IA, artefici di processi generativi o creativi?

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Già agli inizi del secolo scorso i maestri del cinema rappresentavano sul grande schermo futuri distopici dove le macchine regnano incontrastate su tutto il genere umano. Queste venivano però rappresentate come automi grigi e privi di ogni forma di immaginazione, incapaci di creare qualcosa non identico a loro stesse. Oggi la potenzialità delle Intelligenze Artificiali (IA) ha raggiunto livelli mai visti prima d’ora: questi nuovi strumenti informatici sono in grado di creare opere d’arte complesse e profonde in pochi secondi, così come filmati, cortometraggi e tanto altro ancora. Si può quindi parlare di creatività legata al mondo delle IA?

La risposta a questo interrogativo è stata il fulcro dell’intervento del professor Andrea Gaggioli, docente di Psicologia generale della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che nell’aula magna del Campus Santa Monica di Cremona è intervenuto nel pomeriggio di martedì 27 febbraio come relatore del secondo incontro del ciclo di conferenze Intelligenza artificiale, chi sei? organizzato dal Centro pastorale della Cattolica di Cremona nelle settimane di Quaresima. A introdurre l’incontro sono stati il professor Daniele Cerrato, docente di Economia aziendale, e don Maurizio Compiani, assistente del Campus.

Siamo Uomini. La creatività nell’era dell’Intelligenza Artificiale. Questo il titolo dell’incontro focalizzato sull’analisi del dualismo tra creatività umana e creatività artificiale, attraverso un percorso didattico volto a definire le caratteristiche che delineano le due correnti generative di opere d’arte e innovazione.

La creatività umana, secondo la scrittrice e docente di Harvard Teresa Amabile, è la produzione di idee nuove e utili. «L’Intelligenza Artificiale come la conosciamo oggi – ha spiegato il professor Gaggioli – nasce nel 2018: si può dire, quindi, che sia un’idea nuova. Allo stesso tempo, è innegabile che sia un’invenzione molto utile, immediata e pratica. Il processo che ha portato alla sua creazione è un’operazione di vera creatività». Il docente ha poi spiegato che «è più complesso capire se si possa definire un processo altrettanto creativo quello che le Intelligenze Artificiali generative compiono per produrre immagini e suoni. È corretto dire che una macchina svolge un processo creativo o è più opportuno descriverlo come un processo generativo?».

Per rispondere alla domanda il professor Gaggioli ha preso in esame la famosa intelligenza artificiale ChatGPT, mostrando ai presenti l’evoluzione della rete neurale di San Francisco, spiegando che «dal 2018, quando ChatGPT è stata presentata in rete, sono stati fatti passi da gigante nella qualità di generazione dei propri contenuti. Un’evoluzione ancora più visibile se si osservano le immagini e i video che vengono creati oggi, quasi completamente indistinguibili da quelli realizzati da un operatore umano». In merito a questo miglioramento, l’Intelligenza Artificiale è stata messa alla prova confrontandola con la capacità creativa di un essere umano. Ad entrambi i soggetti è stato chiesto di immaginare gli utilizzi possibili di una corda e poi quelli di una forchetta, e il risultato, pubblicato nel 2024 dal neuroscienziato e psicologo Kent Hubert, mostra come la macchina sia stata in grado di immaginare una serie maggiore di scenari nei quali utilizzare gli strumenti.

Il potenziale creativo delle IA è concreto e reale, ma volgendo lo sguardo al futuro è difficile prevedere come le intelligenze artificiali si affermeranno nella vita quotidiana. Il professor Andre Gaggioli ha descritto tre possibili scenari, dicendo che «nel mondo del futuro il rapporto tra le IA e l’uomo potrebbe tornare a essere quello di tipo contrario, proprio come nel passato», spiegando che «in questo tipo di coesistenza l’uomo dà un ordine e la macchina lo esegue senza aggiungere nulla. Si potrebbe parlare di sinergia, fra uomo e macchina: i processi creativi vengono integrati e ampliati grazie all’utilizzo della potenza della tecnologia, generando così risultati migliori, ma sempre nati da un’idea dell’uomo». Il terzo scenario «è quello del rapporto simbiotico, nel quale le IA e l’intelligenza umana operano come entità completamente integrate», ha spiegato il professor Gaggioli, sottolineando che «l’IA si innesta nei processi cognitivi umani attraverso interfacce celebrali che non richiedono più all’utente di elaborare un comando». Ha poi concluso precisando che «non esiste uno scenario buono e un altro cattivo, ma tutto dipende da quale scenario una persona decide di volere».

 

Il video integrale dell’incontro a cura dell’Università Cattolica

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Calendario dei successivi incontri:

Martedì 5 marzo, ore 16.30: L’Intelligenza Artificiale ci cambierà la vita? – Ivana Pais, professoressa di Sociologia economica (Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore)

Lunedì 11 marzo, ore 16.30: Religioni e Intelligenza Artificiale – Mauro Magatti, professore di Sociologia (Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ed editorialista de “Il Corriere della Sera” e di “Avvenire”)

Venerdì 10 maggio, ore 18.00: “Dov’è il sapiente?” (1Cor 1,20) Le Intelligenze Artificiali tra algoritmi e libertà – Paolo Benanti, professore di Teologia Morale (Pontificia Università Gregoriana, Roma). Incontro promosso nell’ambito della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona e il mensile diocesano Riflessi Magazine.

 

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