In Cattedrale il nuovo anno si è aperto auspicando mentalità di pace

image_pdfimage_print

 

«Iniziamo sotto lo sguardo di Maria, Madre di Dio, in comunione con tutta la Chiesa, l’anno di grazia del Signore 2024. Vuol dire che Dio ha confezionato un anno perfetto: sta a noi interpretarlo, attuarlo, nella scia della sua grazia, e non come bambini capricciosi e ribelli ostacolare il disegno d’amore. Siamo qui per imparare le vie di Dio, e percorrerle insieme: sono le vie della pace, della comunione, del dialogo, della fratellanza, sono le vie a cui convertirci tutti, perché nel mondo davvero la fraternità prevalga sulla divisione».  È con queste parole che il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto la celebrazione della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, che nel pomeriggio di lunedì 1° gennaio ha presieduto in Cattedrale affiancato dai canonici del Capitolo e dal parroco dell’unità pastorale Sant’Omobono.

Un momento di preghiera che sancisce l’impegno sempre maggiore e rinnovato a vivere un nuovo anno fatto di azioni e gesti mossi da un cuore che ascolta e mette in pratica il messaggio del Vangelo. La preghiera è stata elevata dal canto del coro della Cattedrale di Cremona, che ha accolto i fedeli con la melodia del “Santissima”, accompagnata dalle note dell’organo suonato dal maestro Fausto Caporali.

«Abbiamo il diritto di sperare, abbiamo il dovere di operare secondo questa speranza, artificiando qualcosa, facendo ad arte cose per la vita del mondo», ha affermato mons. Napolioni durante l’omelia. Con un riferimento ai fuochi d’artificio di fine anno, il vescovo si è voluto soffermare sull’aggettivo “artificiale”, che «ricorre anche nel messaggio che il Papa ha inviato alla Chiesa e al mondo» in occasione della 57ª Giornata mondiale della pace che si è celebrata proprio il 1° gennaio sul tema Intelligenza artificiale e pace. «La Chiesa – ha precisato il vescovo – non vuole essere oscurantista, non teme il progresso della scienza, ma, come anche il presidente Mattarella ieri sera ha saputo raccomandare, questi progressi devono essere governati da un’intelligenza umana».

L’intelligenza umana è però soggetta a egoismo e prevaricazione, oscurata spesso dall’avidità personale piuttosto che essere rivolta al bene fraterno. Ma, oltre a quella artificiale e a quella umana, esiste una terza intelligenza: quella spirituale: «Abbiamo lì una risorsa profonda, decisiva, che fa la differenza», ha evidenziato monsignor Napolioni guardando quindi al mistero dell’Incarnazione.

Il Vescovo ha voluto sottolineare l’impegno che gli operatori della comunicazione diocesana mettono nella realizzazione dei contenuti pubblicati sul portale online della diocesi e non solo, rivolgendo in particolare la sua riflessione sull’ultima uscita della rivista Riflessi Magazine (riflessimag.it), che a fine dicembre ha articolato i contenuti dell’edizione attorno alla parola pace. «Se andate ad aprire questo strumento multimediale – è stato l’invito del vescovo – trovate con i linguaggi e la narrazione dell’immagine, della musica e della cultura tanti riflessi di pace, tanti pensieri di pace che diventano cammini di pace, educazione alla pace. Occorre una mentalità di pace, in noi innanzitutto, e non solo nei potenti. Perché noi stessi, senza volerlo, possiamo essere dei guerrafondai anche nel nostro piccolo, dei tifosi delle divisioni, delle ostilità, dell’uso maldestro delle nostre identità e tradizioni». E sempre riferito a Riflessi Magazine ha proseguito: «In questo strumento multimediale troverete tante storie belle della nostra terra, della nostra comunità, di giovani e adulti che stanno coltivando l’intelligenza spirituale della vita che genera la speranza e la fiducia nella pace».

Ed è proprio quello della pace il messaggio che il vescovo di Cremona ha rivolto non solo ai fedeli presenti, ma a un mondo diviso dalle guerre e in cui la miseria è sempre più in aumento. Un messaggio che non invecchia, ma che, al contrario, si ripropone con più forza anche dove solo in apparenza sembrerebbe non trovare spazio.

Al termine dell’omelia il Vescovo ha condiviso con tutti una speranza, un augurio per il 2024 ma che vale non solo per il futuro più prossimo: «Possa la nostra Chiesa crescere in questa maternità ospitale e coraggiosa, umile e fiera, perché abitata dalla Parola e dallo Spirito, che non ci lascia soli nel cammino, ma ci fa andare incontro a chiunque stia cercando vie della giustizia e della pace».

 

Omelia del vescovo Napolioni

 

Papa Francesco: “Le nuove tecnologie non promuovano la follia della guerra”

La Pace in piazza, giornata di festa a Cremona il 28 gennaio