Settimana sociale verso la conclusione con Papa Francesco: “Questa è la Chiesa, spirituale e sociale”

Le parole di mons. Zuppi e dei vescovi Renna e Trevisi alla vigilia della giornata conclusiva con il Santo Padre

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“Vera partecipazione”: così Zuppi ha definito il clima delle le cinque giornate della Settimana sociale di Trieste, “il cui tema è stata la persona: sono convinto che produrrà anche tanta consapevolezza e tanta vita”.

“In un momento di tanta disaffezione, di disillusione, non abbiamo fatto la predica: abbiamo raccolto e fatto parlare tutte le nostre comunità”, ha precisato il cardinale. Al centro dei lavori, ha ricordato il presidente della Cei, c’è stata la dottrina sociale della Chiesa, ma “non come giustificazione o come pretesto per qualche altra operazione”.

“La dottrina sociale della Chiesa ha soltanto un centro, la persona, che unisce lo spirituale e il sociale. Guai a pensare a queste due dimensioni come distinte o addirittura indipendenti”. Ha ribadito il card. Matteo Zuppi, nella dichiarazione rilasciata al Centro congressi di Trieste, nella penultima giornata della Settimana sociale, che si concluderà domani con la presenza del Papa. La dottrina sociale della Chiesa comprende “tutti i temi che sono cari alla Chiesa, a partire dalla difesa della persona dall’inizio alla fine, sempre”, ha proseguito. “Se c’è una cosa così bella che si vede in questi giorni è il gusto delle persone di dono, di gratuità, di impegno, di stare insieme per dare la vita all’altro”, ha rivelato Zuppi: “Non c’è vittimismo, c’è tanta gioia, voglia di fare e gusto di averlo fatto: questa è la Chiesa, spirituale e sociale”. . “Domani – ha concluso – la presenza di Papa Francesco sarà molto importante per noi: il centro di tutto è il Signore Gesù e la sua presenza sull’altare e nel sociale”, ha concluso Zuppi.

Alla Settimana sociale dei cattoilci italiani partecipano circa 1.200 persone, di cui 368 donne, 310 giovani e altre 80 uomini. Circa 70 le “buone pratiche” che hanno animato gli omonimi villaggi in tutta la città.

Mons. Luigi Renna, presidente del Comitato scientifico e organizzatore, è intervenuto all’assemblea che riunisce i delegati alla Settimana sociale per provare a definire alcuni punti fermi e individuare dei rilanci al termine dei lavori di Trieste. Parla di “una semina di ascolto e confronto”, della necessità di “raccogliere primizie di frutti che verranno”.

I cattolici giunti nella città adriatica “hanno messo in luce – dice – il desiderio di esserci e di contribuire a costruire democrazia”. Cita i discorsi tenuti dal Presidente della Repubblica Mattarella e dal presidente dei vescovi card. Zuppi, invita a rileggere i testi dei relatori che “hanno indicato la strada di una manutenzione della democrazia cui siamo chiamati come cattolici”. Tre le piste sottolineate: consapevolezza, sulla quale si sofferma lo stesso Renna; metodo, sul quale interviene padre Giacomo Costa; prospettive, tratteggiate da Elena Granata (entrambi del Comitato scientifico). “Vogliamo portare a casa questa esperienza – afferma mons. Renna a proposito della consapevolezza – nella convinzione che i cattolici, nei vari ambiti, sentono l’importanza di ripensare la dimensione comunitaria, partecipando alla vita sociale e democratica, in Italia come in Europa”. Questo anche nella prospettiva di “far nasce e accompagnare vocazioni alla vita politica, e che questa non resti estranea alla vita cristiana”.

Ad esprimere l’attesa e la gioia con cui la città di Trieste e tutti i partecipanti alla Settimana Sociale si preparano ad accogliere il Santo Padre è statp mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, incontrando i giornalisti al GCC – Generali Convention Center alla vigilia della visita di Papa Francesco che domani sarà in città per la conclusione dell’evento. C’è gioia perché, dopo 32 anni da quando era venuto Giovanni Paolo II, ritorna a Trieste un Pontefice a celebrare nello stesso luogo, piazza Unità d’Italia; una piazza che è un simbolo, macchiata della storia, ma che invece vuole diventare una piazza di fraternità, che abbraccia tutti. E che domani sarà idealmente aperta a tuttii”.
Piazza Unità d’Italia domani sarà il luogo “in cui ci si incontra e si coglie che si è fratelli, figli dello stesso Padre. E si coglie che non sarà soltanto una celebrazione ma vorrebbe essere una vita che si spende sempre, non solo ogni 32 anni ma tutti i giorni”. “Questa – ha spiegato – è la nostra bella idea di Chiesa che domani con Papa Francesco vogliamo esprimere: una fraternità che ci porta su tantissimi fronti, non solo quello della questione della rotta balcanica, sui quali siamo impegnati per una fraternità da rilanciare”. “La venuta del Papa e questa Settimana sociale nella quale il punto di riferimento è sempre stato la ‘Fratelli Tutti’ ci sollecita non solo a celebrare ma anche a raccogliere un mandato da viversi continuamente”.

TeleRadio Cremona Cittanova