In Nicaragua 18 sacerdoti arrestati dopo il 20 dicembre, 4 negli ultimi giorni

Appello del Papa al termine del primo Angelus del 2024. Card. Brenes: «Cercare insieme nella preghiera la consolazione di Dio»
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Dolore e preoccupazione nelle parole del Papa per la situazione in Nicaragua, «dove vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà». Nell’Angelus del 1° gennaio, il Pontefice ha guardato al Paese centroamericano nel quale, dopo gli episodi di violenza a danno di chiese e sacerdoti nel 2018 e le espulsioni nel 2022 del nunzio e altri circa 220 religiosi, si assiste ormai da mesi a una nuova ondata di arresti e restrizioni delle manifestazioni religiose. 

Proprio ai sacerdoti e vescovi sotto sequestro, come pure alle loro famiglie e «all’intera Chiesa del Paese», il Pontefice ha assicurato la sua «vicinanza nella preghiera»:

«Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi».

Una vera e propria escalation di detenzioni: almeno 18 a partire dal 20 dicembre, in tutto il Paese. L’ultimo dopo la celebrazione della Messa di fine anno. Tra loro due seminaristi e il vescovo di Siuna, monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega. Il presule è stato arrestato dopo aver pregato per monsignor Rolando José Álvarez Lagos (in foto in ginocchio davanti alla polizia), il vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, condannato a 26 anni di carcere senza regolare processo e in prigione dal febbraio dell’anno scorso. Coinvolta soprattutto l’arcidiocesi di Managua, a cui appartengono tre dei quattro sacerdoti privati della loro libertà in questi giorni di fine 2023 e inizio 2024, oltre che la maggioranza degli arrestati nell’ultima settimana.

L’arcivescovo di Managua, il card. Leopoldo Brenes, domenica 31 dicembre ha inviato un messaggio ai fedeli cattolici dell’arcidiocesi facendo esplicito riferimento “all’assenza dei loro sacerdoti”, coloro cioè che nell’ultima settimana sono stati arrestati dal regime di Daniel Ortega e Rosario Murillo. “In questa Domenica della Famiglia ho voluto preparare un piccolo messaggio per tutte le famiglie, un messaggio di incoraggiamento, di speranza, soprattutto un messaggio in cui ci uniamo nella preghiera – ha detto Brenes al termine della Messa domenicale nella Cattedrale di Managua –. Voglio esprimere la mia vicinanza alle famiglie e alle comunità che in questo momento sentono l’assenza dei loro sacerdoti o stanno vivendo altri tipi di dolore. È il momento di cercare insieme nella preghiera la consolazione di Dio e nell’unità ecclesiale la nostra forza».

Negli ultimi due giorni, la polizia sandinista ha arrestato i sacerdoti Gustavo Sandino (della diocesi di Jinotega), Jader Hernández, Fernando Téllez Báez e mons. Ismael Serrano (tutti e tre parroci nell’arcidiocesi di Managua). Otto, in tutto, i sacerdoti dell’arcidiocesi privati cella propria libertà nell’ultima settimana. Inoltre, diverse parrocchie non hanno aperto le porte l’ultima domenica del 2023; un fatto che ha preoccupato i fedeli e ha lasciato presagire che il numero di sacerdoti detenuti possa essere ancora più alto.