C’è una differenza tra curare e prendersi cura. Attorno a questo presupposto, si articola la nuova puntata di Torrazzo con vista, il video podcast prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’ufficio comunicazioni della diocesi di Cremona, dalle 12.30 di ogni domenica disponibile sulle principali piattaforme podcast.
L’avvicinarsi della Giornata mondiale del malato, che sarà celebrata l’11 febbraio, è l’occasione per parlare di cura, focalizzandosi in modo particolare sui più piccoli, sui bambini. Ed è proprio uno dei tre ospiti della trasmissione, Filippo Ruvioli, fondatore e presidente dell’associazione Occhi azzurri onlus, a sottolineare la sostanziale differenza che si cela dietro due termini apparentemente simili. «Con l’esperienza che viviamo con nostro figlio, in famiglia abbiamo imparato a distinguere la cura dal prendersi cura. C’è un aspetto clinico, una patologia, che in tante situazioni si rivela irrisolvibile, quantomeno con una semplice pastiglia. Ma vivere l’esperienza della sofferenza non è solo questo. Per noi, prendersi cura significa non soffermarci su ciò che manca, ma concentrarci su ciò che c’è, così da trasformarlo in risorsa preziosa».
L’idea proposta da Ruvioli è sostenuta fortemente anche da Silvio Bonaldi, dell’associazione Dal naso al cuore. Occupandosi in prima persona di clownterapia all’Ospedale di Cremona, Bonaldi – in arte Bruco blu – ha ricordato come «tante volte ciò che serve è un sorriso. Noi cerchiamo di portarlo entrando con i nostri vestiti colorati e i nostri nasi rossi. Sappiamo di non poter risolvere una patologia o curare una malattia, ma non è il nostro obiettivo. Desideriamo solo provare a dare un attimo di respiro ai pensieri bui che, spesso, abitano le menti dei pazienti più giovani, oltre a quelle dei genitori. Sappiamo anche di poter andare incontro a dei rifiuti, a delle grandi sofferenze, ma siamo preparati anche a questo. La vera sfida è imparare a relazionarsi, in poco tempo, con tutte le figure che possiamo incontrare: bambini, adolescenti, adulti, che portano pesi diversi, ma hanno tutti bisogno di un istante di sollievo».
E se di relazioni si nutre l’attività proposta dall’associazione Dal naso al cuore, lo stesso si può dire di chi interagisce con i pazienti e le loro famiglie da medico. «Nella mia esperienza – racconta la pediatra Stefania Telli – ho notato che non è sempre facile costruire alleanze con coloro che dovrebbero prendersi cura di chi sta soffrendo. A volte siamo noi medici a essere apparentemente troppo freddi o distaccati, perché abbiamo molti casi da seguire. Altre volte incontriamo genitori, ovviamente molto coinvolti con la situazione che stanno vivendo i loro figli, quindi molto poco obiettivi. La verità è che dovremmo cercare un punto di incontro per camminare nella stessa direzione, consapevoli del fatto che nessun dottore, a meno che non l’abbia sperimentato in prima persona, può provare le stesse emozioni di un padre o una madre che vedono il proprio bambini soffrire».
Una consapevolezza significativa, quella evidenziata dalla dottoressa Telli, che riporta alla luce il tema di fondo: il passaggio dalla cura a un’idea diversa di prendersi cura. «Proprio con questo scopo – ricorda Ruvioli – è nato il centro Cr2 Sinapsi. L’obiettivo è quello di avere uno spazio comune in cui confrontarsi, condividere le proprie esperienze e il proprio vissuto, sapendo che ciò che fa bene a noi, potrebbe far bene anche ad altri».