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Nella Giornata missionaria mondiale una veglia di preghiera per cuori ardenti e piedi in cammino

Almeno cento sono stati i fedeli e le fedeli che si sono riuniti in seminario vescovile nella serata di sabato 21 in occasione della Veglia missionaria.

Il titolo della serata, Cuori ardenti, piedi in cammino, ha ripreso il messaggio che Papa Francesco ha rivolto a tutta la cristianità in occasione del mese missionario: «Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus» e prosegue: «Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, possiamo rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno».

La serata proposta per tutta la diocesi è stata presieduta dal missionario saveriano di origine cremonese padre Gabriele Guarnieri. Divisa in tre momenti, la veglia ha ripercorso le altrettante suggestioni proposte dal Pontefice. La prima parte dal titolo Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto è stata caratterizzata dalla testimonianza di alcune famiglie che durante la scorsa estate hanno ospitato alcuni ragazzi della parrocchia di Gesù Cristo Risorto in occasione della GMG di Lisbona. In particolare hanno raccontato la loro esperienza le due sorelle Alice e Isabella Gerevini: «Inizialmente eravamo titubanti, perché ospitare in casa degli sconosciuti è una scelta importante, ma che rifaremmo mille volte, perché ci ha dato tanto e ci ha permesso di imparare tantissimo. Dopo la prima sera, durante la quale abbiamo usato Google traduttore per parlare con loro e sciogliere l’imbarazzo, siamo diventati più intimi e abbiamo comunicato più facilmente. Loro ci hanno insegnato la parola saudade che può essere tradotta in italiano con nostalgia. Siamo riusciti a creare un rapporto bellissimo e ora li consideriamo dei fratelli maggiori. Incontrarli poi per caso a Lisbona durante la via crucis della GMG è stata un’emozione indescrivibile». Quindi hanno concluso dicendo: «Abbiamo capito che la famiglia non è solo una questione di sangue: sono entrati a farne parte due persone che abitano dall’altra parte del mondo».

Michele Piccioni di Sospiro ha condiviso che ciò che lo ha colpito è stata la semplicità di queste persone e il loro atteggiamento rispettoso: «In chiesa, durante la celebrazione, nonostante i 40 gradi, hanno voluto coprirsi le spalle per andare a ricevere l’eucarestia». Il momento dedicato a queste testimonianze è stato concluso da Silvia Araldi di Pieve d’Olmi: «La cosa stranissima è che quando sono arrivati è stato come se ci conoscessimo da sempre, sembrava di aver rivisto qualcuno che non vedevamo da tempo. Mi ha fatto capire che siamo qui in cammino e non siamo sconosciuto gli uni con gli altri».

Il secondo momento della veglia, cuori ardenti: la Parola che illumina e trasforma il cuore nella missione, è stato caratterizzato dalla lettura del Vangelo dei discepoli di Emmaus e dalla riflessione di padre Gabriele Guarnieri, che ha raccontato alcuni episodi della sua vita in Brasile, dove vive come missionario da più di vent’anni: «In Brasile ho imparato a vedere una soluzione in ogni problema. Per esempio, poco tempo fa, alla radio ho sentito che i giovani si sono allontanati dalla Chiesa perché sentono distanza tra loro e i sacerdoti. Allora ho deciso di invitare i ragazzi a fermarsi dopo la Messa e ho dato loro il mio numero di telefono: non posso accettare che il sacerdote sia per i ragazzi lontano e inaccessibile. Così nell’ultimo anno ho potuto mantenere i rapporti con oltre cento ragazzi e ho aiutato la Chiesa a mantenersi viva nel cuore dei giovani».

Durante il terzo e ultimo momento, L’eterna giovinezza di una chiesa sempre in uscita, l’assemblea ha recitato insieme la preghiera del pellegrino di don Tonino Bello e la preghiera al Creatore composta da Papa Francesco.

Prima della benedizione finale, l’assemblea ha salutato Gloria Manfredini, che per la seconda volta andrà nella parrocchia di Salvador de Bahia per prestare il suo servizio come missionaria laica per il prossimo anno, in aiuto a don Davide Ferretti e al sacerdote milanese don Andrea Perego. Diversi saranno i giovani che, in diversi momenti dell’anno, soggiorneranno nella parrocchia di Gesù Cristo Risorto per periodi più brevi.

Le iniziative promosse dal centro missionario per il mese di ottobre proseguono con l’esposizione della mostra creata da don Emilio Bellani, missionario a Salvador de Bahia e da qualche anno tornato in Italia. La mostra potrà essere visitata fino al 25 ottobre presso l’oratorio cremonese di S. Ambrogio e al Santuario del Sacro Fonte di Caravaggio dal 29 ottobre all’8 novembre.

L’ultimo appuntamento sarà l’incontro con Giusy Baioni, giornalista e autrice del libro Nel cuore dei misteri. Inchiesta sull’uccisione di tre missionarie nel Burundi delle impunità, il 10 novembre alle ore 21 presso l’auditorium del centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio.

 

Giornata missionaria: cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino

In occasione del mese missionario una mostra itinerante racconta in diocesi la realtà di Salvador de Bahia




Sono arrivati a Cremona i giovani di Salvador de Bahia. L’accoglienza nelle famiglie prima della Gmg

Lunedì 24 luglio, poco dopo le ore 19.30 sono arrivati a Cremona dal Brasile i ragazzi della favela di Salvador de Bahia, accompagnati dal loro parroco don Davide Ferretti. Insieme ai ragazzi della diocesi di Cremona parteciperanno alla Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona.

Ad accoglierli in Seminario vescovile, con emozione ed entusiasmo, sono state le famiglie che li ospiteranno in questa settimana, prima della partenza per Lisbona, e dagli amici della comunità cremonese che negli anni hanno costruito relazioni direttamente con la loro parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado.

Nonostante il lungo viaggio i ragazzi hanno trasmesso a tutti i presenti gioia ed entusiasmo, contagiando subito tutti con l’allegria tipica dello stile brasiliano e mostrandosi desiderosi di conoscere le famiglie che li avrebbero ospitati.

I giovani brasiliani sono partiti da Salvador de Bahia la sera di domenica 23, un viaggio iniziato con un pullman rotto e la riorganizzazione dei trasporti per raggiungere l’aeroporto. Le ore di volo sono state affrontate cantando e scherzando, come testimonia il reportage social pubblicato sulla pagina instagram @pjcrnajornada, creata dai ragazzi per tenere aggiornato chi è rimasto a casa sul loro viaggio in Europa, in parte autofinanziato con impegno in mesi di piccole iniziative sostenute dalla comunità che hanno consentito ai giovani brasiliani di raccogliere fondi che si aggiungono a quelli raccolti dalle comunità cremonesi. In un post pubblicato poche ore prima del decollo la rottura del salvadanaio con le ultime offerte è salutato dall’ovazione dei ragazzi.

«Sono carichi a molla – ha spiegato don Davide – è il loro stile “bahiano”, è il loro stile brasiliano, starebbero svegli tutta notte, nonostante abbiano dormito pochissimo. Per loro è tutto un’avventura. Non vedono lora di scoprire, a cominciare da Roma, dove si recheranno domani per una visita nella capitale». Un’occasione unica da valorizzare al massimo, senza sprecare un solo momento.

La cena condivisa insieme in Seminario ha permesso a famiglie e ragazzi di iniziare a conoscersi e il momento di preghiera in portoghese è stata la prima occasione di unione tra le comunità di Cremona e Salvador.

«Avevo tanta voglia di venire qui in Italia perché noi abbiamo tanti contatti con italiani che arrivano nella chiesa di Jesus Cristo Ressuscitado. Sono molto contenta di questa accoglienza, sto conoscendo tante persone» ha affermato Maria Eduarda 18 anni.

Le fa eco con un sorriso incontenibile Arislaine Santos di 17 anni: «È stata un’esperienza molto bella viaggiare in aereo, era la prima volta. Qui è tutto molto diverso dal Brasile, le strade sono uguali, ma le case molto diverse. Sono contentissima di essere qui ed emozionata per questa esperienza».

 

 

Oggi, dunque, di nuovo in partenza verso Roma, per visitare la capitale, accompagnati da don Davide insieme a don Umberto Zanaboni, incaricato diocesano della pastorale missionaria, e alcuni amici cremonesi che negli anni sono stati a Salvador per esperienze di volontariato estivo nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado e che in questa settimana hanno l’opportunità di ricambiare con gioia l’accoglienza ricevuta accompagnandoli alla scoperta di quell’Italia di cui hanno sempre sentito parlare dai sacerdoti che da molti anni li accompagnano.

Dopo due giorni nella Capitale, giovedì 27 il rientro a Cremona, con la visita alla città e l’incontro con il vescovo Napolioni e il Sindaco Galimberti e, in serata, l’incontro diocesano al Maristella, dove il vescovo Napolioni conferirà il mandato ai circa 370 giovani in partenza per la Gmg. Il giorno seguente tappa a Milano dove, oltre a visitare la città incontreranno l’arcivescovo, Mario Delpini. Nel weekend, infine, i ragazzi avranno un po’ di tempo da trascorrere in famiglia, per conoscere meglio la realtà cremonese e riposarsi, in vista della partenza per Lisbona la domenica pomeriggio.

Verso la Gmg: in arrivo i giovani brasiliani che dalla favela si uniranno al gruppo cremonese nel viaggio a Lisbona

Cresce l’attesa per la Gmg: countdown social tra Salvador de Bahia e la Diocesi di Cremona




Cremona accoglie i giovani di Bahia tra arte, preghiera e la visita in Comune

 

Nella mattinata di giovedì 26 luglio i ragazzi di Salvador de Bahia giunto in Italia per unirsi al gruppo diocesano in partenza per la Gmg di Lisbona, hanno visitato Cremona, accompagnati da don Davide Ferretti, don Umberto Zanaboni, don Andrea Lamperti Tornaghi insieme ad alcune delle famiglie che li stanno ospitando in questa settimana.

La visita è iniziata in piazza del duomo, con qualche scatto fotografico e l’introduzione di don Gianluca Gaiardi, guida d’eccezione che ha illustrato la piazza con tutti i suoi edifici: Battistero, Torrazzo e Cattedrale.

All’interno della Cattedrale, l’incaricato diocesano per i Beni culturale, ha illustrato gli affreschi più significativi e la cripta, dove si trovano le spoglie Sant’Omobono, sotto gli sguardi meravigliati dei giovani bahiani, colpiti dalla bellezza del Duomo e dalla storia del patrono.

A seguire la Messa in portoghese, presieduta dal Vescovo Napolioni e concelebrata da tutti i sacerdoti presenti.

 

 

«Gesù ci ha detto beati voi, beati i vostri occhi perché vedono. Perché vedete questa bella Cattedrale? Perché avete visto Roma?», ha iniziato mons. Napolioni, nell’omelia tradotta in simultanea da don Davide. «Vi hanno detto prima di partire: “beati voi perché andate in Italia, beati voi perché incontrerete il Papa alla GMG a Lisbona”. Anche il popolo di Israele, finalmente liberato dall’Egitto camminava verso la terra promessa, guidati da Mosè. Ma Mosè non entrerà in quella terra promessa. Perché la vera terra promessa è l’incontro con Dio, dovunque andiate. E per Mosè l’incontro avvenne sul Monte Sinai nel deserto. E allora anche noi siamo beati, perché ovunque possiamo incontrare il Signore, anche nel deserto della storia. Perché ai piccoli lui si fa riconoscere anche dentro le difficoltà e dentro le prove. Questo sarà il grande tesoro che tutti vogliamo sperimentare in questi giorni e portare a casa dovunque vivrete».

 

 

Ultima tappa della mattinata dell’accoglienza in città, è stato l’incontro con il Sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che ha accolto il gruppo di giovani nel palazzo Comunale; un dialogo tra il sindaco e i ragazzi che si sono raccontati.

«Per noi è un grande regalo la vostra presenza qui, perché siete giovani, perché siete forti, e perché noi, la nostra città, ha bisogno di incontrare persone come voi». Ha affermato il sindaco Galimberti e ha proseguito: «Vi chiedo una cosa: quando sarete alla Giornata Mondiale della Gioventù se potete ricordatevi la città di Cremona, se potete dire una preghiera per la città di Cremona. Tutte le città hanno bisogno di questo, anche noi ne abbiamo bisogno. E magari capiterà nei prossimi anni di incontrarci ancora».

 

Giornata a Roma per i giovani di Bahia, tra le meraviglie della città eterna e incontri speciali

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Da Milano a Caravaggio: giornata intensa di scoperta e di preghiera per i giovani brasiliani

Qui la photogallery completa della giornata

 

Venerdì 28 luglio, a due giorni dalla conclusione della settimana trascorsa in Italia prima della partenza per la GMG Lisbona,  i ragazzi e le ragazze di Salvador de Bahia hanno vissuto un’altra giornata ricca di emozione con il viaggio a Milano, accompagnati dal vescovo Antonio per incontrare l’arcivescovo Mario Delpini.

Arrivati al palazzo arcivescovile, il gruppo è stato accolto con un piccolo rinfresco seguito dall’incontro con Mons. Delpini.

«Il pellegrinaggio a Lisbona, che farò anche io, ci aiuterà a cercare le ragioni per cantare il Magnificat, avere cioè la fede di Maria per riconoscere l’opera di Dio nel mondo. Vi auguro di portare questo canto nella vostra parrocchia per poter attirare nuovi giovani e poter cambiare la Storia». Queste sono state alcune delle parole che l’arcivescovo del capoluogo lombardo ha rivolto ai ragazzi, attenti e interessati. Numerose infatti sono state le domande poste dai brasiliani, curiosi di conoscere le mansioni e le difficoltà che si incontrano ad amministrare una diocesi così grande e di sapere come l’arcivescovo abbia vissuto le passate GMG e cosa si aspetta dalla prossima.

Dopo questo importante incontro, il gruppo ha potuto visitare il Duomo con la guida di don Virginio Pontiggia dell’Archivio Diocesano, e padre Marco Bennato, missionario del Pime in Brasile, che ha tradotto per loro.

Don Virgilio ha affascinato i ragazzi con la spiegazione di alcune curiosità del duomo, come il Rito della Nivola in occasione della ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce e l’antica funzione della meridiana posta all’ingresso della cattedrale.

Dopo il pranzo, consumato insieme a don Maurizio Zago, direttore del centro missionario milanese e a don Marco Bennato presso la parrocchia personale dei Migranti “S. Stefano Maggiore”, i giovani sono partiti alla volta del santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio.

 

Qui la photogallery completa della giornata

 

Lì, accolti dalle suore Adoratrici, il vescovo Antonio, don Davide Ferretti e don Umberto Zanaboni hanno celebrato la messa in portoghese nella cappella San Giovanni Paolo II del centro di spiritualità.

Durante la sua omelia, il vescovo Antonio ha parlato di come sia importante osservare l’opera di Dio e custodirla: «Dobbiamo stupirci, perché Dio compare il mille modi: nella bellezza del creato, nella Storia della Chiesa, attraverso le persone che siamo e che incontriamo. Oggi abbiamo incontrato tante persone che facevano le cose più svariate. Per non cedere alla tentazione di giudicare, possiamo scrivere i Dieci Comandamenti in un altro modo: non basta dire non uccidere o non rubare, perché c’è chi uccide e chi ruba. Ma dobbiamo sentire nel nostro cuore le parole positive di Dio come famiglia, occhi, corpo, bellezza. Tutto questo non ci è dato perché noi lo possediamo, ma perché attraverso di esso noi possiamo ricordare e portare nel cuore ciò che il Signore ci dice».

Suor Paola Rizzi ha poi accompagnato il gruppo attraverso la storia del Santuario, raccontando l’apparizione, mostrando loro il Sacro Fonte, il Sacro Speco e la cupola: «Maria scende sulla terra e viene a prendere anche il più piccolo di noi, anche il peccatore più grande, per portarlo in Paradiso con lei. Lei è l’immagine della Carità e non ci può essere fede senza la carità».

Le giovani e i giovani brasiliani hanno vissuto un momento di profonda spiritualità con una preghiera alla Madonna e intonando spontaneamente un canto mariano tradizionale brasiliano.

Dopo un gelato e un momento conviviale, il gruppo è tornato dalle famiglie ospitanti.

La giornata di sabato sarà dedicata alla visita al museo del violino offerta dal sindaco di Cremona Umberto Galimberti e allo svago, in attesa di domenica, giorno della partenza per la GMG di Lisbona.

 

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Per un avvento di pace: sui social diocesani in cammino verso il Natale con cinque testimoni di pace

«Per un Avvento di pace» è il titolo dell’iniziativa social promossa sui canali social della Diocesi (Facebook e Instagram) in preparazione al Natale. Un itinerario che sarà accompagnato da alcune figure significative per la Chiesa cremonese e che nella propria vita sono state a fianco degli ultimi, a contatto con povertà e violenze, nel contesti anche da conflitti e guerre.

Ogni giorno, dal lunedì al venerdì, sarà proposta una loro frase che sarà approfondita nelle brevi riflessioni proposte in voce da alcuni sacerdoti cremonesi.

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Tra i costruttori di pace c’è anzitutto il patrono della città e della diocesi di Cremona, Omobono Tucenghi, padre dei poveri e pacificatore nelle turbolente vicende della Cremona comunale del XII secolo, divisa anche religiosamente dalle correnti ereticali. Ad aiutare la riflessione sarà il liturgista don Daniele Piazzi.

Altro protagonista sarà l’arcivescovo Giovanni Cazzani, di cui quest’anno si è ricordato il 70° della morte e per il quale è in corso il processo di beatificazione. Fu vescovo di Cremona dal 1914 al 1952, nel difficile contesto delle due guerre mondiali. A sviluppare il suo pensiero sarà il vicerettore del Seminario di Cremona, don Francesco Cortellini.

Altro testimone di pace sarà don Primo Mazzolari che, dopo l’esperienza di cappellano militare nella prima guerra mondiale, per le proprie idee dovette vivere nella clandestinità durante il regime fascista. Ad aiutare ad approfondire il pensiero del parroco di Bozzolo sarà don Umberto Zanaboni, vicepostulatore della sua causa di beatificazione.

Il percorso proporrà anche le figure di mons. Antonio Barosi, amministratore apostolico di Kaifeng e originario di Solarolo Rainerio, e del soncinese padre Mario Zanardi (missionario del Pontificio istituto missioni estere), che con altri due religiosi nel 1941, negli anni dell’invasione giapponese della Cina, furono uccisi a Dingcun, nella provincia di Henan. Di loro parlerà don Mario Binotto, sacerdote cremonese che nel 2011 si è recato sul luogo del martirio recuperandone le reliquie.

Ulteriori spunti di riflessioni arriveranno da oltreoceano grazie alla figura di Irmã Dulce (suor Dulce) religiosa di Salvador de Bahia che tanto si spese nell’assistenza ai poveri e ai bisognosi. A presentare la figura di questa santa (innalzata alla gloria degli altari da Papa Francesco nel 2019) sarà don Davide Ferretti, sacerdote cremonese fidei donum in Brasile, dove è parroco proprio a Salvador de Bahia.




Veglia missionaria. Le “vite che parlano” sono chiamata ad essere missione

«Non abbiate paura della bontà, e neanche della tenerezza». Le parole di papa Francesco fanno da cornice alla Veglia Diocesana per la giornata missionaria mondiale che si è celebrata al Seminario Vescovile di Cremona, nella serata di sabato 22 ottobre: un momento di preghiera e testimonianza, ma anche di impegno e di richiamo a vivere nel concreto l’identità missionaria, vocazione essenziale per ogni comunità cristiana. 

Il canto del coro formato da musicisti e cantori provenienti da più parrocchie ha annunciato l’inizio dell’incontro, e dopo un primo momento di preghiera seguito dal silenzio, la sala si è riempita con le parole delle “vite che parlano”, ascoltando le testimonianze di chi ha vissuto profondamente l’impegno missionario. Prima fra tutti madre Teresa di Calcutta, seguita da papa Fancesco, don Lorenzo Milani e molti altri ancora. 

A prendere la parola quindi è stata la missionaria cremonese Gloria Manfredini, da poco rientrata da un anno di servizio presso la parrocchia missionaria di Salvador de Bahia in Brasile, dove ha collaborato con il sacerdote fidei donum don Davide Ferretti in prima linea nell’aiuto e nella disponibilità: «Quando il tuo occhio inizia ad abituarsi al buio, è proprio in quel momento che anche una piccola scintilla sembra essere la più luminosa» riflette Gloria. «A Salvador il buio non manca, così come non mancano quelle scintille, quei momenti di felicità che mi han fatto capire qual è il mio scopo».

Continuando la testimonianza Gloria ha raccontato alcuni momenti indimenticabili della sua esperienza, più significativo fra gli altri quando «visitando le case di Salvador ci siamo imbattuti nella famiglia di una bambina con una grave disabilità, lei vive con tre fratelli e la madre, una vera leonessa che combatte ogni giorni per i suoi diritti. La ragazza passa le giornate in casa, costretta su una sedia a rotelle fra lunghe scale e scalini. È nata così l’idea, dopo aver visto la sua cameretta, così angusta e rovinata, di ricolorarla, renderla a misura di bambina, con disegni e pitture. Si vedeva che la mamma non credeva ai suoi occhi, sarebbe stato qualcosa che avrebbe voluto fare se solo ne avesse avuto il tempo. Un pezzo di un sogno che diventava vero».

È poi intervenuto il vescovo Napolioni «Avevo bisogno di questa serata – ha detto – avevo bisogno di queste parole, queste vite che parlano, questa nostra preghiera semplice, sentita, umile, gioiosa. Queste vite che parlano ci hanno consegnato parole più potenti delle bombe atomiche: pietà, carità, misericordia, educazione, la contemplazione e aggiungerei anche la realtà».

Accompagnate dal coro le preghiere dei fedeli hanno concluso la serata della Veglia Missionaria, fra gli applausi che si sono alzati per il grande e irrinunciabile servizio che i missionari svolgono per tutto il resto del mondo e per la loro missione che continua senza soste e tentennamenti.

 

Don Davide Ferretti da Salvador de Bahia: «Teniamo viva l’attenzione missionaria»

Chiesa di casa, don Zanaboni: «Una Chiesa in uscita è capace di relazioni vere»




Don Davide Ferretti da Salvador de Bahia: «Teniamo viva l’attenzione missionaria»

«La prima cosa è non perdere l’attenzione missionaria. Quando un prete o un giovane parte per la missione all’inizio tutti se lo ricordano, poi passano due o tre mesi la vita va avanti e nessuno se ne ricorda più». Don Davide non alza il tono della voce, le sue labbra disegnano un sorriso bonario. Eppure dalle sue parole trapela come uno strattone alla vocazione missionaria della Chiesa cremonese. Il sacerdote fidei donum, collegato in webcam dalla parrocchia di Gesù Cristo Risorto, interviene nella puntata di questa settimana del Giorno del Signore, che dedica ampio spazio alla Giornata Missionaria. E lo fa ricordando proprio attraverso il volto e la voce di don Davide Ferretti, il legame e l’impegno che la diocesi ha assunto nei confronti della comunità di Salvador de Bahia dove da molti anni ormai operano sacerdoti e missionari cremonesi. Come tenere viva e proficua questa relazione di fratellanza? «Quando un prete o un giovane partono per la missione – riflette don Davide – all’inizio tutti se lo ricordano; poi passano due o tre mesi, la vita va avanti, e nessuno se ne ricorda più. Invece – ribadisce – la primissima cosa sarebbe proprio quella di mantenere una attenzione e una vicinanza cosante a questa parrocchia, a questa realtà e a tutto il mondo missionario». Il primo segno di questa attenzione può e deve arrivare dalla preghiera, continua il fidei donum: «C’era stata l’idea dell’adorazione eucaristica congiunta e diverse parrocchie si erano unite alla nostra nella preghiera. Un segnale bello di vicinanza. Poi certo, c’è anche l’aiuto economico, ma se si riduce tutto a quello non si produce molto. Ci sono cose ben più importanti».

Come ricorda il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria 2022 («Sarete miei testimoni») è la testimonianza di uno stile missionario, condivisa anche a un oceano di distanza, a generare legami saldi nella fede. La testimonianza che i missionari danno con la loro vita, ma – come spiega bene don Davide – anche quella che giunge dai fratelli delle parrocchie di missione, come quella di Salvador: «Essere testimoni qui vuol dire cercare di vivere da cristiani la quotidianità anche in una realtà complessa come quella della favela. Vivere da testimoni è un tentare ogni giorno, da quando prepari i tuoi figli per la scuola, o ti prepari per il lavoro, oppure per cercarlo, un lavoro… cerchi di trasmettere con la preghiera e il modo di vivere l’annuncio del Vangelo. A volte questo ha del miracoloso, ma ci sono tante persone, mamme e papà che danno ogni giorno la loro testimonianza; anche a scuola tanti ragazzi testimoniano la loro passione per il Vangelo».

Una passione che i sacerdoti e i laici che dall’Italia partono il Brasile per una vita o un periodo di missione ricevono e condividono con le comunità in cui prestano il loro servizio. In queste settimane don Davide aspetta l’arrivo di don Andrea Perego, prete milanese, che giungerà nella favela grazie alla collaborazione missionaria tra le due diocesi lombarde: «Le esigenze sono tante per una parrocchia di 35mila abitanti – sorride il fidei donum cremonese – e in due si riescono a fare molte cose in più». Soprattutto se accanto a quei due ci sono le comunità sorelle che, dall’Italia, sono capaci di sostenere senza mai dimenticare.




Padre Bongiovanni, il linguaggio dell’amore nell’Africa dei bambini soldato

Fino a che punto può arrivare la crudeltà dell’uomo? Fino a che punto ci si può spingere a ferire un’altra persona? A certe domande è quasi impossibile dare una risposta, ma c’è qualcuno che per tutta la vita ha donato la sua libertà e il suo cuore per difendere e aiutare chi ha sperimentato sulla propria pelle alcune le crudeltà più indicibili. Come padre Vittorio Bongiovanni, missionario saveriano originario di Bozzolo, che all’età di 81 anni non ha ancora smesso di sorridere al pensiero di Gesù, al pensiero di poter essere presente laddove c’è più bisogno della sua presenza. Mercoledì, ospite della parrocchia di Cristo Re, a Cremona, ha raccontato che «in Sierra Leone la lingua ufficiale è l’inglese, ma ci sono ben sedici dialetti da dover imparare per poter comunicare nelle varie tribù.

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Non è certamente facile, ma c’è una lingua che tutti capiscono: quella del volersi bene. Siamo fratelli e sorelle, bisogna iniziare a volerci bene». Il problema principale che affligge la Sierra Leone è «la crudeltà dei ribelli, che si traduce nello sfruttamento dei più piccoli trasformati in soldati. Bambini di terza o quarta elementare costretti a imbracciare un fucile». Morte, disperazione e fede sono i tre elementi che caratterizzano le sua vita nell’emisfero australe. Ma è con nella sua mano un crocifisso, crudelmente privato da braccia e gambe da un soldato ribelle, che ricorda a tutti: «Se vogliamo aiutare qualcuno stiamo aiutando il Signore, e lui è sempre con noi, anche quando non sembra esserci altra speranza».

 




Gmg, da Salvador de Bahia a Lisbona con tappa a Cremona

Nelle parrocchie comincia a diffondersi il clima di attesa ed entusiasmo per la 37a Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a livello internazionale dal 1° al 6 agosto 2023 a Lisbona. Dalla città di Cremona, però, insieme ai ragazzi della diocesi, partiranno anche alcuni giovani brasiliani. Si tratta di una decina di ragazzi della parrocchia di Gesù Cristo Risorto, a Salvador de Bahia, che saranno ospitati da famiglie cremonesi, proprio nella settimana precedente la Gmg, per poi raggiungere Lisbona.

Questa è la prima volta in cui i ragazzi brasiliani, invece di ricevere la visita di missionari nel proprio Paese, affronteranno loro stessi un viaggio tanto lungo fuori dalla favela. Sembra riecheggiare, nella loro scelta coraggiosa, il tema contenuto nel messaggio del Santo Padre per questa Gmg: «Maria si alzò e andò in fretta».

Don Ferretti, sacerdote fidei donum a Salvador de Bahia, spiega che «l’idea di aderire alla proposta della Gmg è nata tempo fa, parlando con i ragazzi, che hanno espresso un forte desiderio di partecipare». Desiderio che sta plasmando, già ora a mesi di distanza, la semplice quotidianità di questi ragazzi: «Loro vivono nella favela, un viaggio simile è una spesa enorme. Hanno iniziato a preparare dolci, cose da bere, piccoli lavoretti da vendere per racimolare qualche soldo». La preparazione, però, non è solo economica. Il cammino iniziato dai giovani di Salvador de Bahia in vista della Gmg è anzitutto un cammino di crescita umana e spirituale, per sé ma anche per i propri famigliari: «L’intenzione è quella che anche le famiglie dei ragazzi possano accompagnare nella preghiera questa esperienza».

Per quanto riguarda l’organizzazione della settimana cremonese che i ragazzi brasiliani vivranno quest’estate sono al lavoro don Francesco Fontana, responsabile della Federazione oratori cremonesi, e don Umberto Zanaboni, responsabile della pastorale missionaria, con l’aiuto di ragazzi e giovani lavoratori che in questi anni sono entrati in dialogo con la realtà della parrocchia brasiliana. Fra questi anche Gloria Manfredini, missionaria laica da poco tornata dal Brasile e collaboratrice del centro missionario diocesano, che offrirà il suo sostegno nell’accoglienza. «I ragazzi di Salvador – spiega proprio Gloria, che con questi giovani ha condiviso attività e vita quotidiana per un anno – non solo saranno coinvolti nella vita dei giovani italiani in partenza per la Lisbona, ma saranno anche accompagnati a conoscere la nostra città, con la sua arte e la sua cultura. Troveranno poi l’appoggio delle parrocchie in diocesi, entrando il più possibile nel vivo del nostro territorio». Una volta arrivati a Lisbona, invece «il desiderio sarebbe quello di alloggiare a Fatima», come spiega don Ferretti, che continua: «Molti di loro non sono mai usciti dalla favela o comunque da Salvador de Bahia. Sa-ebbe un’esperienza umana, ma anche ecclesiale. Loro conoscono solo la Chiesa che hanno qui, non c’è un’idea di un’universalità della fede. Questa importante occasione sarà la tappa di un cammino che già hanno iniziato».

L’incontro con questi giovani sarà proposto come arricchimento per tutta la diocesi di Cremona che potrà sperimentare una volta in più, nel concreto, la fraternità con la parrocchia sorella di Salvador de Bahia, con cui è gemellata, mentre l’attesa per la Giornata mondiale della gioventù accende il cuore del grande evento di Chiesa facendosi fin da ora attesa di qualcuno da accogliere.




«Il pieno di Spirito Santo»: il mandato ai giovani che si preparano ad un’estate di missione

 

«Vogliamo fare il pieno di Spirito Santo per essere capaci di intenderci al di là delle lingue umane» l’augurio del vescovo Napolioni ai sei giovani che quest’estate partiranno per la missione nella parrocchia di Cristo Risorto di Salvador de Bahia (Brasile) durante l’intimo e raccolto incontro tenutosi nel pomeriggio di domenica 5 giugno presso la chiesa di S. Ambrogio a Cremona.

Insieme al vescovo di Cremona è stato presente anche don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano Pastorale missionaria, il quale accompagnerà i giovani nella missione brasiliana. Prima della preghiera un semplice e aperto momento di condivisione tra mons. Napolioni e i giovani in partenza: Marta Ferrari, Tommaso Grasselli, Sara Di Lauro, Anna Capitano, Alessandra Misani e Davide Chiari.

«Una sincronia perfetta in questa Domenica di Pentecoste: anche i dodici erano riuniti insieme. Se in quel giorno lo Spirito agì in modo straordinario, da quel giorno agisce in maniera ordinaria, costante, capillare, nascosta e infinita nella sua fantasia» ha riflettuto il Vescovo aprendo la sua breve riflessione.

Il commento è quindi proseguito nella riflessione della memoria della Pentecoste: «Vogliamo fare il pieno di Spirito Santo, non per fare a meno di studiare un po’ di portoghese che aiuta, ma per essere capaci di intenderci al di là delle lingue umane, riuscendo a comunicare nello spirito, in ciò che è profondo ed essenziale. Il linguaggio della fede è davvero universale perché da quando il Figlio di Dio si è incarnato è la carne umana il sacramento primordiale».

 

 

«Mi piace che la vostra partenza avvenga in questa grande chiesa vuota senza una grande assemblea che vi applaude o vi manda – ha quindi proseguito mons. Napolioni rivolgendosi ai giovani in partenza allargando l’idea della missionarietà – ma mi piace pensare che quando tornerete sarà bello incontrare una grande assemblea, magari tante piccole assemblee, le vostre comunità. Tornerete alle vostre attività, ma mi auguro che questa esperienza non resti chiusa nel cassetto del cuore».

Infine, l’augurio per la partenza nella speranza che l’esperienza potrà portare ulteriori frutti una volta tornati: «Vi aspetto l’indomani per ascoltare i vostri racconti, le vostre impressioni e per elaborare insieme i passi successivi, mi auguro che questa esperienza non vi lasci indifferenti e ci aiuti ad essere la Chiesa di Pentecoste sempre».

Prima della benedizione finale sono stati consegnati ai giovani dei quadernini come segno del mandato ricevuto.

Una missione che non è improvvisata: infatti nel frattempo, don Davide Ferretti, Marco Allegri e Gloria Manfredini, già attivi da tempo a Salvador de Bahia, hanno già steso un ricco programma per questi giovani, pronti a mettere in luce la loro intraprendenza e la loro dedizione.