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Author: Luca Marca

Il venerdì di digiuno in Cattedrale sfama con le parole del Vangelo. Il Vescovo: «Siate affamati della parola di Dio»
Nel primo venerdì di Quaresima al via l'iniziativa "Pausa... digiuno" promossa in Cattedrale dall'unità pastorale S. Omobono: adorazione, ascolto della Parola e carità

Carità, digiuno e servizio sono solamente alcune delle parole che hanno illuminato la pausa pranzo di venerdì 4 marzo nella Cattedrale di Cremona, un momento che si è potuto ritagliare dal frastuono della frenesia delle giornate grazie all’iniziativa proposta nei venerdì di Quaresima dall’unità pastorale Sant’Omobono, che riunisce le tre parrocchie del centro cittadino (S. Maria Assunta in Cattedrale, S. Imerio e S. Pietro al Po). Un momento contraddistinto dalla preghiera, dall’ascolto della Parola e dalla penitenza quaresimale che si trasforma in carità, visto che quanto idealmente risparmiato con il digiuno si è trasformato in forma di offerte, destinando la consegna di un pasto a coloro che più di tutti hanno bisogno un aiuto: anziani, persone sole e malate, indigenti e dimenticati, grazie all’iniziativa della Quaresima di carità di quest’anno. Il tutto accompagnato dall’ascolto della parola del Vangelo del giorno, in questo primo venerdì condivisa e raccontata ai fedeli dal vescovo Antonio Napolioni alle 13.15, e che nei prossimi venerdì vedrà alternarsi al suo posto i sacerdoti dell’unità pastorale.

«Il compito di chi come me, di volta in volta, offre una riflessione è secondario; al centro c’è la vita di ciascuno di noi», ha esordito il Vescovo, aggiungendo che «al centro c’è la grazia di questo tempo che ci porta verso la Pasqua del Signore e verso la nostra Pasqua. Un tempo complicato e drammatico in cui invochiamo l’azione potente dello Spirito di Dio». Il Vescovo pone una domanda fondamentale, che suona come una provocazione durante questa Quaresima: «Quante pagine uniscono digiuno e preghiera, ma quanto è vero quello che il profeta Isaia ci dice proprio nella prima lettura di questo venerdì: perché digiunare se tu non lo vedi? Perché mortificarci se tu non lo sai?. Queste sono le parole del credente miope che vorrebbe subito i benefici di Dio come se li comprasse con il suo digiuno, ma Dio così risponde: “Nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo? È piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora».

Conclude un brano tratto dalla Lettera ai cercatori di Dio del 2009, che sottolinea in maniera inequivocabile che «C’è un bisogno profondo di amore per ciascuno di noi, così spesso prigionieri delle nostre solitudini, è il bisogno di una parola di vita che vinca le nostre paure e che ci faccia sentire amati», ricordando che, citando le parole del profeta Amos, «Verranno giorni – dice Dio, il Signore – in cui manderò la fame nel paese, ma non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore. Allora Dio, che è insieme paterno e materno nel suo amore, parlerà proprio a ciascuno di noi, e l’ascolto fedele e intelligente di quanto egli dice sazierà poco a poco il nostro bisogno di luce».

Un ritorno al tempo ordinario, un ritorno a quella normalità che da anni mancava a causa della pandemia: l’apertura straordinaria della Cattedrale durante l’ora di pranzo ha permesso a molti di trovare la serenità di raccogliersi in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, esposto sull’altare sopra ad un drappeggio rosso, accolto dai fedeli in un canto congiunto accompagnato dall’organo. C’è chi è entrato solo per qualche istante, chi si è soffermato a lungo. Secondo le possibilità di ciascuno. Ma con la volontà di fare spazio a Dio in questo tempo di speciale conversione. Un’orazione rivolta agli ultimi, ma anche a quelle persone che combattono per aver salva la vita, e che rischiano di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, a tutti coloro che per la propria fede vengono perseguitati nel mondo, qualunque essa sia, qualunque sia la loro origine.

 

Nei venerdì di Quaresima la “pausa digiuno” in Cattedrale

“Custodire ogni vita”: il messaggio per la 44ª Giornata nazionale per la vita

Pubblicato il messaggio del Consiglio episcopale permanente della CEI per la 44ª Giornata nazionale per la vita, che si terrà il 6 febbraio 2022.

Al centro l’importanza di “Custodire ogni vita” – come recita il titolo -, piccola o grande che sia, e il fatto che spetta all’uomo il ruolo di conservatore, infatti «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse», si sottolinea nel sottotitolo del messaggio. La recente pandemia è un esempio lampante di come l’autosufficienza non sia abbastanza per colmare i bisogni della società e del prossimo, infatti «nessuno può bastare a se stesso».

Il messaggio dei vescovi italiani ricorda come Papa Francesco offra san Giuseppe come modello da seguire per coloro che si impegnano a custodire la vita, esempio di presenza quotidiana, discreta e nascosta, ma allo stesso tempo guida e sostegno nei momenti di difficoltà. Durante la pandemia ci sono stati molti esempi di custodia della vita, ma anche innumerevoli situazioni di egoismo e indifferenza, che mostrano una distanza dal Vangelo.

Ma la Giornata per la vita porta a guardare anche ad altri temi sensibili, come l’eutanasia e l’aborto, sottolineando che la posizione cristiana vuole identificare in ogni ambito l’importanza del preservare la vita, in ogni sua forma e sfaccettatura, abbandonando quelle concezioni nichiliste che non lasciano spazio alla compassione e alla carità.

Il massaggio, riferendosi al quotidiano gesto di custodia della vita, conclude augurandosi che «Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata.»

Scarica il messaggio della Giornata per la vita 2022

Caravaggio, venerdì sera elevazione musicale in chiesa parrocchiale
Alle 21 protagonista l'Unione corale "Don Domenico Vecchi" che proporrà «Brilla una Luce»

Nella serata di venerdì 17 dicembre, alle 21, nella chiesa parrocchiale di Caravaggio, l’unione corale “Don Domenico Vecchi” del Santuario di S. Maria del Fonte, proporrà un’elevazione musicale natalizia dal titolo “Brilla una Luce”.

L’Unione Corale si esibirà insieme a Marco Bianchi all’organo, ad un’ensemble strumentale e al soprano Costanza Zanella, guidati dal maestro Roberto Grazioli.

La musica sarà accompagnata da una voce recitante che presenterà i passaggi del Vangelo che narrano della Buona Novella e della nascita di Cristo. L’alternarsi di musica e recitazione creerà un’atmosfera magica ed avvolgente che renderà unica nel suo genere la notte del Mistero.

Il concerto si terrà nel pieno rispetto delle normative anticovid vigenti: necessario l’uso della mascherina ed esibire il green pass all’entrata. L’ingresso sarà libero fino all’esaurimento dei posti.

L’arcivescovo Delpini all’università Cattolica: «Scientia Crucis, abbracciare il mistero della Croce entro il sapere contemporaneo»

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«Nei territori del sapere contemporaneo abita una scienza triste e arrogante, essa ti dimostra che tu sei un organismo complesso, con straordinarie risorse e inevitabili degenerazioni. Alcune parti si possono aggiustare, altre cambiare. In ogni caso sei destinato a disfarti e a finire nel nulla. Non preoccuparti: tutto sarà riciclato. Sei destinato a disfarti e quindi non puoi permetterti di essere felice». Con questa provocazione l’arcivescovo di Milano Mario Delpini introduce la lectio magistralis tenuta presso l’aula magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona nella mattinata del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, affiancato dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni e dal preside della facoltà di Scienze agrarie Marco Trevisan.

Il tema dell’incontro, che ha dato inizio alla serie di proposte promosse da Ufficio diocesano di pastorale universitaria in collaborazione con Università Cattolica e Museo diocesano, sul tema “La via della Croce”, si fonda sul dualismo e sul dibattito teologico e filosofico fra “scientia Crucis” (il sapere della Ceoce) e l’attuale sapere contemporaneo. «Nei territori del sapere contemporaneo abita una economia obbligatoria – ha detto ancora l’arcivescovo Delpini -. L’economia obbligatoria parla con il linguaggio dei numeri, delle statistiche, delle curve e delle proiezioni del mercato. Non conosce i nomi delle persone, conosce però i gusti, i capricci, le disponibilità di spese. Non distingue il bene e il male, ma piuttosto chi compra e chi vende, non sa nulla del buon cittadino, sa tutto del consumatore». Quindi l’arcivescovo ha proseguito: «La parola della croce annuncia l’essenziale del messaggio cristiano: l’uomo non è destinato al nulla, ma alla vita di Dio. Questa vita è un dono che Dio fa tramite Gesù: non è un “regalo”, è la grazia di una vita, di una via da percorrere. Gesù ha fatto della sua vita un dono, senza pretendere niente, un dono di sé fino alla fine. E insegna: io sono la via, la verità, la vita. Cioè: se vuoi vivere, seguimi, fai della tua vita un dono, fino alla fine. La via più promettente per vivere è quella di Gesù».

Ma scienza e fede non viaggiano su rette parallele, distinte e separate, poiché «tutto ritorna in Cristo – ha precisato Delpini –: la sapientia crucis non è solo un sapere, un principio interpretativo e critico verso ogni conoscenza, è piuttosto una via da percorrere, uno stile di vita da abbracciare. Chiamati a introdursi nel mistero della conformazione a Gesù, prende forma un popolo che percorre la storia, tra contraddizioni e peccati, eppure determinato a scegliere la via della compassione, della misericordia, del servizio».

L’incontro, che ha visto la partecipazione degli studenti dell’ateneo, introdotto dal saluto del direttore della sede di Piacenza-Cremona della Cattolica, Mauro Balordi, e da quello di un giovane, a nome anche dei compagni di studi, si è concluso con le parole del vescovo Antonio Napolioni che ha invitato a ricordare che «ogni giorno, fuori dalle nostre case e dai nostri confini, l’ingiustizia del male si fa sempre sentire forte e presente, soprattutto in questi giorni, dove nell’est dell’Europa una guerra infondata e insensata sta dilagando fra gli innocenti. I cristiani non sanno quale sia l’origine e la motivazione che genera il peccato, ma è proprio nella necessità che si afferma maggiormente la gloria di Dio, la dimostrazione che anche dove sembra non esserci più speranza, c’è ancora chi trova la forza di amare, ed è nella vera fede che si può amare anche ci sta facendo del male. Che questo sia il motore che ci guidi verso una nuova Pasqua, che non sia solamente una festa, ma un momento di amore e rinascita».

La mattinata, animata dal coro dell’ateneo, si è conclusa con il saluto di don Maurizio Compiani, docente, assistente ecclesiastico della sede cremonese della Cattolica e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, che ha fatto dono all’arcivescovo di una piccola opera d’arte, una pietra quale segno di relazione duratura.

 

 

Le prossime iniziative quaresimali

Ogni mercoledì di marzo studenti, docenti e personale non docente di qualunque Ateneo potranno prenotare una visita gratuita al nuovo Museo Diocesano, anche in orario serale (per prenotare è necessario compilare il form su www.diocesidicremona.it/adcrucem). Questa iniziativa prende il titolo “Ad Crucem: Il mistero della Croce nei tesori cremonesi”. La visita sarà introdotta da una breve riflessione su un’opera presente nella sezione riguardante la Passione di Cristo, quindi sarà lasciato tempo libero per ammirare le altre sezioni del museo .

Il percorso si chiude, mercoledì 6 aprile, nella chiesa di S. Luca alle 210 con la meditazione “Elevatio Crucis. Contemplando il mistero della Croce”. L’incaricato diocesano della Pastorale Universitaria, il biblista don Maurizio Compiani, commenterà alcuni testi biblici, offrendo al contempo una introduzione alla Settimana Santa. L’appuntamento è aperto a tutti e non necessita di prenotazione.

 

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Giornata “Pro Orantibus”, domenica la preghiera per chi prega
Nel pomeriggio di domenica 21 novembre a S. Sigismondo la celebrazione con le religiose della diocesi guidata dal vescovo emerito Dante Lafranconi

Domenica 21 novembre si celebra la Giornata “Pro Orantibus”, la cui istituzione risale al secondo dopoguerra, più precisamente nel 1953, quando Pio XII pose la propria attenzione su tutti i monasteri di clausura del mondo, segnati profondamente dalla fine del conflitto mondiale, che li aveva portati ad affrontare gravi situazioni di indigenza. Oggi questa giornata assume un significato diverso: con il passare del tempo l’iniziativa si è infatti tinta di un colore prettamente spirituale, di vicinanza e di solidarietà. Continue reading »

«Con l’arte scopriamo il piacere di vivere» MagicaMusica protagonista ai Traiettorie di Sguardi

La bellezza attraverso l’arte di raccontare la diversità per generare armonia. Questo il cuore dell’esperienza vissuta nella serata di domenica 14 novembre nel secondo appuntamento della rassegna “Traiettorie di sguardi”, il ciclo di incontri per giovani ospitato dalla Parrocchia del Maristella. Ospite della seconda serata è stata l’associazione MagicaMusica guidata dal direttore Piero Lombardi, il progetto di Castelleone che da anni sostiene una grande orchestra musicale formata da ragazzi e ragazze speciali.
Tanti i ragazzi che si sono interessati ed hanno voluto conoscere da vicino l’esperienza dell’orchestra inclusiva, composta da 30 ragazzi con disabilità e 10 educatori: «Mi si è allargato il cuore di fronte ad una chiesa così gremita di giovani interessati» ha spiegato Lombardi al termine dell’incontro. «Ho raccontato loro come attraverso la bellezza dell’arte tutti possano assaporare il piacere della vita».

Il gruppo di MagicaMusica lo sperimenta tutti i giorni tra le tante attività: dalla danza, al canto, dall’arte alle attività in piscina. «Nemmeno il lockdown ci ha fermato». Durante l’incontro «ho mostrato alcuni video dedicati alle nostre progettualità da remoto». Tre video hanno raccontato l’impegno di questi artisti anche a distanza: «abbiamo trovato nell’arte il modo per stare vicini. Per salvarci, insieme».

 

 

“Uomini e donne come noi”, questa sera a Romanengo ospite l’arcivescovo Perego
Per il secondo incontro del ciclo "Con il Suo sguardo" l'intervento del presidente della Commissione Cei per le migrazioni e di Fondazione Migrantes

Nella chiesa di Romanengo, dopo l’incontro del 22 ottobre scorso che ha visto ospiti i coniugi Gabrieli, genitori di Giulia, in processo di beatificazione, prosegue questa sera alle 21 il ciclo di incontri formativi “Con il suo sguardo”. La testimonianza è affidata a mons. Gian Carlo Perego, originario di Vailate, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, dal 27 maggio di quest’anno presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, che ha diretto per anni prima dell’elezione episcopale. Continue reading »

Amci, il 16 dicembre incontro natalizio con il Vescovo
Monsignor Napolioni incontrerà il nuovo Consiglio con la neo presidente dottoressa Rosalia Dellanoce che ha preso il testimone dal dottor Gianluigi Perati

Giovedì 16 dicembre alle 18, presso il Seminario Vescovile di Cremona, si terrà l’incontro natalizio fra il vescovo Antonio Napolioni e la sezione cremonese dell’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani) come momento di vicinanza e confronto, riflessione e preparazione al Santo Natale. Continue reading »

Il Vescovo all’Università Cattolica «L’eccellenza siete voi, profezia di un cambiamento necessario e possibile»

Nella mattinata di martedì 15 dicembre, nella sede cremonese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il vescovo Antonio Napolioni ha celebrato l’Eucaristia per studenti e professori, un momento di preghiera e meditazione in vista del Natale che è stato anche l’occasione per inaugurare ufficialmente la cappella del Campus recuperata nel complesso di Santa Monica.

A celebrare questo grande evento insieme al Vescovo vi erano don Maurizio Compiani, incaricato per la Pastorale Universitaria, padre Giorgio Viganò, barnabita responsabile della Residenza Universitaria di San Luca, don Roberto Maier, docente di Inglese e Mitologia e don Luigi Mantia, presente in rappresentanza della Società di Mutuo Soccorso del Clero. Tra i presenti il cavaliere Giovanni Arvedi con la moglie Luciana Buschini e i presidi di facoltà Anna Maria Fellegara (Economia e Giurisprudenza) e Marco Trevisan (Scienze Agrarie, alimentari e ambientali).

«Sapienza e scienza divina sono la pienezza di tutti i saperi possibili e sono il fondamento del rinnovarsi, del permettere agli uomini di andare al di là, non solo delle conoscenze scientifiche, giuridiche, economiche e pratiche, ma al di là del limite morale e spirituale, avendo dunque un potenziale di verità e creatività che non finisce di stupirci».

Sono queste le parole con le quali il Vescovo si è rivolto agli studenti presenti nella suggestiva aula magna, ricordando infatti che «le arti vanno oltre gli schemi e danno un respiro all’anima. Ma l’arte delle arti – diceva san Gregorio Magno – è il servizio e la guida delle anime, la cura delle coscienze, l’edificazione del Regno di Dio di cui il popolo di Dio è lo strumento, il lievito nella massa».

«Siamo in un tempo – ha proseguito nella sua riflessione – in cui la Chiesa, pur fiera delle sue istituzioni, non deve avere paura di essere minoranza». Così – ha aggiunto – «pur essendo felici di avere decine di migliaia di iscritti, questa dev’essere sempre un’università di eccellenza: e l’eccellenza siete voi, ragazzi, e i vostri professori». E l’eccellenza è – aggiunge – «la profezia di un cambiamento necessario e possibile»

Guardando poi alle discipline che il campus di Cremona offre nell’offerta formativa delle sue due facoltà, il vescovo ha allargato lo sguardo al futuro, al contributo di cambiamento che questa generazione di studenti può dare, al segno che può lasciare nel mondo: «Dobbiamo riuscire a dare cibo a tutti e in maniera sostenibile per l’ambiente, a rinnovare l’economia affinché esalti la dignità degli uomini, dia ai poveri ragioni di speranza e ai giovani spazio per esprimere la loro fantasia»

«Si può cambiare in meglio!» ha assicurato monsignor Napolioni: «Se noi pre-giudichiamo, bolliamo gli altri ed escludiamo facciamo la politica dello scarto. Invece la potenzialità di rinnovamento del mondo si nasconde dove meno ce l’aspettiamo. E viverlo in un luogo che ricorda questo riscatto, questo rinnovamento possibile è una grande notizia».

 

 

Durante la celebrazione le preghiere dei fedeli sono state lette ognuna in una lingua differente, come segno di multiculturalità, per essere esempio di una Chiesa che non sia solamente quella della propria singolarità, ma che si apra a tutto il mondo, sempre pronta ad accogliere e superare le sfide del domani.

Al termine della Messa, animata dai canti festosi e allegri degli studenti di Cremona, il Vescovo, seguito dagli altri sacerdoti e da tutti i fedeli, si è spostato nella nuova cappella dell’ateneo, per poterla benedire e quindi inaugurarla ufficialmente. «Ecco quindi il senso della cappella in un campus: è un luogo di silenzio, di raccoglimento, magari anche di riposo mentale, affinché si riscopra l’orizzonte dentro cui il vostro applicarsi allo studio riprende significato».

Il 16 gennaio l’organista Paolo Bottini ricorda Ponchielli con l’esibizione per il 136° anniversario della sua morte
Evento in programma alle 17.15 presso la chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Agostino di Cremona.

Domenica 16 gennaio è l’anniversario della morte di Amilcare Ponchielli, celebre compositore, organista e docente cremonese, nato a Paderno (poi Ponchielli) e famoso in tutto il mondo per le sue opere, che lo portarono ad essere considerato, nel suo periodo, primo compositore d’Italia e uno dei maggiori della storia del Bel Paese. Morto nel 1886, a soli 51 anni, per un’improvvisa broncopolmonite, sono ormai passati 136 anni dalla sua dipartita, ed è tradizione ricordarne le composizioni in questa giornata. Continue reading »