In carcere una Pasqua con il gusto della solidarietà

Con l'iniziativa della Quaresima di carità donate circa 450 colombe per i detenuti della casa circondariale di Cremona

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Un dono, un segno semplice, ma dal forte sapore di speranza. Anche quest’anno, grazie a Caritas Cremonese, in tutte le celle della casa circondariale di Cremona si potrà fare Pasqua con una colomba donata da parrocchie, gruppi e associazioni. Un gesto di solidarietà capace di vincere pregiudizi e solitudine.

Ciò si è potuto realizzare con l’iniziativa caritativa promossa dalla Diocesi per la “Quaresima di carità”, quest’anno dallo slogan “La speranza non delude”, con un chiaro riferimento al Giubileo. Duplice l’attenzione. Da un lato il sostegno alla ristrutturazione della Casa dell’accoglienza di Cremona, e in particolare aiutando nell’acquisto dei nuovi arredi del Rifugio notturno: un cantiere che non intende interessare solo le mura del grande complesso della Caritas, ma rinnovare lo stile della carità in città e in diocesi. Insieme la proposta di donare un dolce pasquale alle persone detenute nel carcere di Cremona.

Una proposta alla quale in tanti – e con grande fantasia – hanno risposto. «Sono state donate circa 450 colombe», racconta suor Mariagrazia Girola, di Caritas Cremonese. «I gruppi che hanno raccolto le colombe lo hanno fatto in modi anche molto diversi: in alcune comunità è stato posto uno scatolone in fondo alla chiesa perché ciascuno potesse contribuire, in alcune parrocchie sono stati coinvolti i gruppi di catechismo, sia perché potessero essere coinvolti durante la Quaresima in un gesto di carità o perché si facessero loro stessi promotori della raccolta in oratorio, nel quartiere o nel paese. Anche i gruppi e le associazioni si sono mobilitati. Così come alcuni volontari delle Caritas parrocchiali che hanno deciso di rinunciare loro stessi al dolce pasquale per devolverlo a quanti sono in carcere».

Una vera e propria catena di solidarietà, alimentata dal passaparola, che ha ha assunto anche un grande valore educativo: per la proposta in sé, ma anche perché il momento della consegna in Casa dell’accoglienza dei dolci raccolti per grandi e piccoli è stato occasione per conoscere più da vicino la Casa dell’accoglienza e ascoltare la testimonianza di operatori e volontari, compresi quanti prestano servizio nella casa circondariale di Cremona.

All’inizio della Settimana Santa tutti i dolci raccolti sono stati portati a Ca’ del Ferro dagli operatori Caritas insieme al direttore don Pierluigi Codazzi, dei cappellani don Roberto Musa e don Graziano Ghisolfi e degli operatori, tra cui il diacono permanente Marco Ruggeri.

«Il nostro grazie – afferma don Codazzi – va alle parrocchie e alle comunità locali che anche quest’anno hanno aderito a questa proposta di attenzione ai detenuti, affinché ci possa essere un segno di festa anche in carcere. Grazie anche alla Direzione del carcere e alla nuova direttrice Giulia Antonicelli, perché in questo modo continua la collaborazione tra la Casa circondariale e la Diocesi con Caritas Cremonese. Una collaborazione che, oltre a quanto già storicamente in essere, prevede anche altri progetti futuri, come il recupero delle persiane in legno della Casa dell’Accoglienza da parte dei detenuti e della falegnameria della Casa circondariale».

Ulteriore segno della vicinanza alla comunità de Ca’ del Ferro sarà la presenza del vescovo Antonio Napolioni proprio il giorno di Pasqua all’interno della casa circondariale di Cremona: prima di presiedere in Cattedrale la solenne Messa pontificale, il vescovo celebrerà infatti l’Eucaristia all’interno della struttura penitenziaria di via Palosca.

TeleRadio Cremona Cittanova
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