«Il diciottesimo Capitolo generale ordinario è oggi convocato e lo dichiaro ufficialmente aperto per le finalità previste dal Diritto canonico e per le finalità previste dall’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento».
Con la lettura della formula di apertura la superiora generale delle Adoratrici, madre Isabella Vecchio, ha aperto nella mattinata di sabato 5 luglio, durante la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni a Rivolta d’Adda, nella chiesa della Casa madre, il Capitolo dell’istituto religioso fondato da san Francesco Spinelli. Fino al 18 luglio, data presunta (quindi non necessariamente tassativa) di conclusione dei lavori, le religiose, dopo aver fatto il punto sulla situazione odierna, metteranno nero su bianco le linee guida dell’Istituto per i prossimi sei anni. Nel corso del Capitolo, inoltre, saranno elette la nuova superiora generale, che succederà a madre Isabella Vecchio, in procinto di concludere il secondo mandato (limite oltre il quale non si può andare salvo deroghe straordinarie), e il nuovo Consiglio.
Sono ventisei le religiose, tutte suore perpetue, che le Adoratrici hanno scelto tramite elezione per rappresentarle in questo Capitolo. Otto di loro provengono da Congo e Senegal, le altre dall’Italia. «Il Capitolo – spiegano le Adoratrici – ha due scopi: rivedere e analizzare l’andamento dell’Istituto negli ultimi sei anni e progettarne il cammino per i prossimi sei. Uno dei momenti fondamentali sarà l’elezione della madre generale e del suo Consiglio, che non necessariamente dovrà avvenire alla conclusione del Capitolo, il cui atto finale è la stesura delle nuove linee programmatiche».
Non è nemmeno obbligatorio che la nuova superiora generale sia una delle ventisei partecipanti al Capitolo, in quanto potrebbe essere scelta fra tutte le suore perpetue, ferme restando alcune caratteristiche determinate dall’età.
Le Adoratrici lavoreranno, in base agli argomenti all’ordine del giorno, in gruppo o in assemblea. Il tema scelto è “Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta (2 Cor. 4,7). Chiamate a una vita eucaristica contemplativa che discerne, nelle pieghe della storia, l’amore incondizionato e gratuito del Padre”.
Alle Adoratrici ha augurato buon lavoro il vescovo durante la Messa: «Preghiamo perché possiate essere un libro aperto», ha detto monsignor Napolioni, che a fine celebrazione, con la preghiera davanti al sacello di san Francesco Spinelli, ha affidato le religiose al loro fondatore.
A margine della celebrazione madre Isabella Vecchio ha dedicato un pensiero ai suoi due sessenni alla guida delle Adoratrici: «Il grande evento della canonizzazione di san Francesco Spinelli – racconta la superiora generale – è stato la punta di diamante di questi dodici anni. Il cammino di preparazione e quello che ha seguito l’evento ci hanno aiutate a vivere questo tempo di grazia e di gioia e a ravvivare il nostro essere Adoratrici. Vi sono stati tanti altri momenti belli, ma anche sfide difficili, come il ridimensionamento di opere e comunità dovuto alla diminuzione di vocazioni in Italia e poi il periodo del Covid, che ha visto tanta precarietà, sofferenza, fragilità relazionale, anche se al tempo stesso non è mancata tanta solidarietà e la crescita della comunione fra noi e i fratelli».
«Per il futuro dell’Istituto – ha aggiunto la superiora generale – la vita eucaristica dovrà essere sempre il nostro primum da cui attingere l’accesa carità per tutti, in particolare per i fratelli più poveri». «Inoltre – ha concluso madre Isabella Vecchio – è auspicabile aprire nuove realtà in altri Paesi, perché il carisma eucaristico si radichi in altre culture e il Signore sia conosciuto e amato da tanti fratelli e sorelle laici che possano condividere la spiritualità nella fraternità eucaristica».