Don Musa: «Abbiamo riscoperto la gioia di essere in comunione gli uni con gli altri»

Dal 31 gennaio al 2 febbraio la visita pastorale ha portato il Vescovo a incontrare le comunità di San Daniele Po, Pieve d’Olmi, Stagno Lombardo e Brancere

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La visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni nelle parrocchie di San Daniele Po, Pieve d’Olmi, Stagno Lombardo e Brancere si è conclusa nella mattina di domenica 2 febbraio con la Messa nella chiesa di San Daniele dopo tre giorni ricchi di impegni, fatti di incontri, riflessione e condivisone, nei quali «abbiamo riscoperto la gioia di essere in comunione gli uni con gli altri», ha detto don Roberto Musa al termine della Messa delle 11 presieduta dal Vescovo e concelebrata insieme a don Pierluigi Dei e don Antonio Pezzetti.

La mattina di venerdì 31 gennaio era stata dedicata in particolare alla parrocchia di Stagno Lombardo, guidata da don Pierluigi Vei, parroco anche della piccola comunità di Brancere: dopo la preghiera delle Lodi mattutine nella chiesa del paese, c’era stato l’incontro del vescovo con gli ospiti e i dipendenti della casa di riposo Don Mori con anche la celebrazione dell’Eucaristia.

Nel pomeriggio, quindi, il vescovo si era spostato all’oratorio di San Daniele Po, dove ad attenderlo con il parroco don Roberto Musa c’erano le associazioni di volontariato del paese, i gruppi San Vincenzo e le Caritas parrocchiali. Alle 18, al palazzo comunale di Pieve d’Olmi, l’incontro con gli amministratori locali. In serata, a Stagno Lombardo l’incontro del vescovo con gli adolescenti e i giovani in oratorio.

La giornata di sabato si era volta tutta a Pieve d’Olmi, che dal 21 ottobre è orfana del parroco a seguito dell’improvvisa morte di don Emilio Garattini e per questo è provvisoriamente retta come consuetudine dal vicario zonale, don Antonio Pezzetti, quale amministratore parrocchiale. La mattinata è iniziata in chiesa parrocchiale con la Messa. Poi monsignor Napolioni ha fatto visita agli anziani e agli ammalati nelle loro case. Nel pomeriggio l’incontro in oratorio con i bambini dell’iniziazione cristiana e le loro famiglie; a seguire il vescovo ha avuto modo di confrontarsi con i catechisti, gli educatori, gli allenatori delle società sportive e le maestre della scuola primaria e dell’infanzia. L’ultimo appuntamento è stato quello per l’ascolto della Parola in oratorio.

Domenica mattina la conclusione è stata a San Daniele Po: dopo la visita agli anziani e gli ammalati alle 11 la Messa presieduta trasmessa in diretta tv e alla presenza dei primi cittadini e delle associazioni del territorio

«Noi viviamo la fede cristiana nella memoria di una luce spenta o nell’esperienza di una luce viva?» – ha chiesto nell’omelia il vescovo Napolioni, con un chiaro riferimento alla festa della Presentazione di Gesù al tempio proposta dalla liturgia. «Questi tre giorni – ha sottolineato il vescovo – abbiamo vissuto tanti incontri tra di noi: li abbiamo vissuti in chiesa pregando e li abbiamo vissuti in oratorio dialogando, facendo anche qualche partita a biliardino e a carte, perché anche questo è un modo di incontrarsi».

L’incontro nasce dalle piccole cose, dai gesti di altruismo, o semplicemente dallo stare insieme. Infatti mons. Napolioni ha spiegato che «ci siamo incontrati nelle case, soprattutto con le persone anziane, provate dalla disabilità e che non potevano uscire. Ci siamo incontrati nei luoghi della vita civile con gli amministratori, ma il vero incontro è avvenuto nei nostri occhi colmi di attesa».

Un incontro che per il cristiano è anzitutto con il Maestro, «incontro che ci permette poi di crescere, accogliere, aspettare, riconoscere e far crescere Cristo Gesù, sempre umile, nascosto, ma presente e vivo nella nostra vita».

Giornate intense e ricche di occasioni per riflettere, ma vissuto nella semplicità fortemente ricercata dal Vescovo in queste occasioni per mettere tutti a proprio agio: «Nella semplicità – ha sottolineato don Musa al termine della Messa – ci siamo raccolti intorno al Signore insieme al Vescovo, abbiamo ascoltato la Parola, siamo tornati a provare la gioia di sentirci in comunione gli uni con gli alti». «Quell’espressione così bella che ci ha consegnato il Papa, e che anche il Vescovo ripete spesso, essere famiglia di famiglia – ha detto ancora il parroco – è lo stile di Chiesa che si può realizzare nella misura che abbiamo visto in questi giorni di visita. Anche noi dobbiamo arrivare a essere fratelli attraverso l’incontro nella vita quotidiana di Gesù per le strade!”.

Ma non basta diventare “famiglia di famiglie” «bisogna farsi parrocchia di parrocchia, e oserei suggerire anche comune in comune – ha concluso con una battuta il Vescoco – perché sono tante le cose in comune da condividere, questa è l’unica maniera per non cedere al pessimismo e alla solitudine».

 

Il video della celebrazione conclusiva

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Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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