Festa nella memoria di san Francesco Spinelli. Il vescovo di Crema Gianotti: «Nell’incontro con la debolezza ha riconosciuto lo Spirito che rinnova»

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Nella giornata di martedì 6 febbraio, l’Istituto delle Suore Adoratrici era in festa, a Rivolta d’Adda nella memoria del loro padre fondatore, san Francesco Spinelli, nell’anniversario della morte, avvenuta proprio il 6 febbraio del 1913.

Culmine delle celebrazioni è stata la Messa presieduta dal vescovo di Crema, monsignor Daniele Gianotti, e da diversi sacerdoti provenienti dalla Diocesi di Cremona, ma anche da Como e da Napoli, dove l’istituto fondato da San Francesco Spinelli è presente con le sue comunità di suore.

In apertura della funzione ha preso la parola la madre generale, suor Isabella Vecchio, che ha ringraziato i celebranti, la corale e tutti i presenti. «Mi piace pensare – ha detto – che san Francesco Spinelli, incrociando la nostra storia, scolpisce qualcosa di Dio in noi e ci lascia un sapore di eternità» ha continuato la Madre. «San Francesco ha sempre creduto la Chiesa come infallibile maestra e madre dolcissima. Nei suoi scritti ci indica l’Eucaristia come fonte a cui attingere l’accesa carità, nei più poveri ha sempre ravvisato il volto di Cristo e con le sue opere ci insegna il perdono».

«Mi sono chiesto spesso quale fosse la ragione dello scandalo che si è acceso tra chi ha sentito esprimere da Gesù la necessità per noi di mangiare la sua carne e bere il suo sangue» ha quindi introdotto la sua omelia il vescovo Gianotti. Per i contemporanei di Cristo era inimmaginabile bere il sangue di un essere vivente, in quanto ritenuto sede della vita. La carne e il sangue, soprattutto, «appaiono associati per indicare condizione di fragilità e debolezza umana». Da qui il paradosso che anticipa la croce e ribalta la logica umana di potere e invulnerabilità: «La forza di Dio si manifesta attraverso la carne e il sangue, con un corpo donato, per mezzo della vita offerta in pienezza. È a partire dal dono che si dispiega la potenza dello Spirito che dona la vita».

Il Vescovo, in conclusione dell’omelia, ha ripreso la figura di San Francesco Spinelli, che ha accolto pienamente l’insegnamento di Cristo in croce: «San Francesco ha compreso che la debolezza radicale apre la strada per la vita in abbondanza. Ha fatto esperienza della morte del Signore e del sacramento dell’Eucarestia nell’incontro con la debolezza manifestata nei nostri fratelli e sorelle più poveri, sofferenti, malati, disabili. San Francesco Spinelli ci aiuta a riconoscere che attraverso la debolezza passa lo Spirito che rinnova il mondo».