Per l’unità pastorale Mazzolari il Giubileo si fa speranza concreta per alcune persone detenute

Grazie al rinnovo della convenzione con la Casa Circondariale di Cremona è stato possibile intraprendere un percorso di riscatto sociale attraverso alcuni lavori di manutenzione, pulizia e giardinaggio nelle strutture parrocchiali

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Quella che a Cremona l’unità pastorale «Don Primo Mazzolari» (Sant’Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro) sta sperimentando in questi mesi è una grande esperienza giubilare. Un piccolo ma importante segno di speranza che si è concretizzato nel rinnovo della convenzione con la Casa Circondariale di Cremona per l’impiego di alcune persone detenute in piccoli lavori di manutenzione, pulizia, giardinaggio nelle strutture parrocchiali e negli oratori dell’unità pastorale.

«Nell’anno del Giubileo questa iniziativa acquista ancora più valore – racconta il parroco don Paolo Arienti – arricchisce i momenti celebrativi dell’Anno Santo dando concretezza al tema della speranza».

Lo scorso anno questa opportunità era stata offerta a un ragazzo egiziano, che nel frattempo è stato poi scarcerato. Quest’anno coinvolge altri due detenuti della Casa circondariale di Cremona che prestano servizio negli oratori per tre ore alla settimana insieme ad alcuni volontari adulti. Giungere al rinnovo della convenzione non è stato semplice, anche a motivo di un complesso iter burocratico.

«Abbiamo fatto un passaggio con il consiglio pastorale – precisa il sacerdote – e la nostra comunità è stata opportunamente informata della presenza di questi due detenuti, che sono a contatto esclusivamente con i volontari. È una grande occasione, che ci consente di offrire loro un’opportunità di lavoro, di volontariato, di servizio, ma soprattutto di speranza». Un’occasione concreta per mettersi in gioco facendo qualcosa di buono per la comunità, ripagando del reato commesso non solo scontando la pena.

«Dietro la scelta dei detenuti c’è un lavoro molto complesso. I due che sono stati ritenuti idonei per un lavoro in esterno sono soggetti adulti, che usufruiscono delle opportunità offerte dall’Articolo 21. Uno dei due lavora già anche per una cooperativa, l’altro fa delle attività interne al carcere. Non sono giovani, sono persone che hanno già una certa età e che stanno avendo un’occasione per affrontare in modo diverso il tempo detentivo. Li vedo molto contenti e anche molto volonterosi. Sia quella dell’anno scorso che quella attuale mi sembrano esperienze davvero molto positive e feconde», conclude don Paolo Arienti con soddisfazione.

Quello messo in atto dall’unità pastorale Mazzolari è progetto ampio, che prevede anche una convenzione con il Tribunale di Cremona per offrire spazio a persone che possono accedere ai lavori socialmente utili, nel caso di pene che il magistrato può convertire in ore di lavoro.

«Un ulteriore passaggio, anch’esso che può assumere un carattere giubilare nel segno della speranza, è stato fatto con Padania acque e con Banca dell’acqua, per offrire la stessa opportunità a chi ha dei debiti rispetto alla bolletta dell’acqua ed è insolvente, che può così trasformare il suo dovuto in ore di volontariato».

Claudio Gagliardini
TeleRadio Cremona Cittanova
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