A Cremona la processione lauretana ha aperto il mese di maggio con il Vescovo: «Un messaggio d’amore, di bellezza e di pace»

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Sale per le strade della città di Cremona l’invocazione a Maria Vergine lauretana oggi come nel 1600. Dopo due anni di fermo, causa Covid, è infatti ripartito il tradizionale pellegrinaggio della città alla Santa Casa (copia seicentesca di quella di Loreto) presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio dove è custodita l’effige della Madonna nera, copatrona di Cremona. E se nel 1630 si svolse una processione cittadina per scongiurare il contagio della peste entro le mura, oggi la Chiesa cremonese rinnova quella tradizione con un pellegrinaggio di tutte le parrocchie dalla Cattedrale fino al santuario.

Un segno di devozione che ha luogo ogni 2 maggio, in apertura del mese mariano, occasione per un messaggio del vescovo alla città. «Un messaggio d’amore, di bellezza e di pace a Cremona – ha spiegato mons. Lafranconi – un messaggio che rivolgiamo alla città ma che ci dobbiamo rivolgere gli uni gli altri, visto che la città siamo noi». Un invito a ciascuno «a essere operatore di giustizia e pace lungo le vie della città e del mondo» certi dell’aiuto di Maria «invocata con gioiosa preghiera di figli». E senza dimenticare «le altre città, come Mariupol (Città di Maria) martoriata in questo momento difficile».

Una riflessione quella del Vescovo arrivata in una Sant’Abbondio gremita (anche la piazzetta esterna ospitava fedeli) al termine della recita del Rosario lungo le strade che quotidianamente ogni cremonese percorre nel centro storico.

Dopo una breve preghiera in Cattedrale, infatti, la croce ha aperto la processione lungo la quale hanno cantato e invocato Maria, chierichetti, seminaristi, i parroci della città, il Capitolo della Cattedrale, il vescovo emerito Dante Lafranconi e il vescovo Antonio Napolioni, seguito dai religiosi, dalle suore e da parecchi fedeli con in mano i flambeaux accesi direttamente dalla fiamma del cero Pasquale. Una processione composta, «in una bella serata di maggio» – come l’ha definita il vescovo – dopo due anni che quelle strade non vedevano la comunità cristiana testimoniare pubblicamente il proprio credo. Intorno il silenzio, di una città partecipe, lungo largo Boccaccino, via Mercatello, Corso Matteotti fino a Vicolo Lauretano, sino alla piazzetta della chiesa di Sant’Abbondio dove ad accogliere i fedeli è stata la comunità della parrocchia stretta intorno al vicario don Francesco Gandioli (il parroco don Andrea Foglia era assente per indisposizione).

Le litanie lauretane sono state lo spunto per Napolioni per parlare ai cittadini e alle autorità presenti, ricordando come Maria sia invocata come «Turris davidica, Turris eburnea, torre dunque immagine che evoca attesa (come quella del Padre della parabola che attende il figlio), vigilanza, punto per guardare lontano, per vedere il Signore che viene». E per descrivere la Vergine nelle litanie ci sono altre immagini legate alla città come “Ianua Coeli” (Porta del Cielo). «Preghiamo che Maria – ha proseguito Napolioni – ci aiuti ad aprire le porte, ad accogliere», evitando di correre sulle autostrade senza fermarci ed accorgerci di chi è debole o soffre accanto a noi. Infine Maria è anche “Domus aurea”, nella quale Dio ha stabilito la sua dimora in mezzo agli uomini. E qui il vescovo ha ricordato come «a Cremona un terzo della popolazione vive sola ed ha bisogno di riscoprire la qualità dei rapporti, il dialogo».

Al termine della celebrazione il vescovo ha posto, nella Santa Casa, un cero davanti alla Madonna nera e un mazzo di fiori «per il più bel fiore». Due simboli per invocare una speciale protezione sull’intera città e su tutte le città del mondo «fiere e umili, fragili e delicate».

 

L’origine del Santuario

Nel 1625 il Consiglio Generale di Cremona decretò che la città fosse posta sotto la protezione della Vergine Lauretana di S. Abbondio. L’anno precedente, per volere del giureconsulto Gian Pietro Ala, si iniziò la costruzione del santuario riproducendo la Santa Casa custodita a Loreto. Nel 1630 l’effige della Vergine Lauretana fu portata per le vie della città in una grande processione in cui si invocò la sua protezione per la liberazione dalla peste. Risale al 1634 la prima incoronazione della statua; il 17 agosto 1732 si svolse un’altra importante celebrazione quando il Capitolo Vaticano la incluse tra le Madonne riconosciute come “coronate”.