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Il vescovo Napolioni: «Come Giuseppe non fermiamoci alle soluzioni più immediate»

Nella gremita chiesa del convento dei Frati Cappuccini di Cremona, intitolata a san Giuseppe, nel pomeriggio di martedì 19 marzo il vescovo Antonio Napolioni come consuetudine ha presiduto l’Eucaristia della solennità di san Giuseppe. La Messa è stata concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi, da padre Andrea Cassinelli e gli altri frati della comunità, insieme anche ad alcuni sacerdoti e i rappresentanti delle altro comunità religiose maschili della città.

L’omelia del vescovo si è concentrata sul brano del Vangelo del giorno, che racconta dell’annunciazione dell’angelo a Giuseppe. «Un brano che ci mette davanti ai momenti critici della vita, in un contesto in cui tante cose sono complesse e in cui siamo chiamati a un discernimento – ha sottolineato il vescovo –. Guardiamo a Giuseppe perché è raccontato come l’uomo giusto». E ha sottolineato: «Non è immediato l’essere giusto: lui diventa giusto».

Un percorso fatto da tre tappe: il “piano A”, quello del pubblico ripudio, previsto dalla legge, ma rifiutato da Giuseppe, «un piano ancora utilizzato in giro per il mondo», «seguendo una logica collettiva che toglie la responsabilità individuale, che azzera la coscienza»; un “piano B”, quello del ripudio in segreto, che è «ancora un modo per non scomodarsi», che è la «giustizia di chi si ferma al proprio pensiero»; «ma c’è sempre una terza strada», ha aggiunto mons. Napolioni, il “piano C”, «qualcosa di assurdo ai nostri occhi, ma l’assurdità di Dio e della via del Vangelo, è che c’è un di più di gioia e di grazia, che non potevamo immaginarci, c’è una giustizia più alta, quella che Gesù predicherà sulla montagna».

Nelle parole del vescovo anche un richiamo a don Giuseppe Diana, assassinato dalla camorra proprio il 19 marzo di 30 anni fa. «Un prete che ha accettato il piano C, che non si è fermato ad aver paura, non si è fermato a cercare di sistemare le cose alla meno peggio, ma ha osato amare il suo popolo a rischio della sua vita – ha concluso il vescovo Napolioni –. E allora san Giuseppe non è così lontano se tanti altri Giuseppe, Aldo, Francesco, Ermenegilda, uomini e donne che continuano nel tempo a non fermarsi alle soluzioni più immediate, a non cedere alla violenza e tantomeno alla vendetta, ma a cercare sempre le vie del perdono e della pace, che costano, ma che danno cento volte tanto di ciò che noi lasciamo, fidandoci del Signore».

 

Omelia del vescovo Napolioni

Al termine della celebrazione, padre Andrea Cassinelli ha voluto ringraziare i vescovi, i religiosi, i sacerdoti e tutti i fedeli presenti, e ha colto l’occasione per presentare la mostra sul Santo Sepolcro di Gerusalemme che sarà allestita in via Brescia. Un percorso storico, archeologico, artistico e spirituale della basilica del Santo Sepolcro, benedetto dal vescovo Napolioni con un intenzione di pace, perché, come ha evidenziato il padre superiore, «Gerusalemme dovrebbe essere il luogo della pace, e invece è uno dei luoghi più martoriati della storia».



Associazione collaboratori familiari del clero, a Caravaggio la giornata regionale di spiritualità

La recita delle Lodi seguita da un momento di riflessione e dalla celebrazione della Messa al mattino; di nuovo un incontro e una riflessione al pomeriggio. Questi i momenti che a Caravaggio, al Santuario di Santa Maria del Fonte, martedì 16 aprile hanno scandito la giornata regionale di spiritualità dell’Associazione collaboratori familiari del clero.

Un centinaio i presenti fra i quali la presidente nazionale Brunella Campedelli e la segretaria nazionale, nonché responsabile per la Diocesi di Milano, Maria Pia Caccia. A presiedere l’incontro, aperto dal saluto di Eliana Marcora, responsabile regionale dell’associazione, è stato il vescovo di Cremona Antonio Napolioni che, nell’auditorium del centro di spiritualità del Santuario, ha guidato la meditazione mattutina esortando i presenti a “Riflettere Cristo, luce del mondo, Cristo che è il nuovo, che è il futuro di noi come Chiesa intesa come famiglia di famiglie, di noi che non dobbiamo aver paura che il mondo scopra quanto Dio lo ami”.

Alle 11.30 monsignor Napolioni ha presieduto l’Eucaristia in basilica. Accanto a lui hanno concelebrato una dozzina di sacerdoti tra cui don Pierluigi Diaco, assiste spirituale nazionale dell’associazione.

Nell’omelia il vescovo ha fatto riferimento al martirio di santo Stefano, episodio narrato nel Vangelo del giorno. «Per essere così pieno di Spirito Santo – si è chiesto – a quante Messe avrà partecipato Stefano? Gli Atti non ce lo dicono. A qualcuna, ma gli è bastata. Quel nutrimento lo ha trasformato, lo ha unito talmente a Gesù da essere, Stefano stesso, un altro Cristo che genera a sua volta altri Cristi». «Signore – ha proseguito il vescovo – fa che questo nostro incontro ci faccia talmente bene da farci tornare a casa forti, coraggiosi, umili, appassionati di te, che costantemente guidi la storia». E ancora: «Che questa Eucaristia trovi ciascuno di noi a farsene portatore con la vita. Allora sì che saremo anche noi dei piccoli martiri».

Dopo pranzo il secondo momento di riflessione, ristretto ai collaboratori spirituali, agli incaricati diocesani e ai vertici associativi, ancora nell’auditorium del centro di spiritualità.

«Le nuove sfide di una società e di un mondo in continua evoluzione – ha detto nella sua relazione Maria Pia Caccia – ci portano a nuove sfide. L’invito del Concilio a leggere e interpretare i segni del tempo con fiducia, alla luce della Parola di Dio e della Tradizione, rimane un obbligo e un impegno per tutti. Il nostro impegno non è per cambiare le verità della fede o per adeguarle alla nostra esistenza, ma siamo noi che dobbiamo cambiare per capire i segni dei tempi e per concretizzare i nostri pensieri in un’evoluzione personale e nella Chiesa».

Al termine della giornata si sono svolte le elezioni per la nomina del presidente regionale per il prossimo biennio: l’associazione Collaboratori Familiari del Clero della Lombardia ha confermato nell’incarico Eliana Marcora, al suo secondo mandato.




Don Primo Mazzolari, uomo di fede che fa fermentare vita

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Sono passati 65 anni dalla morte di don Primo Mazzolari, avvenuta il 12 aprile 1959. Ma la sua testimonianza è viva più che mai. Soprattutto a Bozzolo, sua ultima parrocchia, dove domenica 7 aprile è stata celebrata la Messa in sua memoria, presieduta dal vescovo di Trieste, il cremonese mons. Enrico Trevisi, alla presenza del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, del parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani, e di numerosi sacerdoti diocesani, tra cui don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, postulatori per la causa di beatificazione di don Mazzolari.

E proprio l’auspicio che, «per l’anno del Giubileo che si avvicina», «il segno forte e chiaro di don Primo su temi attualissimi possa trovare il riconoscimento che attendiamo» è stato espresso dal sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio nel saluto sul sagrato prima della celebrazione, in cui ha voluto ricordare l’impegno di monsignor Trevisi sul versante educativo, con un ricordo particolare alla coincidenza della sua ordinazione sacerdotale a pochi giorni dalla proprio elezione alla Camera e alla sua «attenzione sostanziale a quell’importante palestra formativa dei giovani laici nella società civile» che portò a dar vita in diocesi a una scuola di alta formazione per l’impegno sociale e politico, «una vera e propria scuola che ha regalato al territorio energie e risorse per un impegno diretto nella vita politica e sociale», ha ricordato Torchio.

Il saluto del sindaco Torchio

 

La Messa si è aperta con le parole di mons. Napolioni: «Il senso di festa prevale su ogni forma di distacco, di distanza, che la vita ci impone. Il compito del vescovo di Cremona oggi non è solo quello di salutare i “pezzi grossi”, ma anche quello di salutare i gioielli di famiglia, che non sono solo i sacerdoti o i preti che diventano vescovi, ma tutte le relazioni che si creano». Nelle parole del vescovo di Cremona anche il saluto alla Fondazione “Don Primo Mazzolari” rappresentata in particolare dal nuovo presidente Matteo Truffelli.

Il saluto del vescovo Napolioni

 

Nell’omelia, il vescovo Trevisi ha citato la testimonianza di don Primo Mazzolari, uomo di fede, anche travagliata, e paladino della pace. «Oggi c’è la guerra, c’è la possibilità di vedersi inondati di sfollati». «E per me, che sono a Trieste, sulla rotta balcanica, queste parole hanno un sapore particolare – ha raccontato Trevisi –. E allora, come diceva don Primo: “Non bisogna chiudere la porta a nessuno, ma bisogna vigilare”».

Un “coro a tre voci”, tra la missione di don Mazzolari, il mondo di oggi e il Vangelo del giorno. Come nella prima apparizione del Cristo risorto ai discepoli, «chissà se anche noi riusciamo ad assaporare la grande gioia di incontrare il Signore – ha detto il vescovo di Trieste –. La situazione odierna, come ai tempi di Mazzolari, ci fa trovare riuniti in un cenacolo, proprio come gli apostoli». E come Tommaso, che non crede finché non vede le ferite nelle mani del Signore, «anche noi sentiamo l’emozione del sentirci cercati da Gesù».

«Anche se ci sono lampi di Pentecoste, talvolta la fede è desolata – ha concluso mons. Trevisi –. Siamo quindi chiamati a questa testimonianza di fede, che fa fermentare la vita. E di cui Mazzolari ne è l’esempio».

L’omelia del vescovo Trevisi

 

L’Eucaristia si è conclusa con il saluto del parroco, don Luigi Pisani, e con il un momento di preghiera sulla tomba del Prete d’Italia, sepolto proprio all’interno della chiesa parrocchiale di Bozzolo.

A concludere le iniziative per il 65° anniversario della morte di don Mazzolari, sabato 13 aprile (ore 10), presso l’Università Cattolica di Brescia, ci sarà il convegno di studi dedicato a “Don Primo Mazzolari, la politica, la Democrazia Cristiana” promosso dalla Fondazione don Primo Mazzolari in collaborazione con le Raccolte storiche – Archivio per la Storia dell’educazione in Italia, della medesima Università.

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Il 22 marzo in Seminario l’incontro delle Aggregazioni ecclesiali con il Vescovo

Anche le Aggregazioni ecclesiali – gruppi, associazioni e movimenti – sono chiamate a dare il proprio contributo attivo al cammino sinodale. Oltre ai momenti già vissuti nelle rispettive realtà, il 22 marzo vi sarà anche l’opportunità per un momento di carattere diocesano insieme al Vescovo. Ogni realtà è chiamata a essere rappresentata da un gruppo di aderenti che, in cinque tavoli di lavoro, saranno chiamati a riflettere e confrontarsi con i membri delle altre associazioni sui cinque ambiti cui il cammino sinodale quest’anno chiede di soffermarsi.

L’evento, che sarà ospitato presso il Seminario di via Milano 5, a Cremona, sarà diviso in due momenti: alle 18 si inizierà con la preghiera del Vespro insieme, poi il lavoro a gruppi. I presenti saranno infatti suddivisi in cinque tavoli per un confronto sulle cinque tematiche proposte a livello nazionale: “La missione secondo lo stile di prossimità”, “Il linguaggio e la comunicazione”, “La formazione alla fede e alla vita”, “La sinodalità e la corresponsabilità”, e “Il cambiamento delle strutture”. Per questo ogni gruppo, associazione e movimento è stato invitato, nei limiti del possibile, a partecipare con almeno cinque componenti, in modo tale da poter partecipare a tutti i gruppi di confronto.

Dopo il convegno diocesano dello scorso settembre, l’appuntamento del 22 marzo intende essere un ulteriore momento di comunione tra coloro che vivono la fede e gli impegni vocazionali in associazioni, gruppi e movimenti e che «ci farà proprio bene, come è sempre accaduto ogni volta che abbiamo scelto di esserci», sottolinea il vescovo Antonio Napolioni nella lettera di invito indirizzata alle Aggregazioni ecclesiali presenti in diocesi.

Dopo il lavoro a gruppi, la serata si concluderà con un momento conviviale informale e di amicizia. Ogni Aggregazione è chiamata a comunicare il numero dei partecipanti e i tavoli a cui di intende prendere parte scrivendo a pastorale@diocesidicremona.it entro il 19 marzo.

Un ulteriore passo nel cammino sinodale vissuto in Diocesi in sintonia con la Chiesa italiana, iniziato nel 2021 con la “fase narrativa” e giunto ora alla “fase sapienziale”, gettando un ponte verso la “fase profetica”, incamminando le Chiese in Italia verso un discernimento operativo che prepari il terreno alle decisioni, necessariamente orientate a un rinnovamento ecclesiale.




1ª Giornata mondiale dei bambini, appuntamento diocesano a Caravaggio nel giorno dell’Apparizione

Ricorrerà nel weekend del 25 e 26 maggio la 1ª Giornata mondiale dei bambini, istituita da Papa Francesco e annunciata, nella sua prima edizione, lo scorso febbraio. Così, sulla scia della Giornata che si svolgerà in Vaticano, anche la Diocesi di Cremona celebrerà questa ricorrenza invitando tutte le famiglie a prendere parte all’evento diocesano che si svolgerà al Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, il prossimo 26 maggio, proprio nel giorno della festa dell’apparizione di Maria a Giannetta.

Il programma della Giornata si aprirà con la celebrazione della Messa domenicale, nelle proprie parrocchie o alle 11.30 nella basilica del Santuario. I prati del santuario ospiteranno quindi il pranzo al sacco di tutti i gruppi e le famiglie, prima del momento di preghiera al sacro Fonte, in programma alle 14.30.

A seguire, presso il Centro di spiritualità, ci sarà spazio per l’animazione per tutti, con lo spettacolo “Viaggiando s’impara”, realizzato dalla compagnia “TeatroDaccapo”: uno spettacolo comico caratterizzato da grande dinamismo e gioco scenico, arricchito da continui cambi di personaggi, dove il tema del viaggio è presentato non dal punto di vista strettamente storico o geografico, ma è animato dallo spirito di avventura, esperienza e valorizzazione di ciò che ci sta intorno, dove il corpo e lo spazio intorno diventano occasione di scoperta e conoscenza.

 

Il trailer dello spettacolo

 

Al termine dello spettacolo ci sarà, per i bambini, il racconto della storia dell’Apparizione a Giannetta. Quindi, alle 17, le campane a festa annunceranno il momento dell’Apparizione a cui seguirà la benedizione per tutti e la conclusione della giornata.

Tutti invitati, dunque, per celebrare anche in Diocesi questa nuova e significativa ricorrenza. Una giornata – come sottolineato dal Pontefice nel suo messaggio del 2 marzo – dedicata a bambine e bambini, «gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra». Con lo sguardo rivolto alle generazioni del futuro, senza però dimenticare tutti coloro che vivono situazioni di sofferenza e fragilità, «tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia – si legge ancora nel messaggio del Santo Padre –. Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male».

 

 

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Papà e mamme “da lunedì a domenica”: a Tonfano un weekend dedicato alle genitori con figli piccoli

Sì è svolto con tanto entusiasmo e una buona partecipazione l’incontro organizzato nel weekend dal 12 al 14 aprile a Tonfano (Marina di Pietrasanta) dall’Ufficio diocesano per la Pastorale famigliare. Un fine settimana interamente dedicato alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni e che ha avuto come tema: “Da lunedì a domenica: mamma e papà tra giochi, emozioni, scoperte, capricci, pianti e risate”. La tre giorni, presso la struttura Casa di Nostra Signora, è stata guidata dalla psicologa cremonese Marianna Bufano, psicoterapeuta dell’età evolutiva.

Da lunedì a domenica: ossia 7 giorni su 7, h 24. Il ruolo genitoriale impegna ogni momento della vita, in particolare nella prima fase di crescita dei figli, in cui la coppia spesso vede ridursi i propri spazi e dove il confronto e supporto con chi si trova in una situazione analoga, oltre che a dare conforto, può aiutare a crescere. I lavori hanno preso il via in due gruppi, dove papà da una parte e mamme dall’altra, hanno potuto confrontare i propri punti di vista sulle situazioni che mettono in “scacco” con i figli: il modo sfidante del bambino, la capacità di relazionarsi, il giudizio degli altri. Dalla condivisione di gruppo sono emerse poi alcune riflessioni sul ruolo delle famiglie all’interno delle nostre comunità.

Nel pomeriggio del sabato c’è stato spazio anche per un momento di coppia, assolutamente fondamentale, sul tema “noi e l’ambiente” e qualche riferimento all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.

La Messa domenicale, celebrata da don Alessandro Bertoni, e il bel tempo hanno fatto da cornice alla trasferta.

Preziosissimo anche il servizio di babysitter e animazione offerto da qualche volenterosa coppia di sposi e giovani della diocesi, che ha permesso ai partecipanti di potersi dedicare serenamente a un momento di riflessione e domanda sul proprio ruolo genitoriale.

Perché la strada dell’ascolto, del dialogo e della condivisione tra famiglie che vivono le stesse esperienze, fatte di difficoltà e scoperte nuove, possa essere la via per rendere il percorso migliore. Come testimonia lo slogan dell’anno pastorale: “Camminiamo famiglie, continuiamo a camminare”.

Matteo Zanibelli




Caravaggio, il 26 maggio il ricordo dell’Apparizione. E dal 17 maggio al via la Novena

Maggio è un mese dal sapore particolare per il Santuario di Caravaggio, anche a motivo del fatto che proprio nel mese mariano ricorre l’anniversario dell’Apparizione di Santa Maria del Fonte, avvenuta il 26 Maggio 1432 alle ore cinque del pomeriggio di fronte a una giovane caravaggina, Giannetta de’ Vacchi. Proprio per favorire la devozione dei fedeli, per tutto maggio il Santuario resterà aperto fino alle ore 22.

Venerdì 17 maggio prenderà il via la Novena che, oltre che ad essere una tradizione sentita, rappresenta un forte segno di fede e devozione quale preparazione nella preghiera al giorno anniversario dell’Apparizione. “L’angelo portò l’annuncio a Maria” è il tema scelto per il 2024 con la Messa del mattino (anticipata alle ore 6.30 e trasmessa in tv su Cremona1 oltre che in streaming sui canali social della Diocesi e del Santuario) che sarà presieduta dai diversi sacerdoti della zona pastorale 1, che offriranno una meditazione sul tema del giorno:

  • venerdì 17 maggio: “Rallegrati piena di grazia” – don Angelo Ferrari (collaboratore parrocchiale Pandino)
  • sabato 18 maggio: “Il Signore è con te” – don Vittore Bariselli (parroco Cassano d’Adda)
  • lunedì 20 maggio: “Maria fu molto turbata e si domandava” – don Lorenzo Nespoli (parroco Covo)
  • martedì 21 maggio: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” – don Fabio Santambrogio (parroco Calcio)
  • mercoledì 22 maggio: “Darai alla luce un figlio” – don Bruno Galetti (parroco Mozzanica)
  • giovedì 23 maggio: “Lo chiamerai Gesù” – don Natalino Tibaldini (parroco Vailate)
  • venerdì 24 maggio: “Nulla è impossibile a Dio” – don Diego Poli (parroco Fontanella)
  • sabato 25 maggio: “Ecco la serva del Signore” – mons. Dennis Feudatari (parroco Rivolta d’Adda)

Ulteriori Messe della giornata alle 8.30, alle 10 e alle 16 (con omelia e supplica); alle 17, nell’ora esatta dell’Apparizione della Madonna, la preghiera del Rosario e la Supplica.

Tra gli appuntamenti in agenda anche l’elevazione musicale “Maria Mater Gratiae” a cura della Cappella musicale del Duomo di Bergamo, sotto la direzione di Matteo Magistrali e con all’organo Luigi Panzeri, che si terrà in basilica la sera di domenica 19 maggio alle 21.

Sabato 25 maggio alle 21 la Veglia dell’Apparizione con i Primi Vespri della solennità di S. Maria del Fonte.

Intenso il programma di domenica 26 maggio, nel 592° anniversario dell’Apparizione. Le Messe alle 7 e alle 8.30; quindi alle 9.45 il solenne pontificale presieduto dal vescovo Antonio Napolioni che al termine impartirà la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria. Ultima Messa del mattino alle 11.30, con la partecipazione dei gruppi e delle famiglie presenti in Santuario per la Giornata mondiale del bambini, che alle 14.30 vedrà un momento di preghiera insieme al vescovo Napolioni davanti al simulacro dell’Apparizione. Per bambini, ragazzi e famiglie il pomeriggio proseguirà quindi con un momento dedicato di festa e animazione [per saperne di più].

Aalle 15 in basilica si svolgerà la recita continuata del Rosario (alle 15, alle 15.30 e alle 16). Alle 16.40 il vescovo presiederà quindi la solenne memoria dell’Apparizione durante la quale, dopo il racconto dello storico evento, vedrà attendere in silenziosa preghiera le ore 17, quando avverrà l’aspersione dei fedeli con l’acqua del Fonte, il canto dell’Ave Maris Stella e i Secondi Vespri solenni.

Alle 18 ci sarà quindi l’ultima Messa della giornata e alle 21 il rosario aux-flambeaux lungo i portici del santuario (come accade il 26 di ogni mese).

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Suore Catechiste di Sant’Anna, Messa a Picenengo nel ricordo del battesimo del fondatore padre Silvio Pasquali

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«Con le Suore Catechiste di Sant’Anna è come se Padre Silvio Pasquali fosse tornato a Cremona». Con queste parole padre Massimo Casaro, responsabile dell’Ufficio beni culturali del PIME, ha voluto ricordare la figura del missionario cremonese, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, durante l’Eucaristia celebrata nella chiesa parrocchiale di Picenengo nella mattina di domenica 7 aprile.

Proprio in questa chiesa alla periferia di Cremona il 10 aprile del 1864 veniva battezzato Silvio Pasquali, che era nato poco distante presso la cascina Cambonino.

La celebrazione eucaristica, concelebrata da don Francesco Cortellini, amministratore parrocchiale di San Bartolomeo, è stata occasione per svelare una targa proprio presso il fonte battesimale, alla presenza delle Suore Catechiste di Sant’Anna, congregazione fondata in India da padre Pasquali e che da ormai diversi anni sono presenti anche in Italia e in particolare a Cremona.

«Padre Silvio è un padre del PIME antico, del secolo scorso, e sono tanti i padri del PIME che cadono nell’oblio, come accade in tutte le famiglie. Io stesso non lo conoscevo – ha detto padre Casaro nell’omelia –. Era un missionario che potremmo definire, senza timore di esagerare, un po’ eroico, di una tipologia di cui in un certo senso se ne è perso lo stampo». E ha continuato: «Un tempo il missionario vero partiva per non tornare più e le ultime immagini della famiglia erano sul molo del porto, dicendo ai parenti “ci rivediamo in paradiso”».

La riflessione del missionario si è quindi concentrata sulla testimonianza di fede di padre Pasquali: «È la sua fede che dissoda il terreno e che fa germogliare la vita vera e autentica. Un segno di questa fecondità sono le suore che continua nel tempo. Lui non è tornato in Italia, ma sono venute le sue suore e in qualche modo è come se Padre Silvio a modo suo fosse ritornato nel loro carisma, nella loro dedizione, in quel servizio che stanno prestando alla Chiesa di Cremona. La fecondità è sempre miracolosa e generativa».

«Che la memoria di questo uomo del passato sia mantenuta viva – l’auspicio dei missionario del Pime ha che presieduto l’Eucaristia a Picenengo – ma soprattutto sia scoperta per ciò che ha di attuale da comunicare anche a noi nella forma, nella fedeltà al Signore della donazione della vita e di una speranza solida verso la pienezza e il compimento di tutte le cose».

La celebrazione è stata accompagnata dal gruppo musicale Fortuna Reditus Ensemble, la rifondazione della Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore di Bologna, fondata nel 2006 per la riscoperta del patrimonio musicale dei frati agostiniani tra ‘500 e ‘700. Nell’occasione è stata eseguita una delle tre Messe Triple concertate di Carlo Milanuzzi, compositore, organista e presbitero italiano del XVII secolo.

Morto nel 1924, padre Silvio Pasquali, cremonese di nascita, fu missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) in India, dove fondò la Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna. La sua importante attività di evangelizzazione nel Paese asiatico è stata espressa nel 2015 con il riconoscimento come Servo di Dio.

A un secolo dalla morte, e mentre continua il processo di beatificazione, a Cremona è stata organizzata una ricca serie di eventi per celebrarne la sua opera e mantenere vivo il ricordo e l’esempio, di cui la celebrazione a Picenengo è stata parte integrante.

Il prossimo appuntamento avrà luogo la sera di mercoledì 10 aprile, alle 21, nella chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona, dove don Umberto Zanaboni condurrà una riflessione su “L’eroicità cristiana dei Santi”, ricordando padre Silvio Pasquali e don Primo Mazzolari.

 

Da aprile un ricco calendario di eventi nel ricordo di padre Silvio Pasquali




Il vescovo ai fidanzati: «Non siete soli. E vi prometto non lo sarete nei momenti difficili»

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Oltre un centinaio di coppie di fidanzati, nel pomeriggio di domenica 10 marzo si è ritrovata in Seminario, a Cremona, per concludere insieme al Vescovo il percorso in preparazione al matrimonio che hanno frequentato in questo anno nelle diverse le zone della diocesi. Come sigillo sul tuo cuore ea il titolo scelto dalla Pastorale famigliare diocesana per l’incontro.

All’ingresso del Seminario, l’accoglienza con una piccola merenda è stata anche occasione per consegnare a ogni coppia un foglio su cui scrivere i propri nomi e qualcosa che li descrivesse: questo è stato poi utilizzato per decorare un cuore di legno, reso vivo dai pensieri dei giovani.

I fidanzati, con i sacerdoti e le coppie di sposi che li hanno accompagnati nel cammino in preparazione alle nozze, hanno potuto riflettere sul valore dell’amore e sulla bellezza del matrimonio, grazie a canzoni della tradizione italiana – da Abbi cura di me di Simone Cristicchi a Sempre e per sempre di De Gregori, fino a Perdonare di Nek e Vorrei incontrarti tra cent’anni cantata da Ron e Tosca) e grazie allo spettacolo teatrale proposto da Mattia Cabrini e Francesca Suppini, dal titolo Parole e gesti che uniscono. Con leggerezza, ironia e intelligenza, Cabrini e Suppini hanno toccato ciò che, come dice lo stesso titolo, uniscono due innamorati: le parole d’amore e il dialogo, i gesti che accolgono. Poi le coppie, divise in piccoli gruppi, hanno preparato alcune domande da rivolgere al Vescovo.

«Io non ho la ricetta – ha detto Napolioni – ma posso dirvi la mia esperienza». E ancora: «Oggi avete incontrato la Chiesa di Cremona, non solo il vescovo. È la Chiesa che vi ha accolto con il Battesimo quando siete nati, che vi ha accompagnato nella crescita e ora vi ha guidati nei percorsi da fidanzati. Vi prometto che la vostra Diocesi sarà sempre disponibile ad aiutarvi nei momenti più difficili».

Il Vescovo ha risposto ai giovani con parole di speranza: «L’unico modo per schivare la tempesta, cari ragazzi, è non mettersi in mare e vivere la vita da spettatori. Ma, come diceva Baden-Powell, non esiste buono o cattivo tempo, esiste buono o cattivo equipaggiamento». E ha proseguito: «La vostra ricchezza è che non siete soli: non dovete dubitare mai della presenza del Signore! Dio si nasconde nella nostra piccolezza per aiutarci sempre a ricominciare e ad attingere alla sua fonte inesauribile di amore».

Il vescovo Napolioni ha poi continuato ricordando che la capacità di dialogare può far superare ogni ostacolo, ma non si può contare solo sulle proprie forze. Da qui l’immagine della coppia dove si è in tre, perché lo Spirito Santo si rivela e costruisce la comunione. «Benvenuti sulle montagne russe! – ha continuato il Vescovo –. Per noi cristiani è la logica pasquale: significa prima provare il massimo del dolore che rivela infine il massimo della gioia. La novità cristiana è confidare che la morte genera la vita».

L’augurio che monsignor Napolioni ha fatto ai futuri sposi è stato quello di creare relazioni anche tra diverse famiglie per aiutarsi a camminare nella fede e per vivere la comunione e la gratuità.

Il perdono è stato uno dei punti centrali della riflessione del Vescovo: «Gesù dice che prima di tutto dobbiamo accettare il perdono, perché è difficile perdonare se non si è sperimentata la misericordia di Dio, che agisce per primo: mentre siamo ancora peccatori Lui ha dato la vita per noi, non ha aspettato che ci lavassimo da soli».

Le domande, numerose, sono continuate. Il vescovo Napolioni ha ricordato che non bisogna avere paura del “per sempre”, perché non dipende dagli uomini, ma da Dio: è lui che agisce nell’eternità e rende possibile il nostro “per sempre”. «Ricordatevi che voi per il mondo siete folli, e continuate a esserlo! L’unico modo per farcela è accettare che sarete in perdita: se alla sera farete il conteggio di chi ha fatto di più, l’amore morirà sicuramente». E ha poi concluso citando Charles de Foucauld: «Padre mio mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace, così diceva il santo mentre pregava nel deserto. Invito a pregare anche voi così».

Dopo la preghiera conclusiva e la lettura del passo dei Cantico dei Cantici da dove è stato tratto il titolo dell’incontro, le coppie e i sacerdoti hanno condiviso un aperitivo, occasione per conoscersi e creare relazioni.




Il vescovo alla Via Crucis delle scuole paritarie: «Solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova»

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Quattro stazioni – “Gesù nell’orto degli ulivi”, “Gesù condannato a morte”, “Gesù sale al Calvario e viene crocifisso” e “Gesù muore in croce” – hanno caratterizzato, la sera di giovedì 14 marzo, la Via Crucis per le vie del centro di Cremona, organizzata dalla scuola “Sacra Famiglia”, in sinergia con le altre scuole paritarie della città. Quattro tappe – in piazza del Comune, in largo Boccaccino, poi, passando per piazza S. A. M. Zaccaria, di nuovo davanti alla Cattedrale, e infine all’interno di essa – in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze, accompagnati da genitori e insegnanti, hanno popolato le strade per la processione, che si è poi conclusa proprio all’interno del Duomo.

La Via Crucis è stata animata dai canti intonati dal coro delle medie ed eseguiti dai musicisti della Sacra Famiglia, dalle letture e dalle preghiere in cui i protagonisti sono stati gli alunni della “Sacra”, della scuola “Beata Vergine” e della scuola “Canossa”. La processione, guidata dalla croce e da don Stefano Montagna, vicario della Cattedrale e insegnante di religione alla “Sacra Famiglia”, è stata impreziosita dalla presenza del vescovo Antonio Napolioni, che al termine della serata ha voluto fare il suo saluto ai presenti.

«Quando arriva la sera della vostra Via Crucis, anche per il vescovo è il segnale che è proprio Pasqua – ha detto mons. Napolioni –. C’è ancora tempo, ma quando i bambini tirano fuori da casa le famiglie, la piazza si riempie e giriamo intorno alla Cattedrale, in questo canto un po’ dolente ma pieno di amore, con questo Vangelo sempre giovane, letto da bambini e ragazzi, con i genitori e gli insegnanti quasi presi per mano da voi, è proprio Pasqua, perché solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova». E aggiunge: «Noi rischiamo di averci fatto l’abitudine, di essere pessimisti, di guardare solo a noi stessi. Voi invece guardate agli amici, guardate il mondo e avete diritto a non avere paura. E guadare Gesù che va a morire per noi è davvero una vittoria sulla paura». Il vescovo si è poi fermato a riflettere sul significato delle parole “Eloi, Eloi, lemà sabactani!” (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!): «Se lo chiedono in molti, soprattutto coloro che vivono situazioni di fragilità e sofferenza», ha sottolineato il vescovo. «Ma scopriamo che Dio non ci ha abbandonato, ma si è abbandonato, si è messo nelle mani e nel cuore di bambino, di ogni amicizia, di ogni famiglia, di ogni comunità». E ha concluso: «E allora grazie perché così ti sei abbandonato a noi affinché noi non ci sentiamo mai abbandonati da te».

Si è così conclusa, tra il silenzio e la meditazione, la Via Crucis delle scuole di ispirazione cattolica della città, con un’apertura a Dio e ai lontani, per compiere insieme il passo definitivo verso la Pasqua.