Bahia, il virus frena la ripresa delle attività parrocchiali

Chiuso il tempo del Carnevale, che la pandemia non ha fermato, si apre una Quaresima con tante restrizioni e le Messe solo via internet

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Si è appena chiuso il mese di febbraio, che in Brasile significa carnevale, che non è solo una festa: è un modo di vivere, quasi un modo di essere, soprattutto a Salvador. Quest’anno il virus ha fermato anche il carnevale: niente feste e niente carri con musica a tutto volume seguiti da migliaia di persone per le principali vie del centro-città.

Normalmente in questo periodo ci sono 15 giorni di festa, non si lavora, non si va a scuola … solo festa, ma non quest’anno. In realtà non si può dire che non ci siano state feste, ma in piccolo stile; le spiagge erano piene (il sole e il caldo hanno aiutato), ma niente a che vedere con il vero carnevale di Salvador.

Nel proprio piccolo la parrocchia di Cristo Risorto ha cercato di fare qualche piccola cosa nel quartiere, anche perché il virus non è scomparso, anzi. Quindi qualche “Bingo” in alcune zone del quartiere, qualche partitella a calcio nello spazio della parrocchia e i giochi dopo la Messa della domenica.

In tutto questo ha aiutato non poco la presenza “forzata” degli amici cremonesi. Sono stati di sostegno e di appoggio nelle varie attività: dalla preparazione dei giochi ai lavori a casa di dona Edivania e nel cortiletto della chiesa della Trasfigurazione, come anche nella distribuzione di alcune “ceste basiche”. Con loro non sono mancate alcune gite alla scoperta delle bellezze naturali della Bahia.

Ora è iniziata la Quaresima. Il desiderio era quello di riprendere, anche se con tutte le precauzioni necessarie, il cammino dei vari gruppi di catechesi, nonché le varie attività. Purtroppo si sta verificando un aumento esponenziale di casi di virus e i desideri per ora devono essere lasciati ancora per un po’ nel cassetto. Sono aumentate le chiusure, sospese le varie attività e anche le Messe possono essere seguite solo via internet.

Tutto questo aumenta la fatica di una ripresa che non è né facile né scontata. In un ambiente in cui il desiderio di incontrarsi è il modo stesso di vivere, questa pandemia sta creando non pochi problemi e sta mettendo in luce non poche contraddizioni.

Per terminare una piccola nota calcistica in uno Stato dove il calcio è importantissimo. Le due squadre di Salvador (il Vitoria, che gioca in serie B con una improbabile casacca rossonera, e il Bahia, che gioca in  serie A con una più classica casacca con i colori della regione: l’azzurro, il rosso e il bianco) anche se con qualche difficoltà hanno comunque raggiunto l’obbiettivo che era la salvezza. Aspettando tempi migliori, va bene così.

 

Piccola storia di vita vera

Può succedere, e succede, che nel bel mezzo di una pandemia mondiale e con nuove restrizioni che costringono a stare in casa dalle 8 di sera alle 5 di mattina, rimani anche senz’acqua.

È sera, sono circa le 20.30, è appena terminata la cena, dal cancello si sentono delle voci di ragazzi e giovani. Don Emilio va alla porta, vede dei ragazzi che vicino al cancello stanno prendendo dell’acqua. Qui è normale, quando ti manca l’acqua (e spesso succede in qualche parte del quartiere) vai a cercarla dove la puoi trovare e vicino al nostro cancello c’è una piccola fonte. Si avvicina, alcuni ragazzi si stanno facendo la “doccia” con qualche bottiglia e alcune taniche, altri stanno pulendo il pesce, pescato durante il giorno, alla luce dei cellulari. Don Emilio porta uno shampoo, don Davide prende alcune borsine che i ragazzi che stanno pulendo il pesce chiedono.

Raccontano che è dalla mattina che non hanno l’acqua (per altro sono due settimane che non piove e le temperature sono costantemente intorno ai 34 gradi di giorno), ma non è una tragedia: si arrangiano come possono. Don  Emilio riempie qualche bottiglia da un rubinetto che sta all’interno della parrocchia, in questo modo la “doccia” è più pulita. Si parla un po’ di calcio (sta finendo il campionato e alcuni giochi non sono ancora fatti).

Finita la “doccia” riempiono le taniche e le bottiglie per portare l’acqua nelle case: non si sa cosa succederà domani. Si caricano le taniche in testa e salutano. Si fermano solo i più giovani, la pulizia del pesce non è finita. Si scambiano due parole anche con loro prima di rientrare in casa.

Cose che capitano a Salvador de Bahia … vita di quartiere, nel mezzo di una pandemia, con delle restrizioni e … senz’acqua in casa.

TeleRadio Cremona Cittanova