«Giustizia e pace si baceranno?», a Cremona un’occasione di riflessione sulla giustizia riparativa

Sabato 1° febbraio in Comune sono intervenuti gli esperti la prof. Claudia Mazzucato e padre Guido Bertagna, che da anni si occupano del tema

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«Giustizia e pace si baceranno?». A questo interrogativo, sabato 1° febbraio, nel Salone dei Quadri del palazzo comunale di Cremona, gremito di persone, hanno cercato di rispondere la professoressa Claudia Mazzucato, docente di Diritto penale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e padre Guido Bertagna, gesuita che dal 1997 al 2009 ha lavorato al Centro culturale San Fedele e nel carcere di San Vittore occupandosi di giustizia riparativa.


Nell’introdurre i due relatori, Francesca Mazzini, ha evidenziato come il bacio che le due virtù cercano sia qualcosa di molto concreto e umano. Senza l’incarnazione di queste in storie di uomini che si incontrano nessuna giustizia può generare pace e nessuna pace è realizzabile senza giustizia.

Padre Bertagna ha sottolineato come non solo il punto interrogativo generi inquietudine, ma anche il verbo declinato dal salmista (Salmo 85) al futuro induce a pensare che il bacio tra pace e giustizia possa essere un’utopia anziché una speranza. La risposta alla domanda proposta nel contesto del dialogo a due voci è che solo l’incontro capace di «scongelare il dolore dell’altro» disarma e rende possibile la lenta transizione dal conflitto alla pace. L’altro è chiunque abbia offeso un bene giuridicamente tutelato, rappresenta chi è stato vittima di quell’offesa, sono i padri, le madri, i figli, i fratelli sia della vittima che dell’offensore.

 

L’intervento di padre Bertagna

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L’incontro esige un tempo della parola e uno dell’ascolto, un tempo del silenzio e uno della domanda, e chi è coinvolto deve essere disposto ad ascoltare in silenzio la storia di chi ha di fronte, affinché «la verità possa emergere dall’oscurità». Essere capace di dare la parola a chi vorremmo zittire per sempre aiuta a disarmarsi reciprocamente.

L’incontro diventa potente «quando si scopre il dolore dell’altro. I confini diventano permeabili. Si comincia a ospitare l’altro e insieme si fa verità dall’oscurità», ha affermato padre Bertagna citando il Salmo 51. Si tratta di un processo complesso e rischioso, ha sottolineato Mazzucato, capace però di generare l’inaspettato.

Rami e Bassam, israeliano il primo e palestinese il secondo, uniti dalla tragica scomparsa delle loro figlie a causa della violenza del conflitto, diventano amici e insieme decidono di lavorare per fare in modo che la pace possa concretizzarsi. Il passato non può essere cambiato, ma l’incontro rende possibile un futuro diverso. Una giustizia che inchioda al passato e che ci rende crudeli diventa coazione alla ripetizione incapace come è di rompere la catena del male.

Ciascuno può diventare protagonista di questo cammino se disarma se stesso, disarma una giustizia incapace di generare pace, esce dall’indifferenza di fronte alla violenza e incontra il suo altro «difficile». Facendo riferimento al conflitto israelo-palestinese, Mazzucato ha affermato che «stare insieme alla fermata dell’autobus è un atto di diplomazia riparativa che parte dalle radici, necessaria quanto la diplomazia delle élite». Sono questi piccoli atti che dissodano le terre aride di popoli segnati da guerre e che rendono difficile la convivenza pacifica. A questa diplomazia tutti possiamo ispirarci.

 

L’intervento della prof. Mazzucato

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«La giustizia riparativa, o giustizia dell’incontro, non è mite bensì difficile e scandalosa, simile a un faticoso inerpicarsi e a un accidentato discendere, una via rischiosa da fare solo insieme – ha concluso Mazzucato – ma offre la speranza che quel bacio accada».

Luisa Tinelli

TeleRadio Cremona Cittanova
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