero missionario. Una scelta confermata nella Giornata mondiale della gioventù di Madrid, nel 2011. È stato destinato al Seminario diocesano missionario Redemptoris Mater di Lugano, dopo aver partecipato a un incontro con gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale a Porto San Giorgio nel quale gli aspiranti seminaristi sono stati sorteggiati e distribuiti nei 120 seminari Redemptoris Mater sparsi nel mondo. Dopo aver frequentato i cinque anni di studi teologici presso la Facoltà di Teologia di Lugano, è partito per un periodo di missione nel Centro internazionale Neocatecumenale prima a Porto San Giorgio e in seguito insieme all’équipe itinerante del Cammino Neocatecumenale di Puglia-Basilicata e Albania.




Il 19 aprile a Casirate la testimonianza di padre Maccalli

Tempo di Pasqua, tempo di Spirito e di missione. Dopo la serie di cinque incontri sul tema del sacrificio, oggetto della proposta quaresimale, con decisione e con gioia l’unità pastorale di Arzago d’Adda e Casirate d’Adda intende vivere anche il tempo della Pasqua come tempo di impegno cristiano. È per questo che – in un periodo fortemente contraddistinto dalla presenza dello Spirito, quello Spirito offre ai cristiani la possibilità della testimonianza e richiede il desiderio della missione – la comunità ha scelto di offrire come contributo di riflessione la testimonianza di padre Gigi Maccalli.

La sua storia è semplice e insieme drammatica: originario di Madignano (diocesi di Crema), padre Gigi viene ordinato sacerdote nel 1985 nella Società delle Missioni Africane (Sma), fondata a metà ‘800 dal vescovo francese Melchior de Marion Brèsillac, animato da un profondo impulso missionario. Svolge la sua missione prevalentemente in Costa d’Avorio e in Niger, dove nel settembre 2018 viene sequestrato dai jihadisti del Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (Gsim) e tenuto ostaggio fino alla liberazione avvenuta l’8 ottobre 2020. Un lungo periodo di detenzione che ha profondamente segnato l’esperienza del sacerdote cremasco e che l’ha indotto a riflettere sul senso della vita e della missione come cristiano e come prete. Nel suo libro “Catene di libertà”, padre Maccalli arriva a dichiarare che “l’altro non è un nemico”, consapevole del fatto che “i piedi possono essere in catene, il cuore no”.

L’occasione per ascoltare il missionario cremasco sarà nella serata di mercoledì 19 aprile, alle 21, nel salone dell’oratorio San Marco di Casirate d’Adda.

Locandina dell’incontro




Sant’Alberto Quadrelli, il 15 aprile a Rivolta d’Adda al via gli eventi per l’850° della morte

Si aprono sabato 15 aprile, con il Requiem di Faurè eseguito dalla Cappella musicale della Cattedrale di Lodi, le celebrazioni per l’850° anniversario della morte di sant’Alberto Quadrelli, vescovo di Lodi e patrono di Rivolta d’Adda. L’evento inaugurale si terrà alle 21 nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, a Rivolta d’Adda, e con il coro si esibiranno, diretti da Ivan Losio, la soprano Federica Belloni, i baritoni Jacopo Viotti e Gilberto Zampatti e la pianista Elvira Soresini. Nel corso della serata interverrà monsignor Bassiano Uggè, vicario generale della diocesi di Lodi.

Il programma di celebrazioni, patrocinato dal Comune di Rivolta d’Adda, è stato presentato la mattina di mercoledì 5 aprile in Municipio dal parroco monsignor Dennis Feudatari, dalla vicesindaco Marianna Patrini e dalla capogruppo consiliare di maggioranza Nicoletta Milanesi.

«La presenza dell’Amministrazione comunale a sostegno della nostra parrocchia – ha detto la Patrini – vuole sottolineare la valenza di queste celebrazioni dal punto di vista storico-culturale. Non si tratta solo di far risaltare la figura di Sant’Alberto, ma anche di riscoprire e valorizzare le radici storiche del nostro paese. Ecco perché riteniamo importante che la comunità sia sollecitata a partecipare al concerto del 16 aprile e agli altri appuntamenti pensati dalla parrocchia».

Appuntamenti dei quali ha parlato monsignor Feudatari: «Sono due i criteri con i quali abbiamo realizzato questa scaletta: riscoprire il contesto storico e sociale in cui è vissuto sant’Alberto e riprendere un certo interesse per questa figura riscattandola dalla semplice devozione popolare. Per questo motivo si è pensato a due conferenze di carattere storico. A Francesco Motta, laureando di Rivolta d’Adda, chiederemo di chiarirci meglio il medioevo lombardo, epoca caratterizzata non soltanto dalla lotta fra vescovi e imperatore; mentre a padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum di Roma, chiederemo di parlarci della spiritualità laicale e clericale di quel periodo fra Xi e XIII secolo».

Le due conferenze si terranno in oratorio. Quella in programma domenica 23 aprile, alle 21, avrà come relatore Francesco Motta e, per la precisione, si intitola “Da Gregorio VII a Innocenzo III: la temperie politica e religiosa di Sant’Alberto a Rivolta”. La seconda, con padre Messa, anch’egli rivoltano, è in programma domenica 21 maggio alle 21 e verterà su “La spiritualità laicale e clericale fra XI e XII secolo tra Alberto da Rivolta e Omobono da Cremona”.

Altri eventi dedicati a Sant’Alberto sono in cantiere per il prossimo anno.

«Nel 2024 – ha aggiunto il parroco di Rivolta d’Adda – abbiamo previsto altre due conferenze e ho già commissionato una cantata al musicista, gregorianista e direttore di coro cremonese Fulvio Rampi».

 

Approfondimento sulla figura di sant’Alberto Quadrelli   




Cammino sinodale delle Chiese in Italia, a Roma l’assemblea dei referenti diocesani

Si terrà l’11 e il 12 marzo, a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel, l’assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale. A rappresentare la diocesi di Cremona ci sarà Diana Afman, che in diocesi ricopre l’incarico di referente per il Sinodo insieme al diacono permanente Walter Cipolleschi.

I lavori, che nel pomeriggio di sabato 11 saranno aperti dall’introduzione di don Dionisio Candido, responsabile del Settore dell’apostolato biblico dell’Ufficio catechistico nazionale, prevedono gli interventi di mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, di mons. Antonio Mura, vescovo di Nuoro e di Lanusei, di Gioele Anni, membro del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Domenica 12 saranno il teologo Francesco Zaccaria e il pedagogista Pierpaolo Triani ad offrire il loro contributo. Alle relazioni si affiancheranno, in entrambe le giornate, i tavoli sinodali sull’esperienza dei “Cantieri di Betania”.

“L’assemblea dei referenti diocesani si colloca in un momento significativo del percorso sinodale, ovvero tra la chiusura della fase narrativa e l’inizio di quella sapienziale che prenderà il via a settembre. Di fatto, la fase di discernimento si è già aperta con l’ascolto avviato in questi anni nelle diverse comunità ecclesiali; l’incontro di Roma vuole rimarcare proprio il tratto sinodale dei passaggi che si vivranno a livello locale», afferma mons. Castellucci.

La “due giorni” sarà anche l’occasione per presentare ai referenti diocesani e alle Chiese locali di cui sono espressione sia l’organigramma sia il primo nucleo del Comitato nazionale del Cammino sinodale che nei prossimi mesi si arricchirà di nuovi membri.




Visita Pastorale, la comunità di Rivolta d’Adda pronta per accogliere il vescovo Napolioni

Inizia nella mattinata di venerdì 17 marzo, con l’incontro con alunni e docenti della scuola elementare alle 10.30 e della scuola materna alle 11.30, la visita pastorale del vescovo di Cremona Antonio Napolioni alla parrocchia di Santa Maria e San Sigismondo a Rivolta d’Adda.

Una visita che durerà tre giorni nei quali il presule incontrerà non solo le realtà oratoriali e parrocchiali ma anche il mondo delle istituzioni e dell’associazionismo locale. Spiega il parroco, monsignor Dennis Feudatari: «Il tema delle visite pastorali è “Gesù per le strade”. Per questo abbiamo pensato ad un percorso che permetta al vescovo Antonio di conoscere le tante realtà di Rivolta d’Adda allargando lo sguardo alle esperienze di sostegno alle varie forme di fragilità che si esprimono non solo attraverso i servizi della parrocchia. Mi riferisco all’associazione L’Approdo (che opera nel settore del recupero dalle dipendenze) e all’associazione Camminiamo insieme (che opera nel settore dei disabili), due ponti che la nostra parrocchia ha con il territorio».

Proprio l’incontro con Camminiamo insieme è programma nel pomeriggio di venerdì, alle 16, presso la casa-famiglia Padre Spinelli. Alle 18.30, all’oratorio Sant’Alberto sarà il turno dei ragazzi con i quali il vescovo si fermerà a cena per poi guidare, alle 21, la meditazione sulla Parola di Dio con gli adulti.

La mattinata di sabato, dopo la messa che mons. Napolioni celebrerà nella chiesa della Casa madre delle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento alle 9.30, sarà dedicata all’incontro con il mondo delle istituzioni: il programma prevede alle 10.30 la visita all’ospedale Santa Marta e l’incontro con i medici ed il personale e con i vertici dell’Asst di Crema (alla quale il nosocomio di viale Monte Grappa fa capo), cui seguirà quello con l’Amministrazione comunale alle 11.30 nella sala consiliare del municipio. Nel pomeriggio, alle 15.30, all’oratorio, incontro con il mondo delle associazioni di volontariato e della pastorale, mentre in serata, sempre al Sant’Alberto, è in programma quello coi catechisti.

Domenica mattina, alle 10, il vescovo celebrerà la Messa solenne in basilica. Al termine, incontrerà i ragazzi del catechismo e darà il suo il saluto all’associazione L’Approdo. A mezzogiorno l’aperitivo in oratorio con tutta la comunità concluderà questa visita.

«La comunità che si appresta ad accogliere il vescovo – sottolinea monsignor Feudatari – è una comunità che sta mutando dal punto di vista socio-culturale, essendo consistente la presenza di famiglie giovani provenienti da altri Paesi. Una comunità nella quale era molto radicata la presenza all’Eucarestia, cosa che il Covid non ha squassato più di tanto. Il lavoro che si è fatto, e che si sta facendo tuttora, è quello di accompagnare i fedeli a trovare nella vita comunitari maggiore consapevolezza e motivazione interiore nellòe scelte della fede cristiana».




Il profilo biografico del vescovo Enrico Trevisi

Mons. Enrico Trevisi è nato a Asola (Mantova) il 5 agosto 1963. Compiuti gli studi nel Seminario diocesano di Cremona, è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Cremona il 20 giugno 1987 mentre risiedeva nella parrocchia di Pieve San Giacomo.

Conseguito il Dottorato in Teologia morale a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, è rientrato in diocesi nel 1990 con l’incarico di vicerettore del Seminario di Cremona e insegnante di Teologia morale.

Dal 1997 al 2004, pur continuando l’insegnamento in Seminario, è stato direttore del Centro pastorale diocesano di Cremona e, dal 1997 al 2003, anche dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Inoltre, tra il 2000 e il 2005 è stato assistente spirituale delle Acli cremonesi.

Nel 2004 ha assunto l’incarico di rettore del Seminario diocesano di Cremona.

Il 10 giugno 2016 è stato nominato parroco della parrocchia di Cristo Re in Cremona, dove ha fatto il proprio ingresso domenica 18 settembre 2016.

Dal 1 settembre 2016, inoltre, ha ricoperto il ruolo di coordinatore dell’Area pastorale “Comunità educante famiglia di famiglie” e di incaricato diocesano della Pastorale familiare insieme ai coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi.

È stato membro del Consiglio Presbiterale Diocesano e del Collegio dei Consultori.

Ha ricoperto incarichi di insegnamento presso l’Istituto superiore di Scienze religiose a Mantova, lo Studio teologico interdiocesano di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e la sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore.

Il 2 febbraio 2023 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo della Diocesi di Trieste, dove farà il suo ingresso domenica 23 aprile 2023.




Mazzolari, per il 64° anniversario della morte convegno su don Primo educatore e Messa presieduta da mons. Castellucci

Mercoledì 12 aprile ricorre il 64° anniversario della morte del servo di Dio don Primo Mazzolari. La ricorrenza, come ogni anno, sarà occasione di preghiera e riflessione, a partire dagli scritti e dal pensiero del parroco d’Italia, con una celebrazione e un convegno promossi a Bozzolo.

L’attenzione quest’anno andrà in particolare al don Mazzolari educatore. “Don Primo Mazzolari educatore: la scuola elementare, gli insegnanti, i valori” è infatti il tema dell’annuale convegno di studi promosso dalla Fondazione “Don Primo Mazzolari” nella mattinata di sabato 15 aprile (dalle ore 10) presso la sala civica di piazza Europa 19, a Bozzolo.

Don Primo è stato educatore per tutta la sua vita: educatore alla fede cristiana, come pure agli autentici valori umani, alla pace, alla giustizia sociale. Ma lo è stato anche in un senso più specifico, attraverso un’incessante opera di istruzione e di diffusione di cultura, comprese le dimensioni artistiche e letterarie. Inoltre, egli ha cercato di costruire un permanente rapporto positivo con le maestre e i maestri elementari di Cicognara e di Bozzolo (e non solo). I nomi di Gesuina Cazzoli, Maria Teresa (Prima) Zaniboni, Erminia Borghi, Gemma Chapuis Mussini ricorrono di frequente nella vita di Mazzolari, come confidenti e corresponsabili, pur con ruoli diversi, nell’opera educativa rivolta ai più piccoli.

Il convegno del 15 aprile sarà aperto dalla presidente della Fondazione Mazzolari, Paola Bignardi. Seguirà la relazione di Daria Gabusi (Università Giustino Fortunato di Benevento e Università Cattolica del Sacro Cuore) su “La scuola elementare rurale tra anni ’30 e anni ’50”. Il presidente del comitato scientifico della Fondazione, Giorgio Vecchio (Università di Parma) tratterà invece di “Don Primo formatore e amico di maestre e maestri”. Infine, Stefano Albertini (Casa italiana Zerilli-Marimò, New York University) si soffermerà sui rapporti intercorsi tra Mazzolari e una di queste maestre, Gemma Chapuis Mussini.

All’indomani, nel pomeriggio di domenica 16 aprile, alle 17 presso la chiesa parrocchiale di Bozzolo, dove sono conservate le spoglie del parroco d’Italia, il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, presiederà l’Eucaristia nel 64° anniversario della morte di don Mazzolari. La Messa sarà concelebrata dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

 

Locandina degli eventi per il 64° anniversario




Appello per la pace: oltre 51.500 firme saranno consegnate a Mattarella e Metsola

Sono 51.544 le persone che hanno sostenuto l’iniziativa promosse dall’Arcidiocesi di Milano e dall’arcivescovo Mario Delpini in occasione della Quaresima per invitare la politica a cercare in modo più convinto una soluzione diplomatica ai conflitti e per chiedere a ciascuno l’assunzione di un impegno personale per la pace. Ma la raccolta di adesioni all’appello “Noi vogliamo la pace” non ha coinvolto solo la Chiesa ambrosiana: un sostegno all’iniziativa, che si è conclusa la Domenica delle Palme, è arrivato anche dagli altri Vescovi lombardi che, in occasione di una riunione della Conferenza episcopale lombarda tenutasi il 15 e 16 marzo a Caravaggio, hanno esortato i fedeli delle proprie Diocesi a non far mancare la propria adesione. Così è stato anche in Diocesi di Cremona.

22.952 adesioni sono arrivate in forma digitale dal portale chiesadimilano.it, 28.592 in forma cartacea. Sono numerose in particolare le parrocchie e le associazioni che si sono mobilitate per una raccolta collettiva delle firme, di cui 2.833 da oltre i confini ambrosiani.

Nelle prossime settimane è intenzione dell’arcivescovo Delpini far giungere le adesioni al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, e alle rappresentanze diplomatiche consolari con sedi a Milano. 

Questo il testo dell’appello dell’arcivescovo Delpini: «Noi vogliamo la pace, i popoli vogliono la pace! Anch’io voglio la pace e chiedo ai potenti, ai politici, ai diplomatici, alle Chiese e alle religioni: “Per favore, cercate la pace!”. In questo tempo di Quaresima mi impegnerò per una preghiera costante e per pratiche di penitenza».

«Continuiamo a pregare – dichiara Delpini – perché non ci rassegniamo all’impotenza; continuiamo a pensare e a parlare, a sognare e a impegnarci con il gesto minimo e l’animo nobile di chi ha fiducia in Dio, ha fiducia nella gente e si ostina a credere che il bene vince sul male».