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Enrico Trevisi vescovo: le immagini più suggestive della celebrazione




A Cristo Re il saluto al vescovo Trevisi nell’ultimo giorno da parroco

Giornata ricca di emozioni quella di domenica 16 aprile a Cristo Re. La parrocchia del quartiere Po di Cremona ha salutato infatti monsignor Enrico Trevisi nel suo ultimo giorno da parroco, a una settimana dall’ingresso del vescovo cremonese nella diocesi di Trieste.

Chiesa e sagrato gremiti, in mattinata, per la Messa di saluto celebrata dal vescovo Trevisi alle 10.30, unendo così le consuete celebrazioni del mattino delle 10 e delle 11.15. La liturgia, solennizzata dalla presenza del coro parrocchiale, è stata concelebrata dal vicario don Pierluigi Fontana e servita dal diacono don Jacopo Mariotti, giovane della parrocchia che a giugno sarà ordinato sacerdote.

Nell’omelia il vescovo Trevisi ha sottolineato i caratteri del cristiano, facendone un augurio alla comunità di Cristo Re, che ha invitato a perseverare nell’ascolto del Signore, «nella carità e nella condivisione» e in una misericordia che diventa gioia. Ha inoltre esortato con forza a rispondere al mandato che viene dal Vangelo, accogliendo ciascuno la propria vocazione. Perché «non c’è annuncio senza movimento – ha detto riprendendo le parole di Papa Francesco mercoledì in udienza generale – senza uscita, senza iniziativa». «Vi auguro – ha quindi concluso – di essere sempre pronti alle sorprese di Dio, se sarete pronti a uscire da voi stessi e mettervi in cammino».

Al termine della Messa la comunità ha voluto offrire a monsignor Trevisi alcuni regali: in un quadretto lo spartito composto per l’ordinazione episcopale e riproposto all’inizio della celebrazione; nell’edizione straordinaria del giornalino parrocchiale “La Corona” le tante voci di Cristo Re al proprio don; e una croce pettorale con davanti raffigurati lo Spirito, il vescovo, i presbiteri e le famiglie (quasi a richiamare il mosaico dell’abside della parrocchiale) e dietro la scritta “Rimanete in me e io in voi. Camminiamo insieme famiglia di famiglie. Parrocchia di Cristo Re”.

Alle parole di saluto espressa da Maurizio Cicognini, del Consiglio pastorale parrocchiale a nome dell’intera comunità, il vescovo Trevisi ha risposto con un commosso grazie e l’invito a rinsaldare le amicizie e guardare a Cristo – ha detto facendo riferimento al proprio motto episcopale – incontrandolo davvero nel cuore.

I saluti e i ringraziamenti sono proseguiti nell’informalità dell’incontro in oratorio dove la comunità si è ritrovata numerosa per l’ultimo giorno da parroco di don Trevisi, insieme anche ai suoi familiari: la mamma Argentina e il fratello Erminio. E c’era anche mons. Carlo Rodolfi, canonico della Cattedrale e già parroco di S. Ambrogio che nei prossimi mesi aiuterà in parrocchia in attesa dell’arrivo del nuovo parroco.

Dopo il pranzo, organizzato con la collaborazione degli scout, la proiezione di alcuni scatti degli anni trascorsi insieme sono state l’occasione per ricordare il cammino fatto insieme. Solo una selezione degli scatti che sono stati riuniti in un album ricordo che, chiudendo il pomeriggio, è stato consegnato al vescovo di Trieste. Perché possa ricordare la sua prima e ultima parrocchia che ha guidato come parroco.

Il libro delle firme e delle dediche rimarrà aperto per raccogliere pensieri e ricordi ancora alcuni giorni. Poi anche esso partirà alla volta di Trieste, dove domenica 23 aprile monsignor Enrico Trevisi prenderà ufficialmente possesso della sua nuova diocesi. Naturalmente potendo contare sulla vicinanza anche di tanti dei suoi ex parrocchiani che hanno voluto essere presenti a Trieste per affidarlo idealmente alla sua nuova grande comunità.

 

Tutte le notizie relative all’elezione e all’ordinazione episcopale di mons. Trevisi

 

Don Pierluigi Fontana dal 17 aprile amministratore parrocchiale di Cristo Re

Il saluto dei preti della Zona 3 al vescovo Trevisi e in serata l’affidamento alla Santa Casa

Il vescovo Napolioni a mons. Trevisi: «La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste»

 




Ordinazione episcopale di mons. Trevisi, sabato venti vescovi in Cattedrale

Saranno venti i vescovi che sabato 25 marzo nella Cattedrale di Cremona prenderanno parte alla consacrazione episcopale di monsignor Enrico Trevisi, sacerdote cremonese classe 1963 originario di Pieve San Giacomo, eletto vescovo di Trieste, dove si insedierà ufficialmente domenica 23 aprile.

Nel Duomo di Cremona fervono già i preparativi in vista della solenne celebrazione nella solennità dell’Annunciazione che dalle 15 sarà trasmessa in diretta sui canali web e social della Diocesi di Cremona, così in tv su Cremona1 (canale 19) e Telequattro (per l’area di Trieste).

La Cattedrale aprirà le proprio porte alle ore 14 con la possibilità per tutti i fedeli di accedere liberamente. Alcuni settori della navata centrale, però, saranno riservati alle autorità del territorio cremonese e triestino, dalla cui diocesi sono attesi alcuni pullman di fedeli, che troveranno posto in un’area loro riservata. Folta anche la rappresentanza della parrocchia di Cristo Re (di cui don Trevisi è parroco dal 2016) e di Pieve San Giacomo (suo paese d’origine).

La processione d’ingresso prenderà il via poco prima delle 15 dal palazzo vescovile, raggiungendo la Cattedrale dopo aver percorso piazza S. Antonio Maria Zaccaria e piazza del Comune, entrando in Duomo dal portone principale.

Nel transetto settentrionale prenderanno posto i diaconi e i sacerdoti concelebranti, mentre in presbiterio prenderanno posto la rappresentanza delle due diocesi, i compagni di Messa di monsignor Trevisi e i vescovi. Tra loro, insieme al vescovo di Cremona Antonio Napolioni, che presiederà l’Eucaristia, ci saranno in particolare l’amministratore apostolico di Trieste Giampaolo Crepaldi e il vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi. Non mancheranno i cremonesi Gian Carlo Perego (arcivescovo di Ferrara-Comacchio) e Carmelo Scampa (vescovo emerito di São Luís de Montes Belos, in Brasile) e diversi vescovi lombardi e del triveneto, tra cui il l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli di Gorizia (di cui la chiesa triestina è suffraganea), oltre anche al vescovo di Atakpamé Moise Messan Touho legato alla diocesi di Cremona per gli studi teologici e a cui monsignor Trevisi aveva recentemente preso parte all’ordinazione in Togo.

La solenne liturgia, con il servizio liturgico affidato ai seminaristi diocesani e servita all’altare dai quattro diaconi che a giugno saranno ordinati sacerdoti, sarà animata con il canto da una compagine formata da circa un’ottantina di cantori tra il coro della Cattedrale, la schola cantorum di Castelverde, il coro “Il Discanto” e il coro San Pio V di Soncino, sotto la direzione di don Graziano Ghisolfi e l’accompagnamento del maestro Fausto Caporali all’organo insieme anche a un quartetto di ottoni.

All’inizio della celebrazione monsignor Trevisi prenderà posto ai piedi dell’altare, proprio davanti all’ambone, accompagnato dal vicario generale di Trieste, mons. Pier Emilio Salvadé, e dal vicario episcopale per il coordinamento della Pastorale di Trieste, mons. Roberto Rosa, che leggerà la Bolla papale di nomina.

A garantire il regolare afflusso dei fedeli sarà il sevizio d’ordine garantito dal gruppo di volontari coordinato dall’ufficio liturgico diocesano.

 

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A Cristo Re la professione di fede e il giuramento di don Trevisi in vista dell’ordinazione episcopale

“Admirantes Iesum”, lo stemma del vescovo Trevisi

 

Tutti gli articoli sull’elezione di mons. Trevisi a vescovo di Trieste




Trieste accoglie il vescovo Trevisi: con il vescovo Napolioni anche 250 cremonesi per l’insediamento

 

Una Chiesa “famiglia di famiglie”, capace di ascolto e corresponsabilità, e insieme complicità e pazienza. Una Chiesa capace di annunciare la novità del Vangelo. Una Chiesa che prega per la pace e le vittime di ogni violenza. Sono stati questi alcuni dei principali passaggi dell’omelia del vescovo Enrico Trevisi nella Messa di ingresso in Diocesi di Trieste, celebrata nel pomeriggio di domenica 23 aprile nella Cattedrale di San Giusto.

 

L’affidamento al Santuario di Monte Grisa

Un insediamento iniziato al Santuario mariano “Maria Madre e Regina” di Monte Grisa che il vescovo cremonese ha raggiunto alle 14.45. Una preghiera a Maria e la benedizione su Trieste, impartita dal piazzale del santuario e rivolto verso il mare, sono stati i suoi primi gesti ufficiali del vescovo Trevisi che, subito dopo, all’interno del santuario, davanti alla statua della Madonna di Fatima, ha recitato la preghiera di affidamento a Maria, per mettere sotto la sua materna protezione l’inizio del proprio ministero episcopale.

Tante le famiglie, con i bambini e ragazzi, che hanno gremito il Santuario rispondendo all’invito del Servizio per la Pastorale della famiglia della Diocesi di Trieste. Insieme alle famiglie monsignor Trevisi ha voluto pregare perché la Chiesa diventi una «famiglia di famiglie», contagiata dal «quel sano stile familiare che trasuda di complicità, di pazienza, di reciproco ascolto, di corresponsabilità, pur dentro le fatiche, le stanchezze, le inadempienze che tutti ci portiamo appresso». E non è mancata l’invocazione per la pace.

Poi il breve ma intenso momento di incontro con le famiglie: «Chiediamo di imparare da Maria – ha detto ai presenti – per compiere quello che il Signore ci chiede. Farlo oggi e ogni giorno, nelle nostre famiglie e nel mondo». Quindi rivolto ai bambini ha ribadito la necessità «che la Chiesa diventi una grande famiglia di famiglie, imparando dalle nostre famiglie». Alle famiglie il vescovo Trevisi ha chiesto di «contagiare la chiesa». Una domanda cui tutti i presenti hanno risposto con un forte «sì». «Mi ricorderò che la prima cosa che ho sentito a Trieste è stato questo sì», ha detto Trevisi, che poi, sottolineando come tante parrocchie tergestine siano intitolate a Maria, ha affermato: «Che bello che ovunque troviamo la Madonna che ci indica di seguire Gesù». E ancora: «Dove c’è Maria c’è casa, c’è famiglia. Dove c’è Maria noi pensiamo che ci sia questo legame con Gesù. Impariamo a sentire questi legami come qualcosa di prezioso che ci rende sicuri nel percorrere le strade differenti della vita». Quindi l’augurio: «Buon cammino, restiamo uniti».

 

L’accoglienza a San Giusto

Con la scorta d’onore della Polizia locale di Trieste, monsignor Trevisi ha quindi raggiunto la Cattedrale di San Giusto, dove è arrivato poco prima delle 15.40. Ad accoglierlo anche il grande manifesto che sino a poche ore prima era esposto sulla facciata della chiesa parrocchiale di Cristo Re e che i suoi ex parrocchiani hanno voluto portare sino a Trieste.

Salutate le autorità civili e militari, sulla piazza davanti a San Giusto il vescovo Trevisi ha passato in rassegna il picchetto militare interforze, entrando subito dopo in Cattedrale dove il suo predecessore, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, l’ha accolto insieme canonici del Capitolo della Cattedrale. Dopo il bacio del crocifisso e l’aspersione dei fedeli, monsignor Trevisi si è avvianto verso l’altare maggiore per recarsi nel bat­tistero di San Giovanni e indossare i paramenti per la celebrazione.

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I cremonesi a Trieste

Circa 250 i cremonesi che hanno accompagnato il vescovo Enrico Trevisi a Trieste in occasione del suo ingresso in Diocesi. A guidare la delegazione della Chiesa cremonese il vescovo Antonio Napolioni, che ha raggiunto Trieste già nella tarda mattinata insieme al gruppo del Seminario di Cremona e alcuni altri sacerdoti.

Numerosi i fedeli giunti dalle diverse zone pastorali e tra loro tanti che hanno conosciuto monsignor Trevisi negli anni di servizio in Seminario, come rettore e insegnante del liceo Vida. Tanti hanno raggiunto Trieste con i propri mezzi. Un pullman è stato organizzato dall’agenzia ProfiloTours e un altro dalla parrocchia di Cristo Re. Proprio questo gruppo ha avuto la possibilità di accedere alla Cattedrale, in rappresentata dell’intera diocesi; gli altri fedeli hanno preso posto, invece, in piazza, dove erano stati preparati 400 posti a sedere e un maxischermo per seguire la Messa.

Una ventina i sacerdoti cremonesi presenti, tra loro il vicario parrocchiale di Cristo Re, don Pierluigi Fontana, e alcuni dei compagni di Messa di monsignor Trevisi: don Marco Leggio, don Giovanni Nava e don Luigi Mantia. Presenti anche i quattro diaconi cremonesi che a giugno saranno ordinati sacerdoti: tra questi don Jacopo Mariotti, proprio della parrocchia di Cristo Re. 

Nella Cattedrale di San Giusto anche i famigliari di monsignor Trevisi, insieme alle autorità del territorio triestino, anche il sindaco di Pieve San Giacomo (comunità di origine di Trevisi) Maurizio Morandi e il consigliere del Comune di Cremona Enrico Manfredini che all’ultimo ha sostituito il sindaco Galimberti, con la presenza anche del cav. Giovanni Arvedi con la moglie Luciana e Mario Caldonazzo. A legare la Chiesa di Trieste e Cremona anche la presenza delle Suore della Beata Vergine che hanno loro casa madre a Cremona in via Cavallotti e una delle loro scuole proprio a Trieste.

 

La Messa di ingresso in Diocesi e i saluti iniziali

Una decina i vescovi che hanno concelebrato l’Eucaristia e tra loro, oltre all’arcivescovo Crepaldi e al vescovo Napolioni, anche il nunzio apostolico in Slovenia Jean Marie Speich, l’arcivescovo metropolita di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli e il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Folta la rappresentanza dei vescovi del Trivento e del territorio slavo. Presente anche il vescovo di Terme per la Chiesa Greco Orientale Athenagoras e i pastori delle comunità ortodosse e cristiane presenti a Trieste.

All’inizio della celebrazione il saluto dell’arcivescovo Crepaldi. «Ora siamo invitati tutti – sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, fedeli laici – a stringerci con affetto e nell’obbedienza al nuovo vescovo assicurandogli la nostra fervorosa preghiera – ha detto l’ormai vescovo emerito di Trieste – perché possa espletare con fedele generosità il suo ministero». Citando quindi l’omelia di san Giovanni Paolo II alla sua ordinazione episcopale, Crepaldi ha sottolineato l’importanza della preghiera del popolo di Dio per il vescovo, ma anche quella del vescovo per la sua gente, ricordando che «il ministero episcopale è ministero d’amore».

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Dopo la lettura della bolla di nomina da parte del cancelliere vescovile don Luigi Tonon, il metropolita Redaelli ha letto la formula di rito: «Fratelli e sorelle in Cristo, per grazia di Dio e designazione della Sede Apostolica, da questo momento il vescovo Enrico Trevisi è pastore della santa Chiesa di Trieste». Quindi, salutato da un caloroso applauso, il vescovo Trevisi, indossata la mitra e con il pastorale, ha raggiunto la cattedra e sedendosi ha ufficialmente preso possesso della Diocesi di Trieste.

Hanno quindi fatto seguito i saluti ufficiali. Anzitutto del preposito del Capitolo della Cattedrale, mons. Giampaolo Muggia, che ha voluto sottolineare il legame tra Cremona e Trieste, tra la casa di sant’Omobono e quella di san Giusto, entrambe sotto la protezione della Madonna, Assunta e Immacolata, «richiamo all’umiltà e all’operosità di Maria, e sostegno per un pastore che, come richiama Papa Francesco, sa camminare davanti, in mezzo e dietro il suo gregge». «Nello spendersi per il bene di Dio non si è mai soli», ha ricordato il canonico, rimarcando quindi la «necessità di camminare insieme nella comunione».

Subito dopo il patriarca Moraglia, salutando Trevisi a nome dei vescovi del Triveneto, ha voluto sottolineare che «quando un vescovo succede a un altro e inizia il suo ministero episcopale, allora, si tocca con mano come la Chiesa sia una realtà che ci precede, che è prima di noi, è con noi e rimarrà dopo di noi. I vescovi passano, le Chiese rimangono! – ha affermato – La Chiesa, quindi, è quel noi, quel soggetto comunitario, che viene prima dei singoli “io”». Dopo aver sottolineato il solido legame del binomio Vescovo-Chiesa ha aggiunto: «Non basta stare di fronte alla realtà, ossia alle situazioni di sofferenza e crisi del nostro tempo; una Chiesa deve starvi “dentro”, abitarle con passione e simpatia, nell’amore e nella verità, sapendo che solo tenendo insieme verità ed amore sull’uomo si trasmette la redenzione, il dono pasquale di Cristo».   

Da ultimo il saluto del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, a nome della Città e dei Comuni del territorio della diocesi (Monrupino, San Dorligo-Dolina e Muggia), ha voluto testimoniare «la forte volontà e l’impegno di una terra segnata dalle ferite del confine e dai drammi del ‘900, rappresentati nella tragedie delle leggi razziali, dall’orrore delle rappresaglie, dall’ingiustizia dell’esodo e dall’asprezza della diffidenza». E il pensiero è andato in particolare ai monumenti nazionali della Risiera di San Sabba e della foiba di Basovizza, «moniti perenni» delle tragedie vissute. Parole che hanno tracciato una strada fatta di dialogo e collaborazione per «il dovere di costruire una società più giusta».

La Celebrazione, animata dalla Cappella Civica di Trieste, è stata caratterizzata dalle letture proposte in italiano e sloveno.

 

L’omelia del vescovo Enrico Trevisi

Dalla cattedra, in piedi, il vescovo Trevisi ha proposto la propria riflessione, con tante citazione di don Primo Mazzalari, parroco di Bozzolo e “d’Italia”, di cui è in corso il processo di beatificazione.

«Anch’io, oggi qui, da questa Cattedrale, a voce alta – ha detto Trevisi – vi annuncio: “Il Signore Gesù è risorto”. Impariamo a guardare a Lui, ammirati, per ritrovare ragioni di speranza e dunque cammini di fraternità. Lui cammina con noi».

L’immagine dei discepoli di Emmaus, in cammino tristi, ha portato il vescovo Trevisi ad affidare a Dio «le vittime della Risiera di San Sabba e delle foibe di Basovizza e tutte le altre vittime che ci portano a gridare: Mai più! Mai più! E invece con tristezza guardiamo al mondo di oggi ancora insanguinato da tante guerre fratricide, da tanti massacri, da tanta miseria che genera profughi, che alimenta disperazione».

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Poi una prima indicazione chiara rivolta alla Chiesa tergestina: «Siamo chiamati a ritornare a un ascolto sincero e appassionato del Signore che si accosta a noi. E ci parla, sia nelle Scritture che nei fratelli, soprattutto quelli feriti, che ci aiutano a comprenderle. Domandiamoci: nelle nostre priorità abbiamo il metterci in sintonia con la voce di Cristo? Quale spazio diamo ogni giorno al Vangelo vivo, lampada per i nostri passi?».

Da qui l’invito alla missione, riprendendo le parole del Papa delle scorse settimane. Concetti ribaditi con forza anche nell’ultima Messa a Cristo Re, lo scorso 16 aprile. «Non c’è annuncio senza movimento, senza “uscita”, senza iniziativa… Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino – ha detto citando Papa Francesco –. Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come “leoni da tastiera” e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando». E ancora: «Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto a un’azione inaspettata e nuova: preparato per le sorprese. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in gabbie di plausibilità o nel “si è sempre fatto così”, ma è pronto a seguire una sapienza che non è di questo mondo». «Ecco, fratelli e sorelle – ha proseguito il vescovo Trevisi citando ancora Papa Francesco –: è importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo. È un non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo. E per questo vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto».

«Questo slancio, questo prendere l’iniziativa, questo andare verso gli altri e con una missione che riceviamo da Dio ci appartiene a tutti – ha chiarito con forza Trevisi –. A tutti. Preti, religiosi e laici, giovani e anziani. C’è del bello nel saperci pensati da Dio per una missione. Lasciamoci sorprendere dal Signore. Lui si fida di noi! Lui ci viene incontro. Guardiamo a Lui con meraviglia. Teniamo fissi gli occhi su di Lui». Quindi un’altra citazione mazzolariana: «Nessuno è mai così fuori dalla chiesa da non potervi un giorno tornare come operaio inconfondibile: nessuno è mai così nemico della chiesa da non lavorare inconsapevolmente per essa».

Le voci dei cremonesi a Trieste

«Questa sera prima di andare a dormire – ha quindi concluso Trevisi –, datti ancora un minuto per sintonizzarti sul Signore. Metterti in ascolto di lui. Ringrazialo per la vita; ringrazialo perché hai una missione in nome di Dio e per il bene di questa umanità ferita. Lasciati toccare dal suo amore, per lasciarti entusiasmare per una missione insieme a Lui. Ci sono dei fratelli, magari rinchiusi nelle loro paure, come gli apostoli rinserrati nel cenacolo, che aspettano la gioia della tua presenza, la condivisione della tua speranza, la testimonianza della tua: di chi si è lasciato incontrare dall’amore del Risorto, che ci ha rintracciati sulle nostre strambe strade e ci ha inviati ai fratelli».

 

Il saluto

Al termine della solenne celebrazione il vescovo Trevisi ha preso nuovamente la parola per i ringraziamenti, con «un saluto caro e una benedizione speciale ai parrocchiani di Cristo Re e agli amici venuti da Cremona. Il tempo è superiore allo spazio, alle distanze geografiche. L’amicizia continua».

Al termine del suo saluto una richiesta precisa: «Devo imparare a fare il vescovo. Confido sulla vostra misericordia – e chiedo scusa fin da ora per i miei limiti – e sul vostro sostegno generoso e intelligente, perché impari a cogliere l’aiuto di Dio che viene incessantemente, non solo per la sua grazia che illumina il cuore, ma anche per la testimonianza di questo santo popolo di Dio».

Alla fine della Messa l’abbraccio dei fedeli. Dei triestini e dei cremonesi. Il culmine di una giornata di festa, caratterizzata dal sole e dal clima mite, in una Trieste affollata di turisti e di due Chiese sorelle che per una seconda volta nella storia – come già accaduto nel XIV secolo – sono accomunate da un vescovo originario della terra cremonese.

 

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Il libretto della celebrazione: cliccare per il download

 

 

Guarda lo speciale di Telequattro dedicato all’ingresso del vescovo Trevisi a Trieste

 

 

Trieste, realtà multietnica e multireligiosa. Diocesi di 134 chilometri quadrati con 242 mila abitanti

Il profilo biografico del vescovo Enrico Trevisi

“Admirantes Iesum”, lo stemma del vescovo Trevisi

 

Tutte le notizie dall’elezione del vescovo Trevisi al suo insediamento a Trieste

 




Circa 250 cremonesi a Trieste per l’ingresso in Diocesi del vescovo Trevisi

Saranno circa 250 i cremonesi che accompagneranno il vescovo Enrico Trevisi a Trieste in occasione del suo ingresso in Diocesi, in programma nel pomeriggio di domenica 23 aprile. A guidare la delegazione della Chiesa cremonese ci sarà naturalmente il vescovo Antonio Napolioni insieme a una ventina di sacerdoti (tra i quali alcuni dei compagni di Messa di mons. Trevisi) e l’intera comunità del Seminario con i quattro diaconi che a giugno saranno ordinati sacerdoti: tra loro don Jacopo Mariotti, della parrocchia di Cristo Re, di cui il vescovo Trevisi è stato parroco sino al 16 aprile. Numerosi i fedeli dalle diverse zone pastorali.

Oltre a quanti raggiungeranno Trieste con i propri mezzi, due sono i pullman che partiranno da Cremona: uno di questi è organizzato dalla parrocchia di Cristo Re che, sotto la guida del vicario don Pierluigi Fontana (scelto come amministratore parrocchiale in attesa della nomina del successore di Trevisi), ha promosso una due giorni che continuerà, lunedì 24 aprile, con la visita a Trieste.

Nella Cattedrale di San Giusto, insieme ai famigliari di mons. Trevisi, e una delegazione diocesana composta da una cinquantina di fedeli della parrocchia di Cristo Re, a rappresentare il territorio cremonese ci sarà anche il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, insieme alle autorità civili e militari del Triveneto.

 

Trasferimento e posti riservati

Per chi giungerà a Trieste in auto è consigliato il parcheggio a pagamento presso “Via del Teatro Romano Parking” o quelli, sempre a pagamento, lungo le Rive davanti a piazza Unità. Per evitare di percorrere a piedi la salita che porta alla Cattedrale è possibile anche utilizzare l’ascensore che porta sino al piazzale della Cattedrale con partenza da “Via del Teatro Romano Parking” – Livello 3.

Altri parcheggi, più distanti, sono quelli del “MOLO IV” o del “Silos” Saba nei pressi della stazione ferroviaria, da dove, con i mezzi della Linea 24 di Trieste Trasporti, sarà possibile raggiungere San Giusto.

I sacerdoti concelebranti, i diaconi, i seminaristi e la rappresentanza dei laici con il pass per entrare in Cattedrale dovranno accedervi entro le ore 15.30.

Nel piazzale esterno, dove sarà allestito un maxischermo e 400 posti a sedere, 150 posti saranno riservati ai cremonesi accreditati, che potranno accedere dalle ore 15 mostrando l’attestato di provenienza della Diocesi di Cremona.

 

L’accoglienza del vescovo Trevisi e l’insediamento

L’ingresso in diocesi di Trieste del vescovo Enrico Trevisi sarà anticipato, alle 14.45 da un momento di saluto e preghiera tra il nuovo vescovo e le famiglie e i bambini della diocesi, guidato dal Servizio per la pastorale della famiglia di Trieste, presso il Santuario mariano di Monte Grisa. Alle 15.20 il vescovo Trevisi, scortato dalla polizia locale, partirà alla volta della Cattedrale di San Giusto, dove alle 16 avrà inizio la Messa di insediamento.

Dopo aver passato in rassegna il picchetto d’onore sulla piazza, alle porte della Cattedrale il vescovo Trevisi sarà accolto dal predecessore, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, insieme al preposito del Capitolo della Cattedrale, mons. Giampaolo Muggia. Dopo il bacio del crocifisso e l’aspersione dei fedeli, Trevisi raggiungerà il Battistero, da dove prenderà poi le mosse la processione d’ingresso, guidata (dietro al vescovo Trevisi) dall’arcivescovo Crepaldi che presiederà la prima parte della celebrazione. Proprio l’amministratore apostolico, dopo le parole di benvenuto rivolte a mons. Trevisi, consegnerà all’arcivescovo metropolita di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, la bolla di nomina del nuovo vescovo, che sarà quindi letta dal cancelliere vescovile don Luigi Tonon. Al termine, dopo la formula pronunciata dal Metropolita, il vescovo Trevisi, con mitra e pastorale, prenderà posto in cattedra iniziando così ufficialmente il suo ministero a servizio della Chiesa triestina. Subito dopo riceverà il saluto del Preposito del Capitolo della Cattedrale, del Patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, mons. Francesco Moraglia e del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, rispettivamente a nome della Chiesa locale, delle Chiese del Triveneto e della città di Trieste.

La liturgia, animata con il canto dalla Cappella civica e con le letture proposte in lingua italiana e slovena, sarà concelebrata da una decina di vescovi, e tra loro anche il nunzio apostolico in Slovenia Jean Marie Speich.

Alla fine della Messa il vescovo Trevisi passerà a salutare i fedeli cremonesi e triestini che non hanno potuto partecipare al rito all’interno della Cattedrale.

La celebrazione, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Trieste e l’emittente Telequattro, sarà trasmessa in diretta anche sui canali web e social della Diocesi di Cremona.




Il saluto dei preti della Zona 3 al vescovo Trevisi e in serata l’affidamento alla Santa Casa

L’incontro zonale del clero, che si è svolto nella mattinata di giovedì 13 aprile, per i sacerdoti della città di Cremona ha avuto un significato particolare. Il ritrovarsi insieme presso la parrocchia di San Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist, è stato infatti l’occasione per salutare il parroco di Cristo Re che domenica 23 aprile si insedierà ufficialmente come nuovo vescovo di Trieste.

Un momento di amicizia e fraternità che per monsignor Enrico Trevisi è uno degli ultimi appuntamenti in diocesi di Cremona, che culmineranno domenica 16 aprile nella festa di saluto organizzata a Cristo Re nel suo ultimo giorno da parroco: alla celebrazione delle 10.30 (che sostituisce le consuete Messe delle 10 e delle 11.15) seguirà un momento di festa in oratorio.

Sempre accompagnato dalla propria comunità parrocchiale, nella serata di giovedì 13 aprile, monsignor Trevisi ha affidato il proprio ministero episcopale alla Madonna Nera, in occasione del pellegrinaggio parrocchiale alla Santa Casa, il santuario lauretano nella chiesa di Sant’Abbondio. Dopo la preghiera del Rosario si è tenuta la processione verso il santuario, con la lampada accesa, posta poi sotto la statua della Madonna, seguita dalla preghiera finale e della benedizione impartita dal vescovo Trevisi in particolare sulla comunità di Cristo Re e sulla città.




«Effondi ora sopra questo eletto il tuo Spirito che regge e guida», il rito di ordinazione di un vescovo

In preparazione all’ordinazione episcopale di don Enrico Trevisi, vescovo eletto di Trieste, in programma nel pomeriggio di sabato 25 marzo nella Cattedrale di Cremona, il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Daniele Piazzi, aiuta a capire i gesti e i segni del rito, che viene svolto all’interno di una celebrazione eucaristica e ha una struttura generale identica per i tre Ordini: episcopato, presbiterato, diaconato. Le diverse sezioni rituali offrono una lettura dei diversi ministeri ordinati propria di ogni grado attraverso testi, orazioni e gesti.

 

  1. Apertura del rito di ordinazione

Subito dopo il vangelo si invoca il dono dello Spirito con l’antico inno Veni, Creator. È la preghiera corale della comunità che chiede a Dio di agire in essa. Quindi viene presentato l’eletto: la presentazione ha lo scopo di coinvolgere l’intera Chiesa radunata per celebrare. La richiesta, infatti, è fatta a nome della Chiesa locale, nel caso di don Enrico dalla Chiesa di Trieste attraverso la voce e la presenza di due suoi presbiteri che lo assistono. Si vuole manifestare una Chiesa che riconosce i suoi ministri; inoltre viene richiesto il mandato del Papa, affinché la nomina sia in comunione con la Santa Sede.

 

  1. L’interrogazione davanti all’assemblea

Dopo l’omelia del Vescovo che presiede, l’eletto è interrogato sugli impegni che è chiamato ad assumere. Nel caso del vescovo il quadro generale di riferimento è quello della dinamica del pastore del popolo di Dio: predicazione, custodia della purezza e dell’integrità del dato della fede, edificazione del corpo di Cristo, fedeltà al Papa, cura del popolo di Dio, accoglienza dei poveri e dei bisognosi, in continua ricerca delle pecore smarrite, preghiera per il proprio popolo.

 

  1. L’ordinazione

Facciamo ancora come si legge negli Atti degli Apostoli: «Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono» (Atti 13, 2-3).

La preghiera della comunità si esprime nelle litanie dei santi. È uso tipico del rito romano invocare i fratelli e le sorelle maggiori quando si deve compiere un importante rito. Saranno invocati anche i patroni delle Diocesi di Trieste (i martiri Giusto, Sergio e Servolo) e di Cremona (Omobono, Imerio, Antonio Maria Zaccaria). È un grande momento corale di intercessione del popolo di Dio: tutti in ginocchio, l’eletto prostrato a terra.

La lunga e insistita supplica cantillata si chiude con il solenne e austero silenzio della imposizione delle mani da parte dei vescovi presenti: rito centrale che significa il dono dello Spirito e la “catena di mani” che ricollega agli apostoli al loro ministero.

La preghiera di ordinazione, durante la quale viene posto sopra il capo dell’eletto al ministero episcopale il libro dei Vangeli, per mettere meglio in luce come la fedele predicazione della parola di Dio sia il principale compito del vescovo. Il cuore della preghiera così si esprime: «Effondi ora sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida (Spiritum principalem   / Pνεῦμα ἡγεμονικόν  [Pnèuma heghemonikòn]): tu lo hai dato al tuo diletto Figlio Gesù Cristo ed egli lo ha trasmesso ai santi Apostoli, che nelle diverse parti della terra hanno fondato la Chiesa come tuo santuario a gloria e lode perenne del tuo nome».

 

  1. I riti esplicativi

Seguono diversi riti secondari che, ricevuti dalla antica tradizione liturgica romano-franca (secc. IX – XIII), in un certo senso “spiegano” il ministero del vescovo:

  • unzione crismale del capo, per significare la particolare partecipazione del vescovo al sacerdozio di Cristo;
  • consegna del libro dei Vangeli, per rimarcare quanto detto prima sulla preminenza della predicazione della parola di Dio;
  • consegna dell’anello, per esprimere la fedeltà alla Chiesa, sposa di Dio;
  • l’imposizione della mitria, per esprimere l’impegno nel cammino di santità;
  • la consegna del pastorale, per meglio esprimere il ruolo di guida e di pastore della Chiesa che gli è affidato;
  • l’abbraccio dei vescovi presenti, con cui si pone quasi il sigillo alla sua aggregazione al Collegio episcopale.

 

  1. La benedizione finale all’assemblea

C’è un ultimo rito, stranamente non spiegato nelle Premesse del libro liturgico, ma significativo. Proclamata la preghiera dopo le comunioni, due vescovi accompagnano il nuovo vescovo in mezzo all’assemblea mentre si canta l’antico inno di ringraziamento, il Te Deum, perché benedica i fedeli. Oggi è un vero e proprio “bagno di folla” che sembra fisicamente riunire vescovo e fedeli. Quasi “immerso” nella comunità il vescovo appena ordinato sembra ritrovare la più autentica dimensione dell’episcopato, così come scriveva Agostino e richiamata dalla Bolla di nomina di don Enrico: «Che tu sia un vescovo per i tuoi fedeli, ma anche un cristiano tra i tuoi fedeli (Agostino, Omelia 340,1).

 

  1. Concludendo

Il rito di ordinazione traduce in gesti e preghiere lo specifico ministero del vescovo, così riassunto nelle Premesse al libro rituale: «La missione del vescovo, conferita con il segno sacramentale dell’imposizione delle mani, che effonde su di lui la potenza che viene da Dio, lo Spirito che regge e guida, è anzitutto in funzione di edificazione della Chiesa. La grazia del servizio episcopale, attraverso l’effusione dello Spirito invocata nell’ordinazione e sacramentalmente operata, ripropone dunque la centralità del servizio umile e potente del Cristo capo».

 

Daniele Piazzi

 

 

Ordinazione episcopale di mons. Trevisi, sabato venti vescovi in Cattedrale




Il profilo biografico del vescovo Enrico Trevisi

Mons. Enrico Trevisi è nato a Asola (Mantova) il 5 agosto 1963. Compiuti gli studi nel Seminario diocesano di Cremona, è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Cremona il 20 giugno 1987 mentre risiedeva nella parrocchia di Pieve San Giacomo.

Conseguito il Dottorato in Teologia morale a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, è rientrato in diocesi nel 1990 con l’incarico di vicerettore del Seminario di Cremona e insegnante di Teologia morale.

Dal 1997 al 2004, pur continuando l’insegnamento in Seminario, è stato direttore del Centro pastorale diocesano di Cremona e, dal 1997 al 2003, anche dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Inoltre, tra il 2000 e il 2005 è stato assistente spirituale delle Acli cremonesi.

Nel 2004 ha assunto l’incarico di rettore del Seminario diocesano di Cremona.

Il 10 giugno 2016 è stato nominato parroco della parrocchia di Cristo Re in Cremona, dove ha fatto il proprio ingresso domenica 18 settembre 2016.

Dal 1 settembre 2016, inoltre, ha ricoperto il ruolo di coordinatore dell’Area pastorale “Comunità educante famiglia di famiglie” e di incaricato diocesano della Pastorale familiare insieme ai coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi.

È stato membro del Consiglio Presbiterale Diocesano e del Collegio dei Consultori.

Ha ricoperto incarichi di insegnamento presso l’Istituto superiore di Scienze religiose a Mantova, lo Studio teologico interdiocesano di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e la sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore.

Il 2 febbraio 2023 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo della Diocesi di Trieste, dove farà il suo ingresso domenica 23 aprile 2023.




A La Pace tante iniziative per la Pasqua con il saluto al vescovo Trevisi

Sono state giornate molto intense quelle vissute dagli ospiti della Fondazione la Pace di Cremona durante la Settimana Santa e nei giorni successivi alla Pasqua. Il tempo primaverile consente anche qualche uscita di gruppo in centro città e prossimamente, con l’aiuto dei volontari, anche il parco della Fondazione ritornerà agibile per tutti.

Sono momenti felici e condivisi con familiari e amici, che permettono di lasciare alle spalle i tempi difficili che sono stati attraversati e aprono orizzonti nuovi, soprattutto di relazioni forti e integrazione con il territorio, grazie anche al supporto indispensabile dei volontari dell’Avulss e della Cappellania che garantiscono, con la loro presenza, attività  di carattere ludico-ricreativo ma anche culturale.

Le celebrazioni del Triduo pasquale, molto sentite e partecipate, sono state anticipate dalla visita del vescovo Antonio Napolioni che non fa mai mancare la propria presenza e i suoi auguri in occasione delle feste, incontrando gli ospiti e condividendo con allegria la ferialità delle loro giornate.

Momento festoso e di gioia, nel contesto della programmazione settimanale dello staff di animazione coordinato da Donato Galli, è stato il concerto del Sabato Santo che ha anticipato per tutti la gioia della Pasqua.

La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Enrico Trevisi giovedì 13 aprile ha assunto un significato ancor più forte per i tanti ospiti che hanno avuto modo di conoscerlo negli anni e che hanno voluto stringersi attorno a don Enrico per un grazie corale e una preghiera per la sua nuova missione di vescovo di Trieste che inizierà il prossimo 23 aprile. Per lui anche un semplice dono, una corona del rosario, nella consapevolezza che nella preghiera anche le distanze si accorciano e, nella fede, si rinsaldano quei legami costruiti e maturati nel tempo.

Ora la casa di riposo di via Massarotti con i propri operatori e ospiti si è già incamminata verso un appuntamento di grande risalto: la seconda edizione della “giornata aperta”, programmata per il 27 maggio, occasione di condivisione tra la comunità de La Pace e i anti amici, rinsaldando le relazioni e anche sostenendo economicamente la Fondazione con i suoi innumerevoli servizi al territorio.




Ordinazione episcopale di don Trevisi: ecco come poter partecipare

In vista dell’ordinazione episcopale di mons. Enrico Trevisi, nel pomeriggio di sabato 25 marzo alle ore 15 nella Cattedrale di Cremona, la macchina organizzativa ha già iniziato a scaldare i motori. In particolare l’ufficio liturgico diocesano ha reso noto le modalità per la partecipazione in Duomo, che dalle ore 14 sarà aperto per l’accesso libero dei fedeli.

I primi posti della navata centrale saranno riservati, su invito, alle autorità cremonesi e triestine (che dovranno segnalare la presenza a segreteriavescovile@diocesidicremona.it) insieme ai familiari di don Trevisi (esibendo biglietto di invito). Nelle file dietro da un lato troveranno posto gli invitati del vescovo eletto (esibendo biglietto di invito); dall’altro i gruppi provenienti della diocesi di Trieste, che dovranno segnalare entro lunedì 20 marzo la propria partecipazione scrivendo a liturgia@diocesidicremona.it, indicando numero di partecipanti e riferimento del capogruppo: l’ufficio liturgico provvedrà a inviare al capogruppo il pass da esibire ai volontari incaricati del servizio d’ordine in Cattedrale.

Nei transetti prenderanno posto i sacerdoti e i diaconi, cremonesi e triestini, previa iscrizione entro lunedì 20 marzo (scrivendo a liturgia@diocesidicremona.it): per tutti il ritrovo è entro le ore 14.30 presso la Curia vescovile di piazza S. Antonio Maria Zaccaria 5, dove indosseranno il proprio camice e la propria stola bianca (possibilmente quella regalata dalle Suore Adoratrici). Solo il Capitolo della Cattedrale e i Vicari episcopali di Cremona, insieme ai sacerdoti designati dalla Diocesi di Trieste, vestiranno i paramenti nella sagrestia della Cattedrale (sarà necessario portare il proprio camice, mentre la Cattedrale metterà a disposizione la casula).

I Vescovi che avranno dato la loro adesione per concelebrare (scrivendo a segreteriavescovile@diocesidicremona.it) si troveranno in palazzo vescovile per le ore 14.30 trovando l’occorrente per la celebrazione (necessario portare la mitra preziosa e la croce con cordone).

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La celebrazione sarà trasmessa in diretta dal Centro di produzione televisiva diocesano TRC e potrà essere seguita attraverso i canali web e social della Diocesi di Cremona o in tv su Cremona1 (canale 19) e TeleQuattro (per la zona di Trieste). Giornalisti e operatori della comunicazione potranno accedere alle area riservate alla stampa in Cattedrale con accredito (da richiedere entro lunedì 20 marzo all’ufficio comunicazioni sociali, scrivendo a comunicazionisociali@diocesidicremona.it).

Per i fedeli, i sacerdoti e le autorità che giungeranno a Cremona in automobile sono consigliati i parcheggi in piazza Marconi (a pagamento) oppure presso il piazzale della Croce Rossa (gratuito).

Chi avesse necessità di soggiornare a Cremona prima o dopo la celebrazione può fare riferimento all’agenzia diocesana ProfiloTours (tel. 0372-460592, mail info@profilotours.it).

L’ordinazione episcopale di mons. Enrico Trevisi, eletto vescovo di Trieste, avverrà nella solennità dell’Annunciazione per l’imposizione delle mani del vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni, dell’amministratore apostolico di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi e del vescovo emerito di Cremona mons. Dante Lafranconi.

 

Scarica la locandina dell’ordinazione e dell’ingresso del vescovo Trevisi

 

Il 25 marzo alle 15 nella Cattedrale di Cremona l’ordinazione episcopale di mons. Enrico Trevisi

Ingresso di don Trevisi a Trieste, viaggio in pullman con la ProfiloTours