Essere uniti e coraggiosi nel dire sì a un Dio che, in questo tempo, chiede di essere Chiesa dell’accoglienza e della misericordia, capace di camminare con Cristo lontano dal peccato, nella grazia. Questa la principale raccomandazione che il vescovo Antonio Napolioni ha voluto lasciare all’unità pastorale di Commessaggio, Gazzuolo e Belforte durante la Messa presieduta nella mattinata di domenica 6 aprile a Commessaggio al termine dei tre giorni di visita pastorale. L’ultima tappa degli incontri programmati quest’anno, con la visita pastorale che riprenderà nel 2026 per il suo ultimo anno, nel quale il vescovo completerà l’incontro con le 221 parrocchie della diocesi.
Traendo spunto dall’episodio evangelico dell’adultera portata al cospetto di Gesù, proposta dalla liturgia della V Domenica di Quaresima, monsignor Napolioni ha esortato i fedeli «a non dare mai l’ultima parola alla giustizia umana, che è sempre limitata, perché sempre un po’ matematica se non addirittura vendicativa». «È necessario – ha affermato il vescovo – far fiorire la speranza che viene dall’esperienza dell’amore di Dio che ci cambia il cuore, come è successo a san Paolo, persecutore dei cristiani che racconta di aver lasciato perdere tutte le cose di cui si vantava per guadagnare Cristo».
Per rimarcare la necessità di rendere la Chiesa sempre più unita, vescovo Napolioni ha fatto riferimento a quanto emerso nei giorni precedenti a Roma, alla Seconda assemblea sinodale della Chiesa italiana: «È una gran buona notizia – ha detto – che ci sia stata un’assemblea di vescovi, di preti, di laici, di movimenti ecclesiali. Eravamo mille a Roma e non ci siamo ribellati su alcuni argomenti: ci siamo risvegliati all’esigenza di essere cristiani uniti e coraggiosi nel dire sì al Signore che in questo nostro tempo ci chiede di essere Chiesa dell’accoglienza, della misericordia, del dialogo con tutti, del rispetto della fragilità umana, dell’andare incontro a nuove sfide, della capacità di parlare ai giovani e ai ragazzi non di cose stantie ma di ciò che può scaldare loro il cuore e farli sentire protagonisti di un futuro di bellezza e di pace». E ha proseguito: «Dobbiamo essere una Chiesa così: quella di questo Vangelo! A costo di andarcene anche noi disarmati, rientrare nei nostri cuori, prendere coscienza dei nostri peccati e dire al Signore: ora prendici per mano perché insieme a te, insieme all’adultera perdonata, insieme alla gente di questo tempo vogliamo non peccare più, ma vogliamo vivere nella grazia, nella novità che la Pasqua renderà possibile ancora, non solo liturgicamente ma storicamente. Una Pasqua che sia fonte di pace, se non nel mondo almeno nel nostro piccolo mondo, rinnovato dall’amore di Dio e mai ripiegato su sé stesso».
«Questa visita pastorale – sottolinea il parroco Roberto Pasetti, che ha concelebrato l’Eucaristia insieme al collaboratore parrocchiale don Luigi Pisani – non è stata solo un qualcosa di formale, ma una testimonianza che il vescovo ci ha dato di spirito ecclesiale e d’incoraggiamento nelle difficoltà che incontrano oggi le parrocchie».
Dei tanti momenti legati a questa tre-giorni insieme al pastore della Chiesa cremonese, don Pasetti ne sottolinea alcuni: «La visita alla scuola dell’infanzia Sant’Albino, di ispirazione cattolica, ha dato modo di valorizzare questa realtà che coinvolge famiglie di diversi paesi. È stato un incontro gioioso e pieno di speranza. Non sono mancate le visite agli ammalati, che hanno accolto il vescovo con grande disponibilità, vivendo questo come un momento di profonda consolazione. Significativo l’incontro con gli amministratori comunali, con le autorità militari e con il mondo del volontariato, da cui è emersa la chiara volontà di far conoscere al vescovo il nostro territorio. Un altro bel momento è stato rappresentato dall’incontro con i bambini, i ragazzi e i genitori del catechismo a Commessaggio, molto apprezzato e partecipato: papà e mamme hanno percepito nelle parole del vescovo uno stimolo a camminare insieme nell’esperienza di essere genitori oggi».
Il video integrale della celebrazione