Il 25 aprile in Seminario la festa di Rosarianti e Ministranti, con l’invito a essere sempre «evangelizzanti»

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Ministranti, Rosarianti e Fortes in fide. Ma prima di tutto «evangelizzanti», perché «occorre portare il Vangelo a tutti e costruire un regno di giustizia e di pace», a partire dall’incontro con la Sorgente di gioia, «l’annuncio della salvezza e l’amicizia del Signore». È l’invito e insieme l’augurio che il vescovo Antonio Napolioni ha voluto esprimere giovedì in Seminario celebrando in un unico momento comunitario l’annuale Giornata delle associazioni che pregano per le vocazioni sacerdotali, abitualmente fissata per il 25 aprile, e la Festa diocesana dei ministranti, quest’anno anticipata nella medesima occasione.

Durante la Messa vissuta nel primo pomeriggio nella chiesa del Seminario, riflettendo sull’unicità dell’appuntamento condiviso, monsignor Napolioni ha sottolineato come il senso della preghiera o del servizio vengono meno se si dimentica la sorgente da cui scaturiscono, «come se tutto finisse lì». Il Vangelo «apre la mente e la fantasia dello Spirito Santo e ogni occasione è adatta per dire sì al Signore, nonostante la pigrizia e la fatica contro cui dobbiamo lottare». Per essere dunque “evangelizzanti” e portare il Vangelo a tutti, è quindi necessario «lasciarci evangelizzare», ovvero conoscere e assaporare la gioia «di essere salvato, essere amico del Signore, guardare agli altri con più fiducia».

Ministranti e Rosarianti, insomma, «fanno rima con avanti», ha osservato con ironia il vescovo: «Ogni giorno possiamo scrivere una nuova pagina del nostro diario con Gesù che profuma di Vangelo». E allora «quando serviamo a Messa o facciamo una preghiera è l’inizio di una vita che deve continuare a scorrere».

 

Omelia del vescovo Napolioni

 

Una quarantina tra Rosarianti e Fortes in fide, insieme a circa un centinaio di chierichetti giunti dalle diverse parti della diocesi, tutti con indosso le proprie vesti, diverse da parrocchia a parrocchia. Un incontro iniziato, dopo la recita del Rosario, alle 15 con l’Eucaristia, nella memoria liturgica di san Marco evangelista. Significativo il momento dello scambio della pace che bambini e ragazzi hanno portato a tutti i presenti e, alla fine, la foto ricordo collettiva.

Il pomeriggio, animato dalla comunità del Seminario, è proseguito con un momento di festa, differenziato tra adulti e ragazzi: i primi impegnati in una tombolata, i secondi in una serie di «sfide» di abilità e concentrazione organizzate in diverse aree del Seminario e che sono state occasione per far conoscere alcuni dei santuari presenti in diocesi. Un breve cenno storico e poi via al gioco tra staffette, telefoni senza fili, piramidi umane e scioglilingua.

«L’idea è stata quella di ritrovarsi insieme e dare la possibilità ai vari gruppi di chierichetti di conoscersi tra loro», ha detto don Valerio Lazzari, referente diocesano per i ministranti. «La giornata di oggi è la prima fatta in questo modo – sottolinea don Marco D’Agostino, rettore del seminario – ed è bello pensare che tutti noi siamo chiamati, attraverso i nostri servizi, ma soprattutto attraverso la nostra testimonianza, a raccontare la nostra fede».