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Domenica Casalbuttano accoglie don Davide Schiavon

Nel pomeriggio di domenica 8 ottobre, alle 18, nella chiesa parrocchiale di S. Giorgio, la comunità di Casalbuttano accoglierà don Davide Schiavon, nuovo parroco delle parrocchia di Casalbuttano e della frazione di San Vito, oltre che moderatore dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana”, composta anche dalle parrocchie di Paderno Ponchielli, Ossolaro e Polengo.

La celebrazione, presieduta dal vescovo Napolioni, sarà preceduta dal saluto del sindaco di Casalbuttano Gian Pietro Garoli sul sagrato della chiesa parrocchiale.

Nei giorni precedenti la comunità ha organizzato alcuni momenti di preghiere e riflessione sul ministero del parroco. Primo appuntamento giovedì 5 ottobre, alle 20.30, con la preghiera guidata da don Maurizio Lucini. Nella mattina di sabato 7 ottobre, dalle ore 9.30 alle 11, adorazione eucaristica con la possibilità di confessarsi. Anche nel pomeriggio, dalle ore 16.15, sarà disponibile in chiesa un sacerdote per le confessioni.

Lunedì 9 ottobre il nuovo parroco presiederà alle 20.30 la Messa in suffragio di tutti i defunti della comunità.

 

Profilo biografico di don Schiavon

Classe 1976, originario di Castelleone, don Schiavon è stato ordinato sacerdote il 13 giugno 2009. Laureato in Economia aziendale, ha iniziato il proprio ministero come vicario a Breda Cisoni, Ponteterra, Sabbioneta e Villapasquali. Tra il 2016 e il 2022 è stato incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale. Dal 2015 era vicario della parrocchia “Beata Vergine di Caravaggio” in Cremona. Sarà moderatore dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana” composta anche dalle parrocchie di Ossolaro, Paderno Ponchielli e Polengo e parroco di Casalbuttano e San Vito, dove prede il testimone da don Gianmarco Fodri e continuerà ad esser affiancato dal collaboratore parrocchiale don Giorgio Ceruti. Dal 2020 don Schiavon è vicepresidente dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del clero.

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Cari amici (sacerdoti e laici) dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana”,  

vi saluto col cuore e non per pura formalità e vi ringrazio in anticipo per la vostra accoglienza. Per quanto sia difficile trovare argomenti concreti quando ancora ci si conosce poco di persona, vi voglio assicurare che sono sinceramente felice di entrare a far parte della vostra famiglia: ci vengo volentieri, ho già iniziato a pregare per voi e sono desideroso di condividere un tratto della vostra storia. 

Sono certo che il Signore benedirà questa nostra esperienza comune perché, in estrema sintesi, me lo sento, per una sorta di sesto senso. È il mio primo incarico da parroco e vi chiedo quindi una buona dose di indulgenza per qualche ingenuità che è da mettere in conto e perdonare ad un neofita. Ho buoni presentimenti perché le vostre comunità, da come le hanno descritte, hanno tutte le caratteristiche per realizzare un cammino fruttuoso insieme: una fede radicata nella storia e, al tempo stesso, disposta a continuare ad imparare; un modo di intendere le relazioni ancora ricco di umanità; un tessuto sociale ancora molto ispirato al modello della famiglia.  

Proprio a quest’ultima realtà vorrei collegarmi anche io nel dare il mio contributo a ciò che realizzeremo insieme. Per quanto il concetto non sia nuovo e venga ripetuto spesso, io pure  desidero ribadire che la famiglia, davvero, è la cellula della società e della Chiesa e, quando le famiglie sono sane, ci sono buone probabilità che anche le comunità cristiane lo siano. E, in una certa misura, è vero anche l’opposto.  

La famiglia, parentale o parrocchiale che sia, sta insieme se il Signore è una presenza costante all’interno di essa. E proprio su questo aspetto si concentreranno principalmente le mie attenzioni. L’amore reciproco, il rispetto, la fedeltà, la tenuta di lungo periodo sono possibili (l’esperienza lo attesta) solo se Dio, cercato, invocato e obbedito, concede la Sua benedizione e onora della Sua presenza. 

Non illudiamoci quindi di poter realizzare qualcosa di solido e duraturo se non concederemo i giusti spazi al Signore, nella preghiera e nell’imitazione del Vangelo. Se mancano queste dimensioni, le cose, nella migliore delle ipotesi, potranno funzionare solo se ci sono persone disposte a impersonare il ruolo dei martiri, da una parte, e dei prepotenti, dall’altra. Ma noi non desideriamo questo, bensì una comunità di fratelli che si vogliono bene, dove ognuno fa la sua parte (proporzionata ai propri sforzi e calibrata sui propri talenti) e in cui c’é armonia perché a nessuno è chiesto troppo e a nessuno troppo poco.  

In aggiunta, certamente, a livello umano, saranno poi necessarie tutta una serie di attenzioni, delicatezze, gesti di “manutenzione ordinaria” nelle relazioni che, con l’aiuto di tutti, potremo mettere in atto. Spero di conoscervi presto, ma non di scoprire tutto troppo velocemente, perché anche la meraviglia e la scoperta reciproca sono un ingrediente importante, da non esaurire troppo in fretta, che dà ancora più sapore al cammino e fascino all’avventura comune. 

Vi porto già nel cuore e vi auguro di poter migliorare ogni giorno nella via del Vangelo, cosa che io per primo mi impegnerò a praticare. Da ultimo, ma non certo per importanza, un sincero e cordiale ringraziamento a don Marco, mio predecessore, per il prezioso lavoro svolto e per la cortesia e pazienza dimostrate nel passaggio di consegne. 

Grazie a tutti, con amicizia. 

Don Davide 

 

 

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Nuovi parroci, domenica a Pieve San Giacomo l’ultimo degli insediamenti

Nel pomeriggio di domenica 15 ottobre la comunità di Pieve San Giacomo accoglierà i suoi nuovi sacerdoti: il parroco don Federico Celini, già anche parroco dell’unità pastorale “Madre Nostra” (formata dalle parrocchie di Cella Dati, Derovere, Longardore, Pugnolo, San Salvatore, Sospiro e Tidolo), e il collaboratore parrocchiale don Marco Bosio. L’ingresso avverrà in occasione della Messa delle 16 presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Si tratta dell’ultimo degli insediamenti dei nuovi parroci nominati nei mesi scorsi.

La celebrazione inizierà con il consueto saluto da parte dell’Amministrazione comunale, per voce del sindaco Maurizio Morandi, e proseguirà poi in chiesa con i gesti tipici del rito dell’insediamento, caratterizzato dalla lettura dell’atto del decreto di nomina, l’aspersione dei fedeli e l’incensazione dell’altare, il saluto del consiglio pastorale parrocchiale e, dopo l’omelia tenuta dal vescovo, della professione di fede recitata dal nuovo parroco, che al termine della Messa prenderà la parola per salutare la nuova comunità. Dopo la celebrazione il rinfresco in oratorio: un momento di ritrovo per la comunità e un primo approccio con il nuovo parroco.

In preparazione all’ingresso dei nuovi sacerdoti la comunità di Pieve San Giacomo è chiamata a vivere, nella serata di giovedì 12 ottobre alle 21 in chiesa parrocchiale, la celebrazione penitenziale presieduta dal vicario zonale della zona pastorale 4, don Antonio Pezzetti.

 

Biografia dei sacerdoti

Celini don Federico, classe 1957, originario della parrocchia di San Bernardo a Cremona, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1987. È laureato in Lettere, con specializzazione in Comunicazioni sociali e giornalismo. Dal 1987 al 2016 è stato docente in Seminario. Giornalista professionista, dal 1993 al 1996 è stato condirettore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica” e dal 1991 al 2013 direttore responsabile del periodico del Seminario “Chiesa in cammino”.
Amministratore parrocchiale di Villa Rocca (1993-2003), è stato successivamente parroco a Cicognolo (1997-2007) e Costa Sant’Abramo (2007-2014).
Dal 2014 è parroco di Longardore, San Salvatore, Sospiro e Tidolo e dal 2020 moderatore dell’unità pastorale “Madre nostra” formata dalle suddette parrocchie insieme a quelle di Cella Dati, Derovere e Pugnolo, delle quali è diventato parroco nel 2021. Dal 2016, inoltre, è incaricato diocesano per la Pastorale ecumenica e, dal 2017, coordinatore dell’area pastorale “Capaci di comunicazione e cultura”. Dal 2023 è direttore responsabile del “Bollettino Ufficiale per gli Atti del Vescovo e della Curia”, di “TeleRadio Cremona Cittanova”, “Il Mosaico” e “Riflessi Magazine”. Ora il Vescovo gli ha affidato la cura pastorale anche di Pieve San Giacomo come nuovo parroco, prendendo il testimone da don Alfredo Valsecchi.

Don Marco Bosio, classe 1979, originario di Cumignano sul Naviglio, è stato ordinato sacerdote l’11 giugno 2005. È stato vicario di Brignano Gera d’Adda (2005-2011) e successivamente collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Cicognara, Cogozzo e Roncadello (2012-2013). Dal 2013 al 2016 è stato vicario delle parrocchie di Binanuova, Ca’ de’ Sefani, Gabbioneta e Vescovato e dal 2014 al 2016 anche di Pescarolo e Pieve Terzagni. Dal 2016 al 2019 è stato collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Buzzoletto e Viadana (“S. Maria Annunciata”, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo”, “S. Pietro apostolo” e “Ss. Martino e Nicola”). Tra il 2019 e il 2021 ha approfondito gli studi teologici a Bologna. Nel 2021 è stato nominato collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Castelleone e Corte Madama. Ora assume l’incarico di collaboratore parrocchiale di Pieve San Giacomo.

 

Il saluto sul bollettino parrocchiale

Sarà bello camminare insieme così

“Una parrocchia ‘di tradizione’”. Così mi è stata definita da un amico la realtà di Pieve San Giacomo con Gazzo e Ognissanti, quando è stata resa nota la mia nomina a parroco. E “di tradizione” so che lo è davvero, non nel senso della replica sterile di vuote abitudini o consuetudini, ma nella consistenza feconda di quanto ci viene consegnato e rappresenta i fondamentali di una vera comunità cristiana. E come non prendere atto con gioia e commozione che Pieve San Giacomo ha saputo generare e donare alla Chiesa il carissimo Vescovo Enrico? Per questo, con gioia, con don Marco vengo fra di voi, perché sarà bello camminare insieme così.

Sarà bello camminare insieme nella corresponsabilità, nell’esercizio, nella condivisione e nell’offerta generosa e coordinata di competenze, servizi, propositività, nel reciproco rispetto e nella valorizzazione di ruoli e ambiti di azione.

Sarà bello camminare insieme nell’unità. Perché quella è la prima testimonianza, da cui scaturisce la credibilità di una comunità. Faremo volentieri a meno degli arroccamenti, delle chiusure, degli steccati, sterili se non addirittura controproducenti.

Sarà bello camminare insieme nell’apertura e nella ricezione di tutte quelle istanze che, nella Chiesa e nel mondo, ci interpellano e ci sollecitano, perché nella irrinunciabile fedeltà al nostro
Battesimo diventiamo davvero missionari là dove siamo chiamati a vivere.

Sarà bello camminare insieme nell’ascolto. Della Parola di Dio, innanzitutto, e di tutto quanto esige che non si chiudano orecchi, occhi, mente, cuore nella ricezione e nell’accoglienza umile, fedele e trasparente di ciò che la Chiesa oggi ci indica come cammino da percorrere insieme, in una storia che non possiamo illuderci di fermare o addirittura riportare indietro.

Sarà bello per questo e per altre mille ragioni, perché così la nostra comunità potrà essere veramente anche un piccolo, ma profetico laboratorio di cordiale sinodalità. Lo Spirito Santo e l’intercessione della Madre ci accompagnano e ci accompagnino sempre, nel nostro cammino insieme.

Con affetto.

Don Federico con Don Marco

 

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Domenica pomeriggio l’ingresso di don Alfredo Valsecchi a Cavatigozzi

Domenica 8 ottobre a Cremona don Alfredo Valsecchi farà il suo ingresso come nuovo parroco della parrocchia di Santa Maria Maddalena, a Cavatigozzi. La Messa di insediamento, in programma alle 15.30, sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

Don Valsecchi, prima della celebrazione, sarà accolto sul sagrato della chiesa da un rappresentante dell’Amministrazione comunale di Cremona che porgerà il primo saluto al nuovo parroco. La Messa si svolgerà poi secondo il tradizionale rito di insediamento, con la lettura del decreto di nomina, il saluto da parte del consiglio pastorale parrocchiale e il credo professato dal sacerdote. Dopo la celebrazione, la comunità di Cavatigozzi si ritroverà in oratorio per il rinfresco, un’occasione per cominciare a conoscere personalmente il nuovo parroco.

In preparazione all’ingresso di don Valsecchi, la comunità di Santa Maria Maddalena ha programmato una veglia di preghiera nella serata di giovedì 5 ottobre, alle 20.45, nella chiesa parrocchiale,guidata dal vicario zonale della zona pastorale 3, don Pietro Samarini.

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1963, originario di Vailate, don Alfredo Valsecchi è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1988. È stato vicario nelle parrocchie “S. Leonardo” in Casalmaggiore (1988-1995) e “S. Maria Immacolata e S. Zeno” in Cassano d’Adda (1995-2002). Successivamente è stato parroco di Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido. Dal 2013 era parroco di Pieve San Giacomo. A Cavatigozzi prede il testimone da don Gianfranco Vitali, trasferito nell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi” formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni.

 

Il saluto del sacerdote alla nuova parrocchia

“Siete già la mia famiglia”

Carissimi parrocchiani di Cavatigozzi, quando il vescovo Antonio mi ha comunicato la mia nomina a vostro parroco, sono stati molti e confusi i sentimenti che ho provato. Su tutti, però, è prevalso quello della più sentita gioia di poter iniziare il mio nuovo ministero sacerdotale con voi. Vi assicuro che ho sentito subito voi come miei fratelli e sorelle, come famiglia in cui vivere tutto il tempo che il Signore mi vorrà concedere qui ed ora. Vorrei conoscervi già ad uno ad uno, piccoli e grandi, vicini e lontani, con le vostre storie umane e spirituali, per condividere con
ciascuno le gioie e le fatiche di questo cammino comune. So che mi occorrerà un pò di tempo e tanto impegno per diventare parte di questa famiglia: vi chiedo tanta pazienza.

Saluto con grande simpatia e stima i collaboratori parrocchiali, le famiglie, gli anziani, gli ammalati. Un caro saluto ai ragazzi e ai giovani della Parrocchia e dell’Oratorio nell’attesa di cominciare a lavorare insieme. L’oratorio deve diventare il centro di educazione alla vita e alla fede delle nuove generazioni.

Un affettuoso saluto anche al mio predecessore, don Franco, con tanta stima e tanta riconoscenza per il paziente lavoro svolto in questi venti anni con voi. Affido a Cristo Buon Pastore il mio nuovo ministero nella certezza che “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”.

Invoco dal Signore la benedizione su ciascuno e sul cammino che insieme percorreremo. Un caro ricordo nella preghiera di tutti i giorni.

Arrivederci a presto.

Don Alfredo

 

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Domenica mattina al Cambonino don Arienti si insedia come nuovo parroco

La comunità parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso in San Giuseppe, nel quartiere Cambonino di Cremona, domenica 8 ottobre con la celebrazione eucaristica delle 10.30 presieduta dal vescovo Antonio Napolioni accoglierà ufficialmente il nuovo parroco don Paolo Arienti, già parroco della parrocchia di S. Ambrogio. Per l’occasione la S. Messa di S. Ambrogio delle ore 10 sarà sospesa.

Don Arienti è anche moderatore dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari”, che comprende le parrocchie di S. Ambrogio e del Cambonino insieme a quelle del Boschetto e del Migliaro (queste ultime guidate da don Maurizio Ghilardi).

Insieme a don Arienti, inizierà il suo nuovo incarico anche don Umberto Zanaboni: il sacerdote che dallo scorso anno è responsabile in diocesi della pastorale missionaria e ricopre il ruolo di vicepostulatore della causa di beatificazione di don Mazzolari, risiederà al Cambonino con l’incarico di collaboratore parrocchiale delle quattro parrocchie dell’unità pastorale, così come don Nicolas Diene, cappellano della comunità africana anglofona, già in servizio nell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” come collaboratore dal 2021.

In preparazione all’ingresso del nuovo parroco la comunità del Cambonino è chiamata a ritrovarsi nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre per la Messa, con l’adorazione dalle ore 17 fino alle 21, quando si terrà un momento comunitario di adorazione con testi mazzolariani presieduto da don Ghilardi.

È stato successivamente fissato un momento di incontro con i sacerdoti e i fedeli del quartiere dopo la Messa di domenica 22 ottobre per riflettere e scambiarsi vicendevolmente le prospettive future da percorrere insieme.

 

Biografia dei sacerdoti interessati dalle nomine

Don Paolo Arienti, classe 1972, originario di Piadena è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1999. Ha iniziato il ministero sacerdotale a Cremona come vicario della parrocchia “Ss. Nazario e Celso in S. Abbondio”. Nel 2002 per continuare gli studi è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Dal 2004 al 2011 è stato vicario a “Cristo Re” in Cremona e segretario dell’Ufficio evangelizzazione e catechesi. Dal 2011 al 2021 è stato responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile, presidente della Federazione Oratori Cremonesi e dell’associazione NOI, oltre che consulente ecclesiastico del CSI di Cremona. Dal 2017 al 2021 è stato inoltre coordinatore dell’area pastorale “In ascolto dei giovani”. Nel 2012 è stato nominato parroco in solido delle parrocchie di Binanuova, Ca’ de’ Stefani, Gabbioneta e Vescovato; e dal 2014 al 2018 anche di Pescarolo e Pieve Terzagni. Dal 2000 è docente in Seminario e dal 2008 anche presso l’Istituto superiore di Scienze religiose “S. Agostino”. Nel 2021 è stato nominato parroco della parrocchia “S. Ambrogio” in Cremona, con anche il ruolo di moderatore dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” (S. Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro). Ora è stato nominato anche parroco della parrocchia “Ss. Nazaro e Celso in S. Giuseppe” nel quartiere Cambonino di Cremona.

 

Don Umberto Zanaboni, classe 1975, originario di Pandino, è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di Sabbioneta e dal 2008 lo è stato anche di Breda Cisoni, Ponteterra e Villapasquali; successivamente è stato vicario di Caravaggio (2009-2016). Nel 2016 è stato nominato parroco di Cella Dati, Derovere e Pugnolo, e dal 2019 è stato anche collaboratore parrocchiale di Longardore, San Salvatore, Sospiro e Tidolo. Nel 2018 è stato scelto come vicepostulatore della causa di beatificazione del servo di Dio don Primo Mazzolari e dal 2022 ricopre il ruolo di incaricato diocesano per la Pastorale missionaria. Dal 2021 al 2023 è stato collaboratore parrocchiale della parrocchia “Santi Fabiano e Sebastiano martiri” in Cremona. Nel 2023 è stato nominato amministratore parrocchiale dell’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi” formata dalle parrocchie di Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido. Ora è stato nominato collaboratore dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari” in Cremona, formata dalle parrocchie di Sant’Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro.

 

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Vidalengo, sabato la Parrocchia di S. Giovanni a Porta Latina accoglie i nuovi sacerdoti

Nominato parroco di Vidalengo con decreto vescovile del giugno scorso, nel pomeriggio di sabato 7 ottobre monsignor Giansante Fusar Imperatore, parroco di Caravaggio e vicario zonale della Zona pastorale 1, farà il suo ingresso ufficiale come parroco anche della parrocchia di S. Giovanni a Porta Latina, nella frazione di Caravaggio, dove succede a don Edoardo Nisoli, che si è ritirato per raggiunti limiti d’età.

Insieme a al nuovo parroco, la comunità di Vidalengo accoglierà anche i nuovi collaboratori delle parrocchie di Caravaggio e Vidalengo: don Paolo Ardemagni e don Gabriele Filippini. La Parrocchia di Caravaggio conta inoltre sul vicario don Andrea Piana e il collaboratore parrocchiale don Bruno Grassi.

Il programma prevede l’accoglienza di monsignor Fusar Imperatore alle 17.30 ai confini del paese, in fondo a via Bolagnos. Da lì il nuovo parroco, in corteo, arriverà nella piazza del paese dove riceverà il benvenuto del sindaco Claudio Bolandrini e dell’Amministrazione comunale. Alle 18 avrà inizio la Messa solenne, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. A seguire, rinfresco per tutti.

In preparazione a questo momento la parrocchia di S. Giovanni a Porta Latina ha organizzato due appuntamenti: giovedì 5 ottobre, alle 20.30, in chiesa parrocchiale un incontro di preghiera; venerdì 6 ottobre, sempre alle 20.30, Messa in suffragio di tutti i defunti della parrocchia.

Domenica 8 ottobre don Giansante Furar Imperatore presiederà la Messa delle 10 nella chiesa parrocchiale di Vidalengo.

 

Biografia dei sacerdoti interessati dalle nomine

 

Monsignor Giansante Fusar Imperatore, classe 1956, originario di Romanengo, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero come vicario della parrocchia “S. Maria Assunta e S. Cristoforo” in Viadana; quindi nel 1984 è stato nominato vicerettore del Seminario di Cremona. Nel 1990 ha assunto l’incarico di segretario vescovile. È stato successivamente parroco di Bozzolo (2002-2008) e della parrocchia “S. Maria Immacolata e S. Zeno” in Cassano d’Adda (2008-2021); oltre che amministratore parrocchiale di Rivolta d’Adda (2016) e della parrocchia “Cristo Risorto” in Cassano d’Adda (2019). Nel 2021 è stato nominato parroco di Caravaggio e nel 2022 vicario zonale della Zona pastorale 1. Ora è stato nominato anche parroco di Vidalengo.

 

Don Paolo Ardemagni, classe 1962, originario di Misano Gera d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1986. È stato vicario delle parrocchie “S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo” in Soncino (1986-1996) e “Ss. Nazario e Celso in S. Abbondio” in Cremona (1996-1999). Nel 1999 è stato nominato parroco di Fengo, dove è rimasto sino al 2009; negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di consulente ecclesiastico del CSI di Cremona; inoltre dal 2000 è stato anche amministratore parrocchiale di Luignano e dal 2004 anche parroco di Acquanegra. È stato successivamente parroco della parrocchia “Annunciazione” in Cassano d’Adda (2009-2017). Nel 2017 è stato nominato parroco di Robecco d’Oglio. Ora è stato nominato collaboratore delle parrocchie di Caravaggio e Vidalengo.

 

 

Don Gabriele Filippini, classe 1971, originario di Casirate d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. È stato vicario a Robecco d’Oglio (1997-2001), Fornovo San Giovanni (2001-2004) e nelle parrocchie di Sospiro, Longardore, San Salvatore e Tidolo (2004-2010). Nel 2010 è stato nominato sacerdote cooperatore presso il Santuario di Caravaggio. Ora è stato nominato collaboratore delle parrocchie di Caravaggio e Vidalengo.

 

 

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Cari parrocchiani, mentre sto per iniziare il mio servizio come parroco anche di Vidalengo, entro volentieri nelle vostre case. È un entrare, il mio, in punta di piedi, di chi non vuole disturbare ma ha piacere di aprire un canale di dialogo che durerà il tempo che il Signore mi darà ancora da vivere e nella misura in cui vorrete aprirmi la vostra porta. Arrivo senza la pretesa di inventare cose nuove. Sono riconoscente al Signore per il lavoro che i miei predecessori hanno fatto in mezzo a voi, a partire da don Pierino (che ho conosciuto e incontrato varie volte) e poi continuato assiduamente da don Edoardo. Se è vero che non sarò parroco solo di Vidalengo (perché devo continuare il servizio anche a Caravaggio) è anche vero che avrete a disposizione ben cinque preti. So bene che non posso garantirvi la mia assidua presenza: nel mio modo di pensare il parroco dovrebbe essere colui che sta in mezzo alla sua gente, così ho imparato fin da piccolo e così mi piacerebbe fare. Le contingenze dei tempi ci impongono di pensare diversamente e siccome non posso dividermi in due, posso solo lavorare perché ogni parrocchiano affidato alle mie cure possa imparare a sentirsi “uno” con tutti coloro che il Signore chiama a costruire la comunità parrocchiale. Tutti percepiamo la consapevolezza di essere diventati pochi dopo essere stati molti, sia come numero di preti che come partecipazione dei parrocchiani alla vita della comunità, in primis la partecipazione alla messa domenicale, segno esplicito del sentirsi chiesa. Non si tratta di tornare ad essere molti ma di imparare ad essere contenti del regalo che il Signore ci ha fatto: abbiamo ricevuto il dono di sapere e di vivere l’essere famiglia intorno all’altare, dono che tanti nostri fratelli hanno messo da parte, perdendosi il meglio della vita cristiana. A noi custodire questo dono, sapendo che non è il trovarsi fisico in una chiesa ma il sentirsi parte della Chiesa che dobbiamo annunciare: valore assai annebbiato oggi, in una società che si rifugia nell’individuale. L’impegno a camminare, anche come parrocchia, in sintonie con parrocchie vicine, non può che evidenziare questo dono. È questo il senso e il dono di una comunità di preti, ben cinque, a servizio di più comunità. Non nego che lo stare insieme tra noi, impegno faticoso e non scontato, ci fa bene. Sono certo che farà bene anche al crescere di cristiani in cammino verso l’unità con il Signore Gesù. Per questo, in punta di piedi, vi chiedo: fate un po’ di posto, almeno nelle vostre preghiere, a me e ai miei collaboratori perché impariamo ad essere in cammino con le due comunità che ci sono state affidate”.

 

 

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Casalbuttano e San Vito hanno accolto il nuovo parroco don Davide Schiavon

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Nel pomeriggio di domenica 8 ottobre don Davide Schiavon ha fatto il suo ingresso come parroco di Casalbuttano e San Vito, diventando anche moderatore dell’unità pastorale Nostra Signora della Graffignana, composta anche dalle parrocchie di Paderno Ponchielli, Ossolaro e Polengo.

La celebrazione è iniziata con il saluto del sindaco di Casalbuttano, Gian Pietro Garoli, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Giorgio martire: «Quando cambia un parroco, soprattutto nei nostri paesi c’è molta curiosità: la conoscenza reciproca è un processo che avverrà lentamente e sono sicuro che don Davide sarà un segno di Dio. La cosa importante è che io lo leggo come l’arrivo dell’uomo della buona notizia, sia per i fedeli sia per chi non crede». Poi, a nome dell’Amministrazione, il sindaco Garoli ha voluto sottolineare come il cammino di parrocchia e Comune quando è condiviso funziona, nel confronto dialettico e sincero.

 

Saluto del sindaco Garoli

 

Quindi con l’ingresso nella chiesa parrocchiale è iniziata la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e accompagnata dai canti del gruppo folk. A concelebrare diversi sacerdoti diocesani e tra loro il vicario zonale don Giambattista Piacentini e gli altri sacerdoti dell’unità pastorale: don Fabrizio Ghisoni, parroco di Paderno Ponchielli e Ossolaro, don Floriano Scolari parroco di Polengo e don Giorgio Ceruti collaboratore di Casalbuttano.

Il vicario zonale ha quindi dato lettura della nomina di don Schiavon, poi sono seguiti i riti caratteristici dell’insediamento di un nuovo parroco con l’aspersione dei fedeli e l’incensazione dell’altare.

Un rappresentante della parrocchia ha poi rivolto alcune parole di benvenuto al nuovo parroco: «Ti accogliamo con la gioia vera, siamo molto lieti che questa chiamata sia stata accettata molto volentieri; ti accogliamo in questa comunità, consapevole dei propri limiti, ma ricca di carità e umanità».

 

Saluto del rappresentante parrocchiale

 

La celebrazione è proseguita con la liturgia della Parola e la proclamazione del Vangelo da parte del nuovo parroco.

Nella sua omelia mons. Napolioni ha voluto riflettere in particolare sul Vangelo del giorno: «Ci vengono proposte diverse vigne: speriamo che Casalbuttano assomigli alla vigna del Vangelo che produce dell’uva fantastica, tanto che i vignaioli se la vogliono tenere per loro. Mi auguro che le nostre comunità siano come una vigna: né avida, né superlativa, ma la vigna di casa che produce vino buono».

«Il parroco deve portare la buona notizia – ha proseguito il vescovo Napolioni – ma ancora prima lo invito a scoprirla in ognuno di voi, perché ognuno di voi ne porta un frammento. Condividete tutto il bene possibile!».

Mons. Napolioni ha quindi concluso: «Il Vangelo, l’Eucarestia, la preghiera saranno i modi per far emergere la logica di Dio, farla nostra e cambiare la nostra logica, anche se è dura e anche io a volte non ce la faccio: siamo qui per fare questo patto di fraternità nel discepolato e di reciprocità di tutto il bene che Dio semina in noi».

 

Omelia del vescovo Napolioni

 

Al termine della Messa è stato quindi il momento del saluto del nuovo parroco alla comunità: «Sono onorato di entrare a far parte di questa comunità, grande, ricca e bella – ha esordito don Davide – a questo nuovo mio ruolo mi affaccio con gratitudine e un po’ di timore, ma come mi ha detto il vescovo “un po’ alla volta” e prendo in pieno questo suggerimento». E ha proseguito: «Non considero questo mio compito uno tra tanti, infatti mi sono preso questo come unico incarico per i prossimi anni: adesso il mio cuore e la mia testa saranno qui. Non posso garantire il risultato, ma posso promettere l’impegno».

 

Saluto del nuovo parroco

 

Al termine della Messa la festa è continuata in oratorio con un rinfresco organizzato dalla parrocchia, occasione per iniziare a conoscere il nuovo parroco.

Nella serata di lunedì 9 ottobre il nuovo parroco presiederà alle 20.30 la Messa in suffragio di tutti i defunti della comunità.

 

 

Profilo biografico di don Schiavon

Classe 1976, originario di Castelleone, don Schiavon è stato ordinato sacerdote il 13 giugno 2009. Laureato in Economia aziendale, ha iniziato il proprio ministero come vicario a Breda Cisoni, Ponteterra, Sabbioneta e Villapasquali. Tra il 2016 e il 2022 è stato incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale. Dal 2015 era vicario della parrocchia “Beata Vergine di Caravaggio” in Cremona. Sarà moderatore dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana” composta anche dalle parrocchie di Ossolaro, Paderno Ponchielli e Polengo e parroco di Casalbuttano e San Vito, dove prede il testimone da don Gianmarco Fodri e continuerà ad esser affiancato dal collaboratore parrocchiale don Giorgio Ceruti. Dal 2020 don Schiavon è vicepresidente dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del clero.

 

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Cari amici (sacerdoti e laici) dell’unità pastorale “Nostra Signora della Graffignana”,  

vi saluto col cuore e non per pura formalità e vi ringrazio in anticipo per la vostra accoglienza. Per quanto sia difficile trovare argomenti concreti quando ancora ci si conosce poco di persona, vi voglio assicurare che sono sinceramente felice di entrare a far parte della vostra famiglia: ci vengo volentieri, ho già iniziato a pregare per voi e sono desideroso di condividere un tratto della vostra storia. 

Sono certo che il Signore benedirà questa nostra esperienza comune perché, in estrema sintesi, me lo sento, per una sorta di sesto senso. È il mio primo incarico da parroco e vi chiedo quindi una buona dose di indulgenza per qualche ingenuità che è da mettere in conto e perdonare ad un neofita. Ho buoni presentimenti perché le vostre comunità, da come le hanno descritte, hanno tutte le caratteristiche per realizzare un cammino fruttuoso insieme: una fede radicata nella storia e, al tempo stesso, disposta a continuare ad imparare; un modo di intendere le relazioni ancora ricco di umanità; un tessuto sociale ancora molto ispirato al modello della famiglia.  

Proprio a quest’ultima realtà vorrei collegarmi anche io nel dare il mio contributo a ciò che realizzeremo insieme. Per quanto il concetto non sia nuovo e venga ripetuto spesso, io pure  desidero ribadire che la famiglia, davvero, è la cellula della società e della Chiesa e, quando le famiglie sono sane, ci sono buone probabilità che anche le comunità cristiane lo siano. E, in una certa misura, è vero anche l’opposto.  

La famiglia, parentale o parrocchiale che sia, sta insieme se il Signore è una presenza costante all’interno di essa. E proprio su questo aspetto si concentreranno principalmente le mie attenzioni. L’amore reciproco, il rispetto, la fedeltà, la tenuta di lungo periodo sono possibili (l’esperienza lo attesta) solo se Dio, cercato, invocato e obbedito, concede la Sua benedizione e onora della Sua presenza. 

Non illudiamoci quindi di poter realizzare qualcosa di solido e duraturo se non concederemo i giusti spazi al Signore, nella preghiera e nell’imitazione del Vangelo. Se mancano queste dimensioni, le cose, nella migliore delle ipotesi, potranno funzionare solo se ci sono persone disposte a impersonare il ruolo dei martiri, da una parte, e dei prepotenti, dall’altra. Ma noi non desideriamo questo, bensì una comunità di fratelli che si vogliono bene, dove ognuno fa la sua parte (proporzionata ai propri sforzi e calibrata sui propri talenti) e in cui c’é armonia perché a nessuno è chiesto troppo e a nessuno troppo poco.  

In aggiunta, certamente, a livello umano, saranno poi necessarie tutta una serie di attenzioni, delicatezze, gesti di “manutenzione ordinaria” nelle relazioni che, con l’aiuto di tutti, potremo mettere in atto. Spero di conoscervi presto, ma non di scoprire tutto troppo velocemente, perché anche la meraviglia e la scoperta reciproca sono un ingrediente importante, da non esaurire troppo in fretta, che dà ancora più sapore al cammino e fascino all’avventura comune. 

Vi porto già nel cuore e vi auguro di poter migliorare ogni giorno nella via del Vangelo, cosa che io per primo mi impegnerò a praticare. Da ultimo, ma non certo per importanza, un sincero e cordiale ringraziamento a don Marco, mio predecessore, per il prezioso lavoro svolto e per la cortesia e pazienza dimostrate nel passaggio di consegne. 

Grazie a tutti, con amicizia. 

Don Davide 

 

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Sabato pomeriggio a Casalmorano l’insediamento di don Mario Bardelli

Sabato 16 settembre, alle 16, a Casalmorano, farà il proprio ingresso don Mario Bardelli, nominato parroco dell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Casalmorano, Azzanello, Castelvisconti e Mirabello Ciria. Per lui si tratta di un ritorno, visto che dal 2004 al 2014 era stato uno dei parroci in solido di queste quattro parrocchie, allora insieme anche a Barzaniga. Quello di don Bardelli è il primo dei 15 insediamenti dei nuovi parroci in programma sino all’inizio di ottobre sul territorio diocesano.

La celebrazione d’ingresso del nuovo parroco, che sarà presieduta dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni, sarà preceduta dal saluto dell’Amministrazione comunale: il sindaco di Casalmorano (con la frazione di Mirabello Ciria) Pietro Giuseppe Emilio Vezzini, il primo cittadino di Azzanello Chiara Fusari e quello di Castelvisconti Alberto Sisti. In rappresentanza delle realtà del territorio anche il comandante della stazione dei Carabinieri di Soresina, maresciallo Andrea Guarino, e il presidente della Fondazione Villa Sacro Cuore Coniugi Preyer di Casalmorano, Virgilio Galli.

Accanto al nuovi parroco ci saranno i due collaboratori parrocchiali don Giuseppe Bernardi Pirini e don Giuliano Valiati.

A caratterizzare la Messa di insediamento di don Bardelli i gesti tipici della celebrazione di ingresso del nuovo parroco che, all’inizio della liturgia, dopo la lettura del decreto di nomina, aspergerà l’assemblea e incenserà la mensa eucaristica, ricevendo poi il benvenuto della comunità parrocchiale. Al termine dell’omelia, tenuta dal Vescovo, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione della fede nella comunità. Al termine della celebrazione il nuovo parroco prenderà la parola per i ringraziamenti e i saluti, che proseguiranno nell’informalità anche dopo la Messa in oratorio.

In preparazione all’ingresso di don Bardelli l’unità pastorale vivrà un momento di preghiera giovedì 14 settembre, alle 21, nella coincidenza della tradizionale celebrazione a Casalmorano per la festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce: sarà don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale a guidare la riflessione dei fedeli. Inoltre, venerdì 15 settembre, alle 21 nella chiesa di Azzanello, don Giambattista Piacentini, vicario zonale della zona pastorale 2, celebrerà la Messa con un momento di riflessione focalizzato proprio sull’ingresso del nuovo parroco.

Nei giorni successivi all’ingresso, don Bardelli incontrerà tutte le comunità parrocchiali dell’unità pastorale, in particolar modo nella celebrazione dell’Eucaristica domenicale.

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1970, originario della parrocchia “S. Giorgio in S. Pietro al Po” in Cremona, don Bardelli è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 1995. È stato vicario nelle parrocchie “S. Leonardo” in Casalmaggiore (1995-1998) e “S. Agata” in Cremona (1998-2004). Successivamente è stato parroco in solido delle parrocchie di Azzanello, Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, insieme anche a Barzaniga (2004-2014). Dal 2014 era parroco di Bonemerse. Nel suo nuovo incarico, prende il testimone da don Adriano Veluti (trasferito a Cremona, come collaboratore parrocchiale a S. Abbondio).

 

Il saluto di don Mario Bardelli sul bollettino pastorale

«Non temere, piccolo gregge!»

Quando, dopo nove anni a Bonemerse, si prospettava la possibilità di un trasferimento ad altro incarico pastorale, avevo provato a pensare o ad immaginare quale potesse essere, tra le tante parrocchie che si rendevano libere, il luogo della mia destinazione. E devo sinceramente ammettere che la nostra Unità pastorale non era nella mia lista, per il semplice fatto che, pensavo, in queste parrocchie ci sono già stato. Avevo trentaquattro anni e neanche un capello grigio quando nel 2004 fui nominato parroco di Barzaniga e Mirabello nella neonata unità pastorale con Casalmorano, dove c’era il carissimo Don Fermo, parroco moderatore, (mio indimenticato padre, maestro e amico) e Azzanello e Castelvisconti affidate alla cura di Don Angelo. Con loro e con tanti generosi collaboratori abbiamo intensificato e portato avanti ciò che già da tempo si stava facendo per concretizzare e realizzare la forma di collaborazione delle nostre parrocchie. Nel 2009 don Angelo veniva trasferito a Fiesco e qui restammo solo io e don Fermo fino alla sua improvvisa morte nel 2011. Poi un altro tratto di strada con il caro amico don Antonio fino al mio trasferimento a Bonemerse nel 2014… Tutto questo, e anche di più, voi già lo sapete meglio di me, perché i preti passano ma le comunità rimangono e continuano il cammino. Dunque per dieci anni certamente sono già stato in mezzo a voi, ma son convinto che tante cose oggi sono cambiate: gli anni passano per tutti, i ragazzi crescono, tanti amici ci hanno lasciato, di nuovi se ne sono aggiunti, tante realtà si sono evolute o involute seguendo il ritmo e le mode del tempo, del mondo e della Chiesa; la comunità di Barzaniga non è più con le nostre parrocchie, e così via. Allora penso che se anche in queste parrocchie di fatto ci sono già stato, ora vi sono mandato come parroco in una forma nuova e in una realtà che si rinnova nella fede e nella vita, senza rinnegare il passato, ma accogliendo e vivendo il presente, nella certezza che “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”. Sono contento e vengo in mezzo a voi con gioia. Vi ritroverò vecchi amici e ne incontrerò di nuovi. Con voi troverò don Giuseppe e don Giuliano che in questi anni vi hanno già accompagnato insieme a don Adriano. A loro il mio fraterno saluto e la richiesta di accompagnarmi con la loro paziente collaborazione e, soprattutto, con la loro amicizia. Un caro saluto anche a don Rinaldo. Ogni sacerdote nella comunità cristiana porta con sé i doni che Dio gli ha dato, l’esperienza della sua vita e della sua fede, i suoi pregi e i difetti, la sua sensibilità e il proprio carattere, il vigore proporzionato alla salute del corpo e all’età… la propria umanità. Per questo vengo in mezzo a voi chiedendo la grazia di convincermi sempre più che anche nella vita del sacerdote l’importante non è raccogliere, ma seminare; non è vincere, ma non stancarsi di combattere; non è arrivare, ma continuare a camminare. E il mio cammino desidero farlo insieme a voi, per il tempo che ci sarà dato di portarlo avanti insieme. Mi rendo anche conto che, forse, il cambio così frequente di parroci nella nostra unità pastorale (sono il terzo che cambia negli ultimi dodici anni!) può esser stato e può essere un po’ destabilizzante per tutti. Ma allo stesso tempo potrebbe essere un richiamo per tutti ad esser presenti nella comunità con il proprio contributo e la propria collaborazione, valorizzando quanto ci unisce e abbandonando ciò che ci divide. L’unione fa la forza. L’unità pastorale è la forza delle nostre piccole comunità. L’unione tra di noi e con Cristo sia la nostra forza e la sfida che accogliamo e viviamo ogni giorno. Camminiamo insieme maturando sempre più la consapevolezza che nella vita non ci sono solo strade facili o difficili, ma soprattutto destinazioni che valgono la fatica del cammino. Per questo, certamente con un po’ di audacia, ma con tutto il cuore, riascolto e vi rivolgo le stesse parole di Gesù: “Non temere, piccolo gregge! Perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno” (Lc 12, 32). A tutti voi giunga il mio più affettuoso abbraccio, in particolare ai ragazzi e ai giovani, alle persone anziane, malate e sole, ai collaboratori parrocchiali, alle associazioni presenti e operanti nei diversi ambiti, agli ospiti, al personale e ai dirigenti della Casa di riposo di Casalmorano e, naturalmente alle Amministrazioni comunali di Azzanello, Casalmorano e Castelvisconti. Preghiamo insieme il Cristo Buon Pastore che mi chiama ad essere in mezzo a voi segno della sua presenza perché non manchi mai al gregge la sollecitudine del pastore e al pastore la docilità del suo gregge. Ci assistano la Vergine Santa, l’apostolo sant’Andrea, sant’Ambrogio e sant’Antonio di Padova, nostri patroni. Il Signore benedica e guidi il nostro cammino e il tempo che ci dona di vivere insieme. E anche per noi si rinnovi la Sua promessa di consolante speranza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Un caro saluto e a presto. Il vostro parroco.

Don Mario

 

Nuovi parroci, dal 16 settembre al 15 ottobre gli ingressi




Domenica 17 settembre alle 16 l’insediamento di don Diego Pallavicini a Scandolara Ripa d’Oglio

Nel pomeriggio di domenica 17 settembre farà il suo ingresso a Scandolara Ripa d’Oglio don Diego Pallavicini, nominato parroco dell’unità pastorale “Il Sicomoro” formata dalle parrocchie di Grontardo, Levata e Scandolara Ripa d’Oglio. A presiedere la Messa d’ingresso alle 16 sarà il vescovo Antonio Napolioni. Al termine della celebrazione eucaristica si terrà un momento di festa conviviale in oratorio, prima occasione per poter incontrare il nuovo parroco.

L’ingresso del nuovo parroco è stato preceduto da alcuni momenti di preghiera che si sono tenuti durante il tradizionale triduo per la Festa della Madonna della Strada che si tiene ogni anno in occasione della festa liturgica della Natività della Beata Vergine Maria. Infatti, da giovedì 7 fino a domenica 10 settembre, è stata l’occasione per la preghiera, le confessioni e l’Eucarestia presso il Santuario dell’Unità pastorale “Il Sicomoro”. Sanato 9 settembre nell’Eucaristia don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale, ha aiutato la comunità a riflettere in particolar modo sul ministero del parroco e sull’unità pastorale.

Nella serata di lunedì 18 settembre don Pallavicini presiederà il Rosario alle 21 presso il Santuario della Madonna della Strada, affidando così a Maria l’inizio del suo nuovo ministero e il cammino dell’unità pastorale all’inizio dell’anno pastorale.

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1976, originario di Motta Baluffi, don Pallavicini è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004. È stato vicario a Fornovo San Giovanni (2004-2011) e della parrocchia “Cristo Re” in Cremona (2011-2017). Successivamente è stato parroco delle parrocchie di Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido. Dal 2023 è stato nominato collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale “Madonna della Neve” formata dalle Parrocchie di Bordolano, Cignone e Corte de’ Cortesi. Nell’unità pastorale “Il Sicomoro” prende il testimone da don Gianpaolo Civa, trasferito come collaboratore nell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Dosimo, Persico, Quistro, San Marino, Gadesco e Pieve Delmona.

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Carissimi fratelli, sia lodato Gesù Cristo e sia benedetta la sua e nostra Madre, Maria Santissima.

Per iniziare questo mio saluto alle vostre comunità, delle quali sto per diventare servo per mandato dell’unico vero e grande Pastore, il Signore Gesù, vorrei richiamare quello che San Paolo scriveva ai Filippesi, aprendo la sua lettera a loro indirizzata: “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù“.

Anche nel mio cuore il primo sentimento che nasce, pensando al cammino che stiamo per iniziare, è la riconoscenza: come Paolo, rendo grazie al nostro Dio per la fiducia che mi accorda, affidandomi il compito di essere suo testimone e strumento della sua Grazia e della sua Benedizione in mezzo a voi, perché tutti possiamo cooperare alla diffusione del Vangelo, così che ogni uomo giunga a conoscere l’amore di Dio in Cristo Gesù e ad accogliere la sua Salvezza, abbandonando la via del peccato per vivere con gioia nella sua Santa Legge e nella sua volontà. Sono consapevole di inserirmi in un cammino che è iniziato prima di me e che continuerà anche dopo di me, un’opera iniziata in tutti e in ciascuno dal Signore stesso, il quale la porterà a compimento se noi saremo docili alla sua azione. Ma allo stesso tempo sono certo che il mio lavoro in mezzo a voi sarà importante, per non rendere vana la grazia che il Signore ci offrirà in questi anni che condivideremo. Per questo siete già nelle mie preghiere e già sto immaginando quali potrebbero essere gli elementi indispensabili della pastorale che condivideremo, perché possiamo realmente radicarci nella fede, nella speranza e nella carità, in questo tempo così difficile che la chiesa sta vivendo.

Prima preoccupazione dovrà essere quella di rendere fedele e significativa la nostra vita Sacramentale: la Santa Messa della Domenica dovrà diventare per tutti noi un appuntamento irrinunciabile, senza del quale, come dicevano i primi cristiani affrontando Il martirio, noi non possiamo vivere! È partecipando alla Santa Messa Domenicale, e se possibile anche a quella feriale, che noi possiamo ascoltare e comprendere la Parola di Dio e quindi la sua volontà e che ci possiamo nutrire di Cristo stesso, che rinnovando per noi il sacrificio della Croce, ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, perché possiamo avere le energie spirituali necessarie per vivere il Vangelo.

La Confessione e la Direzione Spirituale diventi per tutti un appuntamento frequente e desiderato, per essere liberati dal peccato che ci separa da Dio e dai fratelli e poterci risollevare dalle nostre cadute, così da riprendere il nostro cammino alla sequela di Cristo.

Non meno importante è la riscoperta del Culto Eucaristico, della Devozione Mariana, dell’Imitazione dei Santi, soprattutto dei nostri Patroni. La visita quotidiana al Santissimo Sacramento, gli incontri di adorazione di Gesù, la recita del Santo Rosario, le processioni e gli incontri di preghiera in occasioni di momenti particolari dell’anno liturgico saranno parte integrante del nostro cammino comunitario, perché davvero senza il Signore e senza la protezione di Maria noi non possiamo fare nulla.

Terzo ambito di impegno per tutti sarà sicuramente quello della formazione, per tutte le fasce di età: conoscere la nostra fede, in questa epoca storica, in cui viene da ogni parte ridicolizzata e contestata, e in questa società, dove è sempre più comune incontrare persone di altre religioni e culture, è assolutamente necessario. Approfondire la nostra conoscenza della Bibbia e del Catechismo della Chiesa Cattolica sarà un lavoro costante ed entusiasmante, che ci rimotiverà nella nostra decisione di aderire all’unico vero Dio e nel nostro impegno missionario.

Infine, ritengo che grande importanza ed attenzione vada data a chi condivide più da vicino il mistero della Passione del Signore, i nostri fratelli ammalati e chi si avvicina alla conclusione della sua vita terrena e si prepara al giudizio di Dio. Chiedo pertanto, fin da ora, di comunicarmi i nominativi di coloro che non possono uscire di casa e desiderano ricevere la Comunione Eucaristica e di non esitare a contattarmi per l’amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi, così da offrire tutti gli aiuti spirituali necessari per accompagnare l’ultimo tratto del cammino terreno di ciascuno.

Carissimi fratelli, come risulta evidente, il lavoro non manca. Da parte mia è grande l’entusiasmo il desiderio di poter essere utile a ciascuno di voi per poter scoprire, riscoprire, approfondire la propria vocazione di figlio di Dio, chiamato a conoscere, amare e servire il Padre in questa vita per poi poterlo godere pienamente nell’altra. 

Vi do quindi appuntamento alla Santa Messa Solenne per il mio insediamento come vostro parroco, presieduta dal Vescovo Antonio Domenica 17 settembre alle ore 16.00 nella nostra chiesa dedicata a San Michele Arcangelo a Scandolara Ripa d’Oglio.

Vi propongo poi già da ora di incontrarci anche il lunedì successivo, 18 settembre, alle ore 21.00, nel nostro Santuario della Madonna della Strada per pregare insieme il Santo Rosario, affidare l’inizio del nostro cammino condiviso a Maria Santissima, consacrando a lei le nostre persone, le nostre famiglie, le nostre comunità e il mondo intero. Sarà anche l’occasione per scambiarci qualche informazione e qualche idea sulla realtà delle nostre parrocchie.

Pregate per me e aiutatemi a servirvi come Dio vuole.

A presto.

don Diego

 

Nuovi parroci, dal 16 settembre al 15 ottobre gli ingressi




Don Valsecchi alla comunità di Cavatigozzi: «Costruiamo insieme una parrocchia “del campanello”»

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«Vorrei una parrocchia del campanello e degli alunni, che si mettano alla scuola del Signore, perché illumini il cammino che oggi insieme stiamo intraprendendo», ha affermato don Alfredo Valsecchi ai parrocchiani di Cavatigozzi al termine della Messa di insediamento come nuovo parroco della parrocchia Santa Maria Maddalena di Cremona nel pomeriggio di sabato 8 ottobre.

Don Alfredo Valsecchi è stato accolto sul sagrato della chiesa parrocchiale dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti: «Le parrocchie rappresentano dei luoghi importantissimi di relazione, di vicinanza per le persone e anche di fede e di preghiera – ha affermato il primo cittadino –. Noi abbiamo bisogno, anche come comunità civile, che l’animo si innalzi e che sappiamo guardare tutti insieme all’uomo guardando anche al cielo». Presente anche il sindaco di Pieve San Giacomo Maurizio Morandi, paese della precedente parrocchia di don Valsecchi.

 

Il saluto del sindaco Galimberti

 

A seguire la celebrazione solenne presieduta dal vescovo Antonio Napolioni tanti fedeli, molti dei quali rimasti in piedi nella chiesa gremita.

Il vicario zonale don Pietro Samarini ha letto il decreto di nomina di don Valsecchi, cui è seguito il canto eseguito dalla schola cantorum della parrocchia.

Un rappresentante della comunità, Gianfranco Manini, ha dato quindi il benvenuto al nuovo parroco a nome di tutta la comunità. «Trova una comunità pronta a riprendere il cammino, con un nuovo compagno di viaggio, con una nuova guida segno di Gesù, il solo buon pastore – ha detto – sarà per noi padre e fratello».

 

Il saluto del rappresentante parrocchiale

 

Come segno di benvenuto è stato donato al nuovo parroco un’incisione che la Vergine con il Bambino, con l’augurio che lo possa proteggere con dolcezza e amore durante il ministero a servizio della comunità di Cavatigozzi.

Mons. Napolioni ha aperto la sua omelia parlando di guerra e divisione, facendo riferimento a quanto sta accadendo fra Israele e Palestina, di nuovo in lotta in queste ore. Ha poi parlato del bisogno di scuoterci: «Anche la Chiesa ha la tentazione di sedersi, fermarsi; o peggio di guardare indietro, di ammalarsi di nostalgia». E ha proseguito: «Il nostro è tempo di missione, e la missione va a cercare chi sta peggio: non per rimproverarlo, non per giudicarlo, ma perché non aspetta altro che la buona notizia».

 

L’omelia del vescovo Napolioni

 

Al termine della Messa il saluto del nuovo parroco alla comunità: «Vorrei una parrocchia delle relazioni, dove suoniamo il campanello al cuore del fratello, dove io verrò a suonare i vostri campanelli per poter stare insieme, per poter costruire di più».

 

Il saluto del nuovo parroco

 

Al termine, rinfresco per tutti in oratorio, come primo momento di incontro con la comunità.

 

 

Biografia del nuovo parroco

Classe 1963, originario di Vailate, don Alfredo Valsecchi è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1988. È stato vicario nelle parrocchie “S. Leonardo” in Casalmaggiore (1988-1995) e “S. Maria Immacolata e S. Zeno” in Cassano d’Adda (1995-2002). Successivamente è stato parroco di Casteldidone, San Giovanni in Croce, San Lorenzo Aroldo, Solarolo Rainerio e Voltido. Dal 2013 era parroco di Pieve San Giacomo. A Cavatigozzi prede il testimone da don Gianfranco Vitali, trasferito nell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi” formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni.

 

 

Il saluto del sacerdote alla nuova parrocchia

“Siete già la mia famiglia”

Carissimi parrocchiani di Cavatigozzi, quando il vescovo Antonio mi ha comunicato la mia nomina a vostro parroco, sono stati molti e confusi i sentimenti che ho provato. Su tutti, però, è prevalso quello della più sentita gioia di poter iniziare il mio nuovo ministero sacerdotale con voi. Vi assicuro che ho sentito subito voi come miei fratelli e sorelle, come famiglia in cui vivere tutto il tempo che il Signore mi vorrà concedere qui ed ora. Vorrei conoscervi già ad uno ad uno, piccoli e grandi, vicini e lontani, con le vostre storie umane e spirituali, per condividere con
ciascuno le gioie e le fatiche di questo cammino comune. So che mi occorrerà un pò di tempo e tanto impegno per diventare parte di questa famiglia: vi chiedo tanta pazienza.

Saluto con grande simpatia e stima i collaboratori parrocchiali, le famiglie, gli anziani, gli ammalati. Un caro saluto ai ragazzi e ai giovani della Parrocchia e dell’Oratorio nell’attesa di cominciare a lavorare insieme. L’oratorio deve diventare il centro di educazione alla vita e alla fede delle nuove generazioni.

Un affettuoso saluto anche al mio predecessore, don Franco, con tanta stima e tanta riconoscenza per il paziente lavoro svolto in questi venti anni con voi. Affido a Cristo Buon Pastore il mio nuovo ministero nella certezza che “se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”.

Invoco dal Signore la benedizione su ciascuno e sul cammino che insieme percorreremo. Un caro ricordo nella preghiera di tutti i giorni.

Arrivederci a presto.

Don Alfredo

 

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Sabato alle 18.30 a Romanengo l’ingresso di don Massimo Cortellazzi

Sarà presieduta sabato 16 settembre dal vescovo Antonio Napolioni, alle 18.30 nella chiesa parrocchiale dei Ss. Giovanni Battista e Biagio, a Romanengo, la Messa di insediamento di don Massimo Cortellazzi, nuovo parroco di parroco di Romanengo, Melotta e Casaletto di Sopra. Prende il testimone rispettivamente da don Emilio Merisi, per Romanengo, e don Giuseppe Nevi, per Casaletto di Sopra e Melotta, di cui negli ultimi otto anni don Cortellazzi è stato collaboratore parrocchiale.

L’accoglienza del nuovo parroco sarà presso la casa di riposo Opera Pia Vezzoli, da dove alle 18.15 partirà la processione verso la chiesa parrocchiale, sul cui sagrato don Cortellazzi e monsignor Napolioni riceveranno il saluto da parte dei sindaci di Romanengo e Casaletto di Sopra (con la frazione di Melotta), Attilio Polla e Roberto Moreni.

In chiesa, all’inizio della Messa, sarà letto il decreto di nomina e il nuovo parroco aspergerà l’assemblea, incensando poi la mensa eucaristica, prima di ricevere il saluto ufficiale della comunità attraverso un suo rappresentante del Consiglio pastorale. Sarà proprio il nuovo parroco a proclamare il Vangelo e, al termine dell’omelia tenuta dal Vescovo, recitare il Credo, evidenziando così che sarà lui il primo responsabile della diffusione della fede nella comunità. Al termine della Messa prenderà quindi la parola per i saluti e i ringraziamenti. In un clima di festa che proseguirà poi in oratorio dove è previsto un rinfresco di benvenuto.

Per prepararsi all’ingresso del nuovo parroco sono stati organizzati alcuni specifici momenti di riflessione e preghiera. In particolare le Messe delle 18.30 di giovedì 14 e venerdì 15 settembre saranno caratterizzate da una riflessione sul ministero sacerdotale. Inoltre sempre giovedì 14 settembre, alle 20.45, don Marco D’Agostino, rettore del Seminario di Cremona, terrà una lectio divina per approfondire il tema “La figura del sacerdozio nel nostro tempo”.

Domenica 17 settembre la comunità di Casalmorano si unirà a quella di Casirate d’Adda che alle 11.15 accoglierà don Emilio Merisi, che assume l’incarico di collaboratore parrocchiale ad Arzago d’Adda e Casirate d’Adda.

 

Biografia del nuovo parroco

Don Massimo Cortellazzi, classe 1973, originario di Ponteterra, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1998. Dal 1998 al 2002 è stato vicario della parrocchia “S. Maria Assunta” in Cremona e mansionario della Cattedrale. Successivamente è stato vicario delle parrocchie “S. Maria Annunciata”, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo” e “Ss. Martino e Nicola” in Viadana (2002-2009) e di quella di Vailate (2009-2014). Nel 2014 è stato nominato collaboratore parrocchiale di Isengo e Soncino, e l’anno successivo anche di Casaletto di Sopra e Melotta. Di queste due parrocchie ora è stato nominato parroco insieme a quella di Romanengo, Melotta.

 

Il saluto di don Massimo Cortellazzi

Carissimi battezzati di Romanengo, Casaletto di Sopra e Melotta: il Signore sia con voi! Il primo ringraziamento lo rivolgo al Vescovo Antonio, che mi ha accordato una grande fiducia, alla quale cercherò di rispondere con l’impegno necessario. Ringrazio i parroci che vado a sostituire in questo avvicendamento, don Emilio Merisi e don Giuseppe Nevi. Se anche non arriverò alla stessa perspicacia amministrativa, spero di dare continuità almeno a quella pastorale. Nel contempo ringrazio della loro amicizia don Mario Marinoni (ex parroco), don Fabrizio Ghisoni, don Gabriele Barbieri, don Paolo Tomasi e il diacono Raffaele Ferri, con i quali ho condiviso l’impegno pastorale negli ultimi anni nell’Unità Pastorale di Soncino, Isengo, Casaletto di Sopra e Melotta. Provengo da un paesino della bassa mantovana, Ponteterra – per lo più sconosciuto – frazione di Sabbioneta – decisamente più nota – cittadina gonzaghesca. Nato nell’ormai lontano 1973, sono il terzo e ultimo figlio di Abele e Rosa, che non ringrazierò mai abbastanza. Fui accettato nel 1991 all’interno della comunità del Seminario diocesano di Cremona e il 20 giugno 1998 fui ordinato prete. Mi sono occupato finora di tre oratori, nella parrocchia della Cattedrale di Cremona, in quella di Viadana Castello e poi di Vailate, accumulando 17 anni di esperienza in quell’ambito, insieme a quello dell’Insegnamento della Religione Cattolica nei vari istituti che in quelle parrocchie sorgono. Negli ultimi otto anni sono stato assegnato come Collaboratore all’Unità Pastorale di Soncino. Da quando sono prete ho studiato un po’ di filosofia all’Università di Parma e di psicologia all’Università di Bergamo. Strimpello pianoforte ed organo, avendo anche frequentato qualche Conservatorio e Accademia di musica. Completo il quadretto dicendo che non mi è mancata l’occasione di dedicarmi alla direzione dei cori parrocchiali dove sono capitato e alla composizione. Un ringraziamento particolare lo rivolgo anche al Corpo Bandistico della Città di Vailate, col quale ho collaborato intensamente anche in epoca recente come direttore ospite. L’ultima esplorazione è stata quella nel cosiddetto “mondo del lavoro”, essendo stato assunto come autista di autobus turistici per circa un anno e mezzo presso una ditta di Offlaga (BS). Ho la gioia di avere cinque bravi nipoti, che normalmente trascuro, ma che non lo fanno pesare in alcun modo. Venendo a noi. Siamo dei manutentori: la vita che abbiamo, la fede che ci guida, la parrocchia che abitiamo, non le abbiamo inventate noi. Ce le siamo trovate dentro e di fronte, come cosa nostra. Ma anche intorno e sopra, come cose molto più grandi di noi. In ogni caso, quello che realmente rimane in nostro potere è la loro manutenzione. Essere un manutentore comporta una profondità speculativa, uno spessore umano ed una intelligenza emotiva, che rivelano la grandezza dell’essere umano, anche quando non abbia in repertorio le parole precise per descriverli. Il manutentore, a patto che non ripeta all’infinito, compulsivamente, lo stesso gesto, come un forsennato che spolveri anche i rami dei platani sul ciglio della strada, di fronte all’oggetto del suo lavoro, prima di cominciare, risponde principalmente a quattro domande, questioni che accompagnano dalle origini la più seria indagine filosofica del mondo occidentale. Per questo parlo di profondità speculativa. Il manutentore si chiede innanzitutto: Che cos’è? Poi: Come funziona? Quindi: A cosa serve? Infine: Che valore ha? Il suo lavoro, con o senza parole, manifesta come abbia risposto a queste domande. Che si tratti del pavimento del bar dell’oratorio o della salute o della propria fede cristiana, il compito è la manutenzione. Non c’è alternativa. Anche non far nulla è manutenzione. Con il segno “-” (meno) davanti. E parlo di spessore umano perché il manutentore fa quello che è necessario. Anche quando ci si sporca le mani. Anche quando la puzza scoraggerebbe chiunque. Il manutentore sa che quella cosa è da fare. E non diserta. Parlo di intelligenza emotiva perché il manutentore deve trovare dentro di sé il punto di equilibrio dell’ansia, della fretta, dell’ira, della noia, dello stress e di mille altre variabili interiori. Perché il suo lavoro va fatto con calma e precisione. Altrimenti l’aereo cade. E qualcuno si fa del male sul serio. Pertanto la “metafora” o “immagine” od “orizzonte” o “sfondo integratore”, che preferisco nel raccontare la vita o la comunità cristiana è il “cantiere” della manutenzione, come diceva il nostro Vescovo Antonio nel 2016. Il quale, come sapete, ha trovato il tempo di scrivere una lettera indirizzata proprio a noi, al termine della Visita pastorale del gennaio di quest’anno. Da buon supervisore (episcopo) ci ha indicato alcune priorità e attenzioni, che dovremo insieme tradurre in processi, con la Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, la Fortezza, la Scienza, la Pietà e il Timore di Dio, che lo Spirito vorrà accordarci. Buon lavoro a tutti!

Don Massimo

 

Nuovi parroci, dal 16 settembre al 15 ottobre gli ingressi