A Cremona un pomeriggio tra giochi, preghiera e testimonianze con “La pace in testa”

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La speranza di una pace possibil ha animato il pomeriggio di domenica 28 gennaio tra la piazza del Comune di Cremona, la Cattedrale e gli spazi del palazzo comunale. Una giornata – come suggerisce il titolo dell’evento – con “La pace in testa”, proposta in sinergia da numerose associazioni del territorio per i bambini, i ragazzi e gli adulti della diocesi.

«Abbiamo ripreso questa storica iniziativa perché ci sembrava importante approfondire, collaborando, il tema della pace», ha spiegato Emanuele Bellani, responsabile diocesano di Azione cattolica, organizzatrice dell’evento insieme al Csi di Cremona, alle Acli, agli Scout Cngei “Cremona 1”, agli Scout di Cristo Re, agli Scout adulti del Masci, a Pax Christi Cremona, alla Federazione oratori cremonesi e all’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona. «È vero che per la pace, nei contesti di guerra, possiamo fare poco, perché sono lontani da noi, ma la pace deve partire da noi».

Una piazza, tra la Cattedrale e il Comune, popolata da bambini e ragazzi provenienti dalle diverse zone pastorali, che, per un’ora, si sono cimentati in diversi giochi e sport, organizzati supervisionati dal Csi: pallavolo, pallamano, “Sforza 4” (una variante a quattro squadre del tiro alla fune), hockey, giochi della tradizione e molti altri. Tante squadre impegnate, che hanno rappresentato idealmente tutte quelle nazioni che attualmente non vivono una situazione di pace, ma che la stanno cercando. Ad animare il pomeriggio in piazza Stefano Priori, in arte Beru. Presenti anche alcuni stand per i più piccoli, con palloncini e facepainting a tema. Al termine di questa iniziativa, tutti i presenti si sono spostati all’interno della Cattedrale, per un momento di riflessione e preghiera.

Dalle 17.30, invece, nella Sala Quadri del Palazzo Comunale, ha avuto luogo l’iniziativa “Azioni di pace” per gli adolescenti, giovani e adulti: testimonianze, racconti e azioni concrete di pace a livello nazionale e a livello locale. Sono intervenuti Emanuele Bottini e Veronica Porzionato, che hanno illustrato i progetti di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace dell’associazione Papa Giovanni XXIII, Giovanni Fusar Poli, di Pax Christi, e gli studenti del liceo Vida di Cremona, accompagnati dalla professoressa Caterina Piva, a presentare la sezione Rondine, proposta socio-educativa, approvata dal Ministero dell’Istruzione, che si ispira al metodo di “Rondine Cittadella della pace”, situata in provincia di Arezzo. Questo momento è stato moderato da Marco Dasti, responsabile giovani dell’Azione Cattolica di Cremona, che ha introdotto gli interventi e «le storie di chi per la pace lavora tutti i giorni e in tanti modi».

«Operazione Colomba nasce nei primi anni ’90 da due comunitari della “Papa Giovanni XXIII”, che decidono di fare questa opera innovativa, portando un messaggio di pace nelle zone di conflitto – ha spiegato Emanuele Bottini a margine dell’evento –. Da allora sono passati trent’anni e Operazione Colomba è attiva in diversi paesi al mondo, in Europa, Sud America e Medio Oriente, e porta questo messaggio di pace basandosi su tre pilastri: la condivisione, l’equidistanza tra le parti e, soprattutto, la nonviolenza».

Dopo Bottini e Porzionato, che hanno approfondito le loro personali esperienze di volontariato in Grecia, nel mezzo dei flussi migratori dal Medio Oriente, e in Albania, ha preso la parola Giovanni Fusar Poli, consigliere nazionale di Pax Christi: «Voglio parlare ai giovani della responsabilità che ognuno di noi ha nella vita politica nel nostro paese e a livello mondiale, in una politica intesa come ricerca del bene comune – ha sottolineato –. Chi ci governa non viene dal cielo, ma è eletto da noi; quindi è nostro il diritto, ma anche il dovere, di informarci su quello che succede per poi fare scelte che siano secondo i valori della nostra coscienza». Ha poi aggiunto: «Il disarmo nucleare diventa ancora più urgente nei nostri giorni. Bisogna impegnarci perché si arrivi all’eliminazione di questi strumenti di morte, che non mettono in pericolo solamente la vita umana, ma la vita dell’intero pianeta».

Hanno chiuso il pomeriggio gli interventi degli studenti e delle studentesse del liceo Vida, e della loro insegnante, Caterina Piva. «La Cittadella è un luogo magico dove ci si occupa di pace, o meglio, di conflitto – ci ha spiegato la professoressa Piva –. Lì operano alcuni professionisti, che hanno iniziato la loro carriera come mediatori in zone di guerra e che da queste esperienze hanno dato vita ad altre esperienze simili e a un metodo per la risoluzione del conflitto». Ha dunque concluso: «Un conflitto che, quando degenera, diventa guerra, ma se non degenera è qualcosa di normale e appartiene a tutte le nostre vite e a tutti i nostri ambienti. Il metodo Rondine quindi noi lo applichiamo alla quotidianità della vita scolastica, affinché a scuola si venga volentieri e si stia bene, e, soprattutto, perché diventiamo cittadini consapevoli del proprio tempo».

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