Torrazzo con vista, l’esame di maturità tra ansie e aspettative

Ospiti della nuova puntata del podcast di Trc: Emilio Giazzi (docente del liceo Manin), Filippo Giazzi (collaboratore de L'ora buca) e Vanna Poli (Asst Cremona)

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Ipotesi sulle tracce, timori e studio. Sono solitamente questi gli ingredienti che colorano le giornate di tutti gli studenti che si preparano all’esame di Stato, ovvero il «rito» che conclude il percorso alla scuola secondaria di secondo grado. A meno di settantadue ore dall’inizio ufficiale della prima prova scritta, quella di italiano, esce la nuova puntata di Torrazzo con vista, il video podcast che si affaccia sulla realtà del territorio cremonese, e che ha come tema di questo nuovo episodio proprio la conclusione del percorso scolastico.

A raccontare la propria esperienza è Filippo Giazzi, collaboratore del giornale online L’ora buca e diplomato nel 2023 al liceo Vida di Cremona. Nell’esame di Stato il giovane studente cremonese ha visto «un segnalibro della vita: crea un ricordo che rimane per sempre. L’ansia, poi, è certamente un tema, ma può essere formativa, cioè che ti spinge a dare il meglio, a buttarti. Certo, c’è chi la somatizza in modo più complicato, come un blocco. Io, per fortuna, ho vissuto l’esame di maturità senza troppa pressione psicologica, ma in modo giusto. Lo spirito di gruppo ha aiutato molto: siamo arrivati all’esame dopo un viaggio di cinque anni e ci siamo arrivati insieme. Questo, secondo me, è il bello che mi porterò dietro. Probabilmente dimenticherò, in futuro, i singoli argomenti, ma resterà il ricordo di quel momento e di averlo vissuto con i miei compagni».

Quello delle relazioni come strumento per superare il peso psicologico che ogni momento significativo porta con sé è stato un aspetto decisivo anche nella riflessione proposta da Vanna Poli, responsabile d’Area del Dipartimento di salute mentale e delle dipendenze di Asst Cremona e collaboratrice del progetto Spazio Agio: «Non è sempre facile gestire lo stress. Tante volte il confronto tra pari aiuta, perché può trasformare l’ansia preparatoria in spinta propositiva. D’altra parte anche il mondo degli adulti può aiutare a non generare pressione psicologica eccessiva, ma, al contrario, deve accompagnare i ragazzi nella gestione di questa situazione non solo nei momenti dell’esame, ma in tutto il percorso di crescita. Ciò che avviene in occasione della maturità, infatti, slatentizza semplicemente una situazione già presente. La sfida, allora, è quella di incentivare e sottolineare la positività di affidarsi a sportelli di accompagnamento psicologico, perché ogni tipologia di difficoltà può essere affrontata».

E, molto spesso, gli adulti che si schierano in prima linea per accompagnare i più giovani sono proprio gli insegnanti. «La maturità, che è uno dei pochi riti di passaggio rimasti – ha spiegato Emilio Giazzi, docente di latino e greco del liceo Manin di Cremona – è il momento finale, conclusivo, e si traduce in una valutazione. È facile dire che il voto non è importante, ma per i ragazzi lo diventa, perché viene visto come un lasciapassare o come il coronamento di un percorso. Quello che vedo, da docente, è una fatica abbastanza generalizzata nel gestire l’insuccesso da parte degli studenti. Chiaramente, poi, diventa difficile guardare all’esame come a un momento formativo, in cui viene valutata una prova e non la persona: davanti a un’insufficienza non è mai il ragazzo a esserlo, bensì il compito che ha svolto, perché lo studente va sempre accolto. Il nostro dovere è sicuramente quello di guidarli in questa direzione. In questo senso, la mia esperienza personale mi ha insegnato a sdrammatizzare, che non significa sminuire, ma riportare eventuali momenti particolari alla normalità».

TeleRadio Cremona Cittanova
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