Nella mattinata di domenica 6 ottobre Soresina darà il benvenuto al nuovo parroco don Andrea Bastoni. La Messa di insediamento, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, sarà celebrata alle 11 nella chiesa parrocchiale di San Siro.
Il nuovo parroco, però, arriverà già alle 10.30 nel cortile del centro parrocchiale per un momento di accoglienza. Da qui si muoverà anche la processione dei concelebranti che, prima dell’ingresso in chiesa, alle 10.55 sosterà sul sagrato dove il sindaco Alessandro Tirloni darà ufficialmente il benvenuto al nuovo parroco a nome di tutta la comunità civile.
Accanto a don Bastoni saranno presenti gli altri sacerdoti in servizio a Soresina: il vicario don Alberto Bigatti e i collaboratori parrocchiali don Giuseppe Ripamonti e don Enrico Strinasacchi.
La Messa di insediamento, che si celebra anche nella coincidenza della dedicazione della chiesa di San Siro, sarà animata dal Coro Psallentes. Dopo la celebrazione tutta la comunità è invitata per un momento conviviale e di festa in oratorio.
Lunedì 7 ottobre il nuovo parroco incontrerà la comunità claustrale delle monache Visitandine e celebrerà la Messa delle 18 nella chiesa del Monastero; mercoledì 9 ottobre presiederà l’Eucaristia al Cimitero cittadino in ricordo dei parroci e dei fedeli soresinesi defunti; giovedì 10 ottobre incontro con i bambini e i ragazzi del catechismo con Messa alle 18 nella chiesa del Buon Pastore.
A preparare l’ingresso di don Bastoni un triduo con una serie di iniziative dedicate a tutte le fasce d’età. Primo appuntamento mercoledì 2 ottobre con l’incontro “Il sacerdote al servizio del popolo di Dio” e il momento di preghiera per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie alle 16.30 in oratorio, presso la chiesa del Buon Pastore; la sera, alle 21, Messa in San Siro presieduta da don Francesco Cortellini (docente di Teologia e nuovo parroco di Bozzolo). Giovedì 3 ottobre momento di riflessione “Il sacerdote, dono del Signore al popolo di Dio” durante la Messa delle 21 in San Siro presieduta da don Emanuele Barbieri (parroco di Capralba e delegato episcopale per la Pastorale della Diocesi di Crema). Infine venerdì 4 ottobre celebrazione penitenziale alle 21 in San Siro.
Profilo biografico del nuovo parroco
Don Andrea Bastoni, classe 1972, originario di Piadena, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. Prete novello è stato inviato a Roma a proseguire gli studi e ha conseguito le licenze in Teologia fondamentale e Liturgia. Rientrato in diocesi è stato prima vicario a Cremona nella parrocchia di S. Bernardo (2001-2010) e poi a Caravaggio (2010-2016); negli stessi anni è stato anche docente in Seminario. Nel 2014 è stato trasferito a Pizzighettone come collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale comprendente le due parrocchie di Gera d’Adda, quella di Regona, di Roggione e di Pizzighettone, di cui nel 2016 ha assunto l’incarico di parroco in solido e moderatore. Ora il vescovo l’ha scelto come nuovo parroco di Soresina. È docente all’Istituto superiore di Scienze religiose S. Agostino.
Il messaggio di don Andrea Bastoni alla Comunità di Soresina
Insieme … in cammino
Saluto volentieri voi tutti, fedeli e abitanti di Soresina, voi confratelli sacerdoti, voi Monache del Monastero della Visitazione!
La mia biografia è presto raccontata: sono nato nel 1972, ho trascorso gli anni della mia infanzia e adolescenza a Piadena, mio paese di origine e dove tuttora abita la mia famiglia. Conseguita la maturità scientifica nel 1991, sono entrato in Seminario a Cremona e sono stato ordinato prete il 21 giugno 1997. Dopo i primi anni trascorsi a Roma, su incarico dell’allora vescovo Giulio Nicolini, per completare gli studi teologici, dal 2001 al 2010 sono stato vicario presso la parrocchia di San Bernardo in Cremona e, dal 2010 al 2014, presso la parrocchia di Caravaggio. Nell’autunno del 2014, nominato dal vescovo Dante, sono arrivato come collaboratore nella neonata Unità pastorale di Pizzighettone (ora, da poco, Madonna del Roggione), costituita dalle parrocchie San Bassiano, Beata Vergine del Roggione, San Patrizio in Regona, San Pietro e San Rocco in Gera, divenendone poi Parroco moderatore nel 2016, per nomina del vescovo Antonio.
Pur con passaggi difficili e impegnativi (legati, per le cinque parrocchie, al doversi ripensare e riorganizzare in un percorso unitario) e nonostante periodi molto dolorosi (penso all’esperienza della pandemia), sono stati dieci anni bellissimi e devo ringraziare di cuore i pizzighettonesi tutti per il tanto bene di cui sono stato testimone e che ho ricevuto e anche per il grande impegno e la gratuita generosità che ho visto, da parte dei fedeli laici, nel servizio in tutti gli ambiti della vita parrocchiale. Mi pare, d’altronde, di cogliere come, grazie anche agli input di papa Francesco e, in Diocesi, del vescovo Antonio, le comunità cristiane stiano sempre più acquisendo la consapevolezza del valore della corresponsabilità, accogliendo, certo, la vocazione e la missione del prete, ma anche l’assunzione di responsabilità dei credenti laici, valorizzando il contributo e la testimonianza di ognuno, secondo i doni che lo Spirito ampiamente suscita, anche nel nostro tempo, a servizio del bene e dell’unità.
Pochi mesi fa, è arrivata la nuova nomina come parroco a Soresina. Era maggio. Sinceramente, mi ci è voluto ben più di qualche giorno per “metabolizzare” la richiesta del vescovo Antonio; il rammarico iniziale ha poi, pian piano, lasciato spazio alla disponibilità per una nuova chiamata e lascio le parrocchie precedenti anzitutto con il cuore colmo di gratitudine per il bene che mi hanno donato; gratitudine, ovviamente, anche per la mia famiglia, per la comunità piadenese, che ha visto nascere e crescere la mia vocazione, per la comunità del seminario, per le parrocchie di San Bernardo e di Caravaggio.
Ora inizia un cammino nuovo. Immagine densa, quella del cammino (sia nell’esperienza di ognuno di noi, sia anche nel racconto biblico), capace di esprimere metaforicamente sia la vita, sia la fede.
Per descrivere l’animo con il quale mi appresto ad iniziare a camminare insieme a voi e in mezzo a voi, mi affido volentieri, appunto, alle parole della Bibbia, in modo particolare di san Paolo, nella sua prima lettera ai cristiani di Corinto: “Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. 2Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. 3Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio” (1Cor 2,1-5).
Penso che, quando si intraprende un cammino nuovo, siano umani e normali gli interrogativi sul futuro: chi incontreremo? Che strade percorreremo? Cosa ci aspetterà? Quali scoperte, quali gioie e quali fatiche ci attenderanno? Ce la faremo? Avremo le risorse per portarlo a termine? Eppure, l’invito che spesso ritorna nella Bibbia è proprio quello a mettersi in cammino, come dimensione costitutiva e qualificante della fede: mi accompagna e mi consola il pensiero che io mi inserisco ora al vostro fianco in un cammino che voi, con la grazia di Dio, avete già compiuto e state già compiendo; insieme, ne percorreremo un tratto.
Camminare insieme, nella quotidianità, offre l’opportunità di conoscersi, ascoltarsi, condividere esperienze e racconti (di vita e di fede), raccogliere testimonianze di bene, sorprendersi di ciò che l’azione di Dio compie nella storia delle comunità e dell’umanità, nel cuore e nella vita delle persone. Educa anche a tenere un passo sostenibile per tutti e a sostenersi reciprocamente.
Ho sperimentato più volte, in questi anni, che, al di là dei nostri calcoli, delle nostre previsioni, dei nostri progetti e delle nostre strategie, la grazia di Dio ci precede e ci attende: inizio, pertanto, a camminare tra voi “nella debolezza e con molto timore e trepidazione”, per usare le parole di San Paolo, ossia con l’animo di chi ha tutto da imparare, da conoscere, da scoprire: di voi, del volto della Città di Soresina, della sua storia e delle sue tradizioni, dei suoi punti di forza e delle sue risorse, del cammino che, come parrocchia, lo Spirito vi ha fatto compiere, delle scelte che avete fatto, dell’”organizzazione” che, nel tempo, vi siete dati.
All’inizio del mio cammino con voi e tra voi, oltre che alle vostre preghiere (e, in particolare, a quelle delle monache del Monastero della Visitazione), mi affido anche alla vostra comprensione e alla vostra pazienza e chiedo scusa in anticipo se, soprattutto agli inizi, accadrà che mi dimentichi di qualcosa o di qualcuno, o commetta qualche gaffe derivante dall’inesperienza e dalla non conoscenza. Grazie fin da ora.
Allora: buon cammino! Con la benedizione del Signore, che invoco copiosa su di me e su voi tutti, per intercessione della Vergine Maria e dei Santi nostri patroni.
Don Andrea