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Nella chiesa di San Vitale martire a Masano, frazione di Caravaggio, ha fatto il suo ingresso nel tardo pomeriggio di domenica 6 ottobre mons. Giansante Fusar Imperatore. Per mons. Giansante, vicario zonale della Zona pastorale 1, l’incarico di Masano si aggiunge a quelli di parroco di Caravaggio e Vidalengo, all’insegna di una realtà pastorale che, proprio nella figura del parroco, nel comune di Caravaggio intende farsi sempre più stretta.
Ad aspettare sul sagrato il nuovo parroco, prima dell’inizio della Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini, che ha condiviso un augurio a nome dell’Amministrazione comunale auspicando in una collaborazione costate e fruttuosa: «Garantiamo una piena e assoluta condivisone degli ideali e delle finalità, sia di promozione che di attenzione e cura delle persone. Benvenuto e buon lavoro, siamo vicini e concordi nel sostenerla».
Il saluto del sindaco di Caravaggio
Poi, accompagnati dal canto della Corale Santa Cecilia di Masano, il vescovo e il nuovo parroco hanno fatto il loro ingresso in chiesa dove don Andrea Piana, vicario parrocchiale di Caravaggio, ha dato lettura del decreto di nomina.
Quindi Mattia Finali, in qualità di rappresentate della comunità di Masano quale membro del Consiglio pastorale parrocchiale, ha accolto il nuovo parroco spiegando che «don Giansante non sarà la figura di parroco alla quale eravamo abituati, ma c’è aria di cambiamento, e noi siamo pronti ad accogliere questo cambiamento». E ha aggiunto: «La nostra è una parrocchia piccola, ma ricca e vivace, ci daremo da fare camminando insieme in questa nuova avventura, sempre nell’ottica della condivisone». La speranza è quella di intraprendere un cammino di condivisione e vicinanza: «Cercheremo – ha detto ancora – di essere una parrocchia più nuova, aperta e accogliente, ma le chiediamo di guidarci e di aver cura delle nostre fragilità».
Il saluto del rappresentante parrocchiale
La comunità di Masano ha voluto fare un dono a mons. Giansante: un libro che racconta la storia del paese e una patena, richiamo al piatto su cui Cristo spezzò il pane e che da oggi sarà il piatto su cui mons. Fusar Imperatore spezzerà il pane con la comunità di Masano.
Nell’omelia il vescovo ha rassicurato la comunità di Masano, spiegando che l’arrivo del nuovo parroco non è stato causato da «frettolose riorganizzazioni», «non una parrocchia grande che mangia una piccola», ma «compiere il disegno che Dio ci ha rivelato, su di sé e su di noi». Il rischio rimane quello isolarsi per vivere in solitudine. Mons. Napolioni ha messo in guardia dal «trionfo dell’egoismo»: per superarlo «non è bene che il prete sia solo – ha detto parafrasando le letture del giorno –, non è bene che la parrocchia sia da sola. Siamo chiamati a essere una famiglia di famiglie, una parrocchia di parrocchie, una chiesa di chiese, cioè conservare tutte le particolarità, ma nell’armonia, nella collaborazione, nel costruire l’unità».
Una particolare attenzione è stata rivolta alla tragedia che questa estate ha colpito l’oratorio di Caravaggio. Nelle parole del vescovo «un ricordo doloroso». Il 17 giugno Napolioni stava andando proprio a Caravaggio quando è venuto a conoscenza dell’accaduto: «Sono venuto allora qua a Masano – ha raccontatao – e qui ho visto l’amore che don Antonio e tutti voi ci mettevate intorno a questi bambini, ma con il cuore a Caravaggio, vicini a don Andrea, vicini a questa tragedia. L’unità che ho respirato sull’essenziale mi ha ridato forza e poi sono andato a Caravaggio. Abbiamo bisogno di essere uniti, qualsiasi cosa accada».
Nella conclusione dell’omelia il vescovo, con un riferimento all’attualitò, ha ribadito ancora una necessità: «Bisogna essere uomini di pace, comunità di pace, territorio di pace in cui fiorisca la speranza. Pellegrini di speranza».
L’omelia del vescovo
«Vengo con l’umiltà di chi deve conoscere», ha detto mons. Giansante Fusar Imperatore rivolgendosi a tutta la comunità di Masano nel saluto al termine della Messa, aggiungendo che «la cura del popolo di Dio è custodire la comunione con Dio e con voi. Oggi il Vescovo mi chiede di allargare il mio amore, chiedo quindi che anche le persone possano diventare come uno nelle parole del Vangelo». E ancora: «Confido nella carità della vostra preghiera. Ogni parrocchia ha i preti che si merita, se desiderate un prete che sia vostro, chiedeteci di essere preti di condivisione». A sorpresa, durante il saluto di mons. Giansante, anche il “tanti auguri a te” della comunità al nuovo parroco nel giorno proprio del suo compleanno. «La data di questo ingresso – ha affermato il parroco – mi sarà difficile da dimenticare».
Profilo biografico del nuovo parroco
Monsignor Giansante Fusar Imperatore, classe 1956, originario di Romanengo, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero a Viadana come vicario della parrocchia S. Maria Assunta e S. Cristoforo al Castello (1980-1984). Trasferito a Cremona nel 1984 ha assunto l’incarico di vicerettore del Seminario, diventano poi nel 1990 segretario del vescovo Assi prima e Nicolini poi. Nel 2002 è stato nomato parroco di Bozzolo. Nel 2008 il trasferimento a Cassano d’Adda come parroco della parrocchia S. Maria Immacolata e S. Zeno; negli stessi anni è stato amministratore parrocchiale di Rivolta d’Adda nei primi mesi del 2016 e della parrocchia Cristo Risorto di Cassano a fine 2019.
Nel 2021 è stato nominato parroco di Caravaggio e nel 2023 anche di Vidalengo. Ora assume anche la guida della comunità di Masano, sempre nel comune di Caravaggio.
Dal 2022 è vicario zonale della Zona pastorale 1.
Il saluto di mons. Giansante Fusar Imperatore alla comunità
Mentre sto per iniziare il mio servizio come parroco anche di Masano, entro volentieri nelle vostre case con un primo messaggio di saluto.
“Alla fine, hai fatto tris” … mi dice qualche amico per prendermi in giro.
Era nell’aria da tempo il progetto di unire le parrocchie di Caravaggio sotto la guida di un solo parroco e il Vescovo, dopo avermi affidato Vidalengo, mi ha chiesto anche questo servizio.
Non dico che sia una cosa scontata ed indolore: aggiunge un ulteriore impegno a noi cinque preti che lavoriamo da un anno nelle due parrocchie dei Santi Fermo e Rustico e di San Giovanni a Porta Latina.
Nel messaggio del Vescovo per il nuovo anno pastorale “Pellegrini di speranza” sembra quasi stia parlando di noi quando scrive: “È tempo di parrocchie nuove, per tutti!”.
Dovremo farne, insieme, un’attenta lettura per cogliere le sollecitazioni che interpellano le comunità (e non solo quelle più piccole da unire a quelle più grandi) a pensarsi in una chiave più missionaria, disancorata dal “Si è sempre fatto così” per imparare ad essere “come il Signore ci vuole” in questo tempo e in questo contesto culturale.
Non posso garantirvi la mia assidua presenza: quella a cui siete abituati dal prezioso servizio che i vostri parroci vi hanno sempre assicurato.
Non posso neanche pensare di spendermi tra voi con la dedizione e l’impegno che ha messo don Antonio in questi ultimi dodici anni.
Posso solo assicurarvi che spenderò le mie energie per far crescere la comunione tra le tre comunità che mi sono affidate, per imparare insieme ad essere quella Chiesa che il Signore ha sognato mentre, nella sua ultima sera, pregava il Padre: “…che siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa” (Gv 17, 22).
E siccome la comunione inizia da noi sacerdoti, che da oggi lavoriamo in queste tre comunità, vi chiedo: fate un po’ di posto, almeno nelle vostre preghiere, anche a no1, perché impariamo ad essere testimoni di comunione.