Prosegue il ciclo di incontri promossi dall’Anpc, l’Associazione nazionale partigiani cristiani di Cremona, presieduta da Franco Verdi, in occasione dell’80° della Resistenza (1945-2025). Venerdì 28 marzo alle 17.30 presso la sala-teatro “Contardo Ferrini” della Parrocchia di Sant’Agata, in corso Garibaldi 121, a Cremona, sotto la lente vi sarà la figura del beato Odoardo Focherini, giusto tra le Nazioni, approfondita dal professor Gianluca Galimberti.
Dirigente d’Azienda, presidente dell’Azione Cattolica di Carpi (Mo), giornalista, è medaglia d’oro al valor civile, iscritto all’Albo dei Giusti tra le Nazioni del Yad Vashem per la sua opera a favore degli ebrei nella Shoa: fu arrestato, deportato, morì nel Lager di Hersbruck.
Odoardo Focherini nacque a Carpi il 6 giugno 1907 da genitori di origine trentina. Crebbe nella fede e nella vita cristiana in famiglia, in parrocchia, nella relazione con due figure sacerdotali di spicco nel mondo cattolico modenese: don Amedeo Benatti e don Zeno Saltini, fondatore dell’Opera Piccoli Apostoli, poi Nomadelfia.
Nel 1924, sotto la guida di Zeno Saltini non ancora sacerdote, fu promotore dell’Aspirante, giornale per ragazzi, strumento di collegamento regionale e nazionale, dove avviò le prime esperienze giornalistiche poi sviluppate con sempre maggiore assiduità e impegno all’Avvenire d’Italia, quotidiano cattolico di Bologna.
In Azione Cattolica fu leader con crescenti apicali responsabilità diocesane: presidente della Federazione giovanile maschile (1928), presidente della sezione Uomini (1934) e presidente diocesano (1936).
Nel 1938, dopo l’approvazione delle Leggi Razziali, su incarico di Raimondo Manzini, direttore dell’Avvenire d’Italia, organizzò e agevolò la fuga di ebrei polacchi verso la Spagna e l’America Latina. In seguito, in collaborazione con don Dante Sala, parroco di San Martino in Spino (Mirandola), diede vita a un’efficiente organizzazione clandestina finalizzata all’espatrio di ebrei verso la Svizzera, agevolato dalla sua intraprendenza organizzativa e dai contatti che gli venivano dalla professione di Ispettore delle Assicurazioni (la Cattolica di Verona) su un’area da Verona a Pordenone, Modena Bologna.
Dopo l’8 settembre 1943, l’organizzazione clandestina aumentò gli espatri e i rischi, finché l’impegno di Focherini fu scoperto. Arrestato, fu incarcerato a Bologna e poi deportato a Fossoli, Gries, e dal 7 settembre 1944 a Flossemburg, quindi a Hersbruck dove morì il 27 dicembre per setticemia da una ferita non curata a una gamba, confortato dall’amico Teresio Olivelli, che morì per percosse il mese dopo.
Mentre si trovava nel carcere di S. Giovanni in Monte di Bologna, parlando con il cognato Bruno Marchesi ebbe a dire: «Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore».
Il 10 maggio 2012 papa Benedetto XVI firmò il decreto di martirio “in odium fidei”. Odoardo Focherini fu beatificato il 15 giugno 2013, primo giornalista italiano a salire all’onore degli altari.