Puzzle di latte, minestrone di colori, parckwork di miele. Le attività vengono descritte nel dettaglio su un cartellone colorato pieno di cuori. Il percorso Gu-stare nel tempo: un intreccio di linguaggi, proposto dai giovani con disabilità del percorso personalizzato proposto dall’Ente professionale InChiostro e dai produttori Slow food del Mercato della terra vuole aiutare i bambini e i loro genitori a cambiare prospettiva.
«Presentiamo oggi un percorso, una serie di incontri che si svolgeranno in via Galantino durante i quali i nostri studenti con disabilità aiuteranno i piccoli e i loro genitori a conoscere i prodotti della terra», spiega la coordinatrice Laura Sivalli.
Così le ricette prenderanno forma dal burro, dal dado di zafferano, ma anche dal desiderio di stare insieme, di guardarsi negli occhi, di conoscersi «nel rispetto della diversità, per arricchirsi». Perché l’inclusione «si fa insieme, si fa cogliendo negli occhi dell’altro l’opportunità di apprendere anche attraverso linguaggi diversi da quelli convenzionali». L’obiettivo, dunque, è imparare. A costruire un mondo migliore, «partendo dal rispetto della terra e degli altri».
Il messaggio risuona forte nel cortile della scuola di via Galantino, voluta da santa Cerioli, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Diocesi di Cremona e dalla Commissione zonale Laudato si’ per il Tempo del creato. I laboratori saranno proposti da ottobre a giugno a bimbi piccoli e mezzani della scuola dell’infanzia divisi in due gruppi.
«Il progetto mira ad un intreccio di linguaggi». Per il tutor del percorso personalizzato per persone con disabilità, Massimiliano Portici, è «l’occasione per sviluppare in una modalità creativa e adeguata ai più piccoli una riflessione sul tema dell’ecologia, del contesto di appartenenza, delle tradizioni e del cibo che mangiamo. Non possiamo pensare che questi temi siano tra loro scollegati. È tutto interconnesso. Proponiamo, dunque, un laboratorio che offre uno sguardo multiplo sulla realtà, a partire dall’idea che ciascuno di noi è risorsa. Il quotidiano confronto con ragazzi con disabilità ci aiuta a guardare il mondo in modo diverso, ci aiuta a capire che nelle relazioni vive la bellezza. Anche in silenzio, anche sperimentando linguaggi diversi. L’apporto di ciascuno è indispensabile, perché la realtà è complessa. E sperimentarla insieme, significa comprenderla nelle sue mille sfaccettature».
La presenza di Slow food, associazione internazionale che promuove cibo buono, pulito e giusto per tutti, nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali, riporta tutto alle origini di InChiostro. Alla terra e all’amore per questa coltivato da santa Paola Elisabetta Cerioli. Per Claudio Pedrini, l’esperienza di Terra madre e dei mercati della Terra, vale a dire una comunità eterogenea di persone che lavorano per cambiare i paradigmi ambientali, «pone come prioritario il tema educativo».
Ecco spiegata la facile sinergia con InChiostro: «Il progetto lanciato sarà un bel seme, che potrà dare buoni frutti. Bisogna insistere per cambiare il pensiero». E gli stili di vita.
Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, ha riportato l’attenzione sull’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco: «In questo Tempo del Creato, l’obiettivo è quello di trasferire al territorio i contenuti dell’enciclica, a partire dal messaggio diffuso dal Papa che chiede di “ascoltare la voce del Creato”». L’invito è quello di «aderire ad un’ecologia integrale e cambiare il nostro modo di vivere. Ovvero, praticare una spiritualità ecologica, comprendere le strategie fondamentali per partecipare alla casa comune».
Serve abbandonare lo sguardo individualista: «Ci è chiesto di ascoltare il grido d’aiuto della Madre Terra e dei nostri fratelli». E di agire: «Dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo essere noi i primi a cambiare l’approccio nei riguardi del cibo, a combattere lo spreco alimentare, a comprendere ed interiorizzare l’agire ecologico, in un dialogo virtuoso con le istituzioni».
Parole di apprezzamento all’iniziativa sono giunte anche dal presidente del Consiglio comunale di Soncino Federica Brizio: «Un’opportunità per i nostri piccoli per cogliere nel confronto con l’altro l’occasione per crescere. Perché diversità è ricchezza».