Gli auguri della Curia in museo contemplando il «tesoro dei tesori»

image_pdfimage_print

Guarda la photogallery completa

Cornice davvero suggestiva, quest’anno, per il tradizionale momento degli auguri natalizi tra i responsabili e gli operatori della Curia diocesana e il vescovo Antonio Napolioni. L’incontro, infatti, si è svolto all’interno del nuovo Museo diocesano, nella sala dedicata proprio alla Natività.

A fare da sfondo le statue di inizio Cinquecento realizzate da Giovanni Angelo Del Maino, di proprietà della Cattedrale, e la scena della natività di fine Quattrocento opera di Bongiovanni de’ Lupi proveniente della parrocchia di Rivolta d’Adda.

Un luogo dunque «di arte e di cultura, ma anche di contemplazione», come ha voluto sottolineare il vicario generale, don Massimo Calvi, rivolgendo al Vescovo gli auguri da parte dell’intera Curia, insieme anche all’assicurazione di una collaborazione sincera e competente che ogni ufficio garantisce. «Lei è il custode dell’eredità di fede della nostra diocesi», ha detto ancora Calvi in riferimento al Museo diocesano, «luogo che rende visibile la ricchezza di fede di chi ci ha preceduto e che siamo invitati a raccogliere per passarla alle generazioni future».

Un incontro che quest’anno ha voluto assumere il tono della preghiera, anche grazie all’accompagnamento nel canto garantito da una selezione del Coro della Cattedrale. Per questo le parole di augurio formulate dal Vescovo sono state «parole nate dalla Parola del Signore», come egli stesso ha precisato, e focalizzando lo sguardo sul «tesoro dei tesori» di questo luogo: Gesù. «È lui il tesoro della nostra vita e della Chiesa», ha detto monsignor Napolioni rivolgendo lo sguardo a quel bambino nodo, solo, senza neppure una mangiatoia, che la Natività di Del Maino propone ai visitatori.

«Nel museo tutto parla di lui – ha detto ancora il Vescovo -. Sua madre, i suoi amici, le sue cose, la sua morte». Da qui l’invito di monsignor Napolioni a lasciarsi trasfigurare da Lui, usando l’immagine del cantiere quale segno del «rinnovamento profondo della nostra esistenza».

L’incontro, vissuto nella semplicità, è proseguito con una visita al museo e un brindisi di auguri.