Preghiera e digiuno, le armi dell’amore che cambiano la storia

Anche in diocesi di Cremona si è vissuta la Giornata di preghiera e di digiuno per la pace voluta dal Papa con iniziative specifiche nella Cattedrale di Cremona e al Santuario di Caravaggio

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Anche le comunità della diocesi di Cremona hanno accolto l’invito di Papa Francesco che ha chiesto a tutta la Chiesa, nell’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele, di pregare per la pace e farlo anche con il digiuno, così drammaticamente simile a quello che molti, in tante parti del mondo, sono costretti a subire a motivo della guerra. Un’esortazione a vivere per un momento il silenzio che aiuta a riflettere e meditare sui drammi e le ingiustizie che la follia umana crea in molti luoghi del mondo.

A Cremona questo impegno per la pace si è concretizzato anche con due iniziative nella Cattedrale di Cremona e che hanno coinvolto attivamente la città di Cremona e non solo.

Un primo appuntamento è stato nella serata di domenica 6 ottobre, alle 17, con il Rosario, in comunione con la preghiera di Papa Francesco nella basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha rivolto alla Vergine un’accorata supplica per la pace.

Lunedì 7 ottobre, inoltre, in Cattedrale è stata organizzata una “Pausa digiuno” straordinaria: l’iniziativa cui i cremonesi ormai sono abituati a vivere nel tempo di Quaresima è arrivata molto in anticipo. Lo stile è stato quello quaresimale: nella pausa pranzo la Cattedrale è stata aperta per unire le preghiere silenziose davanti all’Eucaristia esposta sull’altare di chi deciso di dedicare tempo a invocare la pace, magari unendo anche l’equivalente della spesa del pasto non consumato a chi ne ha più bisogno.

Nel pomeriggio una analoga iniziativa si è svolta al Santuario di Caravaggio dove alle 18 è iniziata l’adorazione eucaristica: alle 19.30 la preghiera del Rosario, conclusione alle 20 con benedizione eucaristica. Una preghiera che ha caratterizzato anche le Messe in basilica delle 7, delle 8.30, delle 10 e delle 16. Proprio al Santuario di Caravaggio ogni sabato nelle liturgie del mattino viene celebrata la Messa di “Maria Regina della pace” per invocare dal Signore, per intercessione di Vergine, questo indispensabile dono.

“Un anno fa è divampata la miccia dell’odio; non si è spenta, ma è deflagrata in una spirale di violenza, nella vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra”, scrive Papa Francesco nella lettera indirizzata ai cattolici del Medio Oriente nel giorno dell’anniversario dell’attacco terroristico in Israele, in cui il Santo Padre ha indetto una Giornata di preghiera e di digiuno per la pace. E continua: “Il sangue scorre , come le lacrime; la rabbia aumenta, insieme alla voglia di vendetta, mentre pare che a pochi interessi ciò che più serve e che la gente vuole: dialogo, pace”.

“Non mi stanco di ripetere che la guerra è una sconfitta, che le armi non costruiscono il futuro ma lo distruggono, che la violenza non porta mai pace”, l’ennesimo appello del Pontefice: “La storia lo dimostra, eppure anni e anni di conflitti sembrano non aver insegnato nulla. E voi, fratelli e sorelle in Cristo che dimorate nei Luoghi di cui più parlano le Scritture, siete un piccolo gregge inerme, assetato di pace”. “Grazie per quello che siete, grazie perché volete rimanere nelle vostre terre, grazie perché sapete pregare e amare nonostante tutto”, l’omaggio del Papa: “Siete un seme amato da Dio. E come un seme, apparentemente soffocato dalla terra che lo ricopre, sa sempre trovare la strada verso l’alto, verso la luce, per portare frutto e dare vita, così voi non vi lasciate inghiottire dall’oscurità che vi circonda ma, piantati nelle vostre sacre terre, diventate germogli di speranza, perché la luce della fede vi porta a testimoniare l’amore mentre si parla d’odio, l’incontro mentre dilaga lo scontro, l’unità mentre tutto volge alla contrapposizione. Con cuore di padre mi rivolgo a voi, popolo santo di Dio; a voi, figli delle vostre antiche Chiese, oggi martiriali; a voi, semi di pace nell’inverno della guerra; a voi che credete in Gesù mite e umile di cuore e in lui diventate testimoni della forza di una pace non armata”.

“Gli uomini oggi non sanno trovare la pace e noi cristiani non dobbiamo stancarci di chiederla a Dio”. Scrive il Papa nella lettera ai cattolici del Medio Oriente, spiegando perché ha inviato tutti a vivere questa giornata di preghiera e digiuno. “Preghiera e digiuno sono le armi dell’amore che cambiano la storia, le armi che sconfiggono il nostro unico vero nemico”, ribadisce Francesco: “lo spirito del male che fomenta la guerra, perché è omicida fin da principio, «menzognero e padre della menzogna”. “Per favore, dedichiamo tempo alla preghiera e riscopriamo la potenza salvifica del digiuno!”, l’invito per la Giornata di oggi.

Poi le parole indirizzate ai cattolici del Medio Oriente, “ma anche a tutti gli uomini e le donne di ogni confessione e religione che in Medio Oriente soffrono per la follia della guerra: vi sono vicino, sono con voi”. “Sono con voi, abitanti di Gaza, martoriati e allo stremo, che siete ogni giorno nei miei pensieri e nelle mie preghiere”, l’elenco del Papa: “Sono con voi, forzati a lasciare le vostre case, ad abbandonare la scuola e il lavoro, a vagare in cerca di una meta per scappare dalle bombe. Sono con voi, madri che versate lacrime guardando i vostri figli morti o feriti, come Maria vedendo Gesù; con voi, piccoli che abitate le grandi terre del Medio Oriente, dove le trame dei potenti vi tolgono il diritto di giocare. Sono con voi, che avete paura ad alzare lo sguardo in alto, perché dal cielo piove fuoco. Sono con voi, che non avete voce, perché si parla tanto di piani e strategie, ma poco della situazione concreta di chi patisce la guerra, che i potenti fanno fare agli altri; su di loro, però, incombe l’indagine inflessibile di Dio. Sono con voi, assetati di pace e di giustizia, che non vi arrendete alla logica del male e nel nome di Gesù amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”.

“Grazie a voi, figli della pace, perché consolate il cuore di Dio, ferito dal male dell’uomo”, la conclusione della lettera: “E grazie a quanti, in tutto il mondo, vi aiutano; a loro, che curano in voi Cristo affamato, ammalato, forestiero, abbandonato, povero e bisognoso, chiedo di continuare a farlo con generosità. E grazie, fratelli vescovi e sacerdoti, che portate la consolazione di Dio nelle solitudini umane. Vi prego di guardare al popolo santo che siete chiamati a servire e a lasciarvi toccare il cuore, lasciando, per amore dei vostri fedeli, ogni divisione e ambizione”.

 

 

Cei: le Chiese in Italia si uniscono alla preghiera per la pace del 6 e 7 ottobre dopo l’appello del Papa – Scarica i sussidi

Papa Francesco: “In preghiera per la pace il 6 e il 7 ottobre”

 

Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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