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Una firma per la pace: anche la Diocesi di Cremona rilancia l’appello dell’arcivescovo di Milano

Anche il vescovo Antonio Napolioni e gli altri vescovi lombardi, in occasione della Conferenza episcopale lombarda svoltasi mercoledì 15 e giovedì 16 marzo al Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio, hanno deciso di aderire e invitare i fedeli delle proprie Diocesi a sottoscrivere l’appello per la pace proposto dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, in occasione della Quaresima, per dire con forza: «Noi vogliamo la pace».

Sono circa 15 mila le persone che hanno finora aderito all’appello. Questo il testo:
«NOI VOGLIAMO LA PACE,
I POPOLI VOGLIONO LA PACE!
Anch’io voglio la pace e chiedo ai potenti, ai politici, ai diplomatici, alle Chiese e alle religioni:
“Per favore, cercate la pace!”.
In questo tempo di Quaresima mi impegnerò per una preghiera costante e per pratiche di penitenza».

L’appello può essere sottoscritto fino al 2 aprile (Domenica delle Palme), con queste tre modalità:

Anche la Diocesi di Cremona invita pertanto a condividere, a sottoscrivere e a far sottoscrivere l’appello per la pace che, al termine della Quaresima, l’arcivescovo di Milano farà personalmente pervenire alle autorità italiane ed europee.

Una iniziativa, quella promossa dalla Chiesa ambrosiana per il tempo di Quaresima e rilanciata anche dalle altre Diocesi di Lombardia, che vuole essere un modo per chiedere con forza la pace al di là del gesto simbolico, tramutandosi in un’assunzione di un impegno concreto per un percorso penitenziale, di preghiera e conversione. Nella convinzione che solo un risveglio delle coscienze, della ragione, dello spirito può sostenere i popoli, i governanti e gli organismi internazionali nel costruire la pace.

«Noi vogliamo la pace – ha scritto l’arcivescovo Delpini lanciando l’iniziativa –. I popoli vogliono la pace. I poveri vogliono la pace. I cristiani vogliono la pace. I fedeli di ogni religione vogliono la pace. E la pace non c’è.
E coloro che decidono le sorti dei popoli decidono la guerra, causano la guerra. E dopo averla causata non sanno più come fare per porre fine alla guerra. Non possono dichiararsi sconfitti. Non possono vincere annientando gli altri.
In queste vie senza uscita che tormentano tanti Paesi del mondo, umiliano la giustizia e distruggono in molti modi le civiltà, le famiglie, le persone e gli ambienti, che cosa possiamo fare? Dichiariamo la nostra impotenza, ma non possiamo lasciarci convincere alla rassegnazione. Noi crediamo che Dio è Padre di tutti, come Gesù ci ha rivelato. Crediamo che Dio manda il suo Santo Spirito per seminare nei cuori e nelle menti di tutti, compresi i potenti della terra, pensieri e sentimenti di pace e il desiderio struggente della giustizia».

L’invito del vescovo Napolioni all’intera Chiesa cremonese è quello di aderire a questo appello e unirsi nella preghiera a questa invocazione per la pace:

Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per confidarti lo strazio della nostra impotenza:
vorremmo la pace e assistiamo a tragedie di guerre interminabili!
Vieni in aiuto alla nostra debolezza,
manda il tuo Spirito di pace
in noi, nei potenti della terra, in tutti.

Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per invocare l’ostinazione nella fiducia:
donaci il tuo Spirito di fortezza,
perché non vogliamo rassegnarci,
non possiamo permettere che il fratello uccida il fratello,
che le armi distruggano la terra.

Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per dichiararci disponibili
per ogni percorso e azione e penitenza
e parola e sacrificio per la pace.
Dona a tutti il tuo Spirito,
perché converta i cuori, susciti i santi
e convinca uomini e donne a farsi avanti
per essere costruttori di pace,
figli tuoi.




Don Trevisi vescovo, a Caravaggio il ringraziamento e l’affidamento con i compagni di Messa

Da sinistra: Celini, Trevisi, Ghisolfi, Baronio, Nava, Leggio e Mantia

Il ringraziamento e l’affidamento per l’elezione di mons. Enrico Trevisi a vescovo di Trieste in un luogo speciale, il Santuario di S. Maria del Fonte, patrona della Diocesi di Cremona insieme a sant’Omobono. Il desiderio di esprimerli e donarli concretamente ha così condotto lunedì 20 febbraio i preti ordinati nel 1987 insieme a Caravaggio per un momento di rinnovata e ininterrotta fraternità con il “compagno di Messa” che il prossimo 25 marzo sarà ordinato vescovo nella Cattedrale di Cremona, in vista del suo insediamento a Triste il 23 aprile.

Insieme a don Trevisi l’intera classe ordinata il 20 giugno di 36 anni fa dal vescovo Enrico Assi: don Ottorino Baronio, don Federico Celini, don Graziano Ghisolfi, don Marco Leggio, don Luigi Mantia e don Giovanni Nava. Un momento di vero e proprio pellegrinaggio con il tono della festa, cui ha partecipato anche la comunità del santuario mariano con il rettore mons. Amedeo Ferrari, gli altri sacerdoti, le suore e agli operatori in servizio a S. Maria del Fonte.

Il ritrovarsi insieme è stato occasione per ricordare e condividere gli anni di studi comuni nel Seminario di Cremona e le esperienze del percorso sacerdotale, che ha in seguito sempre accomunato i sette sacerdoti, insieme anche alle prime prospettive del servizio che mons. Trevisi è chiamato a svolgere come vescovo di Trieste.

Nel pomeriggio la recita del Rosario, con intensità di preghiera e di intenti, proseguita attorno all’Eucaristia, con la Messa presieduta in basilica proprio da don Trevisi e concelebrata dai compagni di Messa.

Davvero un momento di gioiosa ed emozionante spiritualità, nel segno di una comune devozione verso Colei che non ha mai mancato – né mai mancherà – di intercedere per i figli del suo Figlio.




Tra origini e nuovo presente: dal 14 al 16 aprile a Tonfano un weekend per famiglie

Sono aperte le iscrizioni per il weekend delle famiglie che si terrà dal 14 al 16 aprile a Tonfano e che avrà come titolo “Tra origini e nuovo presente: il rilancio dei legami”. Durante il fine settimana sarà posta attenzione a due fasi importanti e delicate dell’esperienza di famiglia: quello dell’arrivo dei figli e quello in cui questi “spiccano il volo”.

In particolare le famiglie con bimbi da 0 a 6 anni rifletteranno sui legami in famiglia e con le famiglie di origine. Guiderà la riflessione e il confronto Eliana Polonini, psicologa, psicoterapeuta, conduttore di percorsi di enrichment familiare.

Le famiglie con figli che stanno scegliendo o hanno scelto la loro strada rifletteranno, invece, su questa nuova dimensione e sui nuovi equilibri che comporta. Condurrà la riflessione Chiara Fusar Poli, psicologa, dottore di ricerca, conduttore di percorsi di enrichment familiare

Quella proposta dalla Pastorale familiare della Diocesi di Cremona sarà dunque una proposta innovativa in cui i due percorsi paralleli, proposti in contemporanea nello stesso fine settimana, permetteranno da un lato l’approfondimento di momenti forti della vita famigliare e dall’altro favoriranno occasioni di confronto e arricchimento reciproco.

Il fine settimana sarà un’opportunità di riflessione, amicizia, ascolto e condivisione per vivere l’amore nel quotidiano della vita familiare e un’occasione per avere cura della vita di coppia.

Grazie alla presenza di adulti e giovani sarà assicurata la possibilità ai figli di giocare e fare i compiti (e per i più piccoli di farsi coccolare) permettendo loro di fare nuove amicizie e ai genitori di avere un tempo disteso da dedicare alla coppia.

L’auspicio è che questa iniziativa sia un utile arricchimento per le comunità, famiglie di famiglie, e sia di stimolo per proseguire con fiducia in quel cammino di fede e di amore familiare proposto anche da Papa Francesco in Amoris Laetitia.

Per informazioni e iscrizioni scrivere a famiglia@diocesidicremona.it.

 

Scarica la brochure con tutte le informazioni sulla proposta di Tonfano

 

A Tonfano un weekend alla riscoperta di quell’amore fiducioso con cui Dio benedice la coppia




Famiglia Buona Novella, il 21 febbraio al via la Scuola di preghiera con la lectio divina

Prende il via martedì 21 febbraio, alle 20.45 in videoconferenza, la Scuola di preghiera con la lectio divina promossa da Famiglia Buona Novella. Il percorso, che si sviluppa su sei incontri a cadenza quindicinale, della durata di un’ora e mezza ciascuno, fruibile in modalità online, è rivolto a singole persone o coppie e vuole offrire la possibilità di scoprire la bellezza e i tesori racchiusi nell’esperienza della lectio divina. In essa le persone sono accompagnate, passo a passo, a conoscere e a vivere questo antico modo di entrare e sostare in relazione con Dio.

Per poter partecipare è richiesta l’iscrizione tramite l’apposito modulo (dal link: www.famigliabuonanovella.it/scuola-di-preghiera-con-la-lectio-divina/).

Trattandosi di un percorso è richiesta la partecipazione continuativa a tutti gli incontri. L’iscrizione è a numero chiuso e prevede un massimo di 15 iscritti.

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa, che si concluderà martedì 2 maggio, scrivere a info@famigliabuonanovella.it o contattare il 335-7889393.




Il catecumenato e la “famiglia” che accompagna

«La parrocchia è testimone nella storia del Vangelo di Gesù». Con queste semplici parole don Antonio Bandirali, parroco dell’unità pastorale S. Omobono di Cremona, ha spiegato il rapporto tra comunità cristiana e annuncio durante la nuova puntata di “Chiesa di casa”. Dedicata interamente alla celebrazione dei sacramenti nella notte di Pasqua, la trasmissione ha avuto come centro di riflessione proprio la dinamica dell’annuncio, «che è un aspetto determinante – secondo Bandirali, che ha accompagnato un catecumeno alla celebrazione dei sacramenti nella notte di Pasqua – e passa certamente da iniziative istituzionali, ma anche dalla testimonianza di vita cristiana che una comunità può dare, insieme alla sensibilità che ogni parrocchiano può mettere in gioco nella quotidianità».

Parole che sembrano in linea con l’esperienza di Ibnou Abass Diaye, della parrocchia di San Francesco d’Assisi, a Cremona, e originario del Senegal. «Io nasco da una famiglia musulmana – ha raccontato il giovane – ma ho sempre avuto davanti l’esempio di mia nonna, che era cristiana. Quando sono arrivato in Italia, poi, è stato l’incontro con molte persone che hanno saputo accogliermi e guidarmi a farmi desiderare di ricevere i sacramenti. Per cui, se sono qui, lo devo a loro e alla testimonianza di vita e di fede che mi hanno trasmesso».

Quello di accompagnare i catecumeni alla celebrazione di Battesimo, Confermazione ed Eucaristia non è un compito che spetta solamente ai sacerdoti. Secondo il parroco cremonese, infatti, anche «la famiglia, gli amici, i colleghi possono dare una testimonianza molto forte di vita cristiana».

Vita cristiana il cui centro è rappresentato proprio dall’evento pasquale. «Ricevere i sacramenti nella notte di Pasqua – ha affermato Abass – è molto speciale. Aspettavo da tempo questo momento, ma nonostante non fossi ancora battezzato, mi sono già sentito parte della comunità a tutti gli effetti».

Quella delle parrocchie è allora una presenza assolutamente rilevante nel cammino del catecumenato, ma non solo. La vera sfida, per Bandirali, «è quella di riconoscere un catecumeno come un reale appartenente alla comunità».

Dall’altro lato, la comunità stessa può lasciarsi provocare dalla presenza di chi ha deciso di intraprendere un cammino di Iniziazione Cristiana per avvicinarsi e scoprire la fede. «La scelta e la richiesta dei sacramenti ci provocano molto – ha concluso don Antonio Bandirali – perché spesso siamo abituati a procedere per inerzia. In questi ragazzi, invece, ho colto una grande generosità nel desiderio di intraprendere questo cammino, insieme alla serietà nel rendersi disponibili ad entrare sempre di più a far parte della Chiesa».




Un anno di conflitto in Ucraina: domenica 19 febbraio in Cattedrale Messa di rito orientale con profughi e volontari Caritas per la pace

A un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina, la Diocesi di Cremona invita a un momento di incontro e di preghiera per la pace. L’evento, promosso da Caritas Cremonese, è aperto a tutti e in particolare ai profughi ucraini che sono sul territorio, agli operatori e ai volontari Caritas che li stanno accogliendo e accompagnando e alle tante realtà che stanno collaborando per affrontare questa emergenza. L’appuntamento è per domenica 19 febbraio con il ritrovo fissato alle 14.15 in piazza del Comune a Cremona: alle 14.30 è prevista una visita guidata alla Cattedrale a cura di CrArt. Alle 15 nella cripta del Duomo sarà celebrata la Messa in rito cattolico orientale e lingua ucraina, presieduta da don Vasil Merchuk e al termine della quale il vescovo Antonio Napolioni porterà il proprio saluto. Il pomeriggio si concluderà quindi presso la sede di Caritas Cremonese, in via Stenico, con un rinfresco.

Nel frattempo, continua in tutto il territorio diocesano l’accoglienza della popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Da 148 persone accolte all’inizio del conflitto, oggi sono 75 quelle rimaste nel nostro territorio. C’è chi vuole rimanere in Italia e costruirsi un nuovo futuro qui; chi ha lasciato i propri cari in Ucraina e vorrebbe tornare per riprendere la sua attività lavorativa e rivedere familiari e amici, ma non lo fa perché i bombardamenti continuano; chi è tornato in Ucraina nonostante la situazione critica e ha ancora bisogno di sostegno economico e alimentare.

L’emergenza, dunque, continua e Caritas cremonese è tuttora attiva sul territorio diocesano, in sinergia con le Istituzioni, per aiutare i profughi organizzando una rete capillare di accoglienza. Una rete che ha bisogno di essere sostenuta.

Ecco come fare per effettuare donazioni a favore dei profughi ucraini:

Con un versamento sui conti intestati a Fondazione San Facio Onlus, specificando nella causale “Emergenza Ucraina”:

  • conto corrente bancario IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
  • conto corrente postale n. 68 411 503

Oppure direttamente alla Caritas Cremonese:

  • presso gli uffici di via Stenico 2B, a Cremona
  • con bonifico su conto corrente bancario IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305

Solo le erogazioni liberali fatte alla Fondazione San Facio Onlus danno diritto alla deducibilità/detraibilità.

 

Guerra in Ucraina, sul territorio proseguono gli aiuti




Mercoledì delle Ceneri, il Vescovo: «In questa quaresima del mondo, la Quaresima di Cristo salva l’umanità»

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Calamità naturali, guerre e violenze: «se questa è la quaresima del mondo, ci salva la Quaresima di Cristo», ha detto il vescovo Antonio Napolioni nella Messa del Mercoledì delle Ceneri presieduta nel pomeriggio del 22 febbraio in Cattedrale. Una celebrazione ha aperto il «tempo favorevole» che accompagna alla Pasqua e che – se lo si vuole, facendo «spazio a Dio e ai fratelli» – diventa «grembo di una umanità nuova».

«Non possiamo dimenticare che digiuni, pianti e lamenti nel mondo non mancano», ha ricordato il vescovo all’inizio della sua riflessione con un riferimento alla prima lettura, tratta dal libro del profeta Gioele. «Ci sono cuori lacerati non soltanto dal desiderio di penitenza e ritorno a Dio, – ha affermato monsignor Napolioni con un riferimento esplicito all’attualità – ma dal dolore insopportabile per la morte dei propri figli, dei propri cari. C’è chi è costretto a digiunare perché non arriva il cibo, non arriva l’acqua. Abbiamo sotto gli occhi le scene di guerre e di terremoto. Ma non dimentichiamo neppure quelle sterminate terre di povertà: terre impoverite da chi le ha sfruttare e non ha permesso a chi è nato e cresciuto in quei continenti di avere la nostra stessa liberà e dignità». «E allora ci sono uomini e donne che per tornare al Signore intraprendono viaggi, fughe, o si nascondono nei bunker o nelle caverne», ha ricordato ancora il vescovo. E guardando a alla «assemblea santa» che «noi abbiamo il privilegio di formare», ha espresso «bisogno di essere uniti a tutto il popolo di Dio, che è uno solo, che non conosce bandiere». «Il popolo dei suoi figli – ha invitato il vescovo – è chiamato tutto intero a una Quaresima di conversione e di salvezza, perché è in gioco non solo la salvezza di ogni anima, ma la salvezza dell’umanità, della nostra famiglia umana».

E allora «se questa è la quaresima del mondo, ci salva la quaresima di Cristo!», ha affermato con forza monsignor Napolioni: «Lui vuole animare, riempire la nostra Quaresima, che vissuta da soli, come una dieta o un fioretto, non serve a nulla. Deve essere riempita da Lui: è il tempo di Cristo, il tempo dell’ascolto, della preghiera, della grazia».

“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Monsignor Napolioni ha fatto proprie le parole dell’apostolo Paolo ai Corinti con un interrogativo: «Ma come? E perché? Basta un desiderio?». «Certo la nostra liberà è chiamata in causa – ha detto il vescovo –, ma ci viene incontro Lui: ci viene a cercare come il pastore che cerca la pecora smarrita. Ci viene a prendere con tenerezza e con coraggio», dando «l’appuntamento della nostra riconciliazione là dove c’è il nostro peccato».

«In questa società che produce dipendenze e schiavitù mascherandole da benessere – ha proseguito Napolioni – il grande benessere è essere amati, essere perdonati, essere graziati».

Ed ecco quindi “il momento favorevole, il giorno della salvezza”: il cammino verso la Pasqua. «Ma questo richiede che questa Quaresima sia anche quella di ciascuno di noi, disposto a collaborare all’opera di Dio per il bene nostro e di tutti». Con tre vie – l’elemosina, la preghiera e il digiuno  – utili a « ripulirci l’anima». «Ritrovare questa libertà interiore per fare spazio a colui che viene, a Dio e ai fratelli. Questa è la vera condizione umana che la Quaresima ci permette di riscoprire», ha detto il vescovo.

Una riscoperrta che la Chiesa per prima deve fare. «Una Chiesa aperta, accogliente, disponibile, non fatta di pretese e giudizio. Ma come una madre che, anche quando i figli sono lontani e magari pensa di averli persi, continua a ospitarli nel grembo perché vivano». «Possa essere la nostra quaresima questo grembo di una umanità nuova – ha concluso il vescovo – di quella giustizia più alta di cui il mondo ha disperato bisogno e che almeno dai cristiani, da tutti i cristiani, da tutte le Chiese, possa essere rinnovata come scelta e stile di vita in questa Pasqua verso la quale ci mettiamo con Gesù decisamente in cammino».

Dopo la riflessione del vescovo la celebrazione è stata caratterizzata dalla benedizione delle ceneri, imposte sul capo dei presenti.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni il vescovo emerito Dante Lafranconi, i canonici del Capitolo della Cattedrale e alcuni altri sacerdoti della città, presenti insieme ai seminaristi diocesani che hanno prestato servizio liturgico. Ad animare la liturgia con il canto è stato il coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi.

 

Guarda il video integrale della celebrazione




Dalla croce alle strade: la Sacra Spina in processione con il vescovo Trevisi

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«Per cambiare il mondo dobbiamo contemplare il Crocifisso e guardarci con i suoi occhi». Con questo augurio il vescovo Enrico Trevisi ha concluso la propria riflessione dopo aver presieduto la tradizionale processione con la Sacra Spina per le vie di Cremona. Ancora una volta la città si è animata, con rispettoso silenzio e devozione, per accogliere ed accompagnare con la preghiera il cammino del Signore attraverso le tenebre della sofferenza e della morte.

Da sempre il Venerdì Santo è il giorno dedicato alla contemplazione della croce, che, secondo Trevisi, è il luogo ideale per «guardare tutto dalla prospettiva del Crocifisso, che nel morire per noi ha ha compiuto il disegno di salvezza che il Padre gli ha affidato».

La celebrazione della Via Crucis lungo le strade della città ha sempre avuto un sapore speciale per i cremonesi, perché segno evidente della presenza della Chiesa nel mondo. «Ma come essere nel mondo ‒ ha commentato il vescovo ‒ e guardare le nostre responsabilità verso la pace, la giustizia e i poveri?».

L’omelia del Vescovo Trevisi

 

Secondo Trevisi, la risposta arriva, ancora una volta, dalla croce. «L’unico punto prospettico che consente uno sguardo capace di comprendere la complessità della vita e della storia è quello di Gesù in Croce».

E proprio al Cristo, al Vivente che ha vinto la morte, mons. Trevisi ha affidato tutti i fedeli, prima di benedire l’assemblea, e l’intera città, con la reliquia della Sacra Spina, segno visibile dell’amore del Signore per il suo popolo.

Un popolo spesso ferito, provato e sofferente, ma che ha nuovamente trovato la forza per vivere con rinnovato slancio i momenti cruciali del Triduo. Perché la contemplazione del mistero pasquale, ha concluso Trevisi, «dà sapore e gusto nuovo ad ogni sfida della vita, dà colore e intensità ad ogni nostro giorno, profuma le nostre relazioni di una fraternità che è anticipo e prefigurazione del Paradiso. E allora avremo l’ardire di fare le scelte della nostra vita».

 

Il video completo della celebrazione




«L’ABC del cristiano… e della pace». Il messaggio del Vescovo per la Quaresima

Benedetta Quaresima! Che arriva per riproporci un cammino educativo alla fede, essenziale e impegnativo, specie in questo tempo che ci preme addosso con le sue drammatiche sfide. La Chiesa non si smarrisce, quando guarda al suo Signore che cammina deciso verso la Pasqua. E ci aiuta a non cadere nelle tentazioni di fuga, illusorie e deludenti, vigliacche o aggressive, che si mascherano in mille modi, per sedurci ed ammalarci ancor di più.

La liturgia domenicale alterna tre cicli di letture e preghiere, e quest’anno ripropone l’anno A, quasi per farci ricordare l’alfabeto del cristianesimo. I Vangeli ci chiamano a stare con Gesù: tenta­to, trasfigurato, acqua viva per la Samaritana, luce per il cieco nato, resurrezione e vita piena per l’amico Lazzaro… passo dopo passo giungeremo con Lui a Gerusalemme, teatro della passione e della Pasqua, per la nostra salvezza.

Il primo invito che dunque rivolgo a me e a tutti voi, cari amici, è quello di lasciarci evangeliz­zare. Come se non avessimo mai ascoltato questa Parola, perché ci sorprenda col suo potere di cam­biamento, di conversione. Invito a leggere insieme questi Vangeli, in parrocchia o meglio nelle ca­se, a piccoli gruppi. Se vorrete, anche io potrò entrare (con un breve video) e offrirvi qualche pista di riflessione, su cui fare condivisione e testimoniarci vissute ragioni di speranza. I parroci indiche­ranno tempi e luoghi per compiere questo primo gesto della Quaresima.

Il punto B non può che essere la partecipazione all’eucaristia domenicale, cuore di un ritmo di preghiera che sarà bello possa impregnare tutte le nostre giornate. I sussidi offerti dalla nostra Fede­razione Oratori alle famiglie propongono la preghiera prima dei pasti, segno di gratitudine e di fidu­cia nella Provvidenza, che per mezzo nostro vuole giungere anche ai meno fortunati.

Abbiamo tanto bisogno anche della preghiera silenziosa, di qualche frammento di deserto, in cui ascoltare le attese del nostro cuore e soprattutto percepire il venirci incontro del Salvatore, volto della Misericordia di Dio, che nella Confessione è gratuitamente donata a chi sente nostalgia dell’abbraccio del Padre. Quanta grazia è seminata ovunque e, con il piccolo Sì della nostra libertà, può germogliare e portare frutto!

A, B e… C: sempre la relazione con Gesù coinvolge nella sua stessa compassione attiva verso i fratelli, e diventa carità, ricevuta e trafficata, operosamente. Basta guardarsi attorno un istante e scopriamo infiniti bisogni, opportunità di incontro che fanno bene anche a noi, fatti non per l’egoismo ma per la comunione. La Borsa di Sant’Omobono, che la Caritas diocesana ha attivato negli ultimi anni, a beneficio di tanti, è sempre aperta, per ricevere e dare, favorendo prassi di giu­stizia, che sono il necessario fondamento di una pace vera e robusta. Le difficoltà lavorative ed eco­nomiche di tanti non possono lasciarci indifferenti. E non saremo certo insensibili alle conseguenze umanitarie della grande tragedia del recente terremoto in Turchia e Siria. Anche perché ci rimette­rebbe la pace, sia nelle nostre città e contrade, che in tutto questo piccolo mondo.

Sì, mentre rischiamo di assuefarci al male, decidiamo di credere nella pace, che si realizza nella misura in cui ne parliamo la lingua e ne percorriamo la strada. La Quaresima, via della croce e della luce, è qui, e ci chiama a muoverci nell’ascolto, nella preghiera, nella carità. Ne usciremo più forti e coraggiosi, più uniti nell’osare il nuovo, liberi di offrirci con Gesù, principe della pace.

+ Antonio, vescovo

 

 

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Quaresima di carità: in aiuto ai poveri si apre la Borsa di Sant’Omobono




Visita pastorale, dal 24 al 26 febbraio il Vescovo incontra le comunità di Pomponesco, Salina, Casaletto e Bellaguarda

Riprende, dopo la pausa dell’ultimo weekend, la Visita pastorale “Gesù per le strade”, che dal 24 al 26 febbraio farà tappa nel Mantovano nell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Pomponesco, Salina, Casaletto e Bellaguarda.

La mattinata di venerdì 24 febbraio si aprirà alla casa di riposo “Mazzucchini” di Pomponesco, dove alle 10 il vescovo Antonio Napolioni presiederà la Messa e incontrerà gli ospiti e il personale della struttura. A seguire, monsignor Napolioni farà visita, alle 11, alla casa famiglia di Salina. Il pomeriggio sarà invece occasione di incontro nelle case, con un momento informale insieme ad alcune famiglie di Bellaguarda e Casaletto. Alla sera, dopo la cena all’oratorio di Bellaguarda, ci sarà modo di vivere il “Giorno dell’ascolto”: appuntamento alle 21 nella chiesa parrocchiale di Bellaguarda.

La giornata di sabato si aprirà con la Messa a Salina, seguita dalla visita ad alcune famiglie del paese e dall’incontro con gli amministratori di Viadana, Pomponesco e Dosolo, in programma alle 11.30. Nel pomeriggio ci sarà ancora spazio per un momento nelle case, mentre alle 19.30 ci sarà la “pizzata” con i ragazzi delle quattro comunità presso l’oratorio di Pomponesco. A chiudere il programma del 25 febbraio, l’incontro delle 21 con i genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana.

La Visita pastorale si chiuderà, quindi, domenica 26 febbraio con la Messa unitaria presieduta dal vescovo alle 11 a Pomponesco. La celebrazione sarà trasmessa in diretta tv su Cremona 1 e sui canali social della Diocesi. A seguire, l’aperitivo in oratorio, ultima occasione di saluto e ringraziamento in chiusura della Visita pastorale.

«È un’occasione di incontro e di ascolto, un’occasione per ricevere un nuovo slancio, per ricevere conforto e nuova indicazione – spiega don Davide Barili, parroco dell’unità pastorale –. La gente si è posta molto favorevolmente a questa visita, pronta ad accogliere il vescovo e pronta di nuovo a scoprire il proprio essere Chiesa».