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Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace: il punto della situazione con l’analista Giorgio Beretta

Un pomeriggio per riflettere e approfondire il tema dell’economia delle armi e la corsa al riarmo su ispirazione dell’appello che da tempo Papa Francesco continua a ripetere: «Va fermata questa folle corsa alle guerre e alle armi». È quanto si è svolto nel pomeriggio di giovedì 11 aprile presso il Centro pastorale diocesano di Cremona con Giorgio Beretta, analista del commercio nazionale e internazionale di sistemi militari e di armi comuni all’interno dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal).

L’incontro, intitolato “Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace”, è stato promosso dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del Lavoro della Diocesi di Cremona insieme a Pax Christi Cremona e hanno aderito Tavola della Pace di Cremona e Oglio-Po, Forum per la Pace e i diritti dei popoli “Primo Mazzolari”, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Movimento Federalista Europeo e Circolo Acli “Oscar Romero”.

Nella sua introduzione Eugenio Bignardi, responsabile della Pastorale sociale, ha tracciato un quadro generale della situazione riprendendo proprio l’appello del Papa e quello che mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, ha lanciato nella Domenica in Albis a Bozzolo nella celebrazione nel ricordo di don Primo Mazzolari: «Non credo che un uomo come Mazzolari avrebbe taciuto nei confronti di questa economia di guerra verso la quale ci stiamo dirigendo con questa corsa agli armamenti; dobbiamo alzare la voce contro questi extra-profitti dell’industria degli armamenti».

Nella sua presentazione Bignardi ha quindi riportato dati importanti sul crescente aumento dei profitti dell’industria degli armamenti italiana negli ultimi anni, mettendo in guardia dallo svuotamento della legge 185 del 1990 sull’export delle armi, in revisione in questo periodo in Parlamento, insieme alla limitazione delle informazioni a disposizione del Parlamento e della società civile riguardo all’export degli armamenti italiani.

Nella sua esposizione Beretta è partito dai dati raccolti dal suo lavoro di ricerca e analisi, partendo proprio da quelli messi a disposizione grazie alla legge del 1990 oggi in revisione, dai quali emerge come il mercato degli armamenti europeo, nel suo complesso, si contende a livello mondiale il secondo posto insieme alla Cina dopo il primato degli investimenti statunitensi: «Non è vero che la spesa militare dei Paesi europei sia bassa, perché nel suo complesso sia gli investimenti per il riarmo sia l’export dell’industria militare ricopre le prime posizioni a livello mondiale».

La sua è stata una riflessione anche sul fondamento delle politiche in materia di guerra, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Costituzione Italiana, nelle quali viene indicata la strada maestra della rimozione dei conflitti e del ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, profilando anche il ruolo che il nostro Paese dovrebbe ricoprire nel promuovere la pace nelle situazioni di conflitto, certamente non investendo in armi.

Il focus è stato poi concentrato sul mercato italiano: «L’Italia esporta una parte degli armamenti prodotti ai Paesi alleati Nato e dell’Unione Europea, ma una grossa parte viene venduta ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente: se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è ripensare l’industria militare e ricalibrarla sulle effettive esigenze militari dell’Europa, superando la sua frammentazione e inefficienza, mentre oggi risponde alle esigenze di mercato, che non è detto coincidano con le esigenze di sicurezza».

Quindi Beretta è passato a spiegare il funzionamento della legge 185 del 1990: «Questa legge prevede un’autorizzazione da parte dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che ha il compito di autorizzare l’export di armi su tre diversi livelli: l’autorizzazione governativa per l’export di armamenti, il controllo della tipologia di quanto esportato e il relativo controllo bancario». «Questa impostazione di controlli dovrebbe permettere un certo livello di trasparenza su tutti e tre i livelli, nonostante negli anni siano state apportate modifiche ai report annuali rendendo la lettura dei dati meno precisa», ha spiegato l’esperto dell’Opal, che ha rilanciato quindi l’allarme: «Con la nuova normativa proposta, al governo spetterà l’autorizzazione finale, che potrà avvenire anche tramite una valutazione di tipo politico, senza nessun controllo da parte del Parlamento».

Quindi l’appello finale, rivolto a tutte le associazioni e alla società civile, a mobilitarsi secondo le modalità previste da Rete Pace e Disarmo: come punto di partenza le realtà associative che hanno partecipato all’incontro si sono proposte di aderire a questa raccolta firme e di procedere con l’invio di una lettera-appello ai parlamentari italiani. L’incontro è stato anche occasione per rilanciare la campagna “Italia ripensaci” per chiedere al governo italiano l’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari in vigore dal 2021 a livello internazionale.

 

La relazione dell’analista Giorgio Beretta




Acli Casalmaggiore, il 26 dicembre il “Pranzo di Natale” per vincere la solitudine

Anche quest’anno il Circolo Acli di Casalmaggiore organizza il consueto Pranzo di Natale, che si terrà martedì 26 dicembre alle ore 12.30 presso l’oratorio di San Leonardo. In collaborazione con l’Unità pastorale di Casalmaggiore, il Comune di Casalmaggiore e l’Istituto Romani nell’ambito del progetto “La mia scuola educa alla pace”, il pranzo ha l’obiettivo di proporre un momento di convivialità per la cittadinanza durante le festività natalizie, che possono essere momento di grande gioia ma anche di solitudine per chi si trova a viverle da solo. Giovani e adulti, famiglie e anziani, da soli o in compagnia. Il pranzo è aperto a tutti.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione entro il 22 dicembre tramite whatsapp al numero 328-3310143 o email a casalmaggiore@acli.it.

Per maggiori informazioni si rimanda ai canali Facebook e Instagram ACLI Casalmaggiore.




«Facciamoli diventare grandi, insieme», a Castelleone con l’ACR i cuori di cioccolato della Campagna di Natale Telethon

“Facciamoli diventare grandi, insieme”. Non è solo uno slogan, ma un impegno. Per testimoniare e rinnovare ancora una volta le ragioni di una bella e feconda alleanza, quella tra Azione Cattolica e Fondazione Telethon; per promuovere e sostenere un bene comune come la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare; per dare speranza e futuro a tante persone di ogni età, in particolare ai tantissimi bambini e bambine e alle loro famiglie, aiutandoli a diventare grandi insieme.

Per il presidente nazionale AC Giuseppe Notarstefano: «Stare insieme è la strada migliore per costruire percorsi di fraternità e di amicizia sociale, di solidarietà per chi ha più bisogno. Stare insieme è importante per l’Azione Cattolica e per Telethon, ma credo sia importante per tutti. Stando insieme, infatti, si dà più forza all’abitare in profondità questo nostro tempo, con le sue criticità, le sue fatiche e i suoi drammi. Stare insieme aiuta a condividere la speranza, di cui tutti abbiamo bisogno, e a costruire un domani migliore e in salute per chi è in attesa di una cura».

Uno stare insieme che si fa impegno, dunque. Un impegno che anche per questo dicembre 2023 vede coinvolti in prima fila centinaia di giovani e adulti di Azione cattolica di tutta Italia, al fianco dei volontari Telethon per la Campagna di Natale e la distribuzione degli ormai famosi e golosi “Cuori di cioccolato”. Campagna iniziata domenica 10 dicembre e che proseguirà nelle piazze e nelle parrocchie e di tutta Italia sabato 16 e domenica 17 dicembre 2023.

Come sottolinea il presidente nazionale dell’Ac: «Le parrocchie sono il tessuto buono di questo nostro Paese. Rappresentano certo una dimensione del vivere la Chiesa, ma sono anche un luogo in cui si fa comunità, comunità civile; un luogo in cui si incontrano le persone e le loro vite, le loro fatiche quotidiane. Dunque anche il luogo più adatto dove farsi “costruttori di speranza». In questo senso, prosegue, «l’Azione cattolica, che è presente in oltre 5.000 parrocchie di Italia, volentieri si è fatta e continua a farsi tutti i giorni strumento di prossimità nei confronti di quanti hanno bisogno di non sentirsi abbandonati, delle famiglie più fragili; ma è anche, e con il rinnovato impegno di tanti nostri soci di Ac, uno strumento di sensibilizzazione nella comunità per il coinvolgimento di tutti a favore della ricerca contro le malattie genetiche rare».

In diocesi di Cremona l’Azione Cattolica di Castelleone ha aderito per il secondo anno consecutivo a questa iniziativa che ha visto educatori, adolescenti e ragazzi dell’ACR offrire il proprio tempo il pomeriggio e la sera del 12 dicembre, in piazza a Castelleone, durante il tradizionale mercatino di Santa Lucia. Anche per quest’anno si è scelto di scendere in piazza non per raccogliere fondi per le proprie attività associative, me per sostenere Telethon e la ricerca contro le malattie genetiche rare.

Durante il pomeriggio e la serata molte persone sono passate al gazebo per acquistare i cuori di cioccolato della campagna. Tutto il ricavato della vendita verrà devoluto a Fondazione Telethon.

«Riteniamo un fatto semplice, ma molto significativo – sottolineano dal Gruppo dell’Azione Cattolica di Castelleone – il fatto che i turni dalle 15 alle 22 li abbiano coperti i ragazzi dell’ACR, gli adolescenti del gruppo giovanissimi e i loro educatori, senza bisogno del supporto degli adulti. A loro va il ringraziamento per l’impegno profuso!».

È ancora possibile, per chi volesse, acquistare i pochi cuori di cioccolato rimasti contattando i referenti dell’AC di Castelleone. Per ulteriori informazioni sulla campagna o sui punti vendita presenti sul territorio diocesano si può consultare il sito di Fondazione Telethon: www.telethon.it.




Il 10 marzo nelle zone i ritiri ACR: aperte le iscrizioni

Domenica 10 marzo si terranno nelle zone pastorali i ritiri di quaresima promossi dall’ACR per i bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni. I ritiri saranno ospitati per le zone pastorali 1 e 2 presso l’oratorio di Pandino, per la zona pastorale 3 presso l’oratorio di Sant’Ambrogio a Cremona e per le zone pastorali 4 e 5 presso l’oratorio di Pieve d’Olmi. Il ritrovo sarà alle ore 9.30 con termine alle 16.00 con pranzo al sacco.

L’invito è rivolto a tutti i gruppi ACR e a chiunque sia interessato a partecipare a questo importante momento di preghiera, condivisione e gioco.

Tutti i dettagli e le informazioni sul volantino allegato.

Scarica il volantino




Arena di Pace, anche Pax Christi Cremona il 18 maggio all’incontro di Verona con Papa

Il 18 maggio, una nutrita delegazione di Pax Christi parteciperà ad Arena Verona 2024, sul tema  “Giustizia e pace si abbracceranno”, che avrà luogo in mattinata e vedrà la partecipazione di Papa Francesco.

Arena di Pace non è un evento isolato, ma l’inizio di un processo che si estenderà sui territori, con l’obiettivo di creare un’alternativa alla “terza guerra mondiale a pezzi” e di uscire da un sistema basato sul profitto e lo sfruttamento delle persone e del pianeta. Propone un cammino di speranza in un momento drammatico, in cui le disuguaglianze ed esclusioni sociali sono diffuse come mai prima, i diritti sociali sono messi in discussione e la partecipazione democratica è in crisi.

Come soluzione, indica la strada dell’ecologia integrale e offre percorsi concreti attraverso cinque documenti preparati da tavoli tematici su: diritti e democrazia, ecologia integrale e stili di vita, lavoro economia e finanza, disarmo e migrazioni. Su questi temi verranno posti quesiti a Papa Francesco per approfondirli.

In Arena convergeranno anche i movimenti popolari, definiti dal Papa “poeti sociali”, che rappresentano una speranza per la conversione ecologica necessaria all’umanità. Questi movimenti sono parti di una società in movimento, realtà che costruiscono un presente alternativo basato sulla giustizia e la pace.

Arena di Pace cade proprio nel giorno di Pentecoste e sarà la festa dello Spirito, celebrata nella convivialità delle diverse appartenenze ma unite dal desiderio di portare frutti di bene e fraternità in questo momento storico segnato da un profondo cambiamento d’epoca. Saranno presenti anche migliaia di giovani con la semplice voglia di stare insieme e di puntare sulla dimensione relazionale della pace, che parte innanzitutto da ciascuno di noi.

Non mancherà l’abbraccio con i popoli in guerra, con collegamenti con gruppi di donne israeliane e palestinesi, oltre a significative testimonianze di leader impegnati per i diritti umani e la giustizia.

Pax Christi Cremona si impegna a restituire i messaggi più significativi di Arena 24 in un incontro aperto a tutti che si terrà lunedì 27 maggio alle ore 20.45 presso la chiesa dell’Immacolata Concezione, nel quartiere Maristella di Cremona.




Deceduto il prof. Mario Gnocchi: uomo di cultura e di fede, dal 2004 al 2012 fu presidente nazionale del Segretariato Attività Ecumeniche

Venerdì 22 dicembre è morto a Cremona il prof. Mario Gnocchi. In una mattinata luminosa di sole inaspettatamente primaverile, a 89 anni da poco compiuti, è giunto al compimento del suo cammino. I funerali si terranno la mattina di mercoledì 27 dicembre, alle 11, nella chiesa di Sant’Agata. La notizia dolorosa si è rapidamente diffusa in città perché il prof. Gnocchi era largamente conosciuto: professionista assai stimato, uomo di raffinata e vasta cultura e di fede profonda, amico generoso e fedele.

Nato l’8 settembre 1934, nella festa della natività di Maria, per tutta la vita nelle circostanze ufficiali fu Mario, ma per i familiari e gli amici fu sempre, affettuosamente, Meo, e l’appellativo confidenziale, che egli sempre accettò, esprime bene il rifiuto da parte sua di ogni forma di esteriorità di cui, se solo avesse voluto, avrebbe facilmente potuto adornarsi.

Fu alunno al liceo classico Daniele Manin, poi universitario a Pavia nel collegio Ghislieri e nel 1957 si laureò con il prof. Lanfranco Caretti discutendo una tesi su “Questioni scalviniane”. Dopo una breve esperienza di assistentato in università e un soggiorno di studio a Parigi, rifiutò consapevolmente la possibilità di una brillante carriera accademica universitaria e volle essere docente liceale. E così in effetti fu. Per 34 anni, dal 1961 al 1995, Mario Gnocchi è stato professore di Letteratura italiana e Latino al liceo classico Manin di Cremona e intere generazioni, genitori e figli, lo hanno avuto come stimatissimo insegnante. E hanno potuto godere della sua cultura eccezionalmente vasta, mai ostentata, vivacissima e agile, che spaziava da Dante a Montale, da Kafka a Bernanos, da Rebora a Maritain e appassionava le giovani menti spalancando loro impensati orizzonti e le affascinava con la finezza e la profondità della lettura. In altre parole, faceva loro scoprire la potenza maieutica della cultura e gliela faceva amare.

Il prof. Gnocchi, assai esigente con se stesso, non ha mai smesso di ricercare, approfondire, interrogare, studiare. Ne sono prova i numerosi interventi apparsi su riviste e le conferenze che ha tenuto a Cremona e in molte altre sedi. Possiamo ricordarlo come un esploratore, mai sazio, del mistero dell’esistenza, un mistero che affascina e inquieta. Perciò non stupisce che il prof. Gnocchi abbia scavato incessantemente anche nel mistero che è oggetto della fede cristiana, fede che è stata in lui forte, profonda, consapevolmente adulta e libera. Uomo sempre disposto al dialogo, si è assai presto inoltrato nel mondo dell’ecumenismo e ne ha abbracciato la spiritualità. Come altri della sua generazione, che hanno nutrito gli anni della loro piena giovinezza con l’esperienza del Concilio Vaticano II, Mario Gnocchi ha svolto importanti incarichi di rilevanza ecumenica. Ha aderito e collaborato intensamente con il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), del quale è stato presidente nazionale dal 2004 al 2012, partecipando al Gruppo misto della catechesi ecumenica e al Gruppo misto teologico e guidando per lunghi anni il Gruppo cremonese del SAE.

Ma ancor prima, dal 1969 al 1974, aveva presieduto il Gruppo Laureati Cattolici di Cremona e, in anni più recenti, aveva fatto parte del Comitato di direzione della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo.

Due importanti figure della Chiesa cremonese sono state da lui finemente studiate e illustrate: quella di don Mazzolari, con l’edizione critica dei due volumi “Tra l’argine e il bosco” e “Zaccheo” , e quella del grande vescovo Geremia Bonomelli, coraggioso precursore in ambito cattolico del pensiero ecumenico, del quale il prof. Gnocchi ha editato in versione critica il messaggio che, in qualità di vescovo di Cremona, Bonomelli inviò nel 1910 alla Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo (M. Gnocchi, Bonomelli: la dimensione ecumenica in “Diocesi di Cremona”, 1995 e Idem, Geremia Bonomelli e il suo tempo, Brescia 1999).

Il prof. Gnocchi è stato tutto questo e molto altro. Ma ancora almeno un aspetto non va sottaciuto perché è parte integrante della sua persona: il sentimento profondo e sacro che ebbe dell’amicizia, che donava senza risparmio, sempre rispettoso della libertà altrui e sempre fedelmente pronto a prodigarsi. E l’amore forte che lo ha legato lungo una intera vita a Vanna, la sua amata sposa, e ai figli, alla sua bella famiglia che, quando la malattia ha spento in lui a poco a poco le forze fisiche e mentali, lo ha accompagnato con delicatezza e intensità di affetti e lo ha infine consegnato all’abbraccio luminoso del suo Signore.

“Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato” (Lc 24,16). Teniamo Mario Gnocchi nel cuore: non è più prigioniero della morte, è con noi, giorno dopo giorno, fino al Grande Incontro.

Pinuccia Marcocchi




Enrico Locatelli eletto presidente di Coldiretti Cremona

Enrico Locatelli, 58 anni, imprenditore agricolo di Castelvisconti, coniugato e padre di tre figli, è il nuovo Presidente di Coldiretti Cremona. Ad eleggerlo è stata l’Assemblea generale della Federazione, riunita oggi a Cremona.

Laureato in Medicina veterinaria, Locatelli guida un’azienda di bovini da latte con sedi a Castelvisconti e Robecco d’Oglio. Allevatore di grande esperienza, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Coldiretti Cremona ed è stato consigliere di ARAL, l’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia.

“Ringrazio per la fiducia che mi è stata concessa e sono pronto, insieme al Consiglio e a tutti i Soci, a mettermi al lavoro, per inaugurare un 2024 nel segno della nostra agricoltura” ha commenta il neo eletto Presidente di Coldiretti Cremona. “Assumo questo incarico con senso di responsabilità – prosegue Locatelli – garantendo il massimo impegno per promuovere, difendere e sostenere la nostra agricoltura e le nostre imprese. Sono consapevole che ci aspettano impegni importanti. Lavoreremo con costanza e determinazione, per continuare a far crescere e rendere sempre più competitivi tutti i nostri comparti produttivi. Ci aspettano sfide rilevanti, che sapremo affrontare, puntando sul lavoro di squadra e a partire dal dialogo e dalla condivisione con i Soci”.

Al suo fianco il Presidente Locatelli avrà la Giunta e il Consiglio direttivo, così composto: Lucio Compagnoni, Mauro Begatti, Fabrizio Bocchi, Matteo Galli, Armando Zerbini, Samuele Riboli, Armando Tamagni, Mauro Berticelli, Loris Beduschi, Pietro Manfredi, Emilio Stringhini, Giovanni Lunini, Serena Antonioli, Lorenzo Chiozzi, Giovanni Mazzetti, Giannenrico Spoldi. Si aggiungano i rappresentanti dei tre movimenti: Piercarlo Ongini Delegato di Coldiretti Giovani Impresa Cremona, Maria Paglioli, Responsabile provinciale di Donne Impresa, e Carolina Benelli, Presidente dell’Associazione provinciale Pensionati Coldiretti.

 




Collaboratori familiari del Clero, il 16 aprile incontro regionale al Santuario di Caravaggio

“Tradizione e/o innvazione?”. Questo il tema dell’incontro a Caravaggio in programma martedì 16 aprile, organizzato dall’Associazione Collaboratori familiari del Clero della Regione Lombardia.

A ospitare l’iniziativa sarà il Santuario di Santa Maria del Fonte, divenuto lo scorso anno Santuario Regionale della Lombardia.

L’incontro regionale, che sarà guidato dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, avrà inizio alle 10 (ritrovo a 9.45), con la recita delle Lodi, seguita dalla meditazione del vescovo, che presiederà poi la Messa delle 11.30. Dalle 14.30 ci sarà spazio di condivisione per riflessioni e testimonianze, con la conclusione della giornata prevista per le 16.

Nel pomeriggio si svolgerà inoltre l’elezione del nuovo Consiglio regionale dell’Associazione.

Un momento di ritrovo, preghiera e condivisione per tutti i gruppi diocesani dell’Associazione presenti in Lombardia, che non chiude però le porte a tutti gli associati provenienti da altre regioni.




MCL, Michele Fusari confermato nel comitato esecutivo

Si è svolto a Roma, sabato 2 marzo 2024, presso la sala conferenze dell’Hotel Massimo D’Azeglio, il primo consiglio nazionale del nuovo mandato del Movimento Cristiano Lavoratori, eletto nelle scorse settimane durante la tre giorni che ha celebrato il XIV congresso nazionale dell’associazione. La mattinata ha avuto come unico ordine del giorno l’insediamento ufficiale del nuovo consiglio e la distribuzione delle cariche. Presente a Roma anche la delegazione MCL del territorio di Cremona-Crema-Lodi, composta dal presidente Michele Fusari, da Riccardo Barbaglio e da Elena Boffelli. L’assise, riunita nella mattinata di lavori, ha proposto come nuovo presidente nazionale Alfonso Luzzi, votato all’unanimità dei presenti.

Motivo di orgoglio e soddisfazione per la realtà locale del Movimento la conferma di Michele Fusari a membro del comitato esecutivo nazionale, l’organo decisionale di riferimento per lo sviluppo dell’azione generale dell’associazione. La riconferma di Fusari nel comitato è l’ulteriore certificazione del buon lavoro sviluppato sul territorio insieme alla squadra di collaboratori che, anche il nuovo presidente nazionale Luzzi, ha riconosciuto e valorizzato. L’attenzione al territorio è senza dubbio un aspetto molto importante per il MCL che ne caratterizza ancor di più la sua dimensione di corpo intermedio popolare che sta tra la gente ed è per la gente.

«Sono ovviamente molto felice e orgoglioso della mia riconferma a membro del comitato esecutivo nazionale del MCL – racconta il presidente territoriale Fusari – intanto perché continuiamo ad essere presenti nell’organismo decisionale nazionale di riferimento del Movimento; ciò significa riconoscere e apprezzare gli sforzi della nostra azione quotidiana a servizio dei territori e delle persone che li vivono, in contesti e scenari di azione sempre più complicati per il diffondersi di nuove povertà e di maggiori esigenze della popolazione». «Confermiamo poi il bel rapporto instaurato negli anni con la dirigenza nazionale del MCL – prosegue –, in primis con il nuovo presidente nazionale Alfonso Luzzi, da sempre molto attento alla crescita generale di tutta l’associazione attraverso la valorizzazione delle sedi locali come la nostra». E conclude: «Da parte mia, ci metterò ancor più spirito di servizio e passione che sono sempre stati e sempre saranno alla base del mio impegno nel MCL».




Sant’Antonio Abate, Coldiretti in festa a Castelvisconti

Grande partecipazione per la Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, vissuta da Coldiretti nella mattinata di mercoledì 17 gennaio in Cascina Sant’Antonio a Castelvisconti, presso l’azienda agricola Locatelli.

Tanti allevatori e coltivatori si sono dati appuntamento in cascina, accolti dal presidente di Coldiretti Cremona Enrico Locatelli e dal direttore Paola Bono, per condividere un appuntamento importante e sentito nelle nostre campagne, occasione per testimoniare la passione e la cura con cui gli agricoltori seguono i propri allevamenti e per sottolineare l’importanza del lavoro agricolo, che assicura cibo e benessere alla collettività.

Ci si è dapprima radunati davanti all’allevamento di vacche da latte, sotto l’immagine del santo protettore degli animali, al quale è dedicata la cascina. Qui il consigliere ecclesiastico don Emilio Garattini ha impartito la benedizione agli animali e a tutti coloro che, con competenza e dedizione, se ne prendono cura. Accanto al presidente Locatelli c’erano i sacerdoti del territorio e il sindaco di Castelvisconti Alberto Sisti.

Dopo la preghiera e la benedizione, è seguito un momento conviviale affidato all’agriturismo Cà Bianca di Maria Paglioli, nel segno dei sapori genuini e tipici. È stata occasione per proseguire nel dialogo tra imprenditori agricoli, dirigenti, rappresentanti del territorio.

«In questa giornata ci affidiamo a sant’Antonio, perché protegga e accompagni sempre il lavoro di tutti gli allevatori. Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico – evidenzia Coldiretti Cremona –.  Gli allevatori tengono particolarmente a questa festa e al suo significato, inteso a richiamare il valore del lavoro in agricoltura, l’impegno per la custodia e valorizzazione di tutto il settore zootecnico, l’attenzione al benessere animale, il rispetto del creato. La giornata è occasione per ribadire il nostro impegno a difesa di un settore fondamentale della filiera agricola e dell’economia del Paese».

Sono circa 35 milioni gli animali della fattoria lombarda. Secondo l’analisi della Coldiretti regionale su dati Anagrafe zootecnica si contano un milione e mezzo di mucche, più di 4 milioni di maiali, circa 25 milioni tra polli, galline, tacchini, faraone e oche, 200 mila tra pecore e capre. I cavalli, gli asini e i muli in regione superano complessivamente i 60 mila esemplari, mentre i conigli sono più di 1,3 milioni. Ci sono poi – continua la Coldiretti su dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione – 2 milioni di cani, oltre 465mila gatti e circa mille furetti.