L’unità pastorale Sant’Omobono in festa con don Gianpaolo Maccagni e mons. Amedeo Ferrari

Nel pomeriggio di domenica 14 settembre le parrocchie della Cattedrale, S. Imerio e San Pietro al Po nell'Eucaristia presieduta dal vescovo Napolioni hanno accolto il nuovo parroco e il nuovo collaboratore parrocchiale

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Una gioia genuina e sincera delle tante persone amiche, conosciute negli anni di ministero e dei tanti nuovi parrocchiani ha accolto don Gianpaolo Maccagni come nuovo parroco dell’unità pastorale Sant’Omobono (Cattedrale, S. Imerio e San Pietro al Po). Insieme a lui, nella celebrazione di insediamento presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nel pomeriggio di domenica 14 settembre nella chiesa di San Pietro al Po, la comunità ha accolto anche mons. Amedeo Ferrari, nuovo collaboratore parrocchiale oltre che canonico della Cattedrale, dopo sei anni come rettore del Santuario di Caravaggio. Per don Maccagni è un ritorno al ruolo di parroco a Cremona dopo che per nove anni ha affiancato il vescovo Napolioni nel ruolo di vicario episcopale per il Clero e Coordinamento pastorale.

Presenti per l’occasione diversi sacerdoti della città e non solo, oltre naturalmente agli altri sacerdoti che prestano servizio nell’unità pastorale Sant’Omobono: il vicario don Stefano Montagna e agli altri collaboratori parrocchiali mons. Carlo Rodolfi e don Mauro Felizietti.

La celebrazione di insediamento ha avuto inizio alle 18.30, anticipata, davanti alla chiesa di San Pietro al Po, dal saluto dell’Amministrazione comunale. La vicesindaca Francesca Romagnoli nel dare il benvenuto al nuovo parroco ha voluto sottolineare come quello del parroco sia un impegno molto importante, in quanto punto di riferimento per credenti e non, perché «il parroco è quella della persona che parla con gli altri, che li ascolta, che gli sta vicino con la prossimità e la vicinanza della Chiesa».

 

Il saluto della vicesindaco di Cremona

 

In chiesa, quindi, è iniziata la Messa, solennizzata dai canti del coro parrocchiale e dall’organo, con i gesti tipici dell’insediamento dei parroci: la lettura del decreto di nomina da parte del nuovo vicario episcopale per la Pastorale don Antonio Bandirali (che ha lasciato proprio la guida dell’unità pastorale Sant’Omobono, in un vero e proprio passaggio di testimone reciproco con don Maccagni), l’invocazione dello Spirito e poi l’aspersione dei fedeli e l’incensazione dell’altare da parte del nuovo parroco.

Quindi il saluto del vicepresidente del Consiglio pastorale unitario, Paolo Bignelli, in rappresentanza di tutte le comunità parrocchiali, che ha rivolto il più caloroso benvenuto al nuovo parroco, chiedendogli di accompagnare la comunità a «continuare a crescere nella fede, nella carità e nella comunione fraterna».  Non sono mancate neppure parole per mons. Amedeo Ferrari, assicurando l’impegno a camminare insieme a tutti i sacerdoti dell’unità pastorale «facendovi sentire la nostra presenza e vicinanza». Quale segno di benvenuto ai due sacerdoti sono stati donati alcuni libri che raccontano non solo la storia e l’arte, ma anche il patrimonio spirituale delle comunità

 

Il saluto del rappresentante dell’unità pastorale

 

L’omelia del vescovo è iniziata con una riflessione a partire dalla festa dell’esaltazione della Croce, con i cristiani che hanno «colto in questo capovolgimento delle cose la fantasia dell’amore di Dio, uno strumento di tortura che diventa luogo di salvezza per l’universo, per l’umanità». «Come Sant’Elena andò a cercare la vera Croce, credo che il primo compito del nuovo parroco sia proprio questo. E don Giampaolo lo sa bene» ha detto mons. Napolioni proseguendo nella sua riflessione: «Andare a cercare le croci, fare una via crucis tra le case, tra le persone».

Proseguendo in questa analogia tra parroco e Croce, nella sua riflessione il vescovo di Cremona ha posto all’attenzione un altro personaggio evangelico: «Il parroco diventa come il Cireneo: aiuta Gesù a portare la sua Croce fino al culmine. E io so bene quanto don Giampaolo ha fatto il cireneo al vescovo – ha detto Napolioni facendo riferimento agli anni in cui il sacerdote è stato affiancato come vicario episcopale –. Non sfruttatelo troppo anche voi come Cireneo, non approfittatevi troppo, ma diventiamo insieme Cirenei dell’umanità».

Un’esortazione a tutti i presenti che è poi proseguita: «Non dobbiamo essere giudici, tanto meno cristiani arrabbiati, scontenti, come se ci fosse sempre meno Gesù nella Storia perché ci può essere meno Chiesa, ma non ci può essere meno Gesù, che rimane nascosto in ogni briciola di umanità sofferente che anela alla sua dignità».

 

L’omelia del vescovo

 

Prima della fine della Messa il saluto di don Maccagni, focalizzato in tre punti: «La prima è “grazie”, prima di tutto al Signore, perché con me è stato sempre particolarmente misericordioso e buono e l’ultimo dono che mi sta facendo è sicuramente il dono di questa comunità pastorale, di queste tre parrocchie». Il grazie si è poi esteso ai «volti che vengono da esperienze e che mi hanno ricordato tante cose belle che abbiamo vissuto insieme» come anche «per gli anni che il Signore ci concederà di rimanere insieme».

La seconda parola è stata «insieme», per una «unità pastorale che ha diverse realtà, insieme preti, religiosi, diacono e laici: insieme, solo insieme, non solo perché insieme l’unione fa la forza, ma perché insieme possiamo vivere il Vangelo della fraternità e annunciarlo in modo credibile».

Quindi una promessa: «Avrò sempre un occhio di riguardo per gli ammalati, per le persone anziane, per le persone che si sentono un po’ ai margini, per quelli che fanno più fatica, perché, come ha detto il vescovo, il prete deve andare a caccia di croci, dei crocifissi, per far sentire una voce di speranza e una comunità che a loro vuole bene».

Al termine del saluto un ricordo speciale e commosso: «Un ultimo pensiero è a un prete che avrebbe dovuto essere qui, ma è già in cielo: don Pietro Samarini. Avrebbe dovuto essere lui il vicario zonale. Ci ha tenuto tanto che io diventassi parroco e ha aiutato la comunità a prepararsi a questo momento. È già in cielo e ci guarda dall’alto».

 

Il saluto del nuovo parroco

 

La serata è continuata presso i vicini ambienti parrocchiali con un buffet e un momento di festa, occasione per i sacerdoti per salutare gli amici di sempre e iniziare a conoscere quelli con cui saranno chiamati a percorrere i futuri passi.

Domenica 21 settembre alle 11 don Maccagni presiederà l’Eucaristia in Cattedrale: la celebrazione, come ogni domenica, sarà proposte in diretta tv su CR1 e i canali web e social della Diocesi.

 

 

Biografia dei nuovi sacerdoti

Don Gianpaolo Maccagni, classe 1958, originario di Castelleone, è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. Ha iniziato il ministero sacerdotale a Cremona come vicario della parrocchia di Cristo Re. Nel 1997 la nomina a parroco della parrocchia S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona. Negli stessi anni, quale vicario zonale dell’allora Zona pastorale 6, ha temporaneamente assunto gli incarichi di amministratore parrocchiale del Migliaro (2012) e di Picenengo (2013). Nel 2016 la nomina a vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale. Tra il 2016 e il 2019 è stato anche cappellano del Monastero Domenicano di San Sigismondo e tra il 2016 e il 2025 responsabile dell’Istituto pastorale Pio X. Ora il vescovo l’ha scelto come parroco dell’unità pastorale Sant’Omobono di Cremona, formata dalle parrocchie della Cattedrale, di S. Imerio e S. Pietro al Po, in sostituzione di don Antonio Bandirali. Dal 2019 è assistente diocesano dell’Azione Cattolica Cremonese.

 

Mons. Amedeo Ferrari, classe 1951, originario di Rivoltella del Garda (BS), è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1975. Laureato in Pedagogia, è stato animatore del Seminario Vescovile (1975-1980) e poi docente (1980-2006). È stato anche responsabile dell’Istituto di pastorale S. Pio X (1994-2004); vice-assistente diocesano (1990-1995) e poi assistente diocesano (1995-1997) dei Giovani di Azione Cattolica. Successivamente ha ricoperto gli incarichi di delegato episcopale per il Clero (1997-1998), presidente della Commissione per il Diaconato permanente (1997-2001) e rettore del Seminario Vescovile di Cremona (1998-2004). È stato poi parroco a Cremona della parrocchia di S. Bernardo (2004-2007) e di Castelleone e Corte Madama (2007-2018) con anche l’incarico di rettore del Santuario della Madonna della Misericordia. Tra il 2006 e il 2023 è stato anche docente degli Studi teologici riuniti dei Seminari di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano. Dal 2018 era rettore del Santuario S. Maria del Fonte presso Caravaggio. Ora il vescovo l’ha scelto come canonico del Capitolo della Cattedrale di Cremona con anche l’incarico di collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale “S. Omobono” di Cremona (Cattedrale, S. Imerio e S. Pietro al Po).

 

 

Il saluto del nuovo parroco sul bollettino parrocchiale

Colgo volentieri l’occasione di questo spazio sul periodico della nostra Unità Pastorale per un breve e semplice saluto.

Non vi nascondo il mio sincero desiderio di ritornare ad essere parroco, di una comunità cristiana, dopo nove anni di esperienza arricchente come collaboratore del Vescovo Antonio per il coordinamento pastorale in diocesi. Fin da quando ho iniziato il mio cammino, 43 anni fa, ho sempre pensato che la chiamata a servire la chiesa come presbitero rende pastori di quella porzione di chiesa che ci viene affidata. “Quando ebbero mangiato”, il Signore, dopo che ha ottenuto per tre volte la sua sincera dichiarazione ad amarlo, affida a Pietro le sue pecorelle. (Gv 21, 15-17) “Dopo la Messa, il dono più grande: la Parrocchia” scriverà don Primo Mazzolari nel suo testamento. Dopo esser stati commensali con Cristo, è Lui stesso che ci affida quanto ha di più caro: il suo popolo. Ecco il programma di vita: diventare ed essere sempre più pastori: questa è l’identità di un presbitero! Il pastore sta, condivide, accompagna, ascolta, si prende cura, si fa carico, come Gesù non come un mercenario. Ecco, vengo a voi semplicemente con questo desiderio, da credente desidero condividere la fede nel Risorto con voi per quel tratto di cammino che il Signore ci concederà, come prete desidero vivere in fraternità con gli altri preti della stessa unità pastorale, come vostro parroco mi auguro di poterci aiutare vicendevolmente a proseguire il bel cammino tracciato da chi con voi prima di me, ha speso con passione tante energie, inseriti in  quella straordinaria Chiesa di Cremona che vede proprio nella Cattedrale del Vescovo il suo segno visibile.

Non ho e non desidero fare programmi, accoglierò con voi quelli che il Signore, giorno dopo giorno ci offrirà e che si manifestano nelle pieghe della vita di ognuno e in questo momento storico così carico di tensioni e paure, ma proprio per questo ancora di più bisognoso dell’annuncio di speranza del Vangelo.

Se una priorità voglio manifestarvi è quella di uno sguardo e un’attenzione particolare, per gli ammalati, gli anziani nelle loro abitazioni e nelle case di riposo, le famiglie in difficoltà, quelli insomma che faticano di più, che rischiano di  sentirsi lontani, a loro va da subito il mio pensiero, la mia preghiera e il mio primo impegno.

Ancora un grazie riconoscente a don Antonio, entrambi di Castelleone, al quale mi lega stima e amicizia, per il frutto del suo generoso servizio che mi consegna, a lui auguro un buon lavoro nel servizio diocesano che il Vescovo gli affida. Un saluto a don Stefano, che con tanta passione anima la pastorale giovanile, ai collaboratori don Carlo, don Mauro, al diacono Franco, con i quali condividere il servizio pastorale, un benvenuto a don Amedeo che accogliamo nella medesima squadra. Alle diverse comunità religiose, altra bella risorsa dell’unità pastorale, l’impegno a valorizzare il loro carisma a servizio della comunione tra tutti.

Avremo modo giorno dopo giorno di conoscerci personalmente e di accoglierci fraternamente anche nei nostri limiti, fin d’ora auguro a me e a tutti voi un buon cammino.

Il vostro parroco

don Gianpaolo

 

 

Il Capitolo della Cattedrale ha accolto il nuovo canonico mons. Amedeo Ferrari

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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