“I nomi della giustizia. La questione penale in Lombardia tra memoria e futuro”: a Bergamo una mattinata di riflessione, confronto e dialogo sul tema della giustizia penale

image_pdfimage_print

Sabato 18 ottobre, a Bergamo, presso il Cineteatro Boccaleone, rappresentanti della Conferenza Episcopale Lombarda, delle Caritas regionali e esponenti delle Cappellanie delle strutture penitenziarie presenti in Lombardia si sono incontrati con cittadine e cittadini in occasione del convegno “I nomi della giustizia. La questione penale in Lombardia tra memoria e futuro”: una mattinata di riflessione, confronto e dialogo sul tema della giustizia penale, dei percorsi di reinserimento e del senso della pena nella società contemporanea.

I nomi e i temi che sono stati accostati e declinati alla parola giustizia sono stati tenerezza, dignità, accoglienza, dialogo, speranza, per ripensare il senso della pena non solo come strumento punitivo, ma come possibilità di ricostruzione personale e sociale, nel solco delle parole del cardinale Carlo Maria Martini di 25 anni fa, sempre a Bergamo: «La carcerazione va vista come un intervento di emergenza, un estremo rimedio per arginare una violenza gratuita e ingiusta, impazzita e disumana» .

Il convegno ha evidenziato che l’orizzonte della pena non può essere il male, ma la speranza. Una società che si limita a punire senza offrire possibilità di riscatto smarrisce la propria umanità e rinuncia a costruire futuro. Parlare di giustizia in questi termini significa allora restituire alla pena il suo senso più profondo: non infliggere dolore, ma aprire cammini di cambiamento e riconciliazione.

Ad aprire il convegno i saluti introduttivi del vescovo di Bergamo Francesco Beschi, del provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Maria Milano Franco D’Aragona e della direttrice Uiepe Milano Teresa Mazzotta.

Sono quindi intervenuti la filosofa e teologa cremonese Isabella Guanzini (“Il nome della giustizia è tenerezza”) e Luciano Eusebi, professore ordinario di Diritto penale (“Il nome della giustizia è dignità”). Poi Elena Marta, professore ordinario di Psicologia sociale e Psicologia di Comunità (“Il nome della giustizia è accoglienza”) e Isabella Belliboni, consacrata della Fraternità Tenda di Cristo e vicepresidente dell’associazione Vol.Ca (“Il nome della giustizia è dialogo”), rispettivamente in dialogo con gli operatori delle Caritas lombarde e le cappellanie delle carceri della regione.

L’incontro, moderato dal giornalista di Avvenire Paolo Lambruschi, si è concluso con l’intervento del vescovo Crema Daniele Gianotti (“Il nome della giustizia è speranza”).

Si sono mossi i primi passi di collaborazione con persone con le quali e per le quali si lavora, nell’ottica proficua di un cammino condiviso, verso un orizzonte di bene comune.

TeleRadio Cremona Cittanova
condividi su