Sarà il Seminario di Cremona ad accogliere, nella serata di martedì 16 settembre, dalle 20.30, l’annuale Assemblea Oratori, il tradizionale appuntamento che in diocesi segna l’avvio del nuovo anno oratoriano. Tema dell’edizione 2025: «La convivenza tra culture come opportunità educativa nella vita dell’oratorio». Traducendo così in modo concreto il motto che accompagna l’anno oratoriano: «Facciamo pace». Si tratta di un invito ad affrontare insieme una sfida sempre più attuale: la presenza crescente di ragazzi provenienti da famiglie con background migratorio.
«Facciamo pace innanzitutto nei nostri oratori – spiega don Francesco Fontana, responsabile della Federazione oratori cremonesi –. Non parliamo di conflitti armati, ma delle fatiche che talvolta viviamo nell’incontro con i ragazzi provenienti da famiglie con background migratorio. Non sono stranieri: molti sono nati qui e hanno la cittadinanza. Sono parte del nostro tempo e della nostra società».
A guidare la riflessione sarà la professoressa Milena Santerini, docente di Pedagogia interculturale all’Università Cattolica del S. Cuore, chiamata ad aiutare «non a risolvere un problema – precisa don Fontana – ma a imparare a guardare la realtà per cogliere queste presenze come una risorsa. L’oratorio vive nel nostro mondo, non altrove: non possiamo sognare un posto diverso dove fare oratorio».
Con lei dialogheranno don Alex Malfasi, vicario parrocchiale dell’unità pastorale di Castelverde, laureato in Scienze psicologiche, e Luca Simmi, educatore professionale dell’oratorio di Cristo Re a Cremona.
La scelta, infatti, è stata quella di affiancare alle riflessioni generali della pedagogista le esperienze di chi vive quotidianamente l’oratorio, nella consapevolezza di un territorio diocesano variegato e in cui la presenza di ragazzi di origine straniera cambia da zona a zona.
«È importante confrontarci e crescere insieme – è l’auspicio dell’incaricato diocesano per la Pastorale giovanile –. Nessuno è straniero rispetto all’annuncio del Vangelo e alla missione dell’oratorio. Siamo diversi, certo, ma proprio per questo dobbiamo educarci a camminare insieme».
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