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“Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, il 12 aprile al Maristella serata nel ricordo di don Mazzolari

In occasione del 65° anniversario della morte di don Primo Mazzolari, nel giorno esatto della conclusione della sua vita terrena, il 12 aprile, Pax Christi e il circolo Acli Oscar Romero organizzano nella chiesa parrocchiale del Maristella, a Cremona, una serata dal titolo “Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, con inizio alle ore 21.

Saranno letti alcuni brani del sacerdote cremonese con accompagnamento musicale, per trasformare il ricordo di questa insigne figura profetica in stimolo a testimoniare senza timore la propria fede nel Cristo vivente, anche attraverso il coraggio di chiedere pace e invitare i credenti a farsi operatori di pace autentica a tutti i livelli delle relazioni umane.

Una cristianità che s’incanta dietro memorie e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine, e a cui l’alleluia è soltanto un rito e non la trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte dell’uomo, come può comunicare i segni della Pasqua?

Le parole di don Primo interrogano anche oggi. Spingono a non aver paura di andare controcorrente in nome del Vangelo della vita e della pace, pronti anche a essere calunniati, emarginati, incompresi per questo. Don Primo, che ha sperimentato la sofferenza per la pace e la giustizia, per la verità e la fede, aiuti in questo frangente storico, così complesso e preoccupante, a non perdere la speranza e a intensificare, come ci chiede Papa Francesco, l’impegno e la preghiera per la pace nel mondo.




“Disarmiamo le guerre, sosteniamo la pace”, l’11 aprile evento al Teatro Leone di Castelleone

“Disarmiamo le guerre, sosteniamo la pace” è il tema dell’incontro pubblico che la sera di giovedì 11 aprile, alle 21, si terrà presso il Teatro Leone di Castelleone, in via Garibaldi. A poca distanza dalle recenti iniziative  messe in campo nel Mese della Pace, l’Azione Cattolica di Castelleone, sempre in rete con la Parrocchia di Castelleone, il gruppo scout Agesci Castelleone2, “Alice nella città”, ArciSolidale, Anpi Castelleone, Fotoclub Elio Fornasa, con il patrocinio del Comune di Castelleone e anche con il supporto di Pax Cristi, promuove un incontro pubblico con Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti, per riflettere sul tema dell’importanza della legge 185  e soprattutto di entrare nel merito delle modifiche che sono state paventate.

«È fondamentale – scrivono gli organizzatori – che la società civile conosca questa legge, la sua importanza, non solo per quel che riguarda le esportazioni militari italiane, ma anche per quanto riguarda l’informazione e la trasparenza nel settore di finanziamento bancario e  del  pericolo di una “Terza guerra mondiale a pezzi” come l’ha definita Papa Francesco».

Giorgio Beretta svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia, osservatorio  che fa parte della Rete italiana pace e disarmo (RiPD), e ha pubblicato diversi studi e contributi sul commercio di armi italiane e sulla diffusione delle armi in Italia. Inoltre, scrive per varie riviste e quotidiani nazionali, oltre che per diversi siti di informazione sociale. Recentemente ha pubblicato il libro “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” (Altreconomia). Scrive per varie riviste tra cui “Il Mulino” e quotidiani nazionali tra cui “Il Manifesto” e “Avvenire”, oltre che sui siti di Unimondo.org e Osservatoriodiritti.it e per la rivista “Missione Oggi”.

«Ogni guerra – affermano gli organizzatori – è un dramma, una tragedia che grava sui popoli; nessuna guerra produce un vincitore e l’umanità intera ne esce sconfitta. Sempre più urgente è la diffusione quindi di una cultura di pace, di disarmo, di nonviolenza. Anche se è difficile dobbiamo agire, insistere e fare ognuno la nostra parte. L’Azione Cattolica, insieme a tante altre associazioni, da sempre ha a cuore il tema della pace, di cruciale importanza che riguarda tutti noi, il futuro del nostro Paese e del mondo intero». E ancora: «In questo momento storico, in cui l’attenzione dovrebbe essere ancor di più rivolta alla costruzione della pace e al benessere collettivo, assistiamo invece a scelte che sembrano andare nella direzione opposta. Non possiamo rimanere inermi di fronte ad un immane spreco di risorse preziose dissipate per un pericoloso riarmo. Ricordiamo che nella nostra Costituzione, all’articolo 11, si fa esplicito riferimento al ripudio della guerra e, coerentemente con un pensiero di pace, civiltà e di applicazione dei principi del nostro ordinamento, siamo chiamati ad opporci ad una rischiosa modifica della legge 185/90». «È sotto gli occhi di tutti – sottolineano gli organizzatori – il dato delle esportazioni di armi nel nostro Paese e la sua vertiginosa ascesa. Infatti negli ultimi quindici anni non solo la vendita si è quintuplicata, ma il fatto grave è che le armi sono state fornite a Paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. Di recente il Senato ha approvato un disegno di legge che modifica significativamente la legge 185/90, ossia indebolisce una normativa fondamentale per il controllo e la trasparenza sull’esportazione di armamenti, compreso l’elenco delle cosiddette “banche armate”. Queste modifiche potrebbero ridurre drasticamente i meccanismi di autorizzazione, controllo parlamentare e di trasparenza su tali operazioni. La Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato con forza una petizione per chiedere ai deputati di non svuotare la legge 185 del 1990, ma piuttosto di rafforzare i principi che l’hanno ispirata, sia in termini di scopo, sia in termini di efficacia e di trasparenza». E concludono: «Lavoriamo dunque per la pace. Tutti siamo chiamati ad essere “artigiani di pace e di speranza”! Scossi dai tanti, troppi, conflitti in atto nel mondo, non possiamo e non dobbiamo far tacere la domanda di pace che interroga le nostre coscienze e ci spinge ad allargare l’orizzonte della nostra umanità, nella convinzione che la pace è un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro per nessuno».




AC, Dialogo apre il 2024 parlando di donne

Dialogo, il periodico dell’Azione Cattolica Cremonese, apre l’anno 2024 con un numero in larga parte dedicato alle donne. Una scelta sollecitata dalla cronaca, così piena di notizie riguardanti le donne vittime di chi voleva in qualche modo possederle.

«Ogni volta che una donna dice no, rischia, nell’ambito degli affetti così come in quello civile e politico – spiegano dalla redazione di Dialogo –. Ma in generale una donna non accetta il rischio solo per se stessa: rischia in guerra perché vuole a pace; lotta contro l’emarginazione perché vuole riconosciuto il proprio diritto; rischia contro il potere perché vuole libertà, per sé e per gli altri».

Dialogo racconta alcune storie di donne “resistenti” , ciascuna in un modo suo proprio, contro ogni forma di violenza per contribuire alla cultura del rispetto e della dignità di tutti, uomini e donne. Sono le donne partigiane, le donne del vicino Oriente, le donne impegnate nella cultura come Michela Murgia, le donne cremonesi educatrici della Casa Sant’Omobono e le loro assistite, e infine le giovani donne coinvolte insieme ai loro compagni maschi nel piano educativo scolastico in atto in provincia di Cremona e Mantova, che vede a capofila il Liceo Sofonisba Anguissola. Tutte per la pace.

Nelle pagine di vita associativa: appunti sulla “giornata della pace” del 28 gennaio e alcune piste di riflessione per il futuro che il presidente diocesano uscente rivolge agli amici di AC.

 

Leggi il primo numero del 2024 di Dialogo




Amci, incontro quaresimale incentrato sulla figura del “collega” sant’Antonio Maria Zaccaria

Sarà incentrato sulla figura di sant’Antonio Maria Zaccaria l’incontro quaresimale proposto quest’anno dall’Amci (Associazione medici cattolici italiani) di Cremona. Proprio a questo santo – un cremonese e un medico – si ispirarono i fondatori dell’Amci quando proprio il 5 luglio 1944 (memoria di sant’Antonio Maria Zaccaria) hanno dato vita all’Associazione. «A 80 anni di distanza – spiegano dall’Amci cremonese – vogliamo recuperare i valori spirituali di un Santo doppiamente “nostro”».

L’incontro si terrà sabato 16 marzo alle 16 presso la comunità barnabita di San Luca (viale Trento e Trieste 1, a Cremona) con la riflessione del superiore, padre Emiliano Redaelli, sulla figura e la spiritualità di questo illustre concittadino e “collega”.

L’evento, rivolto agli associati Amci e aperto anche a operatori della salute, caregiver e volontari, proseguirà alle 17.40 con i Vespri e alle 18 la Messa.




Il 17 aprile davanti all’Ospedale in preghiera per la vita

Torna mercoledì 17 aprile, dalle 8 alle 10, davanti all’Ospedale di Cremona, il momento di preghiera per la vita, promosso dall’associazione “Ora et labora in difesa della Vita”.

Per sensibilizzare la comunità riguardo la tutela della vita nascente, l’associazione organizza, ogni terzo mercoledì del mese, una preghiera alla quale chiunque può partecipare, anche per un tempo parziale. In caso di maltempo l’evento si tiene all’interno della chiesa dell’Ospedale. L’invito, rivolto a chiunque, è a unirsi al gruppo pregando per le donne che hanno abortito, per quelle tentate di farlo e per i medici.

L’iniziativa di aprile – come sottolineano gli organizzatori – si svolgerà a pochi giorni dalla decisione del Parlamento europeo che, a larga maggioranza (336 voti a favore, 163 contrari, 39 astensioni), ha espresso la volontà di inserire il cosiddetto “diritto all’aborto” nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Una risoluzione non vincolante, ma certamente di notevole peso politico.

Secondo il testo, “i metodi e le procedure di aborto dovrebbero essere una parte obbligatoria del curriculum per medici e studenti di medicina” e dai Paesi dell’Ue “dovrebbero essere messi a disposizione metodi e forniture contraccettivi accessibili, sicuri e gratuiti, nonché consulenza in materia di pianificazione familiare, prestando particolare attenzione al raggiungimento dei gruppi vulnerabili”.

“L’approvazione di questa risoluzione da parte del Parlamento europeo ci reca molto dispiacere. Non possiamo che esprimere il nostro disaccordo”. Così mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), commentando la risoluzione approvata l’11 aprile al Parlamento europeo. “Non si può pensare di dichiarare che l’aborto sia un diritto umano perché la soppressione di una vita non può essere mai un diritto umano”, dichiara mons. Crociata. “Qualcuno parla di un grumo di cellule – aggiunge -, in realtà è l’inizio di una nuova persona”. E ancora: “Ostacolare la maternità non è un modo per aiutare le donne, che vanno senz’altro sostenute e accompagnate sempre, e rispettate nelle loro scelte”.

Riguardo, infine, alla clausola di “coscienza” posta da alcuni medici e che invece viene condannata nella risoluzione dai deputati europei perché causerebbe ritardi e rischi alla salute, mons. Crociata afferma: “Non possiamo che considerare con grande preoccupazione la limitazione della libertà di coscienza che è uno dei principi fondamentali che garantiscono il rispetto della persona e della democrazia. La limitazione della libertà di coscienza è una minaccia alla libertà, un modo di agire che alla fine assomiglia molto ad un regime autoritario. Speriamo che il nostro parlamento europeo non vada in questa direzione”.

Locandina dell’evento del 17 aprile




“Chiacchiere in cortile” il 19 aprile con l’associazione Casa di Persico

Venerdì 19 aprile alle 19.30 presso la sala dell’oratorio di Persico, in piazza Mons. Avosani, si svolgerà la quinta tappa di Chiacchiere in cortile, evento gratuito proposto dalla neonata associazione Casa di Persico aps insieme a Mondo di Comunità e Famiglia aps. La serata prevede un momento conviviale all’inizio e successivamente l’ascolto di un testimone privilegiato con cui confrontarsi.

Per quanto riguarda il momento conviviale, un tratto distintivo di tutte le serate è l’invito alle persone di venire alla cena portando qualcosa da mangiare da condividere insieme al proprio piatto e bicchiere, per non impattare sull’ambiente con altri rifiuti.

L’invitato speciale di questa serata sarà Enzo Zerbini, presidente della società cooperativa sociale Il Calabrone di Cremona, realtà nata in seno all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che racconterà lo stile che la cooperativa sta cercando di tenere al proprio interno: alta professionalità, lavoro inclusivo nei confronti delle fasce deboli e valorizzazione dei lavoratori.

Locandina dell’evento del 19 aprile




Fism, convegno nazionale per celebrare il mezzo secolo di storia a servizio di bambini e famiglie

Cinquant’anni fa veniva fondata la Fism, acronimo di Federazione italiana scuole materne, alla quale oggi fanno riferimento circa novemila realtà educative – asili nido, sezioni primavera, scuole dell’infanzia – diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale, frequentate da circa mezzo milione di bambine e bambini, e dove lavorano decine di migliaia di addetti e altrettanti volontari.

Per celebrare in modo unitario questo mezzo secolo di vita, la Federazione ha organizzato un grande convegno a Roma che si svolgerà nella giornata del 18 maggio, al quale parteciperanno 7 delegati della Provincia di Cremona, in rappresentanza di 28 scuole federate. “Prima i bambini: ieri, oggi, domani” è il titolo della manifestazione che nel segno dello slogan posto sul logo del cinquantesimo – “Prendiamo il largo” – vedrà arrivare nella capitale circa 1.500 rappresentanti delle scuole Fism.

Sin dalla prima mattinata saranno accolti nell’Auditorium di via della Conciliazione, sede delle tre sessioni di approfondimento e confronto moderate da Lorenza Bianchetti, alle quali parteciperanno, fra gli altri, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara; l’economista Carlo Cottarelli; il vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Azione Cattolica; lo storico dell’educazione e delle istituzioni scolastiche Fulvio de Giorgi (Università di Modena e Reggio); il demografo Alessandro Rosina (Università Cattolica); il sociologo Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia; il medico Alberto Pellai, esperto in educazione alla salute e prevenzione in età evolutiva; la pedagogista Monica Amadini, direttrice del Centro Studi di Pedagogia della Famiglia e dell’Infanzia (Università Cattolica); il pedagogista Andrea Bobbio (Università della Valle d’Aosta).

Fra le tematiche sulle quali interverranno i relatori: i nuovi percorsi e le nuove prospettive per i servizi per l’infanzia; il posto delle bambine e dei bambini nelle agende della politica, della Chiesa, della società; i ruoli della famiglia e delle istituzioni; la transizione già in atto verso il Terzo Settore. Al centro, insomma, il mondo Zero-Sei e il primato dei “futuri cittadini”. Senza dimenticare i problemi dovuti al calo demografico, alle difficoltà economiche a causa di una parità scolastica non ancora pienamente applicata a quasi 25 anni dalla Legge Berlinguer che aveva collocato le scuole paritarie sullo stesso piano di quelle statali in forza del medesimo servizio pubblico offerto al Paese.

Le conclusioni sono previste attorno alle 17 con un congedo in musica. L’indomani i partecipanti saranno tutti nella Basilica di San Pietro per la messa e in piazza, per l’Angelus di Papa Francesco.

Nata nel 1974, nel solco di tante esperienze di antica data e nella condivisione di un progetto associativo che la Cei aveva proposto alle singole diocesi, oggi protagonista nel tempo del “Patto educativo globale” voluto da Papa Bergoglio, FISM, che non mancherà anche alla prima Giornata mondiale dei Bambini a Roma, il 25 e 26 maggio, si è avvicinata alla giornata del Cinquantesimo attraverso molte iniziative. Fra storia e attualità, si è reso omaggio a figure di grandi educatori italiani (le sorelle Rosa Carolina  Agazzi, Maria Montessori, don Lorenzo Milani…) e si sono organizzati in tutte le regioni italiane incontri sui temi dell’ascolto, del gioco, dell’educazione alimentare, dell’ambiente, della pace, della solidarietà, della convivenza. Incontri spesso tradotti in buone pratiche che nelle scuole FISM si sono vissute concretamente con l’accoglienza di bambini ucraini in fuga dal loro Paese, o con l’apertura di raccolte di fondi subito dopo le inondazioni in Romagna, la prosecuzione di progetti realizzati all’estero insieme a missionari.




Unitalsi, il 17 marzo la Giornata nazionale: anche in diocesi banchetti per “un gesto di bontà”

Sostegno e assistenza sono i valori alla base dell’esperienza Unitalsi che, nel weekend del 16 e 17 marzo, celebra la 22ª Giornata nazionale, sul tema “Sostienici con un gesto di bontà”. In questa occasione i gazebo dell’associazione popoleranno molte piazze d’Italia, e naturalmente grazie all’impegno della Sottosezione Unitalsi di Cremona la presenza sarà garantita anche sul territorio diocesano.

In questa occasione i volontari Unitalsi proporranno, con una semplice offerta, un cofanetto contenente quattro confezioni da 400 grammi di pasta di semola di grano duro, di tipologie diverse: un bene primario che racchiude il valore simbolico del chicco di grano che sa farsi nutrimento.

Un cofanetto dell’Unitalsi che può diventare anche un dono da offrire a chi vive situazioni in difficoltà, con un gesto di umanità verso i più bisognosi sostenendo nello stesso tempo le attività dell’associazione.

In diocesi di Cremona i banchetti Unitalsi domenica 17 marzo saranno presenti in diverse località in occasione delle celebrazioni. In particolare nelle parrocchie di Castelverde, Pescarolo, Piadena, Soresina. A Cremona, invece, presso le parrocchie di Sant’Imerio (ore 9); San Michele (ore 10 e 11.30); San Pietro al Po (ore 10.30 e ore 18.15). In Cattedrale l’Unitalsi sarà presente già nel pomeriggio di sabato 16 marzo in occasione della Messa delle 18 e domenica alle ore 9.30 e 11.

Quanti non avessero possibilità di contribuire in queste occasioni potranno farlo anche successivamente contattando la Sottosezione Unitalsi di Cremona al 348-8124577 e concordando la modalità.

«La giornata nazionale è un’occasione importante per tutta la nostra associazione – sottolinea Rocco Palese, presidente nazionale Unitalsi –. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto di quanti vogliono bene e credono in questa associazione, affinché continui a essere vicino alle persone fragili, ammalate e sole. Saranno due giorni intensi in cui i nostri volontari incontreranno tante persone che ancora non ci conoscono, sarà un momento prezioso per raccontare e testimoniare con gioia l’Unitalsi, i suoi progetti di carità, le sue attività di prossimità, di ascolto e tutte le iniziative per l’organizzazione dei pellegrinaggi».

Testimonial della ventiduesima edizione della giornata nazionale è un volontario d’eccezione, Flavio Insinna.

L’appuntamento che si volgerà nelle principali piazze del Paese offrirà l’opportunità di conoscere le attività di volontariato dell’Unitalsi in Italia e all’Estero, i progetti di solidarietà come il “Progetto dei Piccoli”, dedicato all’accoglienza delle famiglie dei bambini degenti nei principali centri ospedalieri pediatrici oncologici e il calendario delle prossime partenze dei pellegrinaggi a Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, Polonia Loreto, Pompei e Siracusa.

 

Scarica la locandina dell’evento




Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace: il punto della situazione con l’analista Giorgio Beretta

Un pomeriggio per riflettere e approfondire il tema dell’economia delle armi e la corsa al riarmo su ispirazione dell’appello che da tempo Papa Francesco continua a ripetere: «Va fermata questa folle corsa alle guerre e alle armi». È quanto si è svolto nel pomeriggio di giovedì 11 aprile presso il Centro pastorale diocesano di Cremona con Giorgio Beretta, analista del commercio nazionale e internazionale di sistemi militari e di armi comuni all’interno dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal).

L’incontro, intitolato “Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace”, è stato promosso dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del Lavoro della Diocesi di Cremona insieme a Pax Christi Cremona e hanno aderito Tavola della Pace di Cremona e Oglio-Po, Forum per la Pace e i diritti dei popoli “Primo Mazzolari”, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Movimento Federalista Europeo e Circolo Acli “Oscar Romero”.

Nella sua introduzione Eugenio Bignardi, responsabile della Pastorale sociale, ha tracciato un quadro generale della situazione riprendendo proprio l’appello del Papa e quello che mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, ha lanciato nella Domenica in Albis a Bozzolo nella celebrazione nel ricordo di don Primo Mazzolari: «Non credo che un uomo come Mazzolari avrebbe taciuto nei confronti di questa economia di guerra verso la quale ci stiamo dirigendo con questa corsa agli armamenti; dobbiamo alzare la voce contro questi extra-profitti dell’industria degli armamenti».

Nella sua presentazione Bignardi ha quindi riportato dati importanti sul crescente aumento dei profitti dell’industria degli armamenti italiana negli ultimi anni, mettendo in guardia dallo svuotamento della legge 185 del 1990 sull’export delle armi, in revisione in questo periodo in Parlamento, insieme alla limitazione delle informazioni a disposizione del Parlamento e della società civile riguardo all’export degli armamenti italiani.

Nella sua esposizione Beretta è partito dai dati raccolti dal suo lavoro di ricerca e analisi, partendo proprio da quelli messi a disposizione grazie alla legge del 1990 oggi in revisione, dai quali emerge come il mercato degli armamenti europeo, nel suo complesso, si contende a livello mondiale il secondo posto insieme alla Cina dopo il primato degli investimenti statunitensi: «Non è vero che la spesa militare dei Paesi europei sia bassa, perché nel suo complesso sia gli investimenti per il riarmo sia l’export dell’industria militare ricopre le prime posizioni a livello mondiale».

La sua è stata una riflessione anche sul fondamento delle politiche in materia di guerra, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Costituzione Italiana, nelle quali viene indicata la strada maestra della rimozione dei conflitti e del ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, profilando anche il ruolo che il nostro Paese dovrebbe ricoprire nel promuovere la pace nelle situazioni di conflitto, certamente non investendo in armi.

Il focus è stato poi concentrato sul mercato italiano: «L’Italia esporta una parte degli armamenti prodotti ai Paesi alleati Nato e dell’Unione Europea, ma una grossa parte viene venduta ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente: se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è ripensare l’industria militare e ricalibrarla sulle effettive esigenze militari dell’Europa, superando la sua frammentazione e inefficienza, mentre oggi risponde alle esigenze di mercato, che non è detto coincidano con le esigenze di sicurezza».

Quindi Beretta è passato a spiegare il funzionamento della legge 185 del 1990: «Questa legge prevede un’autorizzazione da parte dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che ha il compito di autorizzare l’export di armi su tre diversi livelli: l’autorizzazione governativa per l’export di armamenti, il controllo della tipologia di quanto esportato e il relativo controllo bancario». «Questa impostazione di controlli dovrebbe permettere un certo livello di trasparenza su tutti e tre i livelli, nonostante negli anni siano state apportate modifiche ai report annuali rendendo la lettura dei dati meno precisa», ha spiegato l’esperto dell’Opal, che ha rilanciato quindi l’allarme: «Con la nuova normativa proposta, al governo spetterà l’autorizzazione finale, che potrà avvenire anche tramite una valutazione di tipo politico, senza nessun controllo da parte del Parlamento».

Quindi l’appello finale, rivolto a tutte le associazioni e alla società civile, a mobilitarsi secondo le modalità previste da Rete Pace e Disarmo: come punto di partenza le realtà associative che hanno partecipato all’incontro si sono proposte di aderire a questa raccolta firme e di procedere con l’invio di una lettera-appello ai parlamentari italiani. L’incontro è stato anche occasione per rilanciare la campagna “Italia ripensaci” per chiedere al governo italiano l’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari in vigore dal 2021 a livello internazionale.

 

La relazione dell’analista Giorgio Beretta




“A braccia aperte”, anche l’AC Cremonese da Papa Francesco

 

Non poteva mancare la delegazione dell’Azione Cattolica della Diocesi di Cremona al festoso incontro del 25 aprile, intitolato “A braccia aperte”, in piazza San Pietro con Papa Francesco. Tutti gli associati sono stati accolti “a braccia aperte” dal Pontefice che ha incentrato il suo messaggio sul tema dell’abbraccio, una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana.

La vita, infatti, si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno.

Che cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci? Il Papa si è soffermato su tre tipi di abbraccio.

L’ abbraccio che manca: le braccia si irrigidiscono e le mani si serrano minacciose, divenendo non più veicoli di fraternità, ma di rifiuto e contrapposizione; perciò all’origine delle guerre ci sono spesso abbracci mancati o rifiutati, a cui seguono pregiudizi, incomprensioni e sospetti, fino a vedere nell’altro un nemico.

L’abbraccio che salva: non perdiamo mai di vista l’abbraccio del Padre che salva, paradigma della vita e cuore del Vangelo, modello di radicalità dell’amore, che si nutre e si ispira al dono gratuito e sempre sovrabbondante di Dio.

L’abbraccio che cambia la vita: l’abbraccio della carità, con l’invito a lasciare che essa possa plasmare ogni sforzo e servizio.

La cultura dell’abbraccio si rende necessaria per costruire la via della pace: questo grande dono inizia nel cuore di ognuno di noi; inizia davanti alla porta di casa quando, prima di uscire, decido se voglio vivere quel giorno come un uomo o una donna di pace, cioè di vivere in pace con gli altri.

In ultimo, il Papa ha invitato tutti a divenire «atleti e portabandiera di sinodalità», nelle proprie diocesi e parrocchie, per una piena attuazione del cammino fino a oggi compiuto, per essere uomini e donne forgiate dallo Spirito; «pellegrini di speranza», capaci di tracciare e percorrere sentieri nuovi e impegnativi, per dare slancio e vita nuova alla missione della Chiesa nel nostro tempo.

Il gruppo cremonese si è fermato anche il giorno successivo approfittando dell’occasione per visitare le bellezze storiche ed artistiche romane, condividendo momenti di vita comunitaria, vivendo “nel piccolo” un’esperienza sinodale in famiglia… la famiglia dell’Azione Cattolica. Ringraziando per quanto vissuto, a braccia aperte.