All’inizio dell’Avvento i catechisti della Zona 1 riuniti in preghiera

La tradizionale iniziativa è stata caratterizzata quest'anno dalla testimonianza di suor Giulia Fiorani ed è stata vissuta nel contesto della veglia diffusa e continua promossa in Diocesi sino a Natale

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Pellegrini di speranza, in cammino verso il Natale e verso il Giubileo. Pellegrini di speranza come i catechisti della zona pastorale che nella serata di lunedì 2 dicembre a Caravaggio, nell’auditorium del Centro di spiritualità del Santuario di Santa Maria del Fonte, nel contesto della veglia diffusa e continua promossa in Diocesi, hanno partecipato alla veglia di preghiera d’inizio Avvento presieduta dal vicario zonale monsignor Giansante Fusar Imperatore.

L’inizio alle 21. Un’ora circa la durata fra canti, preghiere, testimonianze e riflessioni. A seguire, la recita del Rosario meditato, sino ad arrivare alle 23 quando il testimone è passato alle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento per l’ulteriore turno di preghiera di questo filo ininterrotto di veglia che accompagnerà sino alla vigilia di Natale.

Proprio una di loro, suor Giulia Fiorani, ha offerto nel corso della serata la sua testimonianza raccontando le sensazioni, le emozioni, le gioie e anche qualche imprevisto che ha vissuto la scorsa estate, quando assieme a quattro ragazze della diocesi di Cremona (Martina Allevi, Chiara Raimondi, Martina Bonomi e Giulia Pedroni) si è recata in Camerun, presso la missione che l’istituto religioso cui appartiene, fondato da san Francesco Spinelli e con casa madre a Rivolta d’Adda, dal 2002 ha a Ndoumbi, un villaggio situato a 400 chilometri circa dalla capitale Yaoundè.

«Questa volontà di accompagnare le mie colleghe di viaggio – ha spiegato suor Giulia – non è molto distante da quello che avviene nelle parrocchie, dove voi catechisti accompagnate nel cammino cristiano chi è più piccolo». E ancora: «I diciassette giorni trascorsi in Camerun nell’agosto scorso non hanno fatto di me una suora missionaria, ma hanno fatto di me una persona che non può più dire di non avere una missione. Vi auguro di credere con tutto il cuore che noi tutti abbiamo una missione. Ognuno di noi non è solo una missione ma ha una missione».

Ai progetti missionari delle Suore Adoratrici sono state devolute le offerte raccolte nel corso della serata.

Gli interventi di suor Giulia Fiorani si sono alternati con alcune letture (voce guida quella di Marisa Taverna) comprendenti anche brani di Vangelo, con canti e con gesti simbolici (su tutti, l’aver messo in circolo la Parola: i presenti si sono passati, mano per mano, il libro della bibbia fino a posarlo sull’altare) e con momenti di silenzio, utili per rispondere a domande come: Quale bisogno mi spinge a fare questo viaggio? Con chi desidero intraprenderlo? Io che compagno di viaggio sono? Qual è la nostra speranza? E la speranza cristiana? Come catechista, come la trasmetto?

Ognuno dei presenti è stato invitato a cercare dentro di sé le risposte, secondo le proprie sensibilità. La certezza, come dice Papa Francesco nella prefazione di un’antologia di meditazioni per viandanti e pellegrini, è che “la fede è un pellegrinare”. “E noi – aggiunge il Santo Padre – su questa terra siamo pellegrini. Non turisti né girovaghi. Non ci spostiamo a caso, esistenzialmente parlando. Siamo pellegrini”.

Luca Maestri
TeleRadio Cremona Cittanova
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