Il monastero di San Sigismondo torna a riaprire le sue porte alle visite. Dopo due anni di sospensione riprende infatti la tradizionale apertura del primo maggio, memoria liturgica del santo a cui il complesso monastico è intitolato. Scrigno d’arte che presto sarà ulteriormente valorizzato grazie al rifacimento dell’impianto luci della chiesa, cui l’apertura straordinaria del monastero potrà contribuire a sostenere.
Domenica 1 maggio, dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30, sarà possibile partecipare alle visite guidate – nella chiesa, nel chiostro e nel refettorio – organizzate dall’associazione Amici del Monastero e condotte da tre guide coordinate da Alessandro Bonci, presidente della locale sezione del Fai, grazie alla disponibilità della comunità claustrale Domenicane. Per chi lo desidera sarà inoltre possibile assistere alle celebrazioni liturgiche della comunità monastica: alle 11 la Messa e alle 18 il canto dei Vespri.
Le visite saranno proposte per gruppi di 15 persone per evitare assembramenti durante il percorso, ma non sarà necessaria prenotazione.
Alcune volontarie disporranno un punto di ristoro e le offerte volontarie raccolte contribuiranno a finanziare i prossimi lavori di adeguamento, su tutti il rifacimento dell’impianto luci della chiesa.
«Abbiamo presentato il progetto e aspettavamo l’autorizzazione da mesi – spiega don Gianluca Gaiardi, incaricato per i Beni culturali ecclesiastici e per l’edilizia di culto – e finalmente, la scorsa settimana, è arrivata».
L’opera di rifacimento dell’impianto luci comporterà l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione, che comprende tutta la linea di alimentazione elettronica, dal quadro elettrico fino a tutti i corpi illuminanti. Questi terminali saranno costituiti da luci a led, che garantiranno alla struttura un’attività di risparmio energetico e saranno installati su tutta la navata, sul presbiterio, sull’abside e nelle cappelle laterali, che attualmente non dispongono di alcun tipo di illuminazione.
Un altro obiettivo del progetto – i cui lavori prenderanno il via nei prossimi mesi – è quello di dotare la chiesa di gettoniere specifiche dedicate all’illuminazione temporanea.
«Nella prima ondata della pandemia, quando Cremona è stata così pesantemente colpita, anche il monastero è stato segnato dalla malattia. In quella circostanza, ancora una volta la vita del monastero si è intrecciata con la vita della città – spiega madre Maria Caterina, priora della comunità claustrale –. La comunità monastica, in solidarietà silenziosa con questa drammatica situazione, ha vissuto il suo cammino nel buio dell’incertezza e il pericolo di morte. La solidarietà orante, nascosta ma reale delle monache, è stata ricambiata largamente dalle tante persone che ci hanno dimostrato affetto e vicinanza. Il nostro monastero, pur nell’emergenza che colpiva tutti, non è stato dimenticato dalla città e dalle sue “cure”, nelle più svariate forme. La preghiera e la carità di tante persone non ci hanno lasciato sole».
Piene di gratitudine le parole della priora della comunità claustrale di S. Sigismondo, che prosegue: «La riapertura al pubblico del complesso di S. Sigismondo quest’anno vuol essere segno della nostra gratitudine per tutti. Senz’altro verranno turisti provenienti da altre province, per ammirare le opere che questo scrigno d’arte racchiude, ma pensiamo che saranno soprattutto i cremonesi a tornare volentieri a visitare S. Sigismondo, così caro al loro cuore tanto da andarne orgogliosi».