49ª Settimana sociale, don Bruno Bignami: «Coniugare ambiente, lavoro e futuro per la transizione ecologica»

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La 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani si svolge a Taranto, «città simbolica di un modello di sviluppo e di economia», offrendo in tal senso «l’occasione per riflettere sui temi ambientali. Una sorta di attualizzazione della Laudato si’ nel contesto italiano». Lo afferma al Sir don Bruno Bignami, il sacerdote cremonese direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, alla vigilia dell’evento nazionale che dal 21 ottobre a domenica 24 impegnerà un migliaio di partecipanti nella città jonica. Presente anche una delegazione della Diocesi di Cremona guidata da Eugenio Bignardi (incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro) insieme Diana Afman ed Ester Tolomini.

«Il pianeta che speriamo, il titolo; mentre il sottotitolo è ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso – ricorda don Bignami -. Ebbene: il pianeta che speriamo richiama proprio la speranza come sguardo nel futuro, sapendo che abbiamo scelte fondamentali da compiere in questo nostro tempo, in cui diventa fondamentale coniugare assieme proprio i termini ambiente, lavoro e futuro, evitando quegli errori commessi in passato, testimoniati per taluni aspetti da Taranto e da diversi altri luoghi in Italia. Perché abbiamo spinto sul lavoro a scapito della salute, abbiamo pensato all’economia e non all’ecologia… Invece l’ecologia integrale di Laudato si’ ci spinge a riflettere e ad agire in maniera differente. La Settimana sociale sarà, in questo senso, una grande opportunità».

«Un elemento di novità» delle giornate tarantine «sarà la presenza dei giovani – aggiunge Bignami –. Un terzo dei delegati saranno giovani: se parliamo di futuro dobbiamo farlo con loro. Pensando, dialogando e progettando un futuro diverso per il nostro Paese». «La Chiesa italiana si mette in gioco, cercando di vivere questo tempo in maniera generativa, senza lasciarsi vincere dalle lamentele: in questo percorso occorre l’impegno di ciascuno, nei prossimi anni, per quella che abbiamo chiamato transizione ecologica».